Giallo sull'uscita di Atene dall'euro

il caso
Giallo sull'uscita di Atene dall'euro
l'Ue smentisce che esista un piano
La Commissione rettifica la dichiarazione rilasciata a un giornale fiammingo dal commissario europeo al Commercio circa l'esistenza di misure d'emergenza nell'ipotesi di un ritorno della Grecia alla dracma. Merkel chiama Papoulias
MILANO - "La Bce e la Commissione europea stanno lavorando su uno scenario d'emergenza nel caso che la Grecia non ce la dovesse fare". Lo ha detto il commissario europeo al Commercio, Karel De Gucht, nel corso di un'intervista al quotidiano fiammingo 'De Standaard'. Bruxelles e Francoforte starebbero insomma preparando un piano di "soccorso" per tamponare le conseguenze nell'eventualità di un addio di Atene alla moneta unica. De Gucht ha detto di auspicare che tale addio non ci sia, aggiungendo che, comunque, non significherebbe "la fine dell'Eurozona".
A distanza di pochi minuti è arrivata la smentita della commissione Ue, affidata alla portavoce di turno, Mina Andreeva: "Questo non è lo scenario al quale stiamo lavorando. Tutto quello che abbiamo fatto finora e che stiamo facendo - ha affermato la portavoce - è nella prospettiva di mantenere la Grecia nell'euro. E non commentiamo scenari irrealistici".
Quella della Ue appare però soprattutto come una smentita di circostanza dopo la "gaffe" del commissario. A un mese dal voto della Grecia, sul piano della politica ovviamente nessuno può alimentare previsioni pessimistiche sul futuro del paese e sulla prospettiva - più o meno vicina - di una sua uscita dall'Eurozona. La realtà, secondo logica, è forse più vicina a quanto lasciato intendere due giorni fa dal direttore generale del Fondo monetario internazionale: l'uscita della Grecia dall'euro, aveva detto Christine Lagarde, è un'opzione che va considerata perché le istituzioni anche finanziarie non possono farsi trovare impreparate se tale opzione dovesse concretizzarsi. Difficile, dunque, pensare che Ue e Bce non ragionino allo stesso modo.
Dagli stessi paese membri vengono sollecitazioni: "Il governo della Germania ha il dovere di prepararsi all'eventualità di un'uscita della Grecia dell'euro", ha detto ad esempio la portavoce del ministero delle finanze tedesco, Silke Bruns.
Ufficialmente, tutti i soggetti coinvolti - dall'Ue agli stati membri, dalla Bce al Fmi - ripetono costantemente che la Grecia deve restrare nell'euro, rispettando gli impegni presi con la troika per la concessione dei prestiti internazionali destinati a salvare il paese della bancarotta. Angela Merkel in persona lo ha ripetuto oggi al presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, nel corso di una telefonata: la cancelliera, ha spiegato il portavoce, ha chiarito nuovamente che la Germania e gli altri partner europei si aspettano che dopo le prossime elezioni del 17 giugno venga al più presto formato un nuovo governo in grado di agire.
Anche il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo del governo Pikrammenos di transizione. "Siamo con la Grecia - ha detto un portavoce del ministro a proposito della telefonata - ma è importante che Atene faccia i compiti". Westerwelle ha sottolineato nel suo colloquio che non ci saranno nuove trattative con i greci sulle riforme concordate con la troika di Ue, Bce e Fmi, nè sui programmi di aiuto. "La Grecia si deve attenere ai programmi".
(18 maggio 2012) www.repubblica.it
Vedera anche http://www.corriere.it/economia/12_magg ... ee6c.shtml
Giallo sull'uscita di Atene dall'euro
l'Ue smentisce che esista un piano
La Commissione rettifica la dichiarazione rilasciata a un giornale fiammingo dal commissario europeo al Commercio circa l'esistenza di misure d'emergenza nell'ipotesi di un ritorno della Grecia alla dracma. Merkel chiama Papoulias
MILANO - "La Bce e la Commissione europea stanno lavorando su uno scenario d'emergenza nel caso che la Grecia non ce la dovesse fare". Lo ha detto il commissario europeo al Commercio, Karel De Gucht, nel corso di un'intervista al quotidiano fiammingo 'De Standaard'. Bruxelles e Francoforte starebbero insomma preparando un piano di "soccorso" per tamponare le conseguenze nell'eventualità di un addio di Atene alla moneta unica. De Gucht ha detto di auspicare che tale addio non ci sia, aggiungendo che, comunque, non significherebbe "la fine dell'Eurozona".
A distanza di pochi minuti è arrivata la smentita della commissione Ue, affidata alla portavoce di turno, Mina Andreeva: "Questo non è lo scenario al quale stiamo lavorando. Tutto quello che abbiamo fatto finora e che stiamo facendo - ha affermato la portavoce - è nella prospettiva di mantenere la Grecia nell'euro. E non commentiamo scenari irrealistici".
Quella della Ue appare però soprattutto come una smentita di circostanza dopo la "gaffe" del commissario. A un mese dal voto della Grecia, sul piano della politica ovviamente nessuno può alimentare previsioni pessimistiche sul futuro del paese e sulla prospettiva - più o meno vicina - di una sua uscita dall'Eurozona. La realtà, secondo logica, è forse più vicina a quanto lasciato intendere due giorni fa dal direttore generale del Fondo monetario internazionale: l'uscita della Grecia dall'euro, aveva detto Christine Lagarde, è un'opzione che va considerata perché le istituzioni anche finanziarie non possono farsi trovare impreparate se tale opzione dovesse concretizzarsi. Difficile, dunque, pensare che Ue e Bce non ragionino allo stesso modo.
Dagli stessi paese membri vengono sollecitazioni: "Il governo della Germania ha il dovere di prepararsi all'eventualità di un'uscita della Grecia dell'euro", ha detto ad esempio la portavoce del ministero delle finanze tedesco, Silke Bruns.
Ufficialmente, tutti i soggetti coinvolti - dall'Ue agli stati membri, dalla Bce al Fmi - ripetono costantemente che la Grecia deve restrare nell'euro, rispettando gli impegni presi con la troika per la concessione dei prestiti internazionali destinati a salvare il paese della bancarotta. Angela Merkel in persona lo ha ripetuto oggi al presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, nel corso di una telefonata: la cancelliera, ha spiegato il portavoce, ha chiarito nuovamente che la Germania e gli altri partner europei si aspettano che dopo le prossime elezioni del 17 giugno venga al più presto formato un nuovo governo in grado di agire.
Anche il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo del governo Pikrammenos di transizione. "Siamo con la Grecia - ha detto un portavoce del ministro a proposito della telefonata - ma è importante che Atene faccia i compiti". Westerwelle ha sottolineato nel suo colloquio che non ci saranno nuove trattative con i greci sulle riforme concordate con la troika di Ue, Bce e Fmi, nè sui programmi di aiuto. "La Grecia si deve attenere ai programmi".
(18 maggio 2012) www.repubblica.it
Vedera anche http://www.corriere.it/economia/12_magg ... ee6c.shtml