Politici gay e omofobi, esce la prima lista di 10 nomi

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HREC1-2
LA POLEMICA
Politici gay e omofobi, esce la prima lista di 10 nomi
Tutti di centro-destra, che hanno votato contro la legge sull'omofobia. Fra loro anche alte cariche. Nelle intenzioni dei promotori dell'operazione - condotta da un gruppo di internauti anonimi all'estero - il web-outing servirà a smascherare l'ipocrisia di chi legifera contro gli omosessuali. Ma la comunità Glbt è divisa
di MARCO PASQUA
Ci sono anche un ministro e un presidente di Regione nell'elenco di dieci politici italiani omosessuali non dichiarati e omofobi, pubblicato stamattina da un blog, nell'ambito della prima operazione di web-outing 1mai avvenuta in Italia. Un elenco secco, che riporta soltanto i nomi di esponenti del centrodestra (Pdl e Udc), alcuni anche molto vicini al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Gli autori dell'iniziativa, un gruppo di internauti anonimi presumibilmente residenti in un Paese estero, non forniscono alcun tipo di prova o dimostrazione che avvalori la loro tesi. Un'operazione che rischia di sollevare diverse questioni di carattere legale - a cominciare dalla violazione della legge sulla privacy - e che, nei giorni scorsi, ha diviso lo stesso movimento omosessuale 2, animando numerose polemiche.
La pubblicazione della lista era stata annunciata lo scorso 15 settembre, con la creazione di un sito internet, ospitato su una piattaforma americana di blogging. "Questa iniziativa nasce per riportare un po' di giustizia in un paese dove ci sono persone non hanno alcun tipo di difesa rispetto agli insulti e gli attacchi quotidiani da parte di una classe politica ipocrita e cattiva", spiegavano in un messaggio gli attivisti sul loro sito. E, ancora:
"Abbiamo deciso di iniziare con questi primi dieci nomi per far comprendere chiaramente come nel Parlamento italiano viga la regola dell'ipocrisia e della discriminazione. I politici di cui conosciamo le vere identità sessuali sono molti altri, presenti in tutti i partiti, per ora ci limitiamo a pubblicare un estratto di quelli appartenenti ai partiti che hanno votato contro la legge sull'omofobia".
Un'iniziativa che non dovrebbe rimanere isolata: "Da ora in poi quando avverranno attacchi nei confronti della comunità lgbt da parte della gerarchia cattolica, del mondo dell'informazione, della politica, ci riserveremo la facoltà di rispondere adeguatamente", promettevano nel loro messaggio di sfida.
Ispiratore morale dell'iniziativa, che sicuramente farà discutere il mondo politico, è Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia. Il 19 luglio, quando già era chiaro che la legge contro l'omofobia non sarebbe stata approvata, promise: "Smaschereremo tutti quegli omosessuali invisibili, politici, preti, uomini e donne di potere, che per nascondersi si accaniscono pubblicamente contro le libertà e i diritti delle persone omosessuali". Già in quell'occasione lasciò intendere che si sarebbe appoggiato ad alcuni non meglio precisati "siti gay indipendenti".
Nelle settimane seguenti, anche dopo essersi consultato con esperti internazionali di diritto, Mancuso ha fatto un passo indietro, cedendo il passo a questo gruppo di internauti anonimi, che si sono offerti di pubblicare i nomi dei politici. "Non so chi siano, e mi hanno contattato via e-mail", ha ripetuto più volte Mancuso. Una modalità che, però, non è piaciuta a molte associazioni Glbt e a tanti attivisti. A cominciare dal presidente di Arcigay, Paolo Patané, che ha duramente condannato l'operazione, dissociandosene.
Decisamente diverso il giudizio degli internauti interpellati dal portale Gay. it che, attraverso un sondaggio, ha raccolto il parere di circa 1500 persone: il 75% si è detto favorevole all'outing dei politici omosessuali e omofobi, "per porre fine all'ipocrisia". Contrario il rimanente 25% ("E' un'operazione dannosa, perché scatena solo polemiche contro di noi" ma anche perché "non serve a niente"). Quel che è certo, è che la pubblicazione dei nomi sarà adesso oggetto di analisi da parte del garante della privacy e della stessa polizia postale. I web-poliziotti, però, potranno ufficialmente muoversi dietro presentazione di una querela di parte (diffamazione e/o violazione di legge della privacy).
All'estero, la pratica dell'outing è abbastanza diffusa e, negli anni, è servita a "smascherare" molti casi di politici segretamente omosessuali e, al tempo stesso, contrari ad ogni tipo di legge pro-gay. L'ultimo caso è stato quello di un senatore di Porto Rico, Roberto Arango, che si era opposto alle nozze tra omosessuali: la stampa locale ha pubblicato alcune sue foto su un social network per gay. In un primo momento, Arango ha negato di aver scatto quelle cose. Poi, però, è stato costretto a dimettersi.
(23 settembre 2011)
LA POLEMICA
Politici gay e omofobi, esce la prima lista di 10 nomi
Tutti di centro-destra, che hanno votato contro la legge sull'omofobia. Fra loro anche alte cariche. Nelle intenzioni dei promotori dell'operazione - condotta da un gruppo di internauti anonimi all'estero - il web-outing servirà a smascherare l'ipocrisia di chi legifera contro gli omosessuali. Ma la comunità Glbt è divisa
di MARCO PASQUA
Ci sono anche un ministro e un presidente di Regione nell'elenco di dieci politici italiani omosessuali non dichiarati e omofobi, pubblicato stamattina da un blog, nell'ambito della prima operazione di web-outing 1mai avvenuta in Italia. Un elenco secco, che riporta soltanto i nomi di esponenti del centrodestra (Pdl e Udc), alcuni anche molto vicini al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Gli autori dell'iniziativa, un gruppo di internauti anonimi presumibilmente residenti in un Paese estero, non forniscono alcun tipo di prova o dimostrazione che avvalori la loro tesi. Un'operazione che rischia di sollevare diverse questioni di carattere legale - a cominciare dalla violazione della legge sulla privacy - e che, nei giorni scorsi, ha diviso lo stesso movimento omosessuale 2, animando numerose polemiche.
La pubblicazione della lista era stata annunciata lo scorso 15 settembre, con la creazione di un sito internet, ospitato su una piattaforma americana di blogging. "Questa iniziativa nasce per riportare un po' di giustizia in un paese dove ci sono persone non hanno alcun tipo di difesa rispetto agli insulti e gli attacchi quotidiani da parte di una classe politica ipocrita e cattiva", spiegavano in un messaggio gli attivisti sul loro sito. E, ancora:
"Abbiamo deciso di iniziare con questi primi dieci nomi per far comprendere chiaramente come nel Parlamento italiano viga la regola dell'ipocrisia e della discriminazione. I politici di cui conosciamo le vere identità sessuali sono molti altri, presenti in tutti i partiti, per ora ci limitiamo a pubblicare un estratto di quelli appartenenti ai partiti che hanno votato contro la legge sull'omofobia".
Un'iniziativa che non dovrebbe rimanere isolata: "Da ora in poi quando avverranno attacchi nei confronti della comunità lgbt da parte della gerarchia cattolica, del mondo dell'informazione, della politica, ci riserveremo la facoltà di rispondere adeguatamente", promettevano nel loro messaggio di sfida.
Ispiratore morale dell'iniziativa, che sicuramente farà discutere il mondo politico, è Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia. Il 19 luglio, quando già era chiaro che la legge contro l'omofobia non sarebbe stata approvata, promise: "Smaschereremo tutti quegli omosessuali invisibili, politici, preti, uomini e donne di potere, che per nascondersi si accaniscono pubblicamente contro le libertà e i diritti delle persone omosessuali". Già in quell'occasione lasciò intendere che si sarebbe appoggiato ad alcuni non meglio precisati "siti gay indipendenti".
Nelle settimane seguenti, anche dopo essersi consultato con esperti internazionali di diritto, Mancuso ha fatto un passo indietro, cedendo il passo a questo gruppo di internauti anonimi, che si sono offerti di pubblicare i nomi dei politici. "Non so chi siano, e mi hanno contattato via e-mail", ha ripetuto più volte Mancuso. Una modalità che, però, non è piaciuta a molte associazioni Glbt e a tanti attivisti. A cominciare dal presidente di Arcigay, Paolo Patané, che ha duramente condannato l'operazione, dissociandosene.
Decisamente diverso il giudizio degli internauti interpellati dal portale Gay. it che, attraverso un sondaggio, ha raccolto il parere di circa 1500 persone: il 75% si è detto favorevole all'outing dei politici omosessuali e omofobi, "per porre fine all'ipocrisia". Contrario il rimanente 25% ("E' un'operazione dannosa, perché scatena solo polemiche contro di noi" ma anche perché "non serve a niente"). Quel che è certo, è che la pubblicazione dei nomi sarà adesso oggetto di analisi da parte del garante della privacy e della stessa polizia postale. I web-poliziotti, però, potranno ufficialmente muoversi dietro presentazione di una querela di parte (diffamazione e/o violazione di legge della privacy).
All'estero, la pratica dell'outing è abbastanza diffusa e, negli anni, è servita a "smascherare" molti casi di politici segretamente omosessuali e, al tempo stesso, contrari ad ogni tipo di legge pro-gay. L'ultimo caso è stato quello di un senatore di Porto Rico, Roberto Arango, che si era opposto alle nozze tra omosessuali: la stampa locale ha pubblicato alcune sue foto su un social network per gay. In un primo momento, Arango ha negato di aver scatto quelle cose. Poi, però, è stato costretto a dimettersi.
(23 settembre 2011)