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Spese militari: chi ha ragione?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda franz il 02/01/2012, 12:02

Caccia, portaerei e organici record
ora la parola d'ordine è 'tagliare'

Il nuovo ministro ha debuttato davanti al Parlamento annunciando che anche le Forze armate sono pronte a fare austerità. Ma l'Italia ha ordinato 131 F-35: costeranno quanto una manovra finanziaria. Gli stipendi valgono il 62 per cento del bilancio della Difesa, 23 miliardi di euro più 1,4 miliardi per le missioni all'estero. L'affondo del Pd: "Scandaloso" di GIAMPAOLO CADALANU

Caccia, portaerei e organici record ora la parola d'ordine è 'tagliare'

LA MIGLIOR DIFESA è l'attacco: doveva esserne convinto il ministro Giampaolo Di Paola, quando ha debuttato davanti al Parlamento annunciando da subito che anche le Forze armate erano pronte a fare voto di austerità. Ma il problema, naturalmente, è "come" imporre risparmi e rinunce, a fronte di impegni internazionali e persino interni sempre più estesi.

La strada suggerita dal ministro, in realtà accolta senza entusiasmi in Commissione, è ridurre gli organici, visto che gli stipendi valgono il 62 per cento del bilancio della Difesa, equivalente a 23 miliardi di euro più 1,4 miliardi per le missioni all'estero. Oggi i militari sono circa 180 mila, meno di quelli previsti dall'attuale modello di Difesa, per Di Paola l'ideale sarebbe molto meno, 130-140 mila, se non addirittura 90 mila. Non possiamo licenziare, si è rammaricato il ministro, e dicono che abbia scherzato: "Ci vorrebbe una guerra, o un terremoto".

Lo scontro sul cacciabombardiere
Sulla struttura delle Forze armate del futuro si confrontano in Parlamento due ipotesi principali. La prima è quella suggerita dal ministro: tagli robusti sul personale, attraverso il blocco del turn-over, e investimenti sulla tecnologia. È una strada che piace alle industrie, alla Marina e all'Aeronautica.

C'è spazio pure per il controverso Joint Strike Fighter, o F-35, il cacciabombardiere più costoso della storia. Fra ritardi, errori e rinvii, lo sfortunato progetto della Lockheed ha subito tanti ritocchi nel preventivo che oggi ogni esemplare dovrebbe costare 200 milioni di euro. L'Italia ne voleva 131, il programma prevede una spesa di almeno 15 miliardi in dodici anni, ma gli aumenti saranno inevitabili, vista la necessità di modifiche al progetto originale: solo il mese scorso la commissione del Pentagono che sta esaminando i prototipi dell'F-35 ha chiesto 725 correzioni, dal casco del pilota al sistema di aggancio in atterraggio, che ha fallito tutti i test sul campo.

Insomma, se l'ordine resterà questo, l'F-35 costerà quanto una manovra finanziaria. E' talmente caro che tutti i paesi interessati ci stanno ripensando, persino Israele e il Regno Unito hanno dovuto tagliarne i programmi e il Pentagono ha ridimensionato le richieste.

In America il dibattito è aperto, i pregi e soprattutto i difetti del cacciabombardiere sono resi pubblici spietatamente: per John McCain, eroe del Vietnam ed ex candidato repubblicano alla presidenza, il progetto F-35 è "un disastro", mentre il Washington Post lo ha definito nei giorni scorsi "un preoccupante esempio delle spese del Pentagono".

In Italia la prima a contestare la scelta è stata "Famiglia Cristiana", poi è partita una campagna massiccia, ma senza grandi risultati. Per Gian Piero Scanu, capogruppo Pd alla commissione Difesa del Senato, "è scandaloso che si sottraggano risorse così ingenti per strumenti di guerra, agli antipodi con le necessità dell'Italia". Ma Di Paola si è limitato ad annunciare che "dovrà rivedere" la lista della spesa.

La beffa della manutenzione
Anche gli esperti sono molto critici: l'F-35 è un aereo progettato per le esigenze della Guerra fredda, quasi inutile in teatri come l'Afghanistan e inferiore, secondo molti generali, al J-20 Stealth di produzione cinese. In più, del fiume di denaro necessario, in Italia resteranno solo poche gocce. Anzi, gli operai destinati a montare le ali nello stabilimento di Cameri saranno solo 600, meno dei mille impegnati oggi nella lavorazione del vecchio Eurofighter.

Ed è difficile non considerare una beffa che persino una parte della manutenzione sarà fatta all'estero: gli alleati concedono al nostro paese di usare la tecnologia antiradar Stealth, ma non si fidano tanto da rivelarne i dettagli e permetterne quindi aggiornamento e riparazioni.

La portaerei da un miliardo e mezzo
Di cancellare del tutto il programma, Di Paola non ne vuol sentire: è stato lui stesso a firmare i primi protocolli d'intesa, nel 2002, come capo di Stato maggiore. Ma soprattutto la versione B a decollo corto dell'F-35 è destinata alla Cavour, portaerei da un miliardo e mezzo di euro, fiore all'occhiello della sua amatissima Marina.

La nave è un gioiello progettato in tempi meno austeri e fortemente voluto dall'ammiraglio: se non potrà schierare sul ponte gli Jsf, rischia di svelarsi come un monumento allo spreco. Resta da vedere, dicono molti parlamentari, se non sia uno spreco comunque, visto che la politica estera italiana non sembra prevedere tentazioni imperiali. "Costruirla è stata un'assurdità, visto che c'era già la Garibaldi", dice l'esperto Massimo Paolicelli, "tanto più che le spese non finiscono mai: la nave costa duecentomila euro al giorno in navigazione, centomila quando resta in porto".

Le fregate di lusso
Ma la Cavour non basta all'arma prediletta dell'ammiraglio Di Paola, che ha ordinato dieci fregate della classe "Fremm", per 6 miliardi di euro. Anche qui gli esperti sollevano perplessità: non solo dieci navi sono tante, ma per qualche misterioso motivo costano alla Marina molto di più di quanto le paghi la Marine nationale francese.

I blindati e le basi
La seconda ipotesi prevede il mantenimento di un numero robusto di militari, con investimenti adatti per il profilo internazionale dell'Italia. In questa direzione va la spesa di 600 milioni, già autorizzata in Commissione, per blindati Lince, mezzi logistici protetti, sensori e protezioni passive per le basi avanzate. È un ordine che "vale" tre F-35, ma darà lavoro a duemila persone per tre anni.

Quest'ultimo scenario, gradito all'Esercito e all'industria italiana, appare più ragionevole e adatto ai tempi, ma richiede un cambio di rotta. E la capacità di convincimento messa in campo da chi ha interesse nei progetti più costosi sembra realmente immensa.
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda franz il 02/01/2012, 12:07

Sugli F-35 segnalo che sul Blog di NoiseFromAmerica c'è stato un dibattito in cui è intervenuto anche Massimo Donadi, di IDV
Il tema è stato trattato in modo tecnico anche sotto il profilo di quanto costerebbe - come penali - rinunciare al progetto.

Domanda a Donadi e dibattito: http://noisefromamerika.org/articolo/do ... lon-donadi
Risposta di Donadi e dibattito: http://noisefromamerika.org/articolo/ri ... imo-donadi
Analisi finale: http://noisefromamerika.org/articolo/ra ... o-sullf-35
Ultima modifica di franz il 03/01/2012, 10:56, modificato 1 volta in totale.
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda pianogrande il 02/01/2012, 23:50

Tanto per dare un contributo alla discussione
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01 ... sa/181085/

I soldati dell'esercito italiano vengono utilizzati (o proposti) per un po' di tutto.
Dalla spazzatura all'ordine pubblico.
Se il livello di preparazione è lo stesso di quelli inviati nei teatri di guerra siamo allo spreco dello spreco.
E' comunque uno spreco inammissibile il fatto che ci sia questo esubero di personale tale da consentire queste operatività, quanto meno, estranee ai compiti istituzionali.
Se l'esercito diventa l'aratro che scava il solco oltre che essere la spada che lo difende, c'è qualcosa che non va.
Se, un giorno, useranno i caccia super tecnologici e super costosi per concimare i campi o spargere gli anticrittogamici, sarebbe veramente da riconsiderare un po' tutto.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda franz il 03/01/2012, 11:20

Che dire di 558 generali? A cosa servono? Soprattutto in tempo di pace.

-Esercito (art. 810): 243 unità;
-Marina (art. 813): 117 unità;
-Aeronautica (art. 819): 103 unità;
-Carabinieri (art. 823): 95 unità.

Personalmente ritengo piu' utile alla difesa un F-35 di un generale, anche se il costo è ovviamente differente.
Se un caccia costa di piu' di un generale, un motivo ci sarà. Ma se consideriamo tutti gli ufficliali e l'esercito permanente, le cose cambiano.

I caccia costano, nelle ipotesi di oggi, 15 miliardi da qui al 2026.
Un miliardo all'anno. Meno dei 23 miliardi per il personale (che nei 14 anni dellinvestimento sarebbero 322 e quindi una "super-manovra").
Allora propongo di dimezzare il personale (risparmio di 161 miliardi in 14 anni) e vendere gran parte delle caserme, per abbattere un po' di debito pubblico. Questo potrerebbe la spesa militare su PIL dal 1.8 di oggi allo 0.9%
Da questi risparmi escono le risorse per gli investimenti tecnologici, che sono quelli che rendono credibile una difesa oggi.
O credete che siamo credibili perché abbiamo 558 generali?
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda pianogrande il 03/01/2012, 12:02

Mi viene da parafrasare un antico titolo dell'Espresso anni settanta: Chi ci difende dalla difesa?
Questi sono matti.
558 generali.
Uno ogni 300 soldati semplici (non dovrei sbagliare di molto).
Potrebbero utilizzarli per la parata del due giugno (farebbero la loro bella figura) dopodiché, metterne almeno tre quarti in cassa integrazione (magari a rotazione).
Capisco sempre meglio perché vogliono mandare l'esercito ogni volta che si tappa una fogna o c'è una lite di condominio.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda Stefano'62 il 03/01/2012, 12:25

Bisogna considerare che le spese militari servono a dare un lavoro a tanti (spesso perchè buoni a nulla di diverso che dire signorsì) che altrimenti sarebbero disoccupati.
E che non sono inutili come molti dicono,ma sono invece molto utili come protezione civile in tempo di pace,e di catastrofi naturali ce ne abbiamo eccome.
Quindi a saperle usare,le Forze Armate sono utili eccome.

Ma in Italia si esagera,perchè come lobby è molto forte e le spese lievitano troppo,soprattutto perchè il fantaccino poi vuole fare carriera,e lo stipendio aumenta,e ci sono più graduati che truppa.
Senza contare i giocattoli costosi che questi deficienti vogliono che gli compriamo.

Bisogna intervenire assolutamente.
Stop ai giocattoli,se vogliono fare la guerra finta che la facciano con le scacciacani.
E stop agli avanzamenti di carriera e alla crescita smisurata degli stipendi.
Invece che 300 ufficiali,con la stessa cifra possiamo mantenere e sfamare 1000 fantaccini,così ci saranno 700 occupati in più,che andranno a ingrossare le fila dei consumatori paganti,e avremo più forza disponibile da utilizzare nella protezione civile o in tantissimi altri campi.

Ciao
Stefano'62
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda franz il 03/01/2012, 13:20

Stefano'62 ha scritto:Bisogna intervenire assolutamente.
Stop ai giocattoli,se vogliono fare la guerra finta che la facciano con le scacciacani.
E stop agli avanzamenti di carriera e alla crescita smisurata degli stipendi.
Invece che 300 ufficiali,con la stessa cifra possiamo mantenere e sfamare 1000 fantaccini,così ci saranno 700 occupati in più,che andranno a ingrossare le fila dei consumatori paganti,e avremo più forza disponibile da utilizzare nella protezione civile o in tantissimi altri campi.

Ciao

mi sembra il classico ragionamento super-fisso ma a parte questo, dimentichi che i giocattoli a loro volta sono oggetti concepiti da ingegneri (pagati) e costruiti da operai (pagati) e che quindi i 15 miliardi degli aerei, solitamente oggetto di compensazione economica per chi li compra, diventano reddito per lavoratori. Le scacciacani fanno guadagnare meno e non servono nel malaugurato caso in cui capitasse un conflitto vero. Esercito e Protezione civile sono cose diverse. Se serve una protezione civile (eccome!) allora la si organizza, come corpo non militarizzato e di specialisti.
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda ranvit il 03/01/2012, 14:01

Data la situazione di crisi in cui siamo....non sarebbe male ridurre enormemente l'investimento in questione.
Come? Non lo so perchè non ho tutte le informazioni che servono.
Ma spero che si trovi il modo.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda Stefano'62 il 03/01/2012, 14:38

franz ha scritto: Esercito e Protezione civile sono cose diverse. Se serve una protezione civile (eccome!) allora la si organizza, come corpo non militarizzato e di specialisti.

Ma siccome siamo in pace,non sarebbe male impiegarla comunque in qualche modo,la gente pagata dallo Stato.
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Re: Spese militari: chi ha ragione?

Messaggioda franz il 03/01/2012, 15:09

Stefano'62 ha scritto:
franz ha scritto: Esercito e Protezione civile sono cose diverse. Se serve una protezione civile (eccome!) allora la si organizza, come corpo non militarizzato e di specialisti.

Ma siccome siamo in pace,non sarebbe male impiegarla comunque in qualche modo,la gente pagata dallo Stato.

Corretto. Oggi i pericoli collegati alla necessità di protezione civile sono piu' realistici ed immediati. Quindi serve un corpo specializzato per questo. A mio avviso non serve un corpo con organico permanente ma è meglio avere un nutrito gruppo di professionisti, operanti normalmente nel civile e periodicamente addestrato (sul modello dei sistemi di milizia). Quando c'è un'emergenza, li si richiama d'urgenza (pagandoli sono in questo caso).
Modelli simili, soprattutto locali, funzionano egregiamente da tempo.
Tuttavia questo non toglie che il tempo di pace sia tale solo in modo provvisorio e che quindi occorre essere sempre pronti (pur con organici ridotti ma equipaggiati bene) per quando il tempo di pace finisce. Chiaramente sarebbe assolutamente nocivo farsi trovare impreparati. Questo lo capisocno tutti. Un esercito (permanente o di milizia) tutto vogliono averlo e vogliono averlo pronto. Non pronto, non serve.
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