Capitoletto primo.
Ricordo un pranzo di tanti anni fa, una di quelle riunioni che mettevano insieme gente di famiglia e vicini di casa, vecchi amici e colleghi di lavoro. Io partecipavo sulla seggiolina dei piccoli, e come tutti i piccoli era attento a tutto.
Ad un certo momento uno dei soliti parenti lontani, che si frequentano una volta ogni tre anni, in una conversazione che verteva sulla politica, se ne uscì con una frase, esclamata beffardamente con voce forte e chiara: “ Comunque Mussolini ha fatto un culo così alla sinistra!”.
Mio nonno, che sedeva a capotavola impettito come tutti i patriarchi, sbatté gli occhi un paio di volte, guardò il disgraziato, poi si alzò in piedi puntando il dito verso mio padre, che era il primogenito e dunque il suo referente: “Figlio, mi hai ingannato – il vegliardo diventava magniloquente quando si accalorava – Mi hai fatto sedere a tavola con un caprone”.
Scostò gentilmente la sedia, si alzò in piedi, posò il tovagliolo sul tavolo, e si allontanò di un passo: “Remo, quando avete finito mi chiami”, e se ne andò a leggere il giornale sulla sedia a dondolo, in terrazza.
Mio padre fece presente all’incauto caprone che Mussolini aveva “fatto un culo così” all’Italia e al popolo intero, a tutta la politica italiana, alla democrazia, e che solo la paranoia poteva interpretare il fascismo come una lezione data “alla sinistra”, e che era indecente considerare un regime che aveva fatto violenze, morti e prigionieri, e una guerra devastante, e le leggi razziali, come una specie di scherzetto verso i comunisti.
Mi è capitato spesso, negli ultimi dieci, quindici anni, di ripensare a questo episodio, sentendo certi discorsi, certi slogan provenienti non solo dall’area berlusconiana, dove sarebbero perfettamente compatibili con quel background ideologico, ma anche dalle file di questo scombiccherato centro-sinistra.
Berlusconi ha fatto un mazzo così alla sinistra, capita di sentir dire da qualche caprone che gironzola dalle nostre parti: per molti anni è stata opinione comune e concorde, tra i democratici della più diversa estrazione, che lo ha fatto alla politica italiana, alla decenza istituzionale, alla libertà d’impresa, all’immagine dell’Italia nel mondo. Ma ora come allora i caproni non trovano di meglio nel proprio repertorio che cercare l’insulto verso la sinistra: solo che, ora, non c’è nemmeno più la giustificazione di essere o essere stati fascisti.
Doppiamente e ottusamente idioti, perché nella loro smania d’insultare nemmeno si accorgono che regalano alla sinistra un’identificazione che la sinistra per prima non si sognerebbe mai di rivendicare solo a se stessa, quella cioè con la decenza istituzionale, la libertà d’impresa e il prestigio dell’Italia nel mondo.
L’unica differenza, dal punto di vista della mia esperienza personale, è che allora certe livorose idiozie erano pronunciate da qualche imbecille in occasioni informali, caserecce, o nelle osterie, mentre oggi capita di leggerle nei forum che non tollerano le barzellette, ma anzi pretendono di essere luoghi di “confronto intellettuale”, nientedimeno che di stampo “riformista”.
Perché questa è la forse più sporca caratteristica di questi vent’anni di degrado culturale: il trionfo degli imbecilli arroganti, convinti che ogni loro flatus vocis sia espressione di “libero pensiero”.
La mia tendenza d’istinto è sempre stata quella di dialogare anche con questo genere d’interlocutori, senza arrendermi facilmente all’evidenza dell’inutilità.
Ma arriva il momento in cui bisogna alzarsi da tavola e andarsene.
Capitoletto secondo. Terra terra.
Com’era facile profetizzare, il forum si è ridotto ad essere poco più o poco meno del salottino privato di Franz e di Ranvit, che si palleggiano i discorsi come Bibì e Bibò – con il minimo sindacale di interventi di altri, che appaiono come una fogliolina di fico, tanto per conservare a fatica l’appellativo di “forum”.
Bene. Tutto è bene ciò che finisce bene.