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Grandi opere, grandi mangiate

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda flaviomob il 22/12/2011, 19:48

Grandi Opere, così politici e imprenditori
fanno lievitare i costi del 40 per cento


G8, Italia 150, Mondiali nuoto: i numeri dell'assalto. Un caso emblematico di fondi pubblici deviati in tasche private. Con i soldi sperperati si sarebbe potuto mettere in sicurezza il patrimonio archeologico di Pompei. Nelle inchieste sul sistema Anemone-Balducci-Bertolaso radiografati trentatrè appalti. L'onere per lo Stato aumenta da 574 a 834 milioni: neanche a Tangentopoli "dazio" così pesante
di CARLO BONINI
I cantieri per i mondiali di nuoto
CAPITA CHE di una storia di corruzione diventata insieme metafora e immagine del Paese, si finiscano con il ricordare solo le facce, i nomi, l'avidità dei protagonisti. O, piuttosto, i massaggi in un centro benessere 1, la spregiudicatezza di un frate missionario ridotto a bancomat 2, l'oscena risata di un costruttore sciacallo 3 che si compiace per il terremoto de l'Aquila, il patrimonio immobiliare di una potente congregazione vaticana 4, "Propaganda Fide", usato come leva per comprare la compiacenza di funzionari pubblici.

Capita insomma che si elidano i numeri. E, dunque, si cancelli il danno e la sua macroscopica misura. E' successo con il lavoro delle procure di Firenze, Perugia, Roma, con le indagini del Ros dei carabinieri sul "Sistema gelatinoso" Anemone-Balducci-Bertolaso, sul potere di spesa senza fondo di una Protezione Civile ridotta a spa del consenso, su un ministro "distratto" e il suo mezzanino al Colosseo.

Nelle carte di quelle inchieste - oggi a processo in tre città diverse - è documentato quale "ricarico" le prassi corrotte di quel sistema di relazioni hanno accollato alle nostre tasche. Su 33 Grandi Opere oggetto di indagine nel triennio 2007-2010 (mondiali di nuoto di Roma, G8 alla Maddalena, 150 anni dell'Unità d'Italia), il maggior costo sostenuto dalle casse pubbliche è stato di 259 milioni, 895 mila 849 euro. Oltre il 40 per cento dell'importo iniziale con cui i lavori furono aggiudicati.

Un salasso che ha fatto schizzare il costo complessivo di quelle opere da 574 a 834 milioni di euro. Per avere un'idea, con quel denaro succhiato dal "Sistema gelatinoso" (259 milioni) oggi - come documentano le richieste sin qui ritenute "irricevibili" da un bilancio pubblico allo stremo - sarebbe possibile realizzare la messa in sicurezza di un patrimonio archeologico dell'umanità come Pompei o la costruzione di ospedali nell'Abruzzo del dopo-terremoto.

I numeri che illustrano il dettaglio dei singoli appalti segnalano la scientificità nel calcolo del "ricarico" imposto dal "Sistema", ma anche la crescita esponenziale di quella percentuale. Nell'Italia corrotta scoperchiata da Tangentopoli, il "dazio" sulle grandi opere oscillava tra il 10 e il 20 per cento. In quindici anni, è raddoppiato. Anche perché la "catena alimentare" che deve sfamare si è allungata. Politici, funzionari pubblici, professionisti.

LE PISCINE DI ROMA
Ribasso record per vincere l'asta
il trucco dello "sciacallo" dell'Aquila
Se il G8 della Maddalena è l'applicazione compiuta di uno "schema" corruttivo, i Mondiali di nuoto di Roma del 2009 ne sono la prova generale (è iniziato il processo di primo grado nell'aprile di quest'anno). Il ricorso alla procedure di urgenza non solo consentono di aggirare i vincoli urbanistici, ma trasformano l'Evento in un assalto alla diligenza della spesa pubblica.

Non c'è Comune della provincia di Roma che non reclami un posto al sole che lo trasformi in "Polo natatorio". E non c'è piastrella di piscina o gettata di calcestruzzo che non costi al contribuente almeno un trenta per cento in più del costo di aggiudicazione.

Tra gli imprenditori imbarcati dal "Sistema", c'è Francesco Maria De Vito Piscicelli. Si aggiudica la progettazione e realizzazione della piscina olimpionica di Valco San Paolo. Un appalto da 8 milioni e 800 mila euro che vince con un formidabile ribasso d'asta (16,5 per cento), da cui "rientra" a neppure un anno di distanza dalla gara con un "atto aggiuntivo" che fissa l'importo dell'opera in 12 milioni e 900 mila euro.

La piscina di Valco San Paolo rischierà di crollare per il modo con cui è stata realizzata. Piscicelli resterà saldo nel "Sistema". La notte del terremoto dell'Aquila è lui lo "sciacallo" che ride con il cognato, sognando il banchetto della ricostruzione.

I CANTIERI DEI 150 ANNI
Gare vinte senza progetti esecutivi
dopo le "aggiunte" i prezzi salgono
La regola, da sempre, è una sola. La conosce chi l'appalto lo affida e chi l'appalto lo vince. E non importa dove si costruisce e chi costruisce. La regola vuole che lo scarto tra il valore di affidamento e il costo finale di realizzazione di una grande opera pubblica non scenda mai sotto il 40 per cento. E il trucco perché le carte stiano a posto è semplice, come dimostrano i numeri dei cantieri dei 150 anni dell'Unità d'Italia.

La gara viene affidata senza che dell'opera esista un progetto esecutivo. Un po' come comprare dal concessionario una macchina di cui si conosce il bozzetto, il numero di posti e la cilindrata del motore, ma di cui si ignorano i costi industriali di produzione, destinati a variare. Non c'è appalto pubblico - come è evidente dalla tabella - che, a distanza di pochi mesi della sua aggiudicazione, non conosca un "atto aggiuntivo" in cui il committente (lo Stato) "scopre" che, alla luce del "progetto esecutivo" redatto da chi l'appalto lo ha vinto, il costo si deve "necessariamente" discostare dal valore dell'aggiudicazione.

E' nella differenza di costo - come hanno documentato le indagini - che viene normalmente creata la "provvista" della corruzione. Un segreto di Pulcinella cui, ad oggi, nessun Parlamento ha ritenuto di dover mettere mano con una semplice norma. Aggiudicare le gare con progetto già esecutivo che sottragga al costruttore la libertà di aggiustare il valore della commessa.

IL VILLAGGIO DEL G8
Da 52 a 105 milioni in un anno
per il palazzo rimasto inutilizzato
L'isola della Maddalena e le sue opere per un G8 che non ha mai ospitato, sono e resteranno il monumento alla rapacità di un "Sistema" che si muoveva protetto dalle "procedure semplificate e di urgenza" che la legge riconosce agli interventi della Protezione Civile. Assimilato ad una "calamità naturale", un Grande Evento di cui pure si conosceva la data da nove anni, diventa una corsa contro il tempo che divora oltre 125 milioni di euro in "costi aggiuntivi".

I 284 milioni di opere messi a bilancio al momento dell'affidamento degli appalti si gonfiano fino a superare i 410 milioni. Nessuno, ad esempio, chiede cosa diavolo accada nel quarto lotto del cantiere in cui si lavora alla "realizzazione del palazzo conferenza e dell'area delegati". L'appalto è stato aggiudicato l'11 luglio del 2008 con un ribasso d'asta del 5,9 per cento per 52 milioni di euro.

Una cifra che, a distanza di neppure un anno, tra il giugno e il settembre del 2009, raddoppia, passando a 105 milioni di euro. Tanta distrazione ha una risposta nel nome del costruttore che quell'appalto si è aggiudicato: Diego Anemone, la "tasca" del "Sistema". L'imprenditore da cui prende ordini Angelo Balducci, la più alta autorità amministrativa in materia di appalti pubblici. Quello che compra "a insaputa" di chi lo andrà ad abitare, Claudio Scajola, il mezzanino del Colosseo.

http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -27031661/


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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda lucameni il 22/12/2011, 20:50

La replica in genere è: "si ma questo non ci deve impedire di fare le grandi opere per la crescita" etc etc.
"Grazie al cazzo" direbbe qualche erudito. Basta intendersi quali e come.
A volte ci si oppone non ad un'opera in quanto tale ma semmai per dove la vogliono fare e come.
La premessa non mi pare foriera di mentalità cavernicola, ma tant'è.
E' vero che alcuni oppositori alle infrastrutture possono motivare la cosa con idee utopistiche e, ad oggi, difficilmente praticabili, oppure, anche tanti, possono essere semplicemente antagonisti a prescindere.
A parte l'identificazione di chi protesta e si oppone, che spesso rende altri convinti cementificatori per speculare antagonismo politico più che per ragionamento e conoscenza, l'importante - appunto - è capire quello di cui si parla; che non ha colore, visto che i fatti della vita - e le ladrate dei gelatinosi - sono diversamente interpretabili ma rimangono comunque quelli.
Poi - giustamente - tutti legittimati a scannarsi tra progressisti illuminati e uomini di neanderthal.
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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda franz il 23/12/2011, 8:52

lucameni ha scritto:La replica in genere è: "si ma questo non ci deve impedire di fare le grandi opere per la crescita" etc etc.
"Grazie al cazzo" direbbe qualche erudito. Basta intendersi quali e come.

In realtà prima dovremmo chiederci se l'Italia ha bisogno di opere (grandi, medie e piccole) o se va bene cosi'.
Poi e' implicito che se l'Italia ha bisogno di opere e fintanto che la politica ha bisogno di soldi (per mangiare) avremo il rischio (anzi la certezza) che grandi opere significano anche grandi mangiate e che pur di mangiare si faranno anche opere inutili. Tanto pagano i contribuenti. Quindi dobbiamo spezzare quel legame tra opere pubbliche e mangiatoia pubblica ed avere strumenti per comprendere se un'opera serve, dove e come farla. Quest'ultima parte è la piu' difficile, in un paese in cui tutti sono allenatori di calcio, presidenti del consiglio, amministratori dellegati della FIAT. Se serve uno stadio di calcio, una piscina, una scuola, un ospedale, un ponte, un traforo, un'autostrada, una discarica, un inceneritore ... chi lo stabilisce? Facile rispondere "i cittadini" ... perché a seconda dell'oggetto nessuno lo vorrebbe vicino a casa (inceneritore, discarica) oppure tutti li vorrebbero a portata di mano (ospedali, scuole, campi sportivi, piscine) quindi il "dove" è quasi inutile chiederlo. Anche sul "chi paga" le risposte rischiano di essere scontata. C'è sempre un qualche "altro" che deve pagare.
La democrazia rappresentativa che utilizziamo (diversa dalla democrazia diretta che ormai non esiste quasi piu' da nessuna parte) prevede che queste decisioni siano tecniche. Questo apre la porta alla commistione tra politici in cerca di mangiate e tecnici disposti a firmare qualsiasi cosa pur di avere una fetta (o anche solo il lavoro).
Allora, voi cosa fareste?
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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda Stefano'62 il 23/12/2011, 11:21

franz ha scritto: .....in un paese in cui tutti sono allenatori di calcio, presidenti del consiglio, amministratori dellegati della FIAT.....

Per il calcio non lo so (nulla me ne frega),
ma quanto al fatto che tutti sono presidenti del consiglio,o di qualche amminsitrazione etc.,è perchè in realtà non ce n'è nemmeno uno di competente e autorevole,ma sono tutti la per mangiare alle nostre spalle e basta.
La gente se ne rende conto,e allora molto legittimamente parte la critica e il solito "io invece farei così".
La Casta farebbe meglio dunque ad ascoltarle queste "chiacchiere da bar" e queste "formazioni da bar sport",chissà che quei volgari cialtroni non imparino qualcosa da qualcuno che conosce la vita reale meglio di loro.
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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda lucameni il 23/12/2011, 16:38

Bè io tanto per cominciare eliminerei proprio la legislazione falsamente emergenziale che incentiva le mangiatoie e le gelatine. Ad esempio quella imbastita da Lunardi su ispirazione di Pomicino, tanto per intenderci.
E da subito, con buona pace delle grandi imprese, ben ammanicate con la politica meno limpida, inizierei a imbastire tante opere di modernizzazione e manutenzione dell'esistente; anche sul versante idrogeologico, che in Italia è quello più a rischio.
Ritengo che a differenza delle grandi opere stile Moretti-Bertolaso, dove impazzano subappalti poco limpidi e forieri di uno sfruttamento di manodopera mal pagata, tante opere medio-piccole potrebbero avere come effetto un indotto autentico sui lavoratori e imprese; e quella modernizzazione delle infrastrutture che ad oggi in Italia manca e che è concentrata non su tutta la Penisola ma solo in pochi luoghi, pubblicizzatissimi, e sulla base di progetti volutamente costosissimi.
L'esempio è molto facile ma chi ha visto ieri a "servizio pubblico" il reportage sui pendolari credo si sia fatto un'idea di cosa voglia dire mistificazione, uso distorto e truffaldino delle risorse pubbliche.
Il dramma è che la politica "riformista" di tutto questo ancora non si è fatto carico ed invece pare, in nome di una mal compresa modernizzazione (ammesso che vi sia da parte di lorsignori poi tutta questa buona fede), che si voglia continuare allegramente con questo andazzo. Anche nell'era dei tecnici (che però nella loro vita precedente magari avevano interessi professionali a supportare questo sistema).
Invece di chiedere conto a questi manager scialacquatori ed arroganti, fanno a gara per esaltarli in nome di quella modernizzazione che in realtà, almeno dal lato servizi, viene negata al 95% del territorio e dei cittadini.
Sono paradossi tutti italiani, altrove mai visti.
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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda flaviomob il 26/12/2011, 2:36

‎"Se vi sento dire la parola TAV sparo. Se vi sento dire che la Tav, l’alta velocita’, è indispensabile, necessaria al progresso, tiro su dal pozzo il Thompson che ci ho lasciato dalla guerra partigiana. Perché d’inevitabile in questo stolto mondo c’è solo l’incapacità della specie a controllare la suo conigliesca demografia, le sue moltiplicazioni insensate."

(Giorgio Bocca, http://www.notav.info/news/giorgio-bocc ... veva-cosi/ )


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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda franz il 26/12/2011, 15:07

flaviomob ha scritto:‎"Se vi sento dire la parola TAV sparo. Se vi sento dire che la Tav, l’alta velocita’, è indispensabile, necessaria al progresso, tiro su dal pozzo il Thompson che ci ho lasciato dalla guerra partigiana. Perché d’inevitabile in questo stolto mondo c’è solo l’incapacità della specie a controllare la suo conigliesca demografia, le sue moltiplicazioni insensate."

(Giorgio Bocca, http://www.notav.info/news/giorgio-bocc ... veva-cosi/ )

Sarà, caro Giorgio, ma noi ora siamo andando rapidamente verso il declino e altri sono gli astri nascenti.
Tuttavia ovunque ci sia uno stato "socialista" (dove lo stato è forte e omnipotente e il privato è a caccia di soldi facili) la corruzione è un pericolo sempre in agguato.

La «spada cinese» da 500 km/h - Nel design dovrebbe ricordare un'antica spada cinese. Testato a Pechino il nuovo treno ad alta velocità che potrebbe raggiungere i 500 chilometri l'ora. Il presidente della Csr, l'azienda produttrice, Zhao Xiaogang ha precisato che il treno non viaggerà necessariamente al massimo della sua velocità. Uno scontro tra due treni ad alta velocità in luglio è costato le vita a 40 persone e da allora la costruzione di nuovi treni superveloci ha subito una battuta di arresto. A febbraio il ministro delle ferrovie Liu Zhijun, figura chiave dello sviluppo del settore, è stato rimosso per accuse di corruzione che devono ancora essere giudicate in tribunale (Reuters)
http://www.corriere.it/foto_del_giorno/ ... 1226.shtml
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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda lucameni il 26/12/2011, 15:47

Anche le autostrade sono indispensabili e significano progresso.
Se però si fa in quel modo la salerno-reggio calabria allora c'è qualcosa che non funziona.
Quindi non mi sembra molto sensato paragonare quello che avviene in altri paesi del mondo, con altri sistemi contrattuali, altra geografia, altro sviluppo dei trasporti tutti (locali e non).
Mi pare sensato semmai prendere atto di una situazione tutta italiana e da qui partire; non certo fare tabula rasa di quello che realmente esiste in virtù di quello che avviene all'estero, ammesso e non concesso che siano sempre e comunque opere e progetti degni di essere copiati.
In Germania e in Francia mica hanno avuto Cirino Pomicino e Lunardi con relativa legislazione. Mica hanno una gelatina come da noi. Mica hanno spese come da noi. Mica hanno una geologia come la nostra.
Perchè bypassare tutto questo?
In nome del progresso?
Premesso che nessuno ha mai detto che non si devono fare le opere pubbliche (dipende sempre quali), fermo restando l'oggettiva cementificazione che ha caratterizzato questi decenni italiani, io non lo chiamerei progresso se si impegano tutte le risorse disponibili per opere monstre e si lascia - ad esempio il 95% dei viaggiatori in balia di strutture da quarto mondo.
Il motivo di queste scelte da parte dei Moretti di turno è chiaro. Bertolaso docet.
Dispiace semmai che questa "opacità" (per usare un eufemismo) sia giustificata poi dagli organi di informazione che non informano come qualcosa di inevitabile.
Se poi anche di fronte all'evidenza di una situazione tutta italiana, all'assurdità di tante scelte, ci si appella al "progresso" allora c'è poco da dire.
Andiamo avanti a buttare via soldi regalandoli alla società per lo stretto di messina (tutti soldi pubblici) e tanti saluti.
Ricordo che secondo Berlusconi nel 2012 lo stretto doveva essere inaugurato.
Temo siano un tantino indietro.
Quindi: un "progressista" direbbe di andare avanti e proseguire sulla scia di quanto fatto in altri paesi dove sono stati costruiti ponti strepitosi; un "cavernicolo" direbbe di fermare tutto e impiegare quei soldi magari nella gestione e nella messa in sicurezza del territorio.
(questione - anche - di priorità)
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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda franz il 27/12/2011, 17:54

lucameni ha scritto:In Germania e in Francia mica hanno avuto Cirino Pomicino e Lunardi con relativa legislazione. Mica hanno una gelatina come da noi. Mica hanno spese come da noi. Mica hanno una geologia come la nostra.
Perchè bypassare tutto questo?

la geologia delle Alpi (quindi Francia, Svizzera, Austria e Slovenia) è più complicata di quella appenninica.
Idem per i Pirenei (quindi Spagna e ancora Francia).
Quanto ai cirino pomicino ed ai lunardi hai ragione ma chi li ha votati?
I tedeschi? I francesi?
Ti lamenti di Moretti e delle FFS?
Bene, allora privatizzaamo e liberalizziamo (come in campo ferroviario ha fatto UK e Svezia) e vediamo se la competizione indurrà tutti a fare peggio o qualcuno a fare meglio.
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Re: Grandi opere, grandi mangiate

Messaggioda lucameni il 27/12/2011, 18:02

Stessi progetti?
Non dovremmo lamentarci?
Dovremmo pensare che la legge obiettivo sia una cosa limipida e degna in un paese civile ed idem quello che ha combinato Lunardi?
Il Mugello dice qualcosa?
Fin tanto le scelte politiche saranno dettate innazitutto da interessi privati non ci sarà liberalizzazione che tenga. Perchè sarà tuto fasullo, come sta capitando adesso.
A me pare che quello che sta avvenendo col ponte di Messina (e non solo), ogni giorno con soldi pubblici buttati via, sia osceno.
Vorrei capire dove sta il progresso e la modernità.
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