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Partiti Spa

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Partiti Spa

Messaggioda flaviomob il 01/02/2012, 15:03

“Partiti SpA”, ecco come funziona
il meccanismo dei rimborsi elettorali


di Antonella Beccaria

Nel libro di Paolo Bracalini edito da Ponte alle Grazie tutte le cifre per raccontare di holding di fatto dalle cui mani passano "500 milioni di euro [...] per ogni legislatura, tra Camera e Senato, 200 milioni per le regionali, 230 per le europee. Più i 70 milioni di euro annui destinati ai gruppi parlamentari e gli altri milioni investiti per i giornali di partito (senza parlare delle donazioni dei privati, 80 milioni di euro l’anno in media)In Gran Bretagna, i partiti che ricevono finanziamenti pubblici (10 milioni di sterline nel 2010, pari 12 milioni di euro più o meno) sono solo quelli di opposizione, svantaggiati nel raggranellare sostegno economico da lobby e gruppi industriali. In Germania invece non c’è privacy che tenga per le fondazioni: i “think tank” teutonici sono tenuti alla massima trasparenza. Invece in Italia – il Paese in cui in un paio d’anni, secondo la Corte dei Conti e la Guardia di finanza, la corruzione è aumentata del 229% – i “pensatoi” della politica, a destra come a sinistra, non sono “obbligati a tenere una contabilità ufficiale delle erogazioni”.

Sono due aspetti che emergono dal libro “Partiti Spa” (Ponte alle Grazie, 2012) del giornalista Paolo Bracalini. I rimborsi elettorali sono l’argomento del volume e tante le cifre riportate per raccontare di holding di fatto dalle cui mani passano “500 milioni di euro [...] per ogni legislatura, tra Camera e Senato, 200 milioni per le elezioni regionali, 230 per le europee. Solo di rimborsi elettorali, dal 1994 ad oggi, siamo a oltre 2,7 miliardi di euro, ai quali vanno [...] aggiunti i 70 milioni di euro annui destinati ai gruppi parlamentari e gli altri milioni investiti per i giornali di partito (senza parlare delle donazioni dei privati, 80 milioni di euro l’anno in media)”.

Denaro che riguarda i grandi partiti, ma anche i piccoli, come il Partito dei Pensionati (885 mila euro di rimborso), i Verdi-Verdi (contro cui il partito dei Verdi “vero” si scagliò via Tar, 300 mila), l’Alleanza di Centro di Pionati più la rediviva, per quanto assai lontana dal suo passato di balena bianca, Democrazia Cristiana (550 mila). E denaro che non basterebbe mai, dato che i bilanci delle formazioni politiche virano sempre al rosso (Pdl meno 6 milioni di euro e Pd addirittura meno 42 milioni).

Il risultato del referendum del 1993, che sancì l’abrogazione del contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici (82 miliardi di lire all’anno a partire dal 1974, con la cosiddetta legge Piccoli, da Flaminio, allora capogruppo Dc che ne fu relatore), è diventato subito carta straccia e qualche numero lo testimonierebbe. Scrive infatti l’autore che dal 1994, quando venne introdotta la legge sul rimborso elettorale, a oggi l’ammontare del denaro erogato sotto questa voce ha raggiunto quota 2 miliardi e 700 milioni di euro, 600 dei quali dal 2008 sono andati solo per Pdl e Pd. E si tratta di un importo al netto delle elezioni “minori”, come quelle supplettive o delle regioni a statuto speciale.

Cifra che, specifica Paolo Bracalini facendo notare che dal 2006 l’erogazione avviene sulla base di tutti gli anni di legislatura anche se questa non giunge a scadenza, “non tiene conto degli stipendi dei parlamentari, consiglieri di regioni, province e comuni, dei loro vitalizi, dei loro ‘assegni di reinserimento’, dei loro benefit, delle spese di affitto sostenute da Camera e Senato per ospitarli, dei milioni per l’editoria di partito, dei costi delle auto blu e di quant’altro va sotto il nome di ‘costi della politica’. Noi ci limitiamo esclusivamente a considerare i soldi erogati direttamente ai partiti, denaro liquido”.

Una nota da rilevare è che, in 13 anni di modifiche alle norme, il rimborso per elettore è passato da 1.600 lire a 5 euro e dunque, se nel 1994 le politiche erano costate solo per questa voce 47 milioni di euro, nel 2008 l’importo ha superato la soglia dei 500. I paradossi delle norme che compongono la voce rimborso elettorale proseguono. Intanto, per riceverlo, occorre superare per esempio la quota dell’1% dei suffragi alla Camera (per il Senato la ripartizione è su base regionale), molto inferiore rispetto a quella per entrare nei palazzi della politica, e la percentuale di rimborso non si calcola sul numero effettivo dei votanti, ma sul numero di cittadini iscritti nelle sezioni elettorali.

C’è poi il tasto, anche in questo caso dolente, della corrispondenza tra le spese effettivamente sostenute per la campagna elettorale e l’importo del rimborso. Scrive in proposito l’autore citando ancora la Corte dei Conti: “Dei 2.253.612.233 euro (la somma è arrotondata per difetto però…) di rimborsi elettorali, i partiti hanno in realtà speso, per le campagne elettorali dal 1994 al 2008, circa un quarto. Ma la differenza si è accentuata con l’aumentare degli importi del rimborso. Le ultime elezioni, quelle 2008, sono costate ai partiti 110 milioni di euro di campagne elettorali, ma allo Stato sono costate cinque volte di più in rimborsi”.

Non meglio va il capitolo controlli, con le verifiche che dovrebbero essere condotte, oltre che dalla Corte dei Conti, anche dal collegio dei revisori nominato dall’ufficio di presidenza della Camera. Da un lato la legge limita i riscontri al “rispetto formale degli obblighi informativi [...] ed alla verifica della completezza del contenuto dei documenti”. Dall’altro il collegio sottolinea la “mancata attribuzione di specifici poteri istruttori”. Bracalini ne intervista uno dei 5 professionisti che dovrebbero controllare. Non ne rivela l’identità (per quanto il pool sia composto dal commercialista Salvatore Cottone, dai professori Tommaso Di Tanno, Duilio Lutazi e Francesco Perrini, e dal commercialista e revisore contabile Maurizio Lauri), ma gli chiede quali sono i criteri con cui i professionisti vengono scelti dal parlamento. “Manuale Cencelli al cento per cento”, risponde l’intervistato alludendo alla mai tramontata pratica da Prima Repubblica di spartizioni delle poltrone sulla base della forza di partiti e correnti.

Questo fiume di denaro può poi avere qualche impiego ulteriore. Come risanare almeno in parte le casse asciutte dei partiti. Impiego a cui è ricorsa – più clamorosamente di altri, ma non l’unica – Forza Italia “vendendo” nell’aprile 2007 i suoi rimborsi di 105 milioni di euro a Intesa Sanpaolo, quella del ministro Corrado Passera e del vice alle infrastrutture Mario Ciaccia, la stessa che vede il “suo” Banco di Napoli gestire i conti correnti dei deputati e i movimenti di Montecitorio. Forza Italia ha così trovato nuova linfa per la campagna in vista delle politiche del 2008 e ha ripetuto il meccanismo, quando il partito è andato a caccia di un finanziamento analogo con l’arrivo del Popolo della Libertà e con l’idea di cartolizzare i rimborsi fino al 2012.

Quello descritto da Bracalini, in sostanza, è un mondo fatto da una casta che quando il partito non ce l’ha se lo inventa e qualche volta riesce pure a farsi rimborsare a fronte di nessun rappresentante eletto. Un mondo di debiti e morosi, di assi strategiche tra finanza e politica che passano dai consigli d’amministrazione degli istituti di credito e delle immobiliari che affittano ai partiti, di feste-eventi e marchi da registrar per sfruttamento commerciale in gadget e affini. “Se almeno servisse, tutto questo finanziamento pubblico, a rendere marginale il ricorso a quello illecito”, scrive l’autore. “Invece no [...]. Il ‘valore’ di mazzette e falsi appalti? Cinquanta-sessanta miliardi di euro, l’anno. ‘Una vera e propria tassa immorale e occulta’ [...] l’ha definita Furio Pasqualucci, procuratore generale della Corte dei Conti”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01 ... li/188067/


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Re: Partiti Spa

Messaggioda Iafran il 02/02/2012, 0:57

Però, ne possiamo andare fieri: non tutti (sulla Terra) possono permettersi una casta!
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Re: Partiti Spa

Messaggioda franz il 02/02/2012, 9:55

Iafran ha scritto:Però, ne possiamo andare fieri: non tutti (sulla Terra) possono permettersi una casta!

E di votarla per piu' di mezzo secolo. :o
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Re: Partiti Spa

Messaggioda pianogrande il 02/02/2012, 10:53

franz ha scritto:
Iafran ha scritto:Però, ne possiamo andare fieri: non tutti (sulla Terra) possono permettersi una casta!

E di votarla per piu' di mezzo secolo. :o

Come si fa per non votarla?
Non si vota?
Non sembra la migliore soluzione, nella situazione attuale, sarebbe un disastro.
Sarebbe una bellissima soluzione se la legge elettorale prevedesse un minimo di voti in assoluto e non in percentuale.
Esempio: sbarramento non al 3% ma a l 5% e non dei votanti ma dell'intero elettorato.
I non votanti, assurgerebbero così alla dignità di un movimento politico ed i partiti comincerebbero a farsi un po' di concorrenza vera.
Sarebbe un bel passo avanti.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Partiti Spa

Messaggioda Iafran il 02/02/2012, 10:59

Le liberalizzazioni dovrebbero riguardare anche i partiti (e le "fondazioni" ad essi collegate) o meglio la professione dei "titolari dei rimborsi elettorali" in seno ai partiti (nonché alle "fondazioni collegate"): che ogni cittadino gestisca la quota che tolgono dalle sue tasche (quindi, non rimborsare alcuna somma) ... e lasciare, così, senza contanti, senza obblighi d'investimenti (personali) e senza "tentazioni" i vari Lusi (Margherita), Sposetti (DS - http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04 ... ti/103428/) e tutto lo sconfinato "cucuzzaro". ;)
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Re: Partiti Spa

Messaggioda Iafran il 02/02/2012, 11:09

pianogrande ha scritto:Sarebbe una bellissima soluzione se la legge elettorale prevedesse un minimo di voti in assoluto e non in percentuale.
Esempio: sbarramento non al 3% ma a l 5% e non dei votanti ma dell'intero elettorato.
I non votanti, assurgerebbero così alla dignità di un movimento politico ed i partiti comincerebbero a farsi un po' di concorrenza vera.

Questa è una bella proposta.
Quelli che si astengono non sono quelli che avrebbero torto, anzi ... (a giudicare dallo squallore e dagli scandali della classe politica eletta, ma votata solo dal 65% degli aventi diritto).
In un sistema democratico contano le volontà di tutti i cittadini, anche di quelli che non hanno voce o che si rifiutano di partecipare ad un "dibattito" desolante.
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Re: Partiti Spa

Messaggioda flaviomob il 02/02/2012, 11:41

Sarebbe un'ottima idea. E assegnare i posti in parlamento in proporzione ai voti ricevuti rispetto all'intero corpo elettorale, non solo ai votanti. Così, meno gente va a votare meno deputati dobbiamo stipendiare!


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Re: Partiti Spa

Messaggioda gabriele il 02/02/2012, 12:18

franz ha scritto:E di votarla per piu' di mezzo secolo. :o


E' un classico dell'italiano medio. Galleggia nella m..a finchè può, voltando le spalle ai problemi e votando i vari Bettino e Silvio. Poi quando gli entra in gola, si lamenta, ma non fa nulla.

Ad esempio, la lamentela più comune è che queste manovre sono stangate ai più poveri...
"ben gli sta!", sarebbe da dire, "così imparano a votare per Silvio per 20 anni...".

Sarebbe, ma in Italia è meglio non dirlo, se no si passa dalla parte dei cattivi...quelli che sono contro l'Italia
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Re: Partiti Spa

Messaggioda Iafran il 02/02/2012, 12:39

flaviomob ha scritto:Sarebbe un'ottima idea. E assegnare i posti in parlamento in proporzione ai voti ricevuti rispetto all'intero corpo elettorale, non solo ai votanti. Così, meno gente va a votare meno deputati dobbiamo stipendiare!

Per i referendum si fa (quando i "lor signori" si sbracciano a fare inviti ai cittadini di andare al mare) per ... farli fallire!
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Re: Partiti Spa

Messaggioda flaviomob il 02/02/2012, 14:41

http://isegretidellacasta.blogspot.com/ ... i-per.html

La Camera spende 160 milioni per difendere i deputati inquisiti
La casta difende la casta. Ma il prezzo lo pagano i cittadini e in moneta sonante. Si può sintetizzare così lo scontro che sistematicamente oppone le camere del parlamento ai magistrati che cercano di processare le malefatte della politica. I parlamentari non cercano di difendersi "nel processo", ma "dal processo", impedendo in ogni modo ai giudici di fare il loro mestiere e opponendo i propri privilegi.
Silvio ovviamente docet. Ma quanto ci costa la difesa di Casta di Cosentino & Co.!?
Presto detto: tutte le volte che la Camera si costituisce come "istituzione" per difendere i deputati, paga un avvocato di primo livello coi soldi dei contribuenti e sono tanti soldi, più le altre spese. Come è emerso nella stessa discussione parlamentare sulla difesa di Nicola Cosentino, finora sono stati spesi in questo modo oltre 160 milioni di euro! A volte letteralmente buttati dalla finestra, anche quando la giurisprudenza dice che non c'è speranza (per loro) che il risultato è già scritto. Come nel caso del conflitto di attribuzioni che la Corte Costituzionale dovrà sciogliere tra la Camera e la Procura sulle intercettazioni di Nicola Cosentino. Già in passato la Camera si è costituita in difesa del deputato su questo tipo di situazione è ha puntualmente perso nel 90% dei casi. Malgrado tutto continua a farlo! Tanto paghiamo noi...


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