Direi che qui Monti ha provocato un calmoroso autogol in chi prima criticava le esenzioni della Chiesa ed ora capisce che, sparita l'esenzione ottenuta nascondendosi sotto quelle sottane, il rischio è che si batta cassa anche da loro
A grandi linee, è naturale che ogni attività, profit o non profit, abbia come obbiettivo la soddisfazione di un bisogno pubblico. Non importa che uno faccia carta igenica o autovetture, tampax o cruscotti, educazione o pane, tutti (tranne forse chi costruisce frigoriferi al polo nord) soddifano
bisogni del pubblico, del paese. E che realizzino utili oppure no, certe tasse (IMU, IRAP, IVA) fin che ci sono devono pagarle.
Bisognerebbe provare anche a vedere come certe cose sono gestite in germania, lontano quindi dai condizionameti cattolici, vaticani e di altre "chiese laiche" di diverso colore.
Il discrimine è che una esenzione va data esclusivamente ad "associazioni che si propongono un fine politico, religioso, scientifico, artistico, benèfico o ricreativo, od altro fine
non economico".
Ma bisogna anche vedere cosa fanno. Se una religione che invento al momento, molto permissiva sul sesso e la sua libera fruizione organizza un casino in cui si pagano prestazioni alla generose signorine e signorini ma che alla fine non genera utili e dividendi e mi chiede la esenzione IMU e IRAP, che si fa? Parliamo di un "bisogno pubblico"? Parità di condizioni tra cittadini? Carattere non lucrativo reinvestendo gli utili? Una scuola che raccoglie rette e paga stipendi come è distinguibile "economicamente" da una che fa la stessa cosa ma ha anche utili? L'utilità sociale è la stessa.
Ora in Italia, dove predomina il Vaticano ed altre Chiese, il discrimine è puramente legato alla distribuzione di utili/dividendi. Ma questo naturalmente mette in concorrenza sleale due attività identiche, una for-profit ed una no-profit. In un contesto veramente laico e liberale o le due attività identiche pagano le stesse imposte oppure sono entrambe esenti. E' il tipo di attività, la rilevanza sociale dell’attività (per esempio scuola, mensa collettiva gratuita) a dire se è meritevole di una esezione di una o piu' imposte.