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Manovra ... ennesima

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Manovra ... ennesima

Messaggioda franz il 29/11/2011, 23:53

TAGLI E NUOVE TASSE
Allo studio una manovra da 20 miliardi
Pensioni: i contributi saliranno oltre i 40anni

Governo Monti, indiscrezioni confermate dai tecnici
Altra misura previdenziale, blocco totale del recupero dell'inflazione


MILANO - Dalla cortina di riservatezza che protegge l'operato del governo Monti filtra una prima cifra. Potrebbe valere 20 miliardi la manovra che l'esecutivo, appena dotato di viceministri e sottosegretari, si appresta a varare per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Secondo quanto si apprende da tecnici al lavoro in questi giorni sui conti, con l'ipotesi di un calo del Pil dello 0,5% servirebbe una correzione di 20 miliardi comprensiva di 4 miliardi della delega fiscale.

Berlusconi: «No alla patrimoniale» PENSIONI: SOGLIA MINIMA OLTRE I 40 ANNI- Tra le misure che il governo sta studiando per la manovra economica potrebbe esserci il blocco totale del recupero dell'inflazione per le pensioni per il 2012. L'intervento, secondo quanto ha appreso l'Ansa da tecnici che stanno lavorando alla manovra, varrebbe 5-6 miliardi compreso il blocco della perequazione già previsto per le pensioni più alte. Altra indicazione che trapela: potrebbe aumentare la soglia minima dei 40 anni di contributi necessari ora per la pensione indipendentemente dall'età anagrafica. Secondo quanto si apprende tra le ipotesi allo studio del Governo c'è un innalzamento tra i 41 e i 43 anni di contributi per uscire dal lavoro a qualsiasi età.
www.corriere.it


sul blocco totale sono in netto disaccordo ma è anche possibile che il governo conosca dettagli sullo sviluppo dell'inflazione che noi non sappiamo. Il blocco al massimo lo farei per le pensioni che superano di tre volte il minimo.
Ottimo l'innalzamento per l'anzianità.
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Re: Manovra ... ennesima

Messaggioda cardif il 30/11/2011, 1:50

franz ha scritto:Il blocco al massimo lo farei per le pensioni che superano di tre volte il minimo.

Il governo uscente ha già provveduto.
LEGGE 15 luglio 2011 , n. 111 http://www.ice.it/GAZZETTA_UFFICIALE.pdf
All’articolo 18: il comma 3 è sostituito dal seguente:
«3. A titolo di concorso al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, per il biennio 2012-2013, ai trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS, la rivalutazione automatica delle pensioni, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, non è concessa, con esclusione della fascia di importo inferiore a tre volte il predetto trattamento minimo INPS con riferimento alla quale l’indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato, per il predetto biennio, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, nella misura del 70 per cento. Per le pensioni di importo superiore a cinque volte il predetto trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base della normativa vigente, l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.»

La legge iniziale (Dlgs 30/12/92 n. 503 - riforma Amato) aveva previsto la perequazione della pensione in base all'aumento del costo della vita, calcolato dall'Istat, per consentire di conservare il potere d'acquisto nel tempo.
Lasciamo stare come l'Istat calcola questo aumento, ma lo Stato ha ridotto questa compensazione tassandola; quindi il potere d'acquisto si riduce.
L'inflazione è in aumento: "Indici ISTAT (FOI) - Le variazioni del costo della vita
ISTAT - INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO PER LE FAMIGLIE DI OPERAI ED IMPIEGATI (Nazionale)
Variazione annuale da Ottobre 2010 a Ottobre 2011 + 3,2%
Variazione biennale da Ottobre 2010 a Ottobre 2011 + 5,0%"
E le pensioni perdono valore, bloccandone il recupero (parziale) dell'inflazione.
Sono d'accordo sul fatto che una pensione alta possa 'perdere' qualcosa; ma anche un reddito alto. Fosse per me, metterei un'aliquota irpef del 46% oltre i 100.000 euro (oggi è il 43% oltre i 75.000 euro) di imponibile annuo. O qualcosa di simile. Comporterebbe il 3% di tasse in più. Per un reddito di 100.000 euro l'anno sarebbero 58 euro in meno al mese, compreso 13^. Non mi pare granché.
Perché guardare solo alle pensioni? Capisco che così si fa subito cassa: già da gennaio pensioni più leggere.
Però mantenere ferme le pensioni basse non va a favore dei consumi.
Spero che si parli quanto prima di altre misure contro l'evasione, oltre alla tracciabilità.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Manovra ... ennesima

Messaggioda franz il 30/11/2011, 10:19

cardif ha scritto:Perché guardare solo alle pensioni? Capisco che così si fa subito cassa: già da gennaio pensioni più leggere.
Però mantenere ferme le pensioni basse non va a favore dei consumi.
Spero che si parli quanto prima di altre misure contro l'evasione, oltre alla tracciabilità.

Perché le pensioni sono il maggior capitolo di spesa dello stato e da 20 anni si va dicendo che spendiamo piu' degli altri paesi europei (cosa oggettivamente vera). Sono comunque d'accordo che non bisogna fermare i consumi frenando le pensioni basse, per un problema di socialità, ma è chiaro che qualsiasi tassa diretta o indiretta si decidea di mettere, va a scapito dei consumi. Si tolgono soldi dalle tasche dei contribuenti, che altimenti potrebbero spendere o investire.
La via principale quindi non è aumentare le tasse, ma diminuire le spese (migliorando la qualità della spesa).
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Re: Manovra ... ennesima

Messaggioda Robyn il 03/12/2011, 13:45

Ma non credo che il PD a seguito dell'appoggio all'esecutivo Monti accusi perdite anche perche se la fascia media di età del paese si alza è inevitabile la riforma.Giustamente Bersani usa prudenza,gioca un pò,tergiversa un pò,la prudenza non è mai troppa,ma allo stesso tempo non si capisce a cosa serve andare oltre i 40 anni d'età.Inoltre il blocco dell'inflazione dovrebbero interessare le pensioni più alte ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 03/12/2011, 17:23, modificato 1 volta in totale.
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Re: Manovra ... ennesima

Messaggioda flaviomob il 03/12/2011, 14:00

Un conto è lavorare 40 anni in catena di montaggio o facendo i turni di notte come infermiere in ospedale. Un altro è, che so, insegnare 18 ore la settimana (dove tra l'altro l'esperienza aumenta la qualità del professionista) o star dietro ad una scrivania...


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Re: Manovra ... ennesima

Messaggioda Robyn il 03/12/2011, 17:12

Fatte queste riforme la sinistra italiana risulterà profondamente cambiata,più sul modello europeo
Parlare di partito socialdemocratico mi sembra un pò anacronistico anche perchè la sinistra non è mai uguale a sè stessa.Più sul modello del labour,del modello scandinavo.In qualche modo affronta i nodi e và oltre gli ostacoli
ciao robyn
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Re: Manovra ... ennesima

Messaggioda franz il 04/12/2011, 10:08

flaviomob ha scritto:Un conto è lavorare 40 anni in catena di montaggio o facendo i turni di notte come infermiere in ospedale. Un altro è, che so, insegnare 18 ore la settimana (dove tra l'altro l'esperienza aumenta la qualità del professionista) o star dietro ad una scrivania...

Vero, ma questo poteva essere ancora piu' vero 40 o 50 anni fa, quando chi lavorava in un settore lo faceva poi per tutta la vita, spesso nella stessa fabbrica o nello stesso luogo. Nulla vieta oggi che, con un percorso di riqualificazione, chi ha lavorato 25 anni alla catena di montaggio non passi a lavori meno pesanti, invece di pretendere un prepensionamento. Insomma anche se uno ha iniziato a lavorare a 16 anni, puo' essere utile alla società anche a 60. Non per forza facendo lo stesso lavoro del secolo scorso. E tra l'altro, la catena di montaggio oggi ha poco a che vedere con quella di 40 anni fa.
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Re: Manovra ... ennesima

Messaggioda Robyn il 04/12/2011, 11:05

Sono d'accordo con Cesare Damiano sui 40 anni e cioè prevedere un meccanismo di flessibilità uguale a quello usato per le pensioni di anzianità.Se si và un pò prima a 40 anni di contributi indipendentemente dall'età si ha un pò meno se si và oltre i 42 anni si ha un pò di più.E l'unico modo per "addolcire" la riforma e riempire tutte le caselle.Esiste poi il capitolo pubblico impego.Dal momento che le retribuzioni nel pubblico impiego sono aumentate molto di più che nel privato c'è il blocco dell'adeguamento all'inflazione e di nuove assunzioni.Mi pare che le pensioni sotto i 1000 euro sono già state escluse dal blocco dell'adeguamento all'inflazione.Quindi riempite tutte le caselle l'esecutivo può approvare manovra+riforme strutturali
ciao robyn
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Re: Manovra ... ennesima

Messaggioda franz il 04/12/2011, 13:44

Robyn ha scritto:Sono d'accordo con Cesare Damiano sui 40 anni e cioè prevedere un meccanismo di flessibilità uguale a quello usato per le pensioni di anzianità.Se si và un pò prima a 40 anni di contributi indipendentemente dall'età si ha un pò meno se si và oltre i 42 anni si ha un pò di più.

Sai che difetto ha una simile idea (come in genere ogni proposta sulle pensioni di anzianità che non sia la totale abolizione)?
Che chi ha un basso salario fa 4 conti e sa che non gli conviene andare prima, perché ci perde troppo.
Mentre chi ha uno stipendio notevole invece se ne va in pensione prima.
Ecco che quindi se volessimo passare ad un sistema di diritti uguali per tutti rimarremmo ancorati ad un sistema per cui chi ha un reddito elevato ha diritti e convenienze superiori a chi ha bassi salari.
Contento Damiano, bene per lui ma non mi sembra molto di sinistra.
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Caro presidente no, così non va

Messaggioda franz il 04/12/2011, 15:57

TROPPE TASSE E POCHI TAGLI
Caro presidente no, così non va

Caro presidente,

Lei conosce perfettamente l'importanza storica per il nostro Paese e per l'Europa (oseremmo dire per il mondo intero) delle decisioni che il suo governo oggi assumerà. Dobbiamo confessarle, con tutto il rispetto per il compito difficilissimo che Lei sta svolgendo, che le indiscrezioni che leggiamo sui giornali ci preoccupano e speriamo davvero che Lei e il Suo governo le smentiscano con i fatti.

Quattro erano i punti che a noi parevano essenziali. Primo, per quanto riguarda i conti, ridurre le spese, più che aumentare le tasse. Secondo, preoccuparsi non tanto del saldo della manovra, ma della sua qualità, soprattutto guardando agli effetti sulla crescita. Terzo, dal punto di vista del metodo e del significato politico (anche questo importante) abbandonare la concertazione, perché comunque a quel tavolo non hanno accesso i giovani e chiunque non ha rappresentanza. Infine attaccare senza esitazioni i costi della politica e chiudere i mille canali che consentono di evadere le tasse. Insomma, dare un segnale netto.

Leggiamo invece che dopo i passi iniziali, che sembravano assai incoraggianti, la manovra si sta delineando secondo le solite modalità: aumenti di imposte, pochissimi tagli, incontri con le cosiddette parti sociali (cioè concertazione), nessuna riduzione dei costi della politica.

Punto primo. Tutti gli studi (sia accademici che del Fondo monetario internazionale che della Commissione europea) concordano sul fatto che gli aggiustamenti fiscali fatti aumentando le aliquote hanno creato recessioni più forti di quelli che hanno operato riducendo le spese. Non solo: la spirale di aumenti di aliquote, recessione, riduzione di gettito, tende a creare un circolo vizioso in cui l'economia si avvita in una recessione sempre più grave. Quella di cui leggiamo è una manovra fatta per tre quarti di maggiori tasse e solo per un quarto di minori spese.

Il peso delle imposte in Italia è sopra la media europea (già elevata). Se poi vogliamo considerare l'equità, gli aumenti delle aliquote Irpef colpirebbero anche le classi medie e si sommerebbero alla reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. Non sono solo i super ricchi quelli colpiti dagli aumenti dell'Irpef che, a quanto leggiamo, Lei proporrebbe. 75mila euro lordi l'anno (la soglia oltre la quale inizierebbe l'aumento dell'aliquota) corrispondono a poco più di 3.800 euro netti al mese. Per ridurre il deficit, invece di alzare le aliquote, perché non tagliare un po' di sussidi alle imprese? La Tabella A1 della Relazione trimestrale di cassa al 30.6.2010 riporta 15,5 miliardi di trasferimenti a imprese pubbliche e private, cioè oltre 30 miliardi di euro l'anno. Sono tutti davvero necessari? Quanti premiano imprenditori più abili a muoversi nei corridoi dei ministeri che ad innovare?

E perché non agire coraggiosamente contro il peso di un impiego pubblico esorbitante e talvolta inutile? Fino a pochi giorni fa si pensava che l'intervento sulla previdenza avrebbe prodotto risparmi per oltre 10 miliardi. Ora siamo a 6, di cui metà provenienti dall'eliminazione dell'adeguamento all'inflazione, una misura che ridurrà i consumi.

Punto secondo: la crescita. Molto più di un saldo di 25 o 15 miliardi, ciò che conta è un segnale di svolta sulle riforme strutturali. Come Lei ben sa, il nostro problema non è il deficit, ma il rapporto fra debito e prodotto interno. Per ridurlo non basta mantenere un saldo positivo al numeratore: occorre che aumenti il denominatore, cioè la crescita. La riforma dei contratti di lavoro sembra scomparsa ed è invece condizione sine qua non per la crescita. E poi riforma della giustizia, cominciando da una riduzione drastica delle sedi giudiziarie, e liberalizzazione delle professioni. È fondamentale che domani Lei offra delle proposte concrete e credibili su questi temi e si impegni ad andare avanti anche a costo di affrontare le proteste virulenti di chi difende solo interessi di parte.

Punto terzo: il metodo. Con infinti e tediosi incontri con questa o quella rappresentanza si ritorna al solito problema italiano: viene colpito chi lavora e non evade le tasse, mentre nulla si fa per tagliare la spesa pubblica. Quante volte Lei stesso lo ha scritto su questo giornale? Infine non si dimentichi che i segni sono importanti. Sappiamo che non può eliminare i vitalizi, ma può tagliare in modo drastico i trasferimenti agli organi istituzionali: ad esempio Camera e Senato. Avrà contro mille parlamentari, ma avrà dalla sua parte 50 milioni di cittadini.
Le Sue immagini insieme alla signora Merkel e al presidente Sarkozy ci hanno riempito di orgoglio, come italiani, dopo tante umiliazioni. Il mondo ci sta guardando: non è più tempo di passi felpati. Ci vuole una risposta nuova, oseremmo dire «rivoluzionaria».

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi4 dicembre 2011 | 12:26
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