In Italia rischio reazioni antieuropee

LA CRISI
Monti a Berlino: "Da Ue e Germania
serve più attenzione alla crescita"
Il premier parla a Die Welt a poche ore dall'incontro con la Merkel. "Se l'Unione europea non cambia non potrò avere successo e in Italia potrebbe scattare la protesta e il Paese potrebbe cedere ai populisti"
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO - Attenzione, Europa: noi italiani abbiamo lanciato sacrifici pesanti, se l'Europa non ci darà segnali di ripresa e lavoro in cambio, temo proteste anti-europee e anti-tedesche nel mio Paese. Proteste contro la Germania, vista come leader dell'intolleranza targata Ue, e contro la Bce. Io chiedo pesanti sacrifici agli italiani, posso esigerli solo in cambio di vantaggi concreti. Noi siamo un paese forte e un'economia che sa essere efficiente, ammiriamo il modello tedesco di economia sociale di mercato, ma al momento il maggiore pericolo per me viene non dalla politica interna bensì dal resto dell'Europa, se non ci capirà. Ecco, riassunto, quanto il presidente del Consiglio, Mario Monti, dirà oggi qui a Berlino alla Cancelliera federale Angela Merkel. É stato Monti stesso a spiegarlo, nella lunga intervista che ha concesso a Thomas Schmid, direttore dell'autorevole e influente quotidiano liberalconservatore Die Welt che la pubblica stamane. Nel lungo colloquio, Monti lancia ancora un grave monito: "Con la mia politica non posso avere successo, se l'Unione europea non cambia, e se ciò non si verifica il mio Paese, che è stato sempre un paese molto favorevole all'Europa, potrebbe gettarsi nelle braccia dei populisti".
È dunque un avvertimento grave, quello che Mario Monti porterà stamane alla "donna più potente del mondo", incontrandola nel bianco edificio postmoderno della Cancelleria federale a un passo dall'hotel Adlon e dalla storica Porta di Brandeburgo. Vediamo le affermazioni principali del Presidente del Consiglio, tentando di dividerle per temi, in base alle ampie anticipazioni diffuse su Internet dal servizio online di anticipazioni della Springer Verlag, l'editoriale conservatrice e filogovernativa che pubblica Die Welt.
La sfida italiana e l'Europa. "Quello che chiediamo ed esigiamo dagli italiani sono grandi sacrifici, sono necessari, per realizzare le riforme, che porteranno a una nuova, più forte crescita. In questo senso per esempio sono necessarie liberalizzazioni del mercato del lavoro che chiederanno sacrifici a molti cittadini. Come ci dicono tutti i sondaggi, la maggioranza degli italiani lo ha accettato. Ma il problema è che in cambio di questi sacrifici noi non abbiamo una concessione dalla Ue, per esempio sotto forma di un calo dei tassi d'interesse. I sacrifici che gli italiani sopportano porteranno benefici tra tre o cinque anni, per i nostri figli. E purtroppo devo constatare che questa politica non riceve nella Ue l'apprezzamento e la valutazione che obiettivamente merita. E se per gli italiani non ci sarà la percezione di successi tangibili della loro disponibilità a risparmi e riforme, ci saranno in Italia proteste contro l'Europa, anche contro la Germania vista come il leader dell'intolleranza targata Ue, e contro la Banca centrale europea. Chiedo agli italiani duri sacrifici, posso esigerli soltanto se si vedono all'orizzonte vantaggi concreti".
I sentimenti italiani verso il progetto europeo. "Se gli italiani accetteranno che i sacrifici sono necessari, non vedrò in ciò un successo del mio governo. Chiederemo alle corporazioni, alle associazioni economiche, al mercato del lavoro ingessato, di accettare cambiamenti duri. Ma potrò vendere ciò ai cittadini, che soffriranno anche per queste misure, soltanto se ciò porterà a più crescita. Ma con la mia politica non potrò avere successo se la Ue non cambierà. E se ciò non accadrà, l'Italia - che è sempre stata un paese europeista - potrebbe gettarsi nelle braccia dei populisti".
L'Italia e il duopolio franco tedesco. "La buona cooperazione del tandem franco-tedesco è una precondizione dello sviluppo dell'Europa. Ma non basta, meno che mai in un'Europa a 27 Paesi membri. Credo che ciò si sappia, anche a Berlino e a Parigi. Credo che l'Europa intera tragga vantaggi dall'armonia franco-tedesca (...) se Germania e Francia assumono una funzione di motore, sarà bene, perché l'intera Europa ne trarrà vantaggi. Ma allora entrambi i Paesi devono comportarsi in modo da coinvolgere gli altri Paesi, non da escluderli, e quest'ultimo pericolo è presente. I due paesi leader d'Europa non dovrebbero comportarsi con troppo senso d'autorità. Qual è stato l'errore più grave in Europa negli ultimi anni? Nel 2003, quando Germania e Francia violarono i principi di Maastricht. Fu un errore enorme!(...) Merkel e Sarkozy commetterebbero un grave errore, se pensassero di poter dirigere l'Europa da soli. L'Europa deve avere più centri, e l'Italia è uno di questi (...) siamo un paese forte e fiero, e abbiamo potenzialmente un'economia efficiente".
L'Italia e il modello tedesco. "Ho sempre avuto con la signora Merkel un rapporto basato sul rispetto reciproco, ho sempre avuto un rapporto eccellente col vostro ministro delle Finanze Schaeuble. Sa, ho sempre lavorato per un'Italia che sia simile alla Germania nella misura del possibile. Ho sempre voluto un'Europa della concorrenza e competitività, che si ispiri quanto possibile all'idea di Ludwig Erhard dell'economia sociale di mercato. Vede, ho una sensibilità molto tedesca. Ma ciò detto, l'Italia può tornare ad avere un ruolo più grande in Europa, e lo avrà".
Corruzione, criminalità, mafia. "La corruzione non è un problema esclusivamente italiano, sebbene sia vero che da noi costituisce un problema particolarmente pesante. Sono convinto che il miglior modo di lottare contro la corruzione sia stimolare la concorrenza. La corruzione prospera là dove regnano i monopoli e non c'è concorrenza. Quanta più concorrenza, tanto meno spazio per la corruzione. Ma non basta, dobbiamo sviluppare più senso civico nel paese. I cittadini devono sentirsi coscienti dell'interesse al bene comune".
Il governo dei tecnici. "Il mio governo è strano perché dalla sua formazione e composizione e nei suoi obiettivi è diverso da tutti i governi del dopoguerra. Tutti i membri del mio governo, me incluso, non si sono candidati ad alcun mandato, nessuno di noi è stato eletto. Ma al tempo stesso abbiamo in Parlamento un sostegno vasto senza precedenti. Eppure nessuno dei partiti rappresentati in Parlamento può dire che questo governo rappresenti i suoi obiettivi specifici. Non è già abbastanza strano? Ma le dico che non sarei mai stato disposto a far parte di un governo che non fosse strano".
L'era Berlusconi e il presente. "In Italia c'è oggi un senso d'unità come da tempo non c'era più. Il mio governo dispone della più vasta maggioranza della storia della Repubblica. I conduttori nei talkshow si lamentano di non riuscire più a organizzare dibattiti animati da forte ostilità reciproca. Abbiamo unito un po' l'Italia".
(11 gennaio 2012)
www.repubblica.it
Monti a Berlino: "Da Ue e Germania
serve più attenzione alla crescita"
Il premier parla a Die Welt a poche ore dall'incontro con la Merkel. "Se l'Unione europea non cambia non potrò avere successo e in Italia potrebbe scattare la protesta e il Paese potrebbe cedere ai populisti"
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO - Attenzione, Europa: noi italiani abbiamo lanciato sacrifici pesanti, se l'Europa non ci darà segnali di ripresa e lavoro in cambio, temo proteste anti-europee e anti-tedesche nel mio Paese. Proteste contro la Germania, vista come leader dell'intolleranza targata Ue, e contro la Bce. Io chiedo pesanti sacrifici agli italiani, posso esigerli solo in cambio di vantaggi concreti. Noi siamo un paese forte e un'economia che sa essere efficiente, ammiriamo il modello tedesco di economia sociale di mercato, ma al momento il maggiore pericolo per me viene non dalla politica interna bensì dal resto dell'Europa, se non ci capirà. Ecco, riassunto, quanto il presidente del Consiglio, Mario Monti, dirà oggi qui a Berlino alla Cancelliera federale Angela Merkel. É stato Monti stesso a spiegarlo, nella lunga intervista che ha concesso a Thomas Schmid, direttore dell'autorevole e influente quotidiano liberalconservatore Die Welt che la pubblica stamane. Nel lungo colloquio, Monti lancia ancora un grave monito: "Con la mia politica non posso avere successo, se l'Unione europea non cambia, e se ciò non si verifica il mio Paese, che è stato sempre un paese molto favorevole all'Europa, potrebbe gettarsi nelle braccia dei populisti".
È dunque un avvertimento grave, quello che Mario Monti porterà stamane alla "donna più potente del mondo", incontrandola nel bianco edificio postmoderno della Cancelleria federale a un passo dall'hotel Adlon e dalla storica Porta di Brandeburgo. Vediamo le affermazioni principali del Presidente del Consiglio, tentando di dividerle per temi, in base alle ampie anticipazioni diffuse su Internet dal servizio online di anticipazioni della Springer Verlag, l'editoriale conservatrice e filogovernativa che pubblica Die Welt.
La sfida italiana e l'Europa. "Quello che chiediamo ed esigiamo dagli italiani sono grandi sacrifici, sono necessari, per realizzare le riforme, che porteranno a una nuova, più forte crescita. In questo senso per esempio sono necessarie liberalizzazioni del mercato del lavoro che chiederanno sacrifici a molti cittadini. Come ci dicono tutti i sondaggi, la maggioranza degli italiani lo ha accettato. Ma il problema è che in cambio di questi sacrifici noi non abbiamo una concessione dalla Ue, per esempio sotto forma di un calo dei tassi d'interesse. I sacrifici che gli italiani sopportano porteranno benefici tra tre o cinque anni, per i nostri figli. E purtroppo devo constatare che questa politica non riceve nella Ue l'apprezzamento e la valutazione che obiettivamente merita. E se per gli italiani non ci sarà la percezione di successi tangibili della loro disponibilità a risparmi e riforme, ci saranno in Italia proteste contro l'Europa, anche contro la Germania vista come il leader dell'intolleranza targata Ue, e contro la Banca centrale europea. Chiedo agli italiani duri sacrifici, posso esigerli soltanto se si vedono all'orizzonte vantaggi concreti".
I sentimenti italiani verso il progetto europeo. "Se gli italiani accetteranno che i sacrifici sono necessari, non vedrò in ciò un successo del mio governo. Chiederemo alle corporazioni, alle associazioni economiche, al mercato del lavoro ingessato, di accettare cambiamenti duri. Ma potrò vendere ciò ai cittadini, che soffriranno anche per queste misure, soltanto se ciò porterà a più crescita. Ma con la mia politica non potrò avere successo se la Ue non cambierà. E se ciò non accadrà, l'Italia - che è sempre stata un paese europeista - potrebbe gettarsi nelle braccia dei populisti".
L'Italia e il duopolio franco tedesco. "La buona cooperazione del tandem franco-tedesco è una precondizione dello sviluppo dell'Europa. Ma non basta, meno che mai in un'Europa a 27 Paesi membri. Credo che ciò si sappia, anche a Berlino e a Parigi. Credo che l'Europa intera tragga vantaggi dall'armonia franco-tedesca (...) se Germania e Francia assumono una funzione di motore, sarà bene, perché l'intera Europa ne trarrà vantaggi. Ma allora entrambi i Paesi devono comportarsi in modo da coinvolgere gli altri Paesi, non da escluderli, e quest'ultimo pericolo è presente. I due paesi leader d'Europa non dovrebbero comportarsi con troppo senso d'autorità. Qual è stato l'errore più grave in Europa negli ultimi anni? Nel 2003, quando Germania e Francia violarono i principi di Maastricht. Fu un errore enorme!(...) Merkel e Sarkozy commetterebbero un grave errore, se pensassero di poter dirigere l'Europa da soli. L'Europa deve avere più centri, e l'Italia è uno di questi (...) siamo un paese forte e fiero, e abbiamo potenzialmente un'economia efficiente".
L'Italia e il modello tedesco. "Ho sempre avuto con la signora Merkel un rapporto basato sul rispetto reciproco, ho sempre avuto un rapporto eccellente col vostro ministro delle Finanze Schaeuble. Sa, ho sempre lavorato per un'Italia che sia simile alla Germania nella misura del possibile. Ho sempre voluto un'Europa della concorrenza e competitività, che si ispiri quanto possibile all'idea di Ludwig Erhard dell'economia sociale di mercato. Vede, ho una sensibilità molto tedesca. Ma ciò detto, l'Italia può tornare ad avere un ruolo più grande in Europa, e lo avrà".
Corruzione, criminalità, mafia. "La corruzione non è un problema esclusivamente italiano, sebbene sia vero che da noi costituisce un problema particolarmente pesante. Sono convinto che il miglior modo di lottare contro la corruzione sia stimolare la concorrenza. La corruzione prospera là dove regnano i monopoli e non c'è concorrenza. Quanta più concorrenza, tanto meno spazio per la corruzione. Ma non basta, dobbiamo sviluppare più senso civico nel paese. I cittadini devono sentirsi coscienti dell'interesse al bene comune".
Il governo dei tecnici. "Il mio governo è strano perché dalla sua formazione e composizione e nei suoi obiettivi è diverso da tutti i governi del dopoguerra. Tutti i membri del mio governo, me incluso, non si sono candidati ad alcun mandato, nessuno di noi è stato eletto. Ma al tempo stesso abbiamo in Parlamento un sostegno vasto senza precedenti. Eppure nessuno dei partiti rappresentati in Parlamento può dire che questo governo rappresenti i suoi obiettivi specifici. Non è già abbastanza strano? Ma le dico che non sarei mai stato disposto a far parte di un governo che non fosse strano".
L'era Berlusconi e il presente. "In Italia c'è oggi un senso d'unità come da tempo non c'era più. Il mio governo dispone della più vasta maggioranza della storia della Repubblica. I conduttori nei talkshow si lamentano di non riuscire più a organizzare dibattiti animati da forte ostilità reciproca. Abbiamo unito un po' l'Italia".
(11 gennaio 2012)
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