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Ancora giudizi sul governo Monti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda franz il 30/01/2012, 14:38

dettaglio su http://demos.it/a00677.php

Sulla base dell'ostilità (proteste) alle misure del governo Monti
UDC e FLI sono i meno ostili, seguiti dal PD (spaccato e metà) e
dalla Lega.

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Sulla base del consenso, la maggioranza di chi dichiara di votare PD,
UDC, FLI, IDV e SEL dà un voto sufficente e solo PDL e Lega la pensano
diversamente

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Mappe
Gli italiani di lotta e di governo
promuovono Monti e le proteste

Il centro-destra e il centro-sinistra soffrono entrambi di una crisi di rappresentanza. Gran parte dei cittadini teme la caduta dell'esecutivo per paura di "tornare indietro". I risultati dell'indagine Demos & Pi
di ILVO DIAMANTI
Lo leggo dopo

VIVIAMO strani tempi. Come, d'altronde, il governo Monti (secondo la definizione dello stesso premier). Tempi instabili e sussultori. Una settimana dopo l'altra, un giorno dopo l'altro: protestano tutti. Tassisti e camionisti, avvocati e farmacisti, benzinai e giornalai, operai e notai. Protestano i Padani e i Forconi. Oltre ai No-Tav. Gli stessi "professori" - e gli studenti - non apprezzano il ridimensionamento dei titoli di studio - e delle lauree. Tutte, non solo quelle conseguite dagli "sfigati", per usare l'eufemismo del viceministro Martone.

Non sorprende, quindi, che la maggioranza degli italiani sia d'accordo con le manifestazioni e gli scioperi contro i provvedimenti del governo e le liberalizzazioni. Oltre il 56%, secondo il sondaggio condotto da Demos (per Unipolis) nei giorni scorsi.

Tuttavia, solo una frazione della popolazione (circa il 5%) afferma di avervi partecipato, mentre si dice disposta a parteciparvi una componente, comunque, molto limitata (13%).

D'altra parte, in questo strano Paese, il governo ottiene un consenso largo quanto le proteste contro le sue politiche. Anzi, un po' più ampio, visto che quasi il 58% degli italiani (intervistati da Demos per Unipolis) giudica positivamente l'azione del governo Monti (con un voto da 6 a 10).

Non solo, ma le liberalizzazioni, nonostante le proteste, continuano ad essere apprezzate dalla maggioranza assoluta della popolazione (secondo l'IPSOS).

Le "ragioni" di atteggiamenti così contrastanti sono diverse ma, perlopiù, molto "ragionevoli".

1. La prima richiama la profonda diversità delle categorie coinvolte dai provvedimenti, che, non a caso, sono valutate in modo differente dai cittadini (come hanno segnalato i sondaggi IPSOS). L'indulgenza verso la protesta dei camionisti e dei tassisti, in particolare, risulta molto superiore rispetto a quella espressa verso i notai, gli avvocati e i farmacisti. Perché si tratta di figure sociali ritenute "popolari", che svolgono attività usuranti.

2. La seconda ragione è stata espressa, con chiarezza, dallo stesso Monti nei giorni scorsi, quando ha osservato che "per decenni si è coltivato e rispettato più l'interesse delle singole categorie che l'interesse generale". Anche se questo duplice sentimento attraversa tutti. Così, l'attenzione all'interesse generale ci fa apprezzare Monti e le politiche del governo, comprese le liberalizzazioni. Ma l'interesse di categoria ci spinge a reagire con insofferenza. Visto che tutti - o, almeno, molti - sono (siamo): tassisti, notai, avvocati, pensionati, avvocati, benzinai, commercianti, camionisti, professori, ecc. (Senza trascurare le differenze sociali, di reddito, posizione, fatica fra queste professioni.) Intendo dire che dentro di noi convivono e confliggono diversi interessi e diverse condizioni. Che dividono l'identità civica e quella di categoria.

3. Da ciò il dualismo di sentimenti che coabitano in noi. Da un lato, il consenso - di proporzioni larghe - verso Monti e verso il governo. Dall'altro, il peso, altrettanto esteso, del dissenso e delle proteste verso le politiche governative. Perché gran parte dei cittadini si rende conto che molte scelte di Monti sono obbligate e necessarie. Anche se criticabili e migliorabili. E gran parte dei cittadini, inoltre, teme la caduta del governo. Non solo per paura di "tornare indietro". Al passato politico che incombe, come una minaccia. Ma perché si rischierebbero la ripresa delle guerre politiche e del conflitto sociale. Tuttavia, ciò non impedisce agli specifici interessi e alle specifiche rivendicazioni - sociali, economiche e locali - di emergere ed esprimersi. In modo talora acceso.

4. C'è, infine, una ragione più generale. Meno evidente e meno evocata, nel dibattito pubblico. Ma forse la più pericolosa - a mio parere. Perché riguarda - e mette in discussione - la nostra stessa democrazia. Se oggi si assiste al proliferare di conflitti e di proteste puntiformi e senza soluzione è anche - soprattutto - perché tra la società, gli interessi e il governo - lo Stato - c'è il vuoto. Non c'è rappresentanza, ma neppure "composizione" e "aggregazione" delle domande e degli interessi. Un mestiere che spetta alle grandi organizzazioni economiche, ma, soprattutto e in primo luogo, ai partiti. I quali hanno "delegato" a Monti i compiti che essi non si sentono in grado di affrontare, anche - forse soprattutto - per timore delle conseguenze elettorali.

Un problema che lacera il centrodestra - particolarmente sensibile al richiamo degli interessi dei lavoratori autonomi e delle professioni. Ma che inquieta anche il centrosinistra, in difficoltà ad affrontare i temi della mobilità (del lavoro). Non è un caso che gli unici soggetti ad agire apertamente sulla scena politica, oggi, siano coloro che "moltiplicano" e amplificano le proteste di categoria, invece di ri-comporle. La Lega, in primo luogo. Ma anche l'IdV e Sel, per quanto in modo reticente.

Ne esce il quadro - in frantumi - di una "democrazia immediata" (per riprendere la definizione del marchese di Condorcet, nella Francia rivoluzionaria del Settecento). In duplice senso.

A) Perché ogni domanda e ogni spinta sociale si rovescia "immediatamente" sulla scena pubblica. Visto che non solo i media tradizionali (per prima la Tv), ma Internet, i cellulari e i palmari, FB e Twitter danno visibilità e rilevanza "immediata" a ogni rivendicazione e a ogni protesta. Mentre ogni rivendicazione e ogni protesta può, comunque, produrre conseguenze pesanti a livello pubblico e sociale, quando sia in grado di interrompere la comunicazione e la mobilità - strade, autostrade, città, aerei, ferrovie.

B) Ma questa democrazia appare, d'altronde, im-mediata, in quanto priva di "mediazioni" e di "mediazione". Per il deficit di rappresentanza politica espresso dai partiti. Per la tendenza e la tentazione di affidare l'unica forma di mediazione ai "media".

Questa democrazia im-mediata e iper-mediata (dai media), al tempo stesso, può, forse, piacere a coloro che celebrano l'antipolitica e auspicano la morte della politica, dei politici e dei partiti. Ma rischia di compromettere le sorti della democrazia rappresentativa.

Fondazione Unipolis si basa su un sondaggio condotto nei giorni 18-27 gennaio 2012 da Demetra (metodo CATI). Campione rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 15 anni (margine di errore 2.1%). Documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it

www.repubblica.it
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Re: Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda flaviomob il 31/01/2012, 1:57

...Moody's stima che il decreto Salva-Italia "ridurrà il reddito disponibile delle famiglie" e l'economia italiana registrerà un calo del Pil dell'1% nel 2012, mentre il tasso di disoccupazione in Italia segnerà in media un aumento all'8,8% nel 2012 dalla media dell'8,2% del 2011. Secondo Moody's, il rialzo della disoccupazione porterà a un aumento dei tassi di morosità nel mercato immobiliare. In serata è arrivata la replica del premier, il quale le misure 'salva-Italia' forse ridurranno i redditi delle famiglie italiane, ma "molto meno" di come sarebbe avvenuto con "l'inerzia-Italia", ha detto Monti, cioè di quel che sarebbe accaduto senza un intervento del governo.

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... -29001442/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda Iafran il 10/02/2012, 9:11

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02 ... ti/190135/

L’elogio di Berlusconi da parte di Monti di Paolo Farinella

Chi pensava che il governo Monti fosse una discontinuità ora è servito di barba e capelli. Fatta eccezione per la «presentabilità», tutto il resto è continuità rivendicata dallo stesso Monti e manifestata impudicamente dal sottosegretario all’economia Polillo che lascivamente sbava:«Berlusconi salvò l’Italia! Spero vada al Quirinale». Ce n’è abbastanza per vomitare anche a digiuno.

Ospitato a Matrix, cassa di risonanza del padrone-proprietario, Monti Mario veste i panni della escort e si lancia in una litania di elogi per il suo predecessore di nome Silvio e di cognome Berlusconi. Il tragico è che ha ragione: il popolo italiota è stato ingannato perché hanno venduto il nuovo governo come «tecnico» (ben sapendo che è una bestemmia costituzionale) e come discontinuo a fronte di una cloaca invereconda che all’estero hanno ripudiato. Ora tutto ritorna alla normalità.

Nel XVII secolo la famiglia dei Barberini saccheggiò talmente tanto Roma sotto ogni punto di vista da fare apparire innocuo il saccheggio dei barbari che la invasero dal V secolo in poi. Il motto che sancì questo scempio divenne famoso: «Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini» (ciò che non riuscirono a fare i barbari, lo fecero i Barberini).

Monti è il prolungamento di Berlusconi: chi paga sono i poveri, lo stato sociale, il sistema idrogeologico, i figli dei padri e delle madri disoccupati. Nessuna legge ad personam eliminata, il falso in bilancio è ancora legge dello Stato, nulla di ciò che fu immondo è stato toccato.In compenso si sta uccidendo l’Italia in nome di una Europa che non esiste, in nome del nulla.

Per costringere l’Italia a ritornare allo stato sociale pre ‘800, la si è minacciata con lo spauracchio della Grecia, ormai ad un passo del baratro: e se fosse caduta la Grecia, sarebbe seguita l’Italia e poi il Portogallo e poi la Spagna e poi la Francia, mentre intanto la Germania, in Svizzera, faceva prove in gran segreto di reintroduzione del marco tedesco. Ora – notizia di martedì – apprendiamo che se anche la Grecia crolla, non è un problema per l’Europa perché Mario Monti ha fatto più di quanto richiesto dai sicari europei: ha affamato i poveri, ha garantito i ricchi, ha salvato Berlusconi garantendogli la sopravvivenza e portandogli in dote tutte le leggi che lo interessano, specialmente la prescrizione corta dei processi, fatta su misura.

Se questi tecnici sono uomini, io mi sento un paracarro. Non possiamo tollerare l’ignominia di essere comprati e venduti a piacimento di una banda di omicidi prezzolati perché figli di mercimonio immorale.
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Re: Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda franz il 10/02/2012, 9:24

Che dire di questo articolo?
Mi stavo chiedendo ma dove lo hanno trovato un simile esemplare di persona fuori dal mondo!
Poi googleando ho scoperto la professione ed ho capito.
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Obama scopre SuperMario

Messaggioda franz il 10/02/2012, 9:30

RETROSCENA
Obama scopre SuperMario
"Roma una diga per l'euro"

Il presidente americano chiede a Palazzo Chigi di aiutarlo a decifrare le mosse della cancelliera Merkel. "Il lavoro che state facendo aiuterà anche la ripresa americana"

dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI
WASHINGTON - "MARIO, il lavoro che stai facendo in Italia è eccezionale. Mi è piaciuta la tua partenza a razzo. Hai tutto il mio sostegno", dice il presidente degli Stati Uniti a Barack Obama. "Dalla partita che si gioca a Roma dipende il destino di tutta l'eurozona, e quindi anche la ripresa americana. Per due volte la crescita è ripartita qui negli Stati Uniti, all'inizio del 2010 e all'inizio del 2011, per poi frenare sotto gli shock della crisi europea. Stavolta ho più fiducia". Barack Obama incontra per la prima volta Mario Monti, lo riceve nella cornice più solenne della Casa Bianca in una giornata difficile, con il caso greco che torna a fare paura. Il presidente americano mette subito il premier italiano a suo agio, lo elogia per "l'alto livello di fiducia del tuo governo", sia nell'opinione pubblica che nelle cancellerie internazionali e sui mercati. Obama vuole "scoprire" a fondo un partner che gli è indispensabile, lo interroga sul "contratto per la crescita" che Monti propone per l'Europa. "Com'è possibile - gli chiede il presidente americano - generare crescita sotto la pressione di politiche di bilancio così restrittive?". È contento, e lo dice, che si sia ricostituito dopo una pausa lunghissima un triangolo tra Berlino Parigi e Roma. Sollecita Monti a "dare un contributo forte al prossimo G8, che ospiterò a maggio nella mia Chicago". Gli confida che ha bisogno del suo aiuto per convincere la Germania a fare di più, a sostegno della ripresa.

C'è solo un accenno alle "circostanze eccezionali" in cui Monti è arrivato a Palazzo Chigi; è nello stile di Obama, un'allusione delicata all'uscita di scena di Silvio Berlusconi con cui l'Amministrazione democratica ebbe un rapporto a dir poco diffidente. Con Monti il cambiamento di tono è immediato. Finalmente il dialogo è tra simili. Molto simili davvero: dopo pochi minuti Obama sente di aver di fronte un uomo che ha il suo stesso approccio, la cortesia e la sobrietà dei modi insieme con la passione per l'analisi, l'approfondimento. Due professori: proprio così. Quante volte in America - soprattutto dalla destra populista - questo presidente cresciuto a Harvard è stato accusato di essere "élitario, professorale, troppo intellettuale, didattico". Ora si trova di fronte un professore di mestiere, specializzatosi nell'altra super-università americana, Yale. Uno è giurista per formazione, l'altro economista. Ma Obama subisce una vera attrazione anche per l'analisi economica, affinata dopo anni di discussioni con personaggi della statura di Warren Buffett, Paul Volcker, Larry Summers. Perciò si sente a suo agio davanti a colui che la stampa americana battezzò "SuperMario" (ai tempi in cui era commissario europeo) e che ora entra alla Casa Bianca col biglietto da visita della copertina di Time: "L'uomo che può salvare l'Europa?". Obama ha capito anche un'altra cosa, preparando questo summit con il segretario al Tesoro Tim Geithner e il banchiere centrale Ben Bernanke: questo SuperMario che ha davanti a Washington legittima l'azione di un altro SuperMario, il presidente della Bce Draghi, la cui azione di "pompaggio di liquidità" ha tamponato la sfiducia dei mercati.

Monti diventa decisivo nella strategia europea di Obama. Il leader americano si strappa da altri impegni più importanti sulla scena domestica, in una giornata densissima: ha appena annunciato una storico "patteggiamento" delle banche colpevoli per i mutui subprime, 26 miliardi di indennizzi che andranno alle famiglie indebitate. Una notizia tale da sconvolgere l'agenda della giornata, ma Obama non rinuncia a un solo minuto del suo colloquio con Monti. Comincia a chiamarlo Mario: in inglese dove non esiste differenza fra il tu e il lei, è il segnale di passaggio a un tono diretto, confidenziale. Obama sottopone Monti a un interrogatorio serrato, vuole conoscere nel dettaglio "le misure che stai varando per ricostruire la fiducia dei mercati e rilanciare la crescita attraverso riforme strutturali". Gli preme tanto più di fronte alla nuova emergenza in Grecia, che Monti continui a sostenere "il rafforzamento del fondo salva-Stati, la muraglia di fuoco a difesa dell'euro". Il presidente Usa vuole essere rassicurato che l'Italia si salverà da sola e quindi non sarà necessario un intervento del Fondo monetario internazionale in aiuto a Roma: questione scabrosa, perché la destra repubblicana denuncerebbe qualsiasi salvataggio che costi un solo dollaro al contribuente americano (gli Usa sono il primo azionista del Fmi). Soprattutto sta a cuore a Obama "sviluppare tra noi delle sinergie per promuovere la crescita". È questa la parte più impegnativa del colloquio: "Le tue riforme strutturali - chiede Obama - possono generare una ripresa? Andrà in questa direzione l'intera eurozona?". Al premier italiano, lui ricorda che "anche il Fmi, ormai perfino le agenzie di rating, dicono che senza crescita diventa impossibile ridurre durevolmente il deficit e il debito degli Stati". Obama si aspetta che Monti lo aiuti a "decifrare" quell'enigma che per lui resta Angela Merkel. Ascolta con attenzione - e inquietudine - quando il premier italiano fuga ogni illusione sulla possibilità di "convertire la Germania a politiche keynesiane di rilancio basate su iniezioni di spesa pubblica".

Il presidente americano forse si lascia convincere solo a metà, dall'argomentazione di Monti secondo cui"bisogna convincere la Merkel a essere più coerente con il modello tedesco, cioè a sviluppare fino in fondo l'economia sociale di mercato, aprendo di più alle liberalizzazioni". Era ben diversa, in partenza, la "dottrina Obama" lanciata al G20 di Pittsburgh nel settembre 2009: i paesi con forti surplus commerciali e risparmio abbondante come Germania e Cina dovevano rilanciare la spesa di consumo e diventare locomotive. Ma Obama capisce che il "germanico Monti" può aiutarlo a individuare qualche apertura nella corazza tedesca, proprio quello che non è mai riuscito a fare Nicolas Sarkozy. Da questo momento il ghiaccio è rotto davvero. Ci si può parlare al telefono tra Washington e Roma. Succederà spesso d'ora in avanti. Monti è stato cooptato in un nuovo incarico informale, sarà un partner sempre più ascoltato, una sorta di "consigliere esterno del presidente" per impostare il G8 di Chicago a maggio, il vertice più importante per l'economia globale prima dell'elezione presidenziale di novembre.

(10 febbraio 2012) www.repubblica.it
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Re: Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda franz il 10/02/2012, 9:48

Questa e' una sintesi della conferenza stampa tenuta dal Premier italiano nell'auditorium dell'Ambasciata italiana a Washington.

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Re: Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda Iafran il 10/02/2012, 10:29

franz ha scritto:Che dire di questo articolo?
Mi stavo chiedendo ma dove lo hanno trovato un simile esemplare di persona fuori dal mondo!

Indipendentemente dell'articolista, Monti non può pensare di agire in assoluta libertà ... ma sentire "la voce del padrone". Non ti pare?
Questo "padrone", votato da tanti italiani, si sta "sacrificando" per il bene di tutti (dice lui).
Questo "padrone" è un "benefattore per questi italiani" che avendo la loro "casta" in Parlamento, sarebbero contenti di attribuirgli il riconoscimento più ambito: la genuflessione anche di coloro che lo considerano una semplice "barzelletta".

Se, invece, questa "barzelletta" cadeva con il sedere per terra ... non si dava arie "di aver ceduto il posto, per le pressioni della UE" ("Obbedisco!" come ... l'eroe dei due mondi, perbacco!). E l'Italia sarebbe stata meno inquinata dalle sue "capacità e risorse".

Adesso, con i conti a posto (sulla pelle dei "soliti noti") questo padrone può salire nuovamente in auge, ricominciare a raccontare le barzellette e ... ad appensantire maggiormente le sue tasche e quelle dei suoi amici (sempre sulla pelle dei soliti noti).
Naturalmente, per il momento, è solo un'illazione da verificare e ... subire fra alcuni mesi, ahimé!

PS - Fra "i soliti noti", ci sono anch'io, mia figlia e il mio nipotino ... insieme a 45 milioni d'italiani!
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Re: Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda franz il 10/02/2012, 10:43

Iafran ha scritto:Indipendentemente dell'articolista, Monti non può pensare di agire in assoluta libertà ... ma sentire "la voce del padrone". Non ti pare?

Sicuramente visto che Monti dipende dal Parlamento, deve sentire quelle voci ... il che non vuol dire certo "ubbidire" a quelle voci, perché allora tanto valeva lasciare lo scranno ai rappresentanti dell'attuale incapace classe politica.
Ma visto che di fatto siamo di fronte ad un caso di emergenza, al pronto soccorso con codice rosso e con un intero team che tenta di rianimare il malato, piu' di la' che di qua, è chiaro che come tecnico deve agire in assoluta libertà.
Nessuno, immagino, va a pronto soccorso dicendo ai medici cosa fare e non fare.

Poi è chiaro che il team è costretto ora a fare d'ugenza operazioni che potevano essere fatte con molta meno drammaticità anche 20 anni fa (e che io anni fa già suggerivo come misure da prendere assolutamente). Chiaro anche che le misure per salvare una nazione sono pagate principalmente dal suo popolo (il quale negli anni precedenti aveva pero' goduto, chi piu' chi meno, di 1'900 miliardi di euro di extra risorse fatte indebitandosi, anche con le pensioni allegre). Ma chiediamoci piuttosto quale sia l'alternativa reale. Il fallimento e l'uscita dall'euro credi che siano soluzioni che il popolo non pagherebbe mai di tasca sua in misura anche 100 volte superiore a quelle odierne? Ora conto che magari tra noi spiegare queste cose sia superfluo ma a parlo ovviamente a chi, come l'articolista, è fuori dal mondo.
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Re: Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda pianogrande il 10/02/2012, 11:13

Insomma.
L'anomalia Monti si è inserita nella assoluta incapacità della politica italiana di andare aldilà delle chiacchiere che servono solo a coprire il malaffare e con tanti saluti al bene del paese che sfuggiva a tutti (cittadini compresi).
Come al solito, le rivoluzioni nascono da una elite (Napolitano e dintorni).
Sono andati al governo i funzionari del massimo livello.
Meglio, molto meglio, della serie B della prima repubblica che era al governo prima ma, necessariamente, una fase di transizione.
Una transizione verso cosa?
Verso la ripresa del potere di quella che, nel frattempo, per un processo di degrado continuo, sta diventando serie C?
Questo è il vero problema.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ancora giudizi sul governo Monti

Messaggioda matthelm il 10/02/2012, 11:32

pianogrande ha scritto:Verso la ripresa del potere di quella che, nel frattempo, per un processo di degrado continuo, sta diventando serie C?
Questo è il vero problema.

Perfetto. Questo è "il" problema.
Penso che se Monti otterrà dei risultati positivi il partito/i che lo avrà sostenuto con più tenacia e intelligenza ne trarrà certamente vantaggio altrimenti lo spazio per i qualunquisti dilagherà. I partiti dovranno dimostrare di aver cambiato pelle anche nella scelta del sistema elettorale che è la cartina al tornasole per dimostrare da dove si vuol ripartire.

Questa volta lo "stellone" d'Italia è Monti. Per fortuna ...e con l'aiuto di Napolitano.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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