Bassolino non firma contro il governo!!!

La raccolta di firme lanciata da Veltroni incontra alcuni problemi seri. Tanto per confermare la forte unità all'interno del PD. Non c'è unità nemmeno nell'opposizione a Berlusconi!
Da Corriere.it:
LE CRITICHE DELL'ASSESSORE REGIONALE VELARDI. DUBBI DALLA BRESSO (PIEMONTE)
Firme anti-governo, Pd diviso a Napoli
Bassolino: con Berlusconi collaboro, come faccio? La Iervolino: no, io aderisco
ROMA — Il nuovo pullman del Partito democratico non ha ancora scaldato i motori ma già sembra arrancare. Dovrebbe portare in giro per l'Italia la petizione «Salva l'Italia», raccolta di firme propedeutica alla grande manifestazione romana del 25 ottobre. Ma la tappa campana, una delle prime, è stata salutata da un imprevisto flop nelle firme, come ha raccontato per primo Il Corriere del Mezzogiorno. E da un'aperta ostilità da parte di alcuni dirigenti dello stesso Pd. A partire dal governatore campano Antonio Bassolino, che fa sapere di non avere alcuna intenzione di salire sull'autobus di Walter Veltroni: «Come faccio a firmare un appello contro il governo con il quale collaboro?». E che si contrappone al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, che annuncia invece la sua adesione. Ad aprire le ostilità era stato Ciriaco De Mita, che ha definito la petizione un'iniziativa «patetica e sconsolata». Comprensibile, visto il suo recente approdo polemico nell'Udc. Più sorprendente la posizione di altri che nel Pd ci sono ancora a pieno titolo, come l'assessore regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, secondo il quale «l'opposizione non si può fare con bus e petizioni». O come l'assessore al Turismo Claudio Velardi, già braccio destro di Massimo D'Alema, che ha parlato di un «modo insulso e vecchio di fare opposizione», rivendicando i recenti accordi stipulati con il ministro Sandro Bondi e il sottosegretario Michela Vittoria Brambilla. Ma a far discutere è soprattutto la posizione di Bassolino. Già stella luminosa del firmamento dei Ds e del Pd, oscurata di recente dall'invasione di immondizia che ha dovuto subire nelle strade della Campania, il governatore ha ripreso fiato grazie all'attenzione continua di Silvio Berlusconi per Napoli e alla collaborazione con l'esecutivo. E ora, con una lettera al Riformista pubblicata oggi, si chiama fuori dalla petizione veltroniana, citando i tanti accordi fatti con il governo, dai rifiuti ai beni culturali: «Non boicotto l'iniziativa e la ritengo legittima. Ma non confondo il mio ruolo di rappresentante nelle istituzioni con quello che ho nel partito. Non sono il segretario regionale del Pd, ma il presidente della Regione. Come potrei firmare un appello per salvare l'Italia da un governo con il quale collaboro nell'interesse dei cittadini?». Ma le perplessità verso la petizione non sono soltanto in Campania. La governatrice piemontese Mercedes Bresso è incerta: «Deciderò nei prossimi giorni se firmare o meno. Certo, se sei un amministratore, è comprensibile porsi qualche dubbio. Ci vuole un po' di delicatezza istituzionale. Quando tratti con il governo tutti i giorni, poi non puoi fargli la guerra. E non firmare la petizione contro il governo non credo proprio che sarebbe uno sgarbo». A difendere a spada la tratta la petizione ci pensa il responsabile organizzativo del Pd Giuseppe Fioroni: «Le firme stanno andando bene. Mi spiace molto per le parole di Velardi e Bassolino, che sono prigionieri del vecchio schema della politica amico-nemico. Noi non stiamo facendo la battaglia contro nessuno, ma nell'interesse del Paese. Lo sa il governatore Bassolino che cosa significano per la Campania i tagli sulla sanità che sta facendo il governo di Berlusconi? E che effetto avranno sui precari i tagli nelle scuole? Noi siamo per il vero federalismo, non come quello che sostengono loro. Non si va con il cappello in mano a elemosinare un aiuto dal governo».
Alessandro Trocino
05 agosto 2008
Da Corriere.it:
LE CRITICHE DELL'ASSESSORE REGIONALE VELARDI. DUBBI DALLA BRESSO (PIEMONTE)
Firme anti-governo, Pd diviso a Napoli
Bassolino: con Berlusconi collaboro, come faccio? La Iervolino: no, io aderisco
ROMA — Il nuovo pullman del Partito democratico non ha ancora scaldato i motori ma già sembra arrancare. Dovrebbe portare in giro per l'Italia la petizione «Salva l'Italia», raccolta di firme propedeutica alla grande manifestazione romana del 25 ottobre. Ma la tappa campana, una delle prime, è stata salutata da un imprevisto flop nelle firme, come ha raccontato per primo Il Corriere del Mezzogiorno. E da un'aperta ostilità da parte di alcuni dirigenti dello stesso Pd. A partire dal governatore campano Antonio Bassolino, che fa sapere di non avere alcuna intenzione di salire sull'autobus di Walter Veltroni: «Come faccio a firmare un appello contro il governo con il quale collaboro?». E che si contrappone al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, che annuncia invece la sua adesione. Ad aprire le ostilità era stato Ciriaco De Mita, che ha definito la petizione un'iniziativa «patetica e sconsolata». Comprensibile, visto il suo recente approdo polemico nell'Udc. Più sorprendente la posizione di altri che nel Pd ci sono ancora a pieno titolo, come l'assessore regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, secondo il quale «l'opposizione non si può fare con bus e petizioni». O come l'assessore al Turismo Claudio Velardi, già braccio destro di Massimo D'Alema, che ha parlato di un «modo insulso e vecchio di fare opposizione», rivendicando i recenti accordi stipulati con il ministro Sandro Bondi e il sottosegretario Michela Vittoria Brambilla. Ma a far discutere è soprattutto la posizione di Bassolino. Già stella luminosa del firmamento dei Ds e del Pd, oscurata di recente dall'invasione di immondizia che ha dovuto subire nelle strade della Campania, il governatore ha ripreso fiato grazie all'attenzione continua di Silvio Berlusconi per Napoli e alla collaborazione con l'esecutivo. E ora, con una lettera al Riformista pubblicata oggi, si chiama fuori dalla petizione veltroniana, citando i tanti accordi fatti con il governo, dai rifiuti ai beni culturali: «Non boicotto l'iniziativa e la ritengo legittima. Ma non confondo il mio ruolo di rappresentante nelle istituzioni con quello che ho nel partito. Non sono il segretario regionale del Pd, ma il presidente della Regione. Come potrei firmare un appello per salvare l'Italia da un governo con il quale collaboro nell'interesse dei cittadini?». Ma le perplessità verso la petizione non sono soltanto in Campania. La governatrice piemontese Mercedes Bresso è incerta: «Deciderò nei prossimi giorni se firmare o meno. Certo, se sei un amministratore, è comprensibile porsi qualche dubbio. Ci vuole un po' di delicatezza istituzionale. Quando tratti con il governo tutti i giorni, poi non puoi fargli la guerra. E non firmare la petizione contro il governo non credo proprio che sarebbe uno sgarbo». A difendere a spada la tratta la petizione ci pensa il responsabile organizzativo del Pd Giuseppe Fioroni: «Le firme stanno andando bene. Mi spiace molto per le parole di Velardi e Bassolino, che sono prigionieri del vecchio schema della politica amico-nemico. Noi non stiamo facendo la battaglia contro nessuno, ma nell'interesse del Paese. Lo sa il governatore Bassolino che cosa significano per la Campania i tagli sulla sanità che sta facendo il governo di Berlusconi? E che effetto avranno sui precari i tagli nelle scuole? Noi siamo per il vero federalismo, non come quello che sostengono loro. Non si va con il cappello in mano a elemosinare un aiuto dal governo».
Alessandro Trocino
05 agosto 2008