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Roma Meno soldi in tasca e cresce la rabbia

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Roma Meno soldi in tasca e cresce la rabbia

Messaggioda franz il 21/05/2012, 13:46

Roma Meno soldi in tasca e cresce la rabbia
Nella capitale italiana il Mugugno è morto e trionfa la Romana Invettiva con tro la Casta politica

ROMA Forse non lo sapevate, ma da qualche tempo il Romano Mugugno – quella sorta di biasci­chio allusivo e indistinto che da secoli caratterizzava la lamenta­zione capitolina – è morto. Cadu­ta ogni inibizione verbale, non pochi cittadini dell’Urbe hanno ormai adottato una forma nuova di esternazione: la Romana In­vettiva. Che si fa sentire sui bus, dentro i bar, nei supermercati, an­che in strada.

Un’evoluzione an­tropologica che è un segno di tempi quali mai la Roma del do­poguerra ha vissuto: quando le certezze vengono meno, i punti di riferimento scompaiono, lo Stato o chi per esso ti tartassa sen­za pietà e tu fai fatica a tirare avanti e a progettare il futuro, an­che i rapporti umani – di cui la lingua è espressione fondamen­tale – si adeguano.

Basta poco, magari un ritardo del bus. Un passeggero, un cinquan­tenne distinto, giacca e cravatta, a voce alta sul mezzo affollato: «Non c’è più niente che funzio­na… che schifo!». Signora sessan­tenne, molto compita, foulard raf­finato: «Ha ragione… non ne pos­siamo più. Ci ammazzano, sono assassini!». Il primo: «Bisogne­rebbe fare le barricate e assediar­li! ». Un terzo, di certo un inse­gnante: «Non sappiamo farle, ma resta un sogno (ndr: da una re­cente indagine dell’associazione dei lavoratori cattolici/ACLI è emerso che un italiano su tre so­gna effettivamente la Rivoluzio­ne)! ». La seconda: «Prendiamo i forconi!». Una quarta, che si di­rebbe una pacioccona: « Damo­je foco a Palazzo Chigi, a Monte­citorio… ».

Scambi di opinione del genere, una volta riservati a qual­che extraparlamentare di destra o di sinistra, non sono più infre­quenti per le strade di Roma. È gente «normale» che parla così, figlia di una media borghesia molto impoverita dai continui sa­lassi richiesti dallo Stato e dun­que in collera sempre meno pu­dica. È gente che da sempre si era soliti definire «moderata», agget­tivo che connotava l’espressione politica di una fascia maggiorita­ria di italiani. Ora, in questi me­si, il «moderatismo» si sta dissol­vendo velocemente, disgustato e adirato: trova politicamente rifu­gio nell’astensione, nella scheda annullata da espressioni irriferi­bili o nel voto di protesta (il «bo­om » dei grillini insegna).

È comprensibile la collera di tan­ti romani (tanti, non tutti, poiché c’è sempre chi invece riesce a riempire le boutique di lusso e a frequentare i locali di moda)? Qualche istantanea dall’Urbe. Al­l’alba: c’è qualcuno che, senza farsi notare, fruga in un casso­netto. Uno zingaro? No, un uo­mo, un italiano di mezza età ve­stito di una dignitosa povertà.

Al supermercato, un sabato sera di inizio mese: nello scaffale della pasta nove file quasi al comple­to, tre vuote completamente. Era­no riempite dalla pasta in offer­ta. Al supermercato, verso il 10 del mese: alla cassa crescono i clienti che pagano con i buoni­pasto forniti dal datore di lavoro. Al supermercato, verso il 20: rad­doppiano le offerte, dato che in caso contrario di clienti ce ne sa­rebbero pochi.

Alla mensa della Caritas a via Marsala: sono au­mentati del 30% i fruitori del pa­sto serale. Il fatto nuovo? Si ac­crescono le coppie italiane in là con gli anni, pensionati senza più il necessario per vivere (come cir­ca tre milioni di italiani secondo le ultime statistiche dell’Istat). Alla mensa di Santa Maria in Tra­stevere pochi giorni fa un maroc­chino – che voleva mangiare una seconda volta – ha accoltellato un sardo e un rumeno: «Troppa povertà (commenta un respon­sabile di Sant’Egidio), non c’è po­sto per tutti».

Al bar: cornetti in forte calo, basta il caffè (e chi lo fa pagare 75 centesimi di euro ha molti più clienti rispetto a chi lo fa pagare 80… è la rivincita del cinque centesimi!). A piazza del Gesù intanto un bar ha rotto l’al­tro giorno gli indugi: «Caffè e cor­netto a 1 euro». Biglietti dei bus: dal 25 maggio aumentano del 50% e nel contempo si riducono sensibilmente le agevolazioni per varie categorie…Senza par­lare poi delle forti proteste per la reintroduzione della tassa (per diversi giuristi anticostituziona­le) sulla prima casa né di quelle per il prezzo di benzina e gaso­lio o per i forti aumenti che col­piscono beni essenziali come lu­ce, acqua, gas.

Insomma: anche molti romani, fatti un po’ di conti, si sono dovu­ti arrendere alla realtà di una vi­ta più dura e all’impossibilità di una programmazione seria del futuro (un vero dramma per i gio­vani). È così che il Mugugno è morto e trionfa la Romana Invet­tiva contro la «casta politica e ma­nageriale » e contro «il governo delle banche e della finanza».

GIUSEPPE RUSCONI, www.cdt.ch 21.05.2012
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Re: Roma Meno soldi in tasca e cresce la rabbia

Messaggioda Iafran il 21/05/2012, 14:02

E' dall'introduzione dell'euro che i cittadini "periferici" dell'Italia hanno visto dimezzato il loro potere d'acquisto, i commercianti, invece, hanno visto aumentato gli incassi per molti anni ... ora siamo alla fame tutti (tranne "quelli della casta" ed i loro numerosissimi supporters).
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Re: Roma Meno soldi in tasca e cresce la rabbia

Messaggioda Iafran il 22/05/2012, 15:45

"Il sazio non crede all'affamato" (ai leghisti e a quelli di tutto il "cucuzzaro" associato).

. . . .
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... 52108/?rss

RAPPORTO ISTAT 2012
Non è un Paese per donne e giovani
e il Mezzogiorno è sempre più alla deriva


L'Istituto di Statistica mette a fuoco tutte le disuguaglianze che allontanano sempre di più l'Italia dagli standard europei. L'esclusione comincia dai banchi di scuola, e prosegue con il lavoro atipico. Il 33,7% delle donne tra i 25 e i 54 anni non percepisce alcun reddito. E nei servizi sociali c'è un baratro tra Nord e Sud (di ROSARIA AMATO)
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