Italia Futura è un Partito?

Montezemolo
Italia Futura è un Partito?
Forse meglio dirlo ora
Manca poco tempo alle elezioni politiche. Se la legislatura andasse a termine regolarmente, tra meno di un anno saremmo nel cuore di una tempestosa campagna elettorale. Eppure regna ancora la confusione più totale. Con una crisi economica devastante, con l'euro in bilico ma con un governo tecnico che ha smorzato le tensioni politiche più burrascose, non si sa ancora niente sulle alleanze, sui leader e persino sulla (nuova?) legge elettorale.
Tra boatos e smentite, si annuncia la «discesa in campo» di soggetti nuovi, come la lista che dovrebbe far capo a Luca Cordero di Montezemolo. Ma tutto è ancora immerso nella nebbia. Mancano solo dodici mesi all'ordalia elettorale, a un voto che potrebbe avere un valore storico, ma è ancora un festival di «si dice», di retroscena, di avanzate e di retromarce.
Il panorama politico appare destrutturato e caotico, tanto da rendere obsoleto e irriconoscibile il quadro delle ultime elezioni del 2008. Il voto amministrativo ha messo in mostra uno scenario di rovine: lo squagliamento del Pdl de-berlusconizzato, il disastro della Lega, l'inconsistenza del Terzo polo, lo sbandamento acefalo del Pd, l'appannamento della «narrazione» vendoliana, il dipietrismo messo in ginocchio dalla trionfale concorrenza grillina, la crescita vertiginosa dell'elettorato che si astiene, tra lo smarrimento, la paura e, talvolta, il disgusto. I partiti che già ci sono non hanno più molto tempo per dimostrare all'elettorato di essere credibili e affidabili. E per quelli nuovi, o in via di formazione, incombono scadenze oramai troppo ravvicinate per lasciare tutto nel vago, lasciando che corrano le voci, ma senza mai compiere una scelta definitiva. Luca Cordero di Montezemolo ha sinora lasciato nel mistero le sue vere intenzioni. Un giorno le sue dichiarazioni accreditano la volontà di un ingresso nell'arena politica. In quelli successivi la sua determinazione politica appare più blanda, in un'altalena di ipotesi che oramai dura da anni. Finora questo clima di suspence ha alimentato attenzioni e curiosità attorno a una nuova creatura politica che sicuramente giocherebbe un ruolo di primo piano sulla scena italiana.
Ma ora il rischio, mentre si rafforzano i circoli che si richiamano a «Italia Futura» e si annunciano grandi conventions estive, è che questa atmosfera di attesa possa assomigliare a un gioco della vecchia politica, abile nella manovra tortuosa ma incomprensibile all'elettorato a cui, nel caso di un ingresso in politica, ci si vuole rivolgere. Chiedere a Montezemolo le priorità del suo progetto e la natura delle alleanze che ha in animo di intrecciare prima e dopo il voto diventa a questo punto improcrastinabile. Chiedere se intende collocarsi in un'area più marcatamente centrista o se vuole interloquire da posizioni moderate con il mondo di un centrodestra oramai sulla strada della liquefazione nella sua versione dominata dalla figura di Berlusconi. Se ha trovato un modo trasparente e democratico di selezione della classe dirigente che dovrebbe rappresentare l'ossatura del nuovo partito. Chiedere con quale messaggio pensa di incidere su un elettorato ormai deluso e impaurito e chiedere quali siano i cardini di un programma per costruire l'«Italia Futura», con quali forze eventualmente condividerlo. Nella confusione caotica in cui versa la politica italiana, non sarebbe una scelta saggia aggiungere incertezze e titubanze. Montezemolo può aspirare a giocare un ruolo importante in questo scorcio di storia italiana. Ma il tempo degli enigmi sta scadendo. Per tutti.
Pierluigi Battista 19 maggio 2012 (modifica il 23 maggio 2012) http://www.corriere.it/politica/12_magg ... c662.shtml
Italia Futura è un Partito?
Forse meglio dirlo ora
Manca poco tempo alle elezioni politiche. Se la legislatura andasse a termine regolarmente, tra meno di un anno saremmo nel cuore di una tempestosa campagna elettorale. Eppure regna ancora la confusione più totale. Con una crisi economica devastante, con l'euro in bilico ma con un governo tecnico che ha smorzato le tensioni politiche più burrascose, non si sa ancora niente sulle alleanze, sui leader e persino sulla (nuova?) legge elettorale.
Tra boatos e smentite, si annuncia la «discesa in campo» di soggetti nuovi, come la lista che dovrebbe far capo a Luca Cordero di Montezemolo. Ma tutto è ancora immerso nella nebbia. Mancano solo dodici mesi all'ordalia elettorale, a un voto che potrebbe avere un valore storico, ma è ancora un festival di «si dice», di retroscena, di avanzate e di retromarce.
Il panorama politico appare destrutturato e caotico, tanto da rendere obsoleto e irriconoscibile il quadro delle ultime elezioni del 2008. Il voto amministrativo ha messo in mostra uno scenario di rovine: lo squagliamento del Pdl de-berlusconizzato, il disastro della Lega, l'inconsistenza del Terzo polo, lo sbandamento acefalo del Pd, l'appannamento della «narrazione» vendoliana, il dipietrismo messo in ginocchio dalla trionfale concorrenza grillina, la crescita vertiginosa dell'elettorato che si astiene, tra lo smarrimento, la paura e, talvolta, il disgusto. I partiti che già ci sono non hanno più molto tempo per dimostrare all'elettorato di essere credibili e affidabili. E per quelli nuovi, o in via di formazione, incombono scadenze oramai troppo ravvicinate per lasciare tutto nel vago, lasciando che corrano le voci, ma senza mai compiere una scelta definitiva. Luca Cordero di Montezemolo ha sinora lasciato nel mistero le sue vere intenzioni. Un giorno le sue dichiarazioni accreditano la volontà di un ingresso nell'arena politica. In quelli successivi la sua determinazione politica appare più blanda, in un'altalena di ipotesi che oramai dura da anni. Finora questo clima di suspence ha alimentato attenzioni e curiosità attorno a una nuova creatura politica che sicuramente giocherebbe un ruolo di primo piano sulla scena italiana.
Ma ora il rischio, mentre si rafforzano i circoli che si richiamano a «Italia Futura» e si annunciano grandi conventions estive, è che questa atmosfera di attesa possa assomigliare a un gioco della vecchia politica, abile nella manovra tortuosa ma incomprensibile all'elettorato a cui, nel caso di un ingresso in politica, ci si vuole rivolgere. Chiedere a Montezemolo le priorità del suo progetto e la natura delle alleanze che ha in animo di intrecciare prima e dopo il voto diventa a questo punto improcrastinabile. Chiedere se intende collocarsi in un'area più marcatamente centrista o se vuole interloquire da posizioni moderate con il mondo di un centrodestra oramai sulla strada della liquefazione nella sua versione dominata dalla figura di Berlusconi. Se ha trovato un modo trasparente e democratico di selezione della classe dirigente che dovrebbe rappresentare l'ossatura del nuovo partito. Chiedere con quale messaggio pensa di incidere su un elettorato ormai deluso e impaurito e chiedere quali siano i cardini di un programma per costruire l'«Italia Futura», con quali forze eventualmente condividerlo. Nella confusione caotica in cui versa la politica italiana, non sarebbe una scelta saggia aggiungere incertezze e titubanze. Montezemolo può aspirare a giocare un ruolo importante in questo scorcio di storia italiana. Ma il tempo degli enigmi sta scadendo. Per tutti.
Pierluigi Battista 19 maggio 2012 (modifica il 23 maggio 2012) http://www.corriere.it/politica/12_magg ... c662.shtml