da lucameni il 09/09/2011, 19:13
Non mi sembrano solo guasconate. Ifatti, purtroppo, in quel di Firenze parlano da soli.
Qua c'è uno che governa una città storica, che è preso ad esempio a livello italiano, e di fatto si propone per il governo del paese anche se non vuole dirlo. E quindi giusto pretendere che sia all'altezza. Altrimenti lasci stare la rottamazione di chi in fin dei conti è fin troppo simile a chi pretende di rottamare e governi come si deve.
Per il resto - vabbè - fare meglio di Berlusconi ci vuole poco, ma quanto meno è legittimo rifiutare comportamenti che riproducano la sostanza dei suoi predecessori, anche se mediaticamente molto più accattivanti per chi non è fiorentino, e che non abbiano nulla a che vedere con quel tipo a Palazzo Chigi per il quale più volte Renzi ha usato la nota formula "è controproducente etc etc"; salvo, come spesso succede, non avere ben chiara la differenza tra responsabilità della politica e quella delll'informazione ed aver spacciato, come spesso succede, l'idea dell'incompatibilità tra politica aliena da mossa da ideologie fuori dal tempo (un riformismo fino ad ora mai realmente esercitato dalla sinistra) e rispetto per la legalità e la realtà dei fatti.
Concludendo: con Renzi nulla di nuovo sotto il sole.
Aspettiamo ben altro (e comunque non i salvatori della patria: abbiamo già dato).
Che poi il PD viaggi nella confusione è evidente, tra chi guarda "al centro" e chi " a sinistra".
Però alla fin dei conti gli uni e gli altri svelano carenze pesantissime e poca chiarezza su innumerevoli temi capitali per l'Italia.
Anche io che ho pochissimo di sinistra non apprezzo gli entusiasmi per un Vendola che è stato massacrato pure dal destro Travaglio ed anche non apprezzo certe parole d'ordine che tendono a spacciare la sinistra un luogo immune dalle bassezze della politica.
Parimenti non apprezzo gli ammiccamenti ad un "centro" al quale è lecito chiedere molta più chiarezza per quello che vuole rappresentare (centro mobile, centro degasperiano o centro alla Buttiglione?) e una distanza da contenuti che in fondo ripropongono politiche berlusconiane seppur un po' diluite e meno estremiste.
E' difficile definire il buon senso e il rispetto per il cittadino (raccontare le cose come stanno veramente e comportarsi di conseguenza) ma per ora mi accontenterei che piuttosto di schierarsi in prospettiva sul "più sinistra" o "meno sinistra" i nostri aspiranti leader iniziassero a depurare l'Italia delle magagne ereditate da 17 anni di malgoverno.
Magagne che sono frutto dei conservatorismi e/o di furbizie trasversali e la cui risoluzione necessità di personaggi che sappiano davvero andare oltre lo schema destra-sinistra.
Esempio: una legge ad personam che nei fatti favorisce comunque la destra e la sinistra (tradotte come "ad castam": il reale motivo per cui non sono mai state abrogate anche quando al governo c'era Prodi) può essere abrogata innanzitutto da un politico onesto e quindi sia esso di destra o di sinistra.
Una riforma del mercato del lavoro o che possa favorire l'occupazione giovanile ma forse mettere in difficoltà alcune posizioni acquisite da una generazione più anziana e più tutelata, può essere contrastata e/o favorita sia a destra che a sinistra, magari per motivazioni apparentemente contrastanti.
Oppure: quell'Indro Montanelli che tra gi anni '60 e '70 fece le battaglie di difesa per Rapallo (da cui il termine "rapallismo") e Venezia, per le stesse sue motivazioni di allora oggi sarebbe tacciato di essere un estremista no global, pregiudizialmente ostile al progresso e responsabile della nostra scarsa crescita. A conoscere Montanelli tutto da ridere ma a vedere gli argomenti messi in campo ultimamente....
Quindi il mio entusiasmo per le formule "più centro meno sinistra" o viceversa è scarsissimo, anche se culturalmente mi sento molto distante dalla sinistra cosiddetta radicale.
Vorrei semplicemente che il cosidetto riformismo fosse tale e che si concretizzasse con politiche fatte di buon senso e rispettose - tanto per dire - della Costituzione.
Purtroppo l'attuale "moderatismo" o "riformismo" si traduce spesso in un berlusconismo all'acqua di rose, come se alla fin fine quella sia diventata la misura della politica.
Credo proprio che un De Gasperi, o un vecchio destro liberale inorridirebbe di fronte alle politiche proposte e spacciate come moderate o riformiste da tanti attuali "uomini di centro".
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)