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Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 01/02/2012, 15:47
da Robyn
Monti non è una parentesi,dovrebbe governare l'Italia per 35 anni
A parte gli scherzi è prematuro parlare di questo perche si distoglie l'attenzione dai problemi reali e dalle riforme da fare,per cui di questo se ne riparlerà solo alla scadenza naturale della legislatura.I partiti che danno l'appoggio a Monti pur nella diversità sembrano essere riappacificati ma l'equilibrio potrebbe essere ancora fragile.Per esempio Monti potrebbe andare alla presidenza della repubblica e continuare la sua opera di decantazione,ma è prematuro parlarne,perche sarà Monti che farà le sue scelte che non si possono imporre.Di sicuro l'Italia non può fare a meno di Monti ciao robyn

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 01/02/2012, 19:32
da flaviomob
67+35=102 anni

Robyn, va bene augurare lunga vita a Monti, ma non credo che abbia ancora raggiunto l'immortalità... :lol:

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 01/02/2012, 20:11
da pianogrande
Anche io spero che Monti risani la situazione italiana.
Spero, però, che ci impieghi, parecchi anni.
Anni durante i quali non potrà non risanarsi anche altro.
In particolare, mi riferisco al livello di chi sarà chiamato a fare (davvero) politica.
A governare/amministrare veramente.
Il livello dei parassiti della politica (questa è una definizione che nessun politico diffonde) sarà sempre lo stesso ma si può ritenere che, nel giro di un po' di anni, ne rimangano in giro sempre meno, a partire dalle prossime elezioni.
Quanti/e ne abbiamo adesso, provenienti, in primis, dal puttanaio berlusconiano?
Continuare a mantenere questa gente, è una vera e propria tangente da pagare per far funzionare questo "strano" governo.

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 01/02/2012, 20:37
da pianogrande
Ma no!
"Il clima è cambiato".

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02 ... op/188097/

Il PDL rinuncia ad una manifestazione "per fare pressione sulla procura".
Approvata e caldeggiata dal grande stratega Ghedini.
Il berlusca si accorge di quanto faccia freddo fuori da bunker.

Volevano quindicimila persone per manifestare a favore di un imputato a processo in corso.

Ma, tra l'altro, è giusto che ci voglia la laurea e l'iscrizione all'albo per fare l'avvocato difensore in questo modo?

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 01/02/2012, 22:16
da franz
pianogrande ha scritto:In particolare, mi riferisco al livello di chi sarà chiamato a fare (davvero) politica.
A governare/amministrare veramente.
Il livello dei parassiti della politica (questa è una definizione che nessun politico diffonde) sarà sempre lo stesso ma si può ritenere che, nel giro di un po' di anni, ne rimangano in giro sempre meno, a partire dalle prossime elezioni.

Ho sempre ritenuto che un vero federalismo agisca da efficace filtro per far emergere dal basso una classe politica sana.
Vedremo se Monti ha la stessa idea.

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 02/02/2012, 10:05
da franz
Il premier parla al Tg5 e a Matrix. Alla vigilia del tavolo sul mercato del lavoro dice: "L'articolo 18 in certi contesti può essere dannoso. Ridurre l'apartheid tra chi è dentro e chi è fuori". Sullo spread: "E' sceso di 200 punti e lo farà ancora". E sul clima politico: "Osserveremo una certa distanza dai partiti"

ROMA - Lo spread che finalmente scende, anche se l'obiettivo prefissato non è ancora raggiunto, l'impegno preso dall'Italia con la Ue "severo, ma non impossibile", i malumori di alcune parti politiche. Ma soprattutto la riforma del mercato del lavoro e l'addio all'idea del posto fisso: "I giovani devono abituarsi all'idea che non lo avranno. Che monotonia il posto fisso, è bello cambiare", anche se bisogna "avere condizioni accettabili". Mario Monti, ospite del Tg5 e di Matrix, parla dei temi caldi che il governo si trova ad affrontare, sottolineando con un certo ottimismo la capacità del Paese di fare fronte alle difficoltà. E sul suo mandato dice: "Do per scontato che nel 2013 non ci sarò".

Addio posto fisso. Il posto fisso non esiste e i giovani devono abituarsi a questa idea, ha detto Monti nell'intervista a Matrix: "Tutte le cose che stiamo cercando di fare sono operazioni di ricerca della consapevolezza. I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia". Parole destinate a far discutere, pronunciate proprio alla vigilia del tavolo tra governo e parti sociali sul mercato del lavoro 1. Poi il premier ha spiegato: "La finalità principale della riforma è quella di ridurre il terribile apartheid che esiste tra chi per caso o per età
è già dentro e chi fa fatica ad entrare". Frasi tranchant anche sull'articolo 18: "Non è un tabù - ha detto il premier- può essere pernicioso per lo sviluppo dell'Italia e il futuro dei giovani in un certo contesto, ma può essere abbastanza accettabile in un altro contesto", ha detto. Per Monti è essenziale una "riforma degli ammortizzatori che tuteli il singolo lavoratore quando deve cambiare lavoro, senza legare la tutela del lavoratore a un posto di lavoro che diventa obsoleto". Per quanto riguarda il confronto, il premier ha detto: ''Sulla riforma del mercato del lavoro è normale che ci sia più dialogo, ma con tempi brevi, da Italia europea'', ricordando che i sindacati ''hanno di fatto accettato la riforma delle pensioni'' varata dal governo. ''A dicembre i sindacati hanno fatto tre ore di sciopero - ha proseguito Monti - non è stata una manifestazione di debolezza, bensì di grande maturità".

Fino al 2013. ''Non so alla fine, nel marzo del 2013 o ad aprile, che ricordo porterò. Ma so che sarà una parentesi chiusa ed immagino che il ricordo sarà positivo solo se l'Italia sarà migliore di oggi. Ce la faremo''. Così il premier ha risposto a una domanda relativa alla durata del sua carica: "Lo do per scontato" che nel 2013 non sarò più al governo, ha detto, ma " non è quello che mi interessa, mi interessa fare bene adesso in questa situazione difficile e spero che tutti si disinterissino di quello che potrà succedere allora per quanto mi riguarda". "Il mio governo ha compiti limitati ma ciononostante difficilissimi, per rendere l'Italia migliore. Questo compito lo svolgeremo se osserveremo una certa distanza rispetto ai partiti".

L'appoggio di Berlusconi. Monti, poi, suI clima politico, ha detto che i "malumori" sono "normali in una parte politica non più direttamente al governo", il Pdl. Però - ha aggiunto - "trovo che l'appoggio di Berlusconi al governo sia fondamentale come lo è quello del Partito Democratico e del Terzo Polo. Venendo da chi ricopriva il ruolo di presidente del Consiglio, è un appoggio particolarmente significativo e questo credo che dia anche internazionalmente il segno di una continuità". E nei confronti del suo predecessore ha parole lusinghiere: "In fondo devo a lui se ho cominciato a interessarmi alla cosa pubblica come Commissario europeo". Poi ha specificato: "Io non mi aspetto appoggio se faremo cose sbagliate, anzi mi aspetto che saremo invitati ad andarcene ed ovviamente ce ne andremo, ma se faremo cose utili, ma anche migliorabili, credo che dare l'appoggio al nostro governo sia un sevizio reso all'Italia''.

Spread e bilancio. "Lo spread non è il voto definitivo che la maestra dà, ma più scende lo spread e i tassi di interesse, più si crea spazio nei conti dello Stato e delle imprese per tornare a una vita normale fatta anche di investimenti", ha detto Monti. E ha rivendicato: "E' già sceso di 200 punti e lo farà ancora". Sul vincolo di bilancio, Monti ha ricordato che non è stato preso ieri, ma un anno fa. "Certamente è severo - ha aggiunto - ma non impossibile se saremo capaci, noi e tutti i governi che si susseguiranno, di tornare a far crescere di più l'Italia''. Sull'intesa raggiunta a Bruxelles sulla politica fiscale, dice: "È un accordo importante perché consolida, cristallizza, rende definitiva l'adesione alla disciplina di bilancio - ha spiegato Monti - è un bene per tutti in Ue. Nel 2003 furono Germania e Francia, non paesi del sud, a mettere in discussione questa disciplina, è un punto di arrivo importante anche perché non contiene appesantimenti rispetto a quanto già accettato l'anno scorso nel six pack". E ha aggiunto: "Gli italiani sono chiamati a sforzi importanti e sorprende la grande maturità con cui li stanno affrontando".

Privatizzazioni e liberalizzazioni. Quella di fare delle privatizazioni "è una delle possibilità, ma il governo non ha messo tra le priorità le privatizzazioni anche perché in passato non sempre sono state fatte nel modo migliore", ha detto poi il presidente del Consiglio. "Occorreva prima - ha aggiunto - dare prova che sappiamo fare e accettare una politica di vero contenimento del disavanzo, poi ci sarà spazio per un'operazione sul capitale". Difesa a spada tratta, invece, sul fronte delle liberalizzazioni. Meglio scommettere sul loro successo - dice - se non si vuole finire come la Grecia. Il premier avverte che ''se gli italiani sperano di vedere prevalere le resistenze corporative, allora i tassi ripartiranno verso l'alto e andiamo a sbattere''. Uno scenario drammatico che il presidente del Consiglio, accompagna a una battuta leggera nella forma ma durissima nella sostanza: ''Allora - dice infatti - meglio sarebbe studiare il greco, ma quello moderno...''. "Lo sforzo che faccio con i ministri e il Parlamento è la spiegazione agli italiani che se tutti rinunciamo a qualche cosa, con un disarmo multilaterale dei privilegi e delle rendite staremo tutti meglio, non per solidarietà e generosità ma per il proprio stretto interesse in una prospettiva lunga nel tempo". Poi ha aggiunto: "Sulle liberalizzazioni non abbiamo proposto di toccare solo gli interessi di avvocati, farmacisti, notai e taxisti. Da anni l'Ue chiedeva che nell'energia l'Eni accettasse che il governo imponesse la separazioe della proprietà tra gestione e distribuzione. L'Eni non è certo un interesse debole, ma governo si è inmposto e la separazione ci sarà".

Cittadinanza e legge elettorale. Il premier ha anche chiarito che su diversi temi il governo non intende intervenire. Alcuni argomenti come la bioetica, la legge elettorale, la riforma dei regolamenti parlamentari non sono "parte della missione di governo", ha spiegato. Ed ha aggiunto: "Io ho opinioni personali, ma non le considero parti della missione di governo. La cittadinanza, la bioetica, la legge elettorale, i regolamenti parlamentari, sono questioni che devono essere sciolte e dipanate dalle forze politiche". E ha concluso: "se, per soddisfare le coscienze dei membri del governo, entrassimo nell'agone del dibattito renderemmo più difficile l'appoggio di larga parte del Parlamento ai nostri sforzi".

Merkel e Obama. Infine la politica estera. "Io bacchetto la Merkel? Ma si immagini e figuriamoci se io la bacchetto... Ci sono stati tanti equivoci su questo: ho una grandissima considerazione per la Cancelliera", ha tenuto a precisare Monti, che ha poi parlato anche del presidente Usa: "Gli Usa sono molto interessati che l'Europa ritrovi fiducia nel mondo e ritrovi sviluppo e vedono un Paese come il nostro che sta uscendo dalla zona problematica, hanno simpatie per questo sforzo e vogliono appoggiarlo anche in sede europea", ha risposto il premier riguardo al prossimo incontro che avrà con il presidente Usa Barack Obama negli Stati Uniti.

www.repubblica.it

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 02/02/2012, 10:47
da pianogrande
Ai tempi di carosello, c'era la pubblicità di un amaro che diceva: "E' aperitivo, è digestivo, corroborante e tonico".
Tutto benissimo.
Mi auguro, soltanto, che, dopo aver fatto il ruttino, non ci addormentiamo di nuovo.

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 02/02/2012, 16:56
da Robyn
La vera stabilità del lavoro c'è solo quando si crea tanto lavoro,quando l'offerta di lavoro supera la domanda,cioè quando si creano molte occasioni di lavoro che permettono di integrare al lavoro tutte le fasce di età,dalle fasce sociali svantaggiate ai giovani ai cinquantenni,quando cioè le aziende fanno fatica a trovare persone da impiegare.In un'economia dove c'è tanto lavoro automaticamente i rapporti di lavoro diventano stabili,e se si perde il lavoro,oltre ad essere protetti al massimo in una settimana se ne trova un'altro.Solo nella creazione di molto lavoro si può realizzare la vera stabilità.Quindi dopo la realizzazione della riforma del mercato del lavoro bisogna concentrarsi molto sulla crescita e sulla creazione di lavoro.Attualmente viviamo in una situazione dove non si è protetti,dove c'è un mercato del lavoro che funziona male,in particolare sui periodi di crisi,e dove non c'è sufficente creazione di lavoro.Quindi essere protetti durante i periodi di crisi e avere stabilità durante i periodi di crescita dell'economia
ciao robyn

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 02/02/2012, 17:40
da franz
Robyn ha scritto:La vera stabilità del lavoro c'è solo quando si crea tanto lavoro,quando l'offerta di lavoro supera la domanda,cioè quando si creano molte occasioni di lavoro che permettono di integrare al lavoro tutte le fasce di età,dalle fasce sociali svantaggiate ai giovani ai cinquantenni,quando cioè le aziende fanno fatica a trovare persone da impiegare.In un'economia dove c'è tanto lavoro automaticamente i rapporti di lavoro diventano stabili,e se si perde il lavoro,oltre ad essere protetti al massimo in una settimana se ne trova un'altro.

Si, ma non definirei questo stabilità, piuttosto continuità nella fluidità.
Perché uno anche con il posto fisso, se le dinamiche sono fluide, puo' decidere di cambiare.

Provo a citare l'amico Bisin, da NfA (http://noisefromamerika.org/articolo/po ... o-monotono )
Proviamo a immaginare un mondo diverso. Un mondo in cui di lavori precari ce ne fossero a iosa: finito uno se ne trovano altri, diversi, altrove. In questo mondo essere precario non è affatto male, specie per un giovane, magari con poca istruzione: il pizzaiolo per sei mesi, il barista per due (che lavorare la notte è bello ma stanca), il massaggiatore per un anno; un periodo a Milano, uno a Venezia, uno a Urbino e uno a Londra…

Mi rendo conto di quanto anche solo ipotizzare un mondo di questo tipo possa sembrare assurdo e che chi oggi in Italia cerca di tenersi stretto il lavoro al call center possa essere addirittura insultato da questo mio ragionamento. Non ho nessuna intenzione di insultare nessuno. Ma li vedo tutti i giorni ragazzi giovani (spesso anche italiani), che fanno esperienze sul mercato del lavoro a questo modo. Cambiano lavoro in continuazione e si stabilizzano lentamente, alcuni attraverso attività imprenditoriali, altri cercando lavori più protetti. Sto parlando degli Stati Uniti (o meglio, di New York), naturalmente. Ma non sto sostenendo che il mercato del lavoro negli Stati Uniti sia il migliore dei mercati del lavoro possibili. Anzi. È un inferno da molti punti di vista. Ma la questione del precariato non esiste. Non ho mai sentito nessuno lamentarsi del precariato. Della mancanza di assicurazione sanitaria, sì, sempre. Della disoccupazione ogni tanto, specie nei periodi di crisi come questo. Ma mai del precariato. Mai dei giovani che non riescono ad avere sicurezza sufficiente per metter su famiglia. Non esiste nemmeno la parola “precariato”. almeno non con il significato peggiorativo che ha in italiano.

E non sto parlando solo di lavoro manuale. I professori universitari, per esempio, prima di avere lavori fissi e protetti, hanno lavori precari. Cambiano università continuamente: perché si stufano di stare in città noiose, perché cambia la loro situazione familiare, perché vogliono essere più vicini a qualcuno con cui fanno ricerca… e perché l’università dove lavorano li manda via. Girano, per anni. Il lavoro fisso (si chiama tenure per gli accademici) è un obiettivo importante, naturalmente. Ma non è che senza non si vive o non si crea famiglia. Perché precariato non significa rischiare di perdere lavoro, ma al massimo trovarlo in un’altra città o in un’università meno prestigiosa. Parlo anche per esperienza. Ho tenure, adesso; ma sono stato precario per circa 10 anni girando Stati Uniti ed Europa, senza mai sentirmi precario. La stessa cosa si può dire per medici, avvocati, operatori finanziari.

Per arrivare a un mercato del lavoro di questo tipo è necessario ridurre la protezione del posto di lavoro, permettere alle imprese di licenziare per ragioni economiche, ad esempio. Mi rendo conto che possa apparire un po’ un salto nel buio. Capisco anche che possa essere inattuabile, nelle presenti condizioni in Italia. Mi riferisco sia alle condizioni economiche (l’eccessiva partecipazione dello Stato inefficiente nella vita economica) che a quelle culturali (in cui il desiderio del “posto fisso” è scolpito quasi indelebilmente nella mente di molti). Però so anche che se non si arriva a un mercato del lavoro di questo tipo i problemi dei precari sono irresolubili. Non c’è via d’uscita, purtroppo: più si protegge una parte dei lavoratori, più gli altri ne fanno le spese. Chi dice il contrario, o non capisce o è in malafede. Nel caso italiano, di solito, è in malafede.

Re: Monti non è una parentesi

MessaggioInviato: 02/02/2012, 17:59
da Iafran
Robyn ha scritto:Solo nella creazione di molto lavoro si può realizzare la vera stabilità.


Quando il pesce puzza dalla testa qualche provvedimento (spezie o cottura) potrà nascondere lo stato delle carni, ma non riuscirà a far emergere i valori e le potenzialità di quelle fresche.

Con il sistema di corruzione e di impunità, voluto da questa avida classe dirigente, gli ipotizzabili finanziamenti saranno "dirottati" solo nel solito pozzo ...