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Ma chi sono questi black block?

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Ma chi sono questi black block?

Messaggioda pianogrande il 16/10/2011, 10:01

Intanto mi risulta chiarissimo a che cosa servono.
Servono a sputtanare qualsiasi movimento democratico e non violento.
Servono a ridare fiato a chi è oggetto della contestazione (vedere le reazioni scomposte dei galoppini del berlusca).

Questa è la cosa più strana.
Il nostro governo che è il principale responsabile del fatto che a Roma non si sia potuta svolgere una manifestazione democratica e non violenta, addirittura, si fa forte di questo suo colpevole fallimento.

A prescindere da ogni (doverosa) indagine sui mandanti (e ce ne devono essere vista la perfetta organizzazione di questa masnada di imbecilli) quello che colpisce è il fatto che sia successo solo da noi (perché succede solo qui? Titola la stampa).

Non è nuovo questo argomento.
Da ragazzino, ci meravigliavamo, io ed altri coetanei, della arrogante maleducazione e sciatteria di tanti turisti tedeschi che, al loro paese, godono fama di persone disciplinatissime e ben educate ma che, appena passavano il confine, passavano ad atteggiamenti ed abbigliamenti che a casa loro non si sarebbero mai permessi.

A prescindere da eventuali mandanti italiani (da accertare con indagini serie), questi qua, se dovevano fare una delle loro azioni criminali, quale piazza dovevano scegliere?
Roma, of course.

Hanno scelto benissimo.
Si sono potuti permettere quello che non si sarebbero potuti permettere a Parigi o a Berlino etc.

Stiamo diventando meta di turismo delinquenziale?

Maroni risponderà in parlamento a domande come questa?
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda franz il 16/10/2011, 10:10

Piacerebbe a tutti scoprire che sono solo provocatori prezzolati.
Intanto pero' Repubblica cosi' titola:

Roma, in azione i duri dei centri sociali

Acrobax, Gramigna e Askatasuna
"Tra di loro i nuovi brigatisti"

a Roma i duri dei centri sociali. Viminale in allarme. Casarini: un problema per il movimento. "Questa manifestazione è un punto di non ritorno per i contestatori". L'identikit degli incappucciati di CARLO BONINI

ROMA - Racconta chi non si è girato dall'altra parte - e ora raccomanda Iddio di non essere citato con nome e cognome - di aver riconosciuto tra i "neri" i torinesi di "Askatasuna", i "Carc" di Rovereto, i padovani di "Gramigna". Qualcuno assicura di aver intravisto facce note dei romani di "Acrobax". Qualche ultras della Roma e del Cosenza. Addirittura operai di Pomigliano, "o almeno così dicevano di essere". Già, "i neri". Ma chi sono, davvero? Chi sono i 500, i 1000, i 1.500 (i numeri sono e resteranno ballerini) che, in un solo pomeriggio, si sono presi una piazza che non è la loro e un movimento che grida di non volerli?

"Neri" è una semplificazione cromatica. Utile come ogni semplificazione, ma che tale resta. Vecchia già un anno fa, e a maggior ragione oggi. Dunque? Il fiotto di furia sociopatica che per un giorno si mangia le strade di Roma mette d'accordo per una volta le voci trasparenti e assai preoccupate della piazza, le analisi felpate degli analisti dell'Aisi (il nostro controspionaggio) e quelle del Dipartimento di Pubblica sicurezza. "Questa gente, sono i nostri nemici - strilla nel suo cellulare Luca Casarini, dal cassone di un camion con cui sta portando una decina di migliaia di persone verso marciapiedi sicuri - A questo punto, il Movimento deve avviare una riflessione seria, profonda, senza ipocrisie per dirsi che questi sono innanzitutto un nostro problema". Che è poi quello che pensa Andrea Alzetta di "Action": "Dobbiamo andare a un regolamento al nostro interno con alcuni centri sociali".

Già, il Movimento ha un problema. E non solo il Movimento. Perché quello che è accaduto ieri non ha nulla a che vedere con i "ragazzini" del 14 dicembre 2010. Con quello che allora segnalò lo scarto di rabbia di una generazione di invisibili cui è stato rubato il futuro. O con l'intelligenza pacifica dei "Draghi ribelli" che appena 48 ore fa hanno assediato la Banca d'Italia. Appena giovedì sera, durante la riunione del "Casa" (il Comitato di analisi strategica antiterrorismo), l'Aisi ha consegnato una lunga nota che nel definire una mappa articolata della galassia antagonista, usa parole gravi. "La mobilitazione del 15 - si legge - segna un punto di non ritorno e lo snodo per le future dinamiche contestative". Il 15 ottobre doveva essere ed è stato uno spartiacque.

Per chi? "Dire genericamente centri sociali o antagonisti è un errore - spiega un alto dirigente della nostra Antiterrorismo - Non aiuta la comprensione. Chi ha colpito a Roma, lo aveva pianificato. È una frangia di sofferenza sociale e politica assolutamente minoritaria che non ha neppure una parvenza di struttura organizzativa che non sia un servizio di messaggistica su blackberry o I-phone. Che indubbiamente gravita intorno ad alcuni luoghi. Alcuni centri sociali. Non tutti. Che nulla ha a che vedere né con la sinistra politica, né con quella radicale. Che non ha nella sinistra politica e radicale i suoi "cattivi maestri". Ma proprio qui sta la loro pericolosità. Sono isolati. Non hanno altro progetto che non sia la manifestazione nichilista del loro odio. Annidano il germe di una possibile nuova stagione di violenza di stampo brigatista. E in questo contesto cercano di saldarsi con un disagio sociale che ormai abbraccia fette sempre più consistenti del Paese. A cominciare dagli studenti e gli operai".

È un'analisi che richiama lugubri accenti di un altro secolo, il 900. Di un'altra drammatica stagione di crisi e transizione (gli anni '70). E che, tuttavia, trova un calco nelle parole, anonime, del post ("una provocazione", secondo molti) che, alla vigilia della manifestazione di ieri, era finito sulla bacheca elettronica di "Indymedia", suscitando la discussione di chi ne voleva la rimozione. "Compagn tutt - si leggeva - sapete già che il 15 Ottobre prox 2011 a Roma si terrà la manifestazione contro il sistema, e lo specifico è proprio questo: seppur si siano accodati a cose fatte Cgil e suoi lacché, l'iniziativa (europea) nasce con spirito sorprendentemente rivoluzionario. Pare che col crollo di tutto ciò che può crollare di organico al sistema capitalista anche i sassi inizino a muoversi. L'occasione è unica. Sicuramente le forze di polizia ci attaccheranno, anche non dovesse esserci il minimo intento conflittuale (che comunque ci sarà e deve esserci da parte nostra). Dobbiamo tutti, rivoluzionari di ogni tendenza che saranno lì per rabbia e coscienza del baratro nel quale ci vogliono gettare definitivamente, combattere!!!!! Non come a Genova nel 2001! Non come il 14 dicembre 2010! Non dobbiamo fermarci! Portare con sé di "tutto" per prendere e tenere la piazza! (...) I compagni di ogni dove si stanno preparando per il 15: i compagni della Val Susa (onore a loro), gli operai, gli studenti, gli emarginati di sempre... ma non cadiamo nella retorica... Combattere!".

"Nessuno oggi può dire quali mani abbiano firmato quel post - chiosa una fonte dell'Aisi - certo, somiglia a un abbozzo di manifesto, a un decalogo di intenti per una stagione che di qui alle prossime settimane avrà altri importanti appuntamenti di piazza. È una sorta di prima conta". Il tempo dirà se le cose stanno così. Ma non sarà un tempo lungo. I "neri" hanno messo in moto le lancette dell'orologio. E nessuno, da oggi, potrà fingere di non essersene accorto.

(16 ottobre 2011) www.repubblica.it
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda cardif il 16/10/2011, 11:00

Non so se sottovaluto, ma scrivere che "Pare che col crollo di tutto ciò che può crollare di organico al sistema capitalista anche i sassi inizino a muoversi" è un incitare a lanciar sassi a prescindere.
Dire che l' "intento conflittuale (che comunque ci sarà e deve esserci da parte nostra)" è una proposta di violenza a prescindere.
Le motivazioni?
"La manifestazione contro il sistema capitalistico" e la "rabbia e coscienza del baratro nel quale ci vogliono gettare definitivamente,"
Affermazioni apodittiche e per niente propositive.
E comunque non mi pare che siano questi i metodi e queste le motivazioni dei manifestanti.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda ranvit il 16/10/2011, 11:13

Credo che l'articolo di Repubblica abbia colto nel segno! Poche scuse, sono italiani!

Personalmente sarei per l'usa della forza, ma forte... Vedere questi teppisti arrampicarsi sui blindati della polizia e/o tirare sassi a mitraglia mi fa chiedere: ma dove sta scritto che dobbiamo sopportare queste scene?
Questi sono gli stessi imbecilli delinquenti che affollano gli stadi con la scusa della passione sportiva.

Non si potrebbe sparagli....semmai con pallottole di gomma :? ? E poi metterli in galera per i prossimi 50 anni???
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda pianogrande il 16/10/2011, 11:34

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ref=HREA-1

La polizia "in trappola".

Insisto come tanti.
Il controllo della situazione da parte delle forze dell'ordine risulta inadeguato.

Non c'è stato "filtraggio" se non:
"Accade infatti che prima ancora che il corteo si muova nessuno noti - o dia il giusto peso - ad almeno un centinaio di "neri" che, arrivati dalla stazione Termini, portano caschi di ogni foggia legati alla cintola o chiusi al polso. Nessuno li filtra. O, meglio, il loro filtraggio è affidato a qualche pattuglia della polizia municipale"

Le forze dell'ordine non debbono essere viste come guardaspalle del potere ma di tutta la popolazione compresi i manifestanti pacifici.
Risultano invece bloccate nella rigida protezione della "zona rossa".
Il resto conta poco.

Molto significativo questo articolo.

Come cittadino dico, semplicemente, che queste cose non devono succedere e mi chiedo, ripetendo il titolo della Stampa:
"Perché succede solo qui"'.

Spero che Maroni, in parlamento non venga a raccontarci quanto sono cattivi questi "neri" (quello lo sappiamo).
Spero venga a fare una analisi della situazione in Italia ed a spiegarci quel perché.

-------------------

P.S. Attenzione ad un'altra "trappola": democrazia uguale debolezza e permessivismo, ergo, ci vuole la dittatura per riportare l'ordine.
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda franz il 16/10/2011, 11:43

pianogrande ha scritto:Come cittadino dico, semplicemente, che queste cose non devono succedere e mi chiedo, ripetendo il titolo della Stampa:
"Perché succede solo qui"'.

Rispetto a ieri è successo solo a Roma ma violenze organizzate sono successe piu' volte ad Atene, a Londra, ed in misura ridotta anche in altri posti, nel 2011 (senza molti clamori per non innescare meccanismi di emulazione).

Comunque non mi sembrano molto black
http://www.corriere.it/gallery/cronache ... 7.shtml#14 e nemmeno tutti giovani
http://www.corriere.it/gallery/cronache ... 87.shtml#8
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda pianogrande il 16/10/2011, 11:58

Franz
Se per black intendi fascisti non me ne frega molto di saperlo.
L'ultima battuta della Bindi sui radicali si dà qui per integralmente riportata.
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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda flaviomob il 16/10/2011, 13:39

Pianogrande ha assolutamente ragione. Era possibile e necessario identificare gli autori degli atti violenti e criminali bloccandoli prima che si recassero a Roma o, se residenti nella capitale, impedendo loro di farsi scudo (e alibi) del corteo.
Ieri ho visto le immagini di La7: addirittura una caserma veniva assaltata senza che vi fossero le forze dell'ordine a difenderla: come è possibile tutto ciò? Evidentemente si è fatto di tutto, o meglio si è lasciato fare di tutto perché il risultato mediatico portasse ad associare gli Indignados alla violenza criminale.
Maroni vada a casa!


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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda flaviomob il 16/10/2011, 13:59

E, naturalmente, solidarietà agli agenti feriti!


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Re: Ma chi sono questi black block?

Messaggioda pianogrande il 16/10/2011, 16:38

Solidarietà alle forze dell'ordine lasciate senza soldi (senza benzina) e quant'altro possa indebolirle.
Solidarietà ai magistrati senza scorta.
I mezzi di stato servono al trasporto delle mignotte di regime.
A quelli la benzina non manca.
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