Parma: Bufera sull'assessore all'Urbanistica. Via a 24 ore dalla nomina
La giunta slow di Pizzarotti perde un pezzo
La Rete al sindaco grillino: «Leggi i curriculum?»PARMA - La giunta ha il passo della tartaruga, ma gli assessori sono sprint: nel fare un passo indietro. Roberto Bruni, architetto di 53 anni, non passerà alla storia per aver ridisegnato il profilo urbanistico di Parma, ma sarà sicuramente ricordato come l'assessore «più breve» nella lunga vita municipale della città ducale. A nemmeno 24 ore dalla nomina ricevuta dal sindaco grillino Federico Pizzarotti e poche ore prima di essere ufficialmente presentato alla città (l'appuntamento era per oggi), Bruni ha dovuto rinunciare all'incarico: ad affossarlo, il fallimento nel 2006 di un'azienda edile che faceva capo a lui. Una brutta botta per l'interessato. Ma soprattutto uno sgradevole scivolone per il sindaco Pizzarotti, 39 anni, volto copertina dei Cinque stelle dopo il trionfo elettorale di un mese fa: insediato la settimana scorsa, con tanto di fascia tricolore, il primo grillino a capo di una città capoluogo non ce l'ha ancora fatta a riempire tutte le caselle della giunta, non a caso ribattezzata
«giunta slow o a rate», praticamente un caso unico in Italia.
Beffa nella beffa, la grana è partita online: da quella rete religiosamente considerata dai grillini una sorta di Verità Unica. A far emergere infatti che il neo-assessore all'Urbanistica, ai lavori pubblici e al patrimonio, Roberto Bruni, annunciato da Pizzarotti mercoledì con il solito video su Youtube, ha alle spalle un fallimento, con tanto di procedura chiusa definitivamente un anno fa dal tribunale di Parma, sono state le segnalazioni online di alcuni lettori ai giornali locali. Nulla era infatti scritto nel curriculum del neoassessore, pubblicato mercoledì dal Comune di Parma. Una delle mail-denuncia dice testualmente: «Ma il sindaco ha letto bene il curriculum del nuovo assessore Bruni? E lui ha fatto presente che ha alle spalle il fallimento della sua "Thauma Sas" a causa del quale tante famiglie ancora oggi piangono per aver perduto quanto investito con immensi sacrifici?».
Raccontano che Pizzarotti avesse un diavolo per capello. Anche perché, in un primo momento, lo stesso Bruni aveva candidamente affermato che il sindaco era a conoscenza della sua vicenda. A quanto invece trapela dalle stanze comunali, l'architetto durante i colloqui dei giorni scorsi con il primo cittadino avrebbe, sì, fatto cenno «a passate difficoltà finanziarie», ma, assicurano gli uomini di Pizzarotti, «in modo molto generico: se avessimo saputo come stavano le cose, non lo avremmo mai scelto e comunque a questo punto l'incarico è politicamente inopportuno, anche se dispiace sul piano umano». Silurato, insomma. Un caso analogo avvenne sempre a Parma nel 2004 quando il presidente della Provincia, il pd Vincenzo Bernazzoli, nominò assessore Michele Pagani, scoprendo poi che sullo stesso pendeva una richiesta di ammissione al concordato preventivo presso il tribunale di Parma. Pagani presentò le dimissioni, subito accettate da Bernazzoli. Ora la giunta Pizzarotti, alla quale mancava una sola casella per essere completata, torna a meno due: come nel gioco dell'oca.
Francesco Alberti 22 giugno 2012 | 7:38
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