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Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda franz il 01/02/2012, 11:36

31 gennaio 2012 • Sandro Trento

Questa è la lettera che ho inviato alla segreteria dell'Italia dei Valori annunciando e spiegando le mie dimissioni dal Dipartimento Economia e Finanze e la mia rinuncia alla tessera del partito.

Caro Antonio [Di Pietro, ndr] e cari amici,

scrivo per manifestare tutto il mio disagio. Vedo che si tratta Monti come se fosse Berlusconi e questo proprio non riesco a sopportarlo.

Sono entrato in IDV e ho accettato di lavorare nel Dipartimento Economia e Finanze per varie ragioni: IDV mi sembrava allora una forza di stampo liberale, che intendeva offrire all’Italia un progetto riformista, moderno, non ideologico. La giusta enfasi sui temi della legalità poteva associarsi a quelli del libero mercato, della meritocrazia, della riforma del capitalismo italiano, che è sempre stato chiuso e collusivo.

Nel mio intervento al Congresso nazionale avevo sostenuto la necessità di posizionarci al centro dello schieramento, per occupare un’area preziosa, quella del riformismo liberale, per raccogliere i voti del ceto medio e della piccola impresa. Suggerivo di diventare un moderno “partito d’azione di massa”. Se avessimo seguito quella strada, che anche altri nel partito condividono, oggi saremmo protagonisti della partita politica. Nell’ultimo anno invece la strada seguita è stata quella della protesta un po’ estremistica e spesso populistica.

L’Italia nel frattempo è precipitata in una crisi catastrofica dalla quale si può forse uscire solo con il rigore fiscale e con una profonda opera di riforma dei mercati e dei comportamenti individuali. È il momento della responsabilità e dei sacrifici. Si tratta in queste ore di avere a cuore le sorti del paese. Avevamo provato a immaginare un’alternativa di sola sinistra: con Vendola e Bersani. Ma noi in quell’alleanza avremmo dovuto fare la parte dei difensori del rigore, delle regole, del merito, del mercato, dei valori liberali. Chi sosteneva la socialdemocrazia o l’operaismo ottocentesco già c’era, in quello schieramento a tre. Non è andata così. E la foto di Vasto è stata un tragico canto del cigno.

Di fronte al pericolo di catastrofe, fortunatamente, si è arrivati alla caduta di Berlusconi e alla nascita del governo Monti. IDV, tuttavia, si è fatta trovare del tutto impreparata a questo appuntamento. L’immagine che diamo ogni giorno è quella di un partito che non sa che strada prendere. Viviamo alla giornata. Usiamo una terminologia contro Monti e ora anche contro la Corte Costituzionale e contro il Presidente della Repubblica che davvero è sconvolgente. Li accusiamo dei crimini peggiori senza renderci conto che Monti è l’unica e ultima speranza per evitare il fallimento dello Stato e la miseria di massa e che la Corte Costituzionale ha ripetutamente dimostrato in questi anni di essere un baluardo della democrazia. Napolitano del resto è uno dei migliori presidenti della Repubblica di tutto il dopoguerra. Al mattino lasciamo credere che siamo pronti a difendere i tassisti e la sera invece ci ritroviamo su posizioni liberali.

Ammetto di essere inesperto in campo politico e forse in questo modo si possono accrescere i voti alle prossime elezioni. Ma aumentare il proprio peso politico cavalcando la rabbia repressa nel paese è, a mio avviso, una strategia fallimentare. Il risultato è che ora siamo isolati da tutti. Abbiamo rotto l’asse con il PD. Non possiamo presentarci come forza matura, capace di governare il Paese. Ma finiamo per competere per i voti in un'area sovraffollata, con Vendola, Rifondaroli più o meno rifatti, Verdi e Grillini. Tra questi molti (soprattutto i grillini) sono molto più credibili come “arruffapopolo”. Per molti anni ancora l’Italia sarà sottoposta al vaglio continuo dei mercati finanziari internazionali. E purtroppo ho molti dubbi sul fatto che IDV sia apprezzata da quei mercati, per la sua moderazione e per il suo senso di responsabilità. Abbiamo completamente gettato alle ortiche la possibilità di costruire una forza di sinistra liberale-azionista, che era secondo me la più sensata strategia di lungo periodo che si poteva seguire (per il bene del nostro partito, oltre che per quello dell’Italia, cui tengo molto).

Avevamo annunciato una svolta, avevamo detto che volevamo costruire una grande forza di governo. Ma per fare questo bisognava:

a) Avere senso di responsabilità e idee credibili.

b) Rinnovare il partito e reclutare persone competenti, capaci di rendere credibile la svolta annunciata.

Avremmo dovuto ricostruire la nostra credibilità davanti ai ceti produttivi e moderati, tenuto anche conto che dalle nostre fila sono usciti personaggi come Scilipoti e Razzi. E dovremmo renderci affidabili agli occhi di tutti gli italiani non solo di una minoranza urlante. È con grande dolore che constato il fatto che non siamo riusciti a coniugare le idee liberali e moderate con le posizioni di protesta. È colpa anche mia. Per me si tratta di una vera sconfitta personale: avevo aderito a IDV con grande entusiasmo e per la prima volta avevo deciso di impegnarmi in politica perché mi rassicurava l’onestà del ceto dirigente di IDV.

Ma oramai mi sembra evidente che siamo su strade troppo distanti. Non credo più agli annunci cui poi fa seguito sempre la solita pratica. La direzione è cambiata rispetto a Vasto del 2009 quando per la prima volta io sono salito sul palco e ho parlato al fianco di imprenditori ed altri economisti. La posizione attuale del partito non è quella decisa al Congresso nazionale. Ci si è attestati su posizioni di radicalismo di vecchio stampo, con una sola logica elettorale. Io non sono più disposto ad assistere alla continua oscillazione tra un liberalismo virtuale e un concreto estremismo populista. La mia storia personale mi impedisce di restare in silenzio. Sono abituato per formazione a dire sempre quello che penso. Ho la netta sensazione che anche questa mia condotta non sia apprezzata.

Le numerose volte che ho provato a organizzare un convegno con i piccoli imprenditori o con gli artigiani mi sono sentito dire che “IDV è il partito degli estremisti oltranzisti” e quindi nessuno era disposto a venire. In varie occasioni ho pensato che fare politica significhi anche rispettare la linea del partito ma penso che ora siamo a un punto di non ritorno. Ho pensato di impegnarmi in politica per provare a fare qualcosa di bene per l’Italia e per i giovani; non per ambizione personale. E comunque le idee contano molto di più del tornaconto personale. Non mi spaventa quindi rinunciare a una possibile candidatura al Parlamento. Ho già un lavoro che mi da soddisfazioni.

Mi dimetto pertanto dall’incarico di Responsabile del Dipartimento Economia e Finanze; e restituisco la tessera del partito. Non ho alcuna intenzione di sollevare scontri sanguinosi. Vorrei uscire di scena senza recriminazioni e senza rancore. La questione è politica e non personale, vorrei che questo fosse chiaro.

Spero di mantenere, con tutti voi, rapporti di stima e di amicizia personale.

Un caro saluto,

Sandro Trento

Fonte: http://noisefromamerika.org/articolo/pe ... so-dallidv


Sandro Trento
(ex)Responsabile Nazionale del Dipartimento Economia e Finanze di IDV
Nato a Frosinone il 13.09.1962
Titolo di studio e/o professione: Laurea in Economia e Commercio - Professore universitario
Economista, ha lavorato per 15 anni al Servizio Studi della Banca d’Italia; è stato Direttore del Centro studi Confindustria; insegna all’Università di Trento.
Collabra con Lavoce.info http://www.lavoce.info/lavocepuntoinfo/ ... na505.html e con NoiseFromAmerika.org http://noisefromamerika.org/articolo/nf ... -economica
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Re: Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda matthelm il 01/02/2012, 12:13

Condivido in toto.
Vuol dire che ci sono ancora persone che usano la propria testa e indipendenza di giudizio.
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Re: Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda Stefano'62 il 01/02/2012, 14:28

Sì senz'altro,
però anche Krugman e Fitoussi,e tanti altri professionisti di levatura mondiale che di economia ne sanno molto più di Trento,usano la propria testa e l'indipendenza di giudizio nel criticare la politica di austerità (iniqua) contro la quale l'IDV di Di Pietro si posiziona (rappresentandomi perciò meglio di chiunque altro),e che è esattamente il motivo per la mancata approvazione supina di tutto ciò che fa oggi il Governo Monti (o meglio sarebbe dire,di quello che un parlamento di mafiosi condizionato ancora pesantemente da berlusconi consente di fare al Governo Monti).
Ed è la storia economica stessa a dimostrarci che si tratta di una strategia perdente.
Quindi se l'IDV e io con loro siamo spaventati da questa prospettiva,non basta l'apprezzamento della persona di Monti e la felicitazione del fatto che abbia soppiantato i cialtroni di prima per farmi genuflettere e accettare supinamente le porcate più recenti su cose fatte,e su cose invece non fatte.
Sarebbe quella piuttosto la vera mancanza di autonomia di pensiero.
E' questa che ci si richiede ?

Una cosa dunque è apprezzare le motivazioni di Trento,altra è prenderle come riprova del fatto che chi vorrebbe mantenere il diritto di vigilare e sindacare su cosa fa il nuovo Governo,fosse anche guidato da Flash Gordon,sia persona senza testa e senza indipendenza di giudizio.
Che c'è,prima critichiamo la supinazione al berlusconi,e poi pretendiamo lo stesso verso Monti ?
Non era la persona ad essere sbagliata,ma il concetto.

Morale:ha fatto bene Trento ?
Se si tratta del suo reale pensiero invece che freddo calcolo politichese,certamente si.
Aspettiamo dunque,e solo il tempo lo stabilirà,di vedere se di pensiero si tratta,o se invece verrà raccattato amorevolmente da qualcun altro per poter continuare a sedersi tra i ranghi della Casta,stavolta da una poltroncina un pò più solida.
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Re: Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda franz il 01/02/2012, 15:02

Stefano'62 ha scritto:Ed è la storia economica stessa a dimostrarci che si tratta di una strategia perdente.

Visto che quello che sta facendo oggi Monti in Italia è assolutamente innovativo ed è la prima vota che viene fatta (coraggiosamente) in Italia proprio per evitare il baratro, mi chiedo allora quale sarebbe la strategia vincente?

Quella del debito pubblico ago-go, delle pensioni di anzianità, delle corporazioni difese ad oltranza da leggi corporative, del capitalismo di stato fatto con aziende pubbliche decotte, della burocrazia espressione di una casta di pubblici funzionari dediti ad inventarsi un lavoro complicando ogni giorno la vita ai cittadini, della stagnazione della disoccupazione, del precariato giovanile, della politiche tese solo a ridistribuire e non a crescere?

Oppure quella del rigore di bilancio, delle liberalizzazioni, delle privatizzazioni, della sburocratizzazione e della semplificazione, delle aperture di mercato per favorire crescita ed occupazione?

A me pare che la strategia perdente sia la prima - e lo vediamo da come siamo messi oggi, al capezzale del pronto soccorso, con il codice rosso - non la seconda.
Vedere la germania, che oggi mostra il minor numero di disoccupati degli ultimi 20 anni della sua storia economica.

Comunque, per rispondere anche a Matthelm, a me pare che Trento poteva accorgersene anche prima.
Io ho incrociato IDV e Di Pietro una decina di anni fa e mi sono subito reso conto della flora e fauna della peggior specie della prima repubblica che cercava di riciclarsi al suo interno. Tanto che leggendo "IDV mi sembrava allora una forza di stampo liberale, che intendeva offrire all’Italia un progetto riformista, moderno, non ideologico" mi sono subito detto "Ma le hai viste solo tu, ste cose!". Un partito che è piegato al volere del suo padre-padrone indiscutibile, che è presidente a vita per norma statutaria (fino a sua rinuncia) non puo' essere definito "liberale" da chiunque abbia un pizzico di sale in zucca o un minimo di cultura veramente liberale.
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uel che ho scritto convintamente è che

Messaggioda matthelm il 01/02/2012, 17:31

Stefano, come è giusto ognuno si sceglie chi ritiene i migliori.
Quello che sta facendo Monti è l'unica strada possibile per rimettere in carreggiata l'Italia e il defilarsi per pura convenienza politica, una manciata di voti, come fa Idv e il suo capo Di Pietro è una mancanza di senso di responsabilità che dovrebbe far riflettere chiunque.
Le strade alternative non esistono in concreto e ci si può rifugiare in battute varie e colorite ma nulla più. Voi potete permettervi di essere "spaventati" tanto è ininfluente il vostro peso politico e potete cercare di lucrare alla sinistra e alla destra, con la lega, sarete comunque sempre ai margini delle responsabilità e magari rinuncerete a chiamare "inciucio" il governo attuale per rabbonire Bersani...
Queste sono le differenze che marcano una forza politica seria.

Stefano'62 ha scritto:Morale:ha fatto bene Trento ?
Se si tratta del suo reale pensiero invece che freddo calcolo politichese,certamente si.
Aspettiamo dunque,e solo il tempo lo stabilirà,di vedere se di pensiero si tratta,o se invece verrà raccattato amorevolmente da qualcun altro per poter continuare a sedersi tra i ranghi della Casta,stavolta da una poltroncina un pò più solida.


Questa chiosa la dice lunga sullo spirito che anima i dipietristi. oserei dire che sei perfettamente in riga. Non avevo bisogno di conferme sull'impossibilità di alleanze con certe forze.
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Re: Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda flaviomob il 01/02/2012, 19:30

Io ho l'impressione che IDV e Di Pietro possano permettersi di non votare in parlamento alcuni provvedimenti perché ben consapevoli di non essere minimamente determinanti, allo scopo di intercettare qualche elettore un po' malpancista in uscita dal PD. Ma scommetterei che se IDV si trovasse col "cerino" in mano e avesse l'occasione di far cadere Monti sul serio, si tirerebbe indietro. Molte scelte di questo governo non rappresentano "l'ideale" e spesso sono condizionate dalla necessità di raccogliere voti nell'area del centrodestra, ma tutto sommato stanno cercando di salvare l'Italia e forse anche l'Europa...


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Re: Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda Stefano'62 il 01/02/2012, 20:31

franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:Ed è la storia economica stessa a dimostrarci che si tratta di una strategia perdente.

Visto che quello che sta facendo oggi Monti in Italia è assolutamente innovativo ed è la prima vota che viene fatta (coraggiosamente) in Italia proprio per evitare il baratro, mi chiedo allora quale sarebbe la strategia vincente?

Quella vincente ovviamente non ce l'ho in tasca io,ma quella perdente è questa qui.
Perchè le altre volte che si sono fatte manovre di austerità e di contrazione della spesa pubblica durante una crisi,è sempre andata a finire male,e ascoltatemi bene se non cambia qualcosa e subito succederà pure stavolta perchè la direzione intrapresa è quella li.
Non si possono fare manovre recessive durante una crisi,lo sanno anche le matricole del primo anno di economia.
Si sperava che si imparasse dagli errori del passato,ma a troppi potenti evidentemente preme più qualcos'altro che il risanamento.
Nello specifico,ne abbiamo parlato altrove quindi non scaverò in profondità,ma è evidente che la manovra per come è stata impostata andrà a colpire soltanto i più deboli (cioè una bella e malefica contrazione del mercato interno),e non basteranno quattro o cinque interventi contro l'evasione a renderla meno iniqua.
E non è innovativa e nemmeno coraggiosa.
Innovativo sarebbe stato andare a dirigere il getto d'acqua una volta tanto verso la base delle fiamme invece che sulla punta.
Coraggioso sarebbe stato una volta tanto andare a minacciare il nesso perverso tra affari,malaffari e politica,invece che mettere pezze qua e là sui disastri derivanti.
Invece i boiardi di stato stanno ancora la e mettono addirittura le mani avanti che guai a chi li tocca,loro e i loro sponsors che continueranno a vincere alla lotteria dei movimenti di capitale senza pagare nessuna tassa.
E la manovra di Monti è composta dalle uniche poche cose possibili rimaste dopo che gli è stato vietato tutto ciò che era adeguato ed equo per davvero.

Meglio la sua manovra che l'inattività,certamente.
Ma la manovra fa schifo,e denunciarlo serve a rendere più evidenti le incongruenze tecniche (e di equità) che dimostrano la mancanza di vera autonomia di Monti,che come tecnico invece dovrebbe essere libero di esprimere le sue competenze senza vincoli mafio-politici.
Vincoli posti proprio da coloro che oggi vorrebbero la genuflessione senza critica alcuna.
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Re: Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda franz il 01/02/2012, 22:08

Stefano'62 ha scritto:Non si possono fare manovre recessive durante una crisi,lo sanno anche le matricole del primo anno di economia.

Ma dove vengono scritte (e riportate) queste cose?
Questa non è una semplice crisi. Continuando cosi' il default italiano avrebbe trascinato l'euro ed altri paesi.
Quindi la manovra, recessiva andava fatta.
Anche per guadagnare credibilità nei mercati.
E certo non lasciata sola, ma coniugata a stretto giro di posta con riforme per sbloccare il sistema paese.
Ma questo lo si impara con il dottorato ... ;)
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Re: Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda gabriele il 02/02/2012, 12:11

Bravo a Sandro Trento!

Però che non entri nel PD. Lì la situazione è ancora peggio...
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
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Re: Le dimissioni di Sandro Trento da IDV

Messaggioda Stefano'62 il 02/02/2012, 12:18

franz ha scritto:
Stefano'62 ha scritto:Non si possono fare manovre recessive durante una crisi,lo sanno anche le matricole del primo anno di economia.

Ma dove vengono scritte (e riportate) queste cose?

Nei libri di economia,nei libri di storia,e nelle dichiarazioni non solo le più recenti di molti economisti di fama mondiale,due nomi dei quali ho citato più sopra ma ve ne sono altri con troppe consonanti per ricordarseli,e non solo hanno il Dottorato ma insegnano in Università più prestigiose di quella dove insegna Monti.

Vero che la crisi non è semplice,ma è stata generata dalla spregiudicatezza finanziaria che pretende di soppiantare l'economia reale con quella virtuale,quindi è necessario che prima o poi siano loro a pagarne lo scotto maggiore,e non gli incopevoli.
E basta con questo lisciarseli perchè sennò i capitali girano altrove.
Chissenfrega,non sono loro a produrre cose commestibili,possiamo e dobbiamo imparare a imbrigliarli o a farne a meno.

Quindi la manovra era necessaria ed è bene che sia stata fatta e spero che i politici del futuro abbiano la presenza e la personalità di Monti....
ma è anche vero che la manovra selezionata (tra le poche consentitegli,e non smetterò mai di dirlo puntando l'indice su quella manica di corrotti cui è necessario togliere il potere di votare manovre sulle nostri sorti,condizionandole di fatto,cacciandoli a pedate reali e fisiche se non ce ne sarà data almeno la facoltà di farlo con un voto vero) tra tutte le scelte possibili è in assoluto la peggiore,la più iniqua,la più pericolosa e quella i cui "benefici" (innegabili) dureranno comunque il periodo minore,e i cui malefici (altrettsanto innegabili) si incuneeranno invece a lungo a meno di non metterci delle pezze molto più concrete di un paio di liberalizzazioni di maquillage o dell'abolizione di diritti sacrosanti,che avranno l'unico effetto di sancire il dilettantismo "elastico" al posto del professionismo stabile.

E già che ci sono....
io non cambierò il mio lavoro nel quale eccello e non mi annoio nemmeno un pò guardaunpò,per andare a propormi per un lavoro diverso che dovrei imparare daccapo col risultato di venire rifiutato e soppiantato da qualcuno con dieci anni di meno,col risultato di un precariato perenne in attesa di una pensione che mai arriverà,solo per far piacere a uno che invece è preclaro proprio perchè fa la stessa cosa,professionalmente,da cinquant'anni.......
Sembra ipocrita solo a me ?
Sarà anche il primo della classe,ma sono tutte qui le sue idee ?
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