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Il Premier,indagato,si dimette x essere libero di difendersi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il Premier,indagato,si dimette x essere libero di difendersi

Messaggioda Sandra Zampa il 06/08/2008, 23:18

Il Premier, indagato, si dimette per essere libero di difendersi dalle accuse e per salvaguardare il prestigio del Paese.


Ecco il testo integrale dell’intervento del Presidente del Consiglio, che annuncia in Parlamento le sue dimissioni:

“Sono fiero di appartenere ad uno Stato in cui un Premier può essere investigato come un semplice cittadino.

Un Premier non può essere al di sopra della legge, ma nemmeno al di sotto. Se devo scegliere fra me, la consapevolezza di essere innocente, e il fatto che restando al mio posto possa mettere in grave imbarazzo il Paese che amo e che ho l’onore di rappresentare, non ho dubbi: mi faccio da parte perchè il Primo Ministro deve essere giudicato come gli altri.

Dimostrerò che le accuse sono infondate da cittadino qualunque. Errori ne ho commessi e me ne pento. Per la carica che occupo ero consapevole di poter finire al centro di attacchi feroci. Ma nel mio caso si e’ passata la misura.”


Ehud Olmert, ex Presidente del Consiglio israeliano. Dimessosi il 31 luglio 2008 prima ancora di essere formalmente incriminato. Non per corruzione di testimoni o di dirigenti televisivi, non per compravendita di senatori, non per frode fiscale, ma per mancata dichiarazione di uno dei suoi finanziamenti elettorali (100.000 euro donati dal magnate americano Morris Talsunky).

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Re: Il Premier,indagato,si dimette x essere libero di difendersi

Messaggioda lucameni il 06/08/2008, 23:39

L'Italia - inutile ribadirlo - è un universo parallelo e al contrario.
Si entra in politica per non andare in galera (e magari salvaguardare le proprie aziende oberate dai debiti).
Quello che altrove è un qualcosa di cui vergognarsi e scontare, da noi è motivo di vanto.
E poi c'è qualcuno che ci parla di "paese normale". No comment.
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Re: Il Premier,indagato,si dimette x essere libero di difendersi

Messaggioda franz il 07/08/2008, 8:18

lucameni ha scritto:E poi c'è qualcuno che ci parla di "paese normale". No comment.

Non lo siamo ma dovremmo esserlo e dovremmo mettere in atto politiche tese a quel risultato.
Essere un paese normale è pur sempre un obiettivo, mi pare.
Il problema è come diventarlo.
Se tutti, chi governa e chi è all'opposizione, a parti invertite quando c'è l'alternanza, continuamo ad agire come sempre, non lo diventeremo mai. Se almeno una parte inizia a comportarsi normalmente, vedo qualche speranza.

Per rimanere nel tema Olmert, va notato che il fatto avviene in un giovane paese che è sotto continuo attacco terroristico, con una storia breve costellata di guerre, anche recenti (fu proprio Olmert ad attaccare il Libano del Sud) eppure il fatto non è stato usato come giustificazione (pur comprensibile) per rimanere al potere in un momento difficile.
Questo rende ancora piu' pregevole il gesto di Olmert.

Da noi solo Di Pietro ha fatto una cosa simile (e le accuse erano pure false) ma tutto il resto del nostro establishment (vedere Bassolino) non si schioda dalle sedie quando viene indagato. In pratica per liberare le sedie occorre proprio incarcerarli, come con Del Turco. Per non parlare di Mastella che quando è stato toccato da una indagine (la moglie) ha fatto cadere tutto il governo con l'alibi della mancata solidarietà.

Ciao,
Franz
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Re: Il Premier,indagato,si dimette x essere libero di difendersi

Messaggioda ranvit il 07/08/2008, 10:53

lucameni ha scritto:L'Italia - inutile ribadirlo - è un universo parallelo e al contrario.
Si entra in politica per non andare in galera (e magari salvaguardare le proprie aziende oberate dai debiti).
Quello che altrove è un qualcosa di cui vergognarsi e scontare, da noi è motivo di vanto.
E poi c'è qualcuno che ci parla di "paese normale". No comment.



Magari il problema fosse solo del premier...

Temo che almeno il 70% dei politici fino al piu' piccolo siano in politica per le stesse ragioni.....ovviamente a livelli diversi in funzione delle capacità...

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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No al Lodo Alfano. Con coraggio, sì al Referendum !

Messaggioda Sandra Zampa il 07/08/2008, 16:15

No al Lodo Alfano. Con il coraggio delle buone ragioni, sì al Referendum!

L’Unità - 07 agosto 2008 - pagina 25

“Nella vita talvolta è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza“. Cito a memoria e in modo testuale queste parole di Sandro Pertini per spiegare le ragioni che mi inducono ad aderire al referendum sul Lodo Alfano.

Lo faccio con la consapevolezza che questa è certamente una sfida, forse troppo difficile da vincere nell’attuale fase politica e culturale italiana segnata da una progressiva “resa” o “rassegnazione” all’apparente impossibilità di cambiare veramente il Paese sottraendolo alla “paura” e restituendolo alla “speranza” di un futuro più giusto.

La mia adesione piena e il mio impegno a sostenere la campagna referendaria muovono dalla semplicissima e dolorosa presa d’atto che ha fatto seguito all’approvazione, il 10 luglio scorso nell’Aula della Camera, del provvedimento che regala l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato: nel mio, nel nostro Paese la legge non è più davvero uguale per tutti.

E’ questa, a me pare, una ragione sufficiente a non sottrarsi al rischio e alla fatica di una battaglia al cui campo le forze dell’opposizione si affacciano certamente con “mezzi e dotazioni” meno potenti di quelle della maggioranza: lo stato in cui versa il sistema dell’informazione, in particolar modo quella televisiva (e mi riferisco soprattutto a quella pubblica) è davvero patologico.

Meno potenti, ma non per questo meno efficaci: dalla parte dei referendari ci sono le ragioni della giustizia. Quando una causa è giusta, è giusta. Non è difficile farlo capire. Sarà difficile semmai riuscire a raggiungere con l’informazione quei “tanti” che occorrono a determinare la prima indispensabile vittoria: il raggiungimento del “quorum”.

Nei giorni scorsi ho letto con attenzione e con profondo rispetto le argomentazioni di chi sostiene la strada della non partecipazione attiva e in prima persona (sono certa che è solo in questi termini che viene indicata) alla battaglia referendaria. Sono ispirate soprattutto dal timore che la “buona battaglia” fallisca e che il prezzo politico della sconfitta sia troppo alto da pagare nella complessa situazione cui il PD sembra costretto.

Ma chi se non i democratici e le democratiche, così come tutti coloro che si sono riconosciuti nelle ragioni costitutive dell’Ulivo, deve sostenere questa fatica? Come potremmo non batterci con ogni legittimo strumento a nostra disposizione contro una norma chiaramente ad personam come il Lodo Alfano ? Una norma che ha un solo scopo. Noi siamo quelli che hanno “inscritto nel patrimonio genetico” il proprio “No” alle leggi ad personam e la difesa dei principi fondamentali della carta Costituzionale che il Lodo Alfano ferisce.

Ma noi siamo anche coloro che coltivano e praticano una concezione partecipativa della democrazia. Ogni nostro passo nel cammino incompiuto verso il cambiamento del sistema politico volto ad assegnare al “cittadino” un ruolo da “sovrano”, è stato guidato dalla volontà di aprire le porte dei partiti e della politica alla partecipazione della società.

Possiamo oggi spiegare a quanti tra loro vogliono combattere una battaglia giusta o dar voce alla propria indignazione che noi non lo faremo per ragioni di “tattica” o di posizionamento ? Noi abbiamo il dovere di essere al loro fianco. Il coraggio delle buone ragioni può restituire dignità e senso alla politica.

Torniamo a crederci. Prima di tutto noi, e convinceremo anche gli altri.

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No al Lodo Alfano. Con coraggio, sì al Referendum!

Messaggioda annalu il 08/08/2008, 9:35

Condivido la posizione di Sandra Zampa.
A volte, se si è certi di essere nel giusto, bisogna anche correre il rischio di essere sconfitti.
Intanto, raccogliere le firme per il referendum rappresenta un modo efficace di sensibilizzare i cittadini ai problemi della giustizia, e della legge non più uguale per tutti: già questo non è poco.

E poi, appunto, bisogna saper rischiare.
Non voler gareggiare per tema della sconfitta, è come riconoscersi sconfitti apriori.
Se si lotta solo quando si è in partenza certi di vincere, non ci sarebbe stata nemmeno la Resistenza antifascista!

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Re: No al Lodo Alfano. Con coraggio, sì al Referendum!

Messaggioda FreeRider il 08/08/2008, 13:44

annalu ha scritto:Condivido la posizione di Sandra Zampa.
A volte, se si è certi di essere nel giusto, bisogna anche correre il rischio di essere sconfitti.
Intanto, raccogliere le firme per il referendum rappresenta un modo efficace di sensibilizzare i cittadini ai problemi della giustizia, e della legge non più uguale per tutti: già questo non è poco.

E poi, appunto, bisogna saper rischiare.
Non voler gareggiare per tema della sconfitta, è come riconoscersi sconfitti apriori.
Se si lotta solo quando si è in partenza certi di vincere, non ci sarebbe stata nemmeno la Resistenza antifascista!

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Secondo me se uno è certo di essere nel giusto, non ha bisogno di essere sconfitto per saperlo.
In politica oltre ad essere nel giusto, cosa che legittimamente ognuno tende a ritenere, occorre soprattutto vincere.
Ed in democrazia sappiamo che chi ha ragione puo' anche perdere. Sappiamo cioè che la democrazia serve a stabilire il volere della maggioranza, non se una cosa è giusta o sbagliata. Ciò che è giusto o sbagliato lo sappiamo già da soli e non abbiamo bisogno della democrazia per avere o dare lezioni di etica.

In politica, come nell'arte militare, cio' che conta è vincere.
E' importante partecipare solo alle olimpiadi.
Per vincere devi sapere quali battaglie condurre, quali evitare.
L'avversario tenderà a condurti sul suo terreno, sui suoi campi di battaglia.
Noi dobbiamo concentrarci solo sulle battaglie che possiamo vincere.
Non serve tornare alla storia di Alessando il Grande, dovrebbe bastarci la rilettura di Antonio Gramsci.
Che di tattica e strategia in politica ha scritto pagine di grande valore.
Ora forse Veltroni non sarà mai stato comunista, come ha detto, ma secondo me da uomo di cultura che viene da una certa base PCI, l'insegnamento di Gramsci lo ha capito e profondamente assimilato.

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Re: No al Lodo Alfano. Con coraggio, sì al Referendum!

Messaggioda annalu il 08/08/2008, 18:52

FreeRider ha scritto: In politica, come nell'arte militare, cio' che conta è vincere.

Certo, vincere è sempre importante, anche alle Olimpiadi.
Però a volte bisogna saper guardare oltre all'immediato, ed avere il coraggio di esporsi in difesa dei principi nei quali si crede. Perché solo così, anche se si può perdere una battaglia, si pongono le basi per vincere la guerra.
La resa, soprattutto quando l'avversario ti attacca per primo ed a fondo, non è il modo migliore di presentarsi.

FreeRider ha scritto: Ora forse Veltroni non sarà mai stato comunista, come ha detto, ma secondo me da uomo di cultura che viene da una certa base PCI, l'insegnamento di Gramsci lo ha capito e profondamente assimilato.

Ecco, per me Veltroni ha perso ogni credibilità affermando di non essere mai stato comunista. Perché o "faceva finta" quando era segretario della federazione Giovanile Comunista, oppure ha mentito adesso. Negare semplicemente il passato non è una buona base per costruire il futuro: a casa mia si chiama opportunismo, e non credo che possa averlo appreso da Gramsci.
Diverso, e degno di tutto il mio rispetto, sarebbe stato da parte sua spiegare un percorso personale di evoluzione e cambiamento, ma non l'ha fatto.

Detto questo, è ovvio che prima di lanciarsi in una battaglia politica bisogna riflettere, ma dopo aver riflettuto bisogna anche saper distinguere tra opportunismo ed opportunità.
In politica, si vince quando si convince la maggioranza degli elettori. Dubito che un eccesso di arrendevolezza ispiri fiducia: in genere risulta più affidabile e convincente chi ha il coraggio delle proprie opinioni.

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Re: Il Premier,indagato,si dimette x essere libero di difendersi

Messaggioda matthelm il 08/08/2008, 19:22

Non sono favorevole per niente alla raccolta di firme per un referendum già fallito in partenza.
La gente ne ha piene le scatole di questa vecchia maniera di fare politica con spreco di risorse per una legge che il Presidente Napolitano ha giudicato legittimo anche se politicamente è un atto di pirateria.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Il Premier,indagato,si dimette x essere libero di difendersi

Messaggioda lucameni il 08/08/2008, 21:39

da un punto di vista meramente "etico" sarebbe, anzi è un referendum più che giusto. Indispensabile per "salvarsi l'anima":
Ma vedendo l'andazzo ho il timore che davvero alla fin fine il risultato sarebbe un autogol da paura.
A breve è possibile che la Corte Costituzionale si pronunci, se mai sarà sollevata la questione in qualche processo.
Rendiamoci conto di vivere in un paese dove la corruzione e il conflitto d'interesse è sistema, dove ormai abbiamo pochissimi anticorpi.
L'elettorato, con entusiasmo, ha confermato al governo chi ha definito Mangano un eroe, chi fa pappa e ciccia con Dell'Ultri e chi ha pensato innanzitutto ad usare le istituzioni per fini aziendali.
Cambieranno le cose?
Forse togliendo un po' di ipnotico televisivo e informando di più, ma ora come ora siamo sicuri che un referendum del genere potrebbe avere successo?
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