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Fine di un ciclo

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Fine di un ciclo

Messaggioda Robyn il 04/09/2011, 21:43

Hanno toccato l'art 18.Si potrà derogare tenendo conto della costituzione.Mi sembra solo un pasticcio ma ormai è andata.Finiscono tutti i conservatorismi in particolare nel cs ed in quell'area della sinistra Sl che rivede alcune sue posizioni in particolare sulle liberalizzazioni.Si deve andare verso una coalizione omogenea e senza veti .Un paese non perde mai i suoi valori ma può essere a volte distratto.L'Italia può ricostruirsi sù basi nuove fermo restando i suoi valori di sempre.La politica deve rispettare un paese anche quando è distratto e non approfittarsene.Per SB fine di un ciclo e bisogna lasciarlo stare,far finta che non ci sia.L'opposizione deve solo fare autocritica al suo interno per correggere alcune sue lacune.Se saremo maturi per governare?Penso a breve sì ciao robyn
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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda franz il 05/09/2011, 7:38

Questo voler cambiare l'art 18 per l'emergenza economica mi pare solo una scusa.
Serve a mettersi contro la sinistra e poter far vedere chi è contro, con scioperi e la solita rapprenentazione.
Come dire "Vedete? Non riusciamo a salvare l'Italia con la manovra e le riforme per via dei soliti comunisti".
E questo serve a nascondere, o tentare di farlo, le proprie magagne, la propria incompetenza, il proprio disastro politico.
Ma per me è chiaro che tra le tante cose da cambiare in Italia c'è anche l'art 18.
Anzi prima devono cambiare tante cose, sul prelievo pensionistico e sugli ammortizzatori sociali, poi anche l'Art18.
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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda Robyn il 05/09/2011, 18:38

Si potrà licenziare con il consenso dei sindacati.Ma perchè quelli che lavorano in aziende al di sotto dei 15 sono figli di un dio minore?Poi sarà possibile derogare da azienda ad azienda.Praticamente ognuno si scegli i diritti che gli pare determinando una giungla senza confini.Mi sembra più che normale che questo articolo vada rivisto con una legge generale che tuteli dai licenziamenti ingiustificati.Ma si sà,stiamo parlando con il muro ciao robyn
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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda Robyn il 05/09/2011, 20:50

Le attuali leggi sul lavoro sono tutte "anticostituzionali" perchè prevedono un trattamento differenziato a seconda della dimensione aziendale.Allora bisogna presentare ricorso alla corte costituzionale.Estensione dello statuto dei lavoratori e della rappresentanza sindacale a tutte le aziende.Estensione della protezione del licenziamento ingiustificato a tutte le aziende fatta eccezione per la crisi e la ristrutturazione aziendale che può essere affidata alle rsu/azienda anche se si tratta di un solo dipendente,estensione degli ammortizzatori,abolizione delle deroghe allo statuto dei lavoratori e eliminazione della indennità in caso di mancato reintegro sostituita dal pagamento di un corso di formazione.Se la politica non è capace il sindacato ha tutto il diritto di agire.Inoltre non si può prendere a modello il modello tedesco solo dove piace perchè in Germania l'art 18 e tutto il resto c'è per tutti ciao robyn
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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda franz il 05/09/2011, 21:45

Robyn ha scritto:Si potrà licenziare con il consenso dei sindacati.Ma perchè quelli che lavorano in aziende al di sotto dei 15 sono figli di un dio minore?

Vero, .... ma devi chiederlo a Giugni e chi allora voto' lo statuto dei lavoratori.

Robyn ha scritto:Le attuali leggi sul lavoro sono tutte "anticostituzionali" perchè prevedono un trattamento differenziato a seconda della dimensione aziendale.

Vero. Sicuramente fascio-corporative e illiberali. Forse anche anticostituzionali. Ma siccome hanno sempre protetto i piu' forti, sindacalmente, anche i sindacati se ne ne sono sbattuti.
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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda Robyn il 06/09/2011, 11:22

Il miglior atto di responsabilità è rimettere nelle mani delle parti sociali questa materia cioè l'art 8.Inoltre questa è materia da affrontare solo dopo che veramente è ripartita la crescita e la creazione di lavoro.Inoltre questo modo di frammentare le tutele i diritti corrisponde più ad un disegno nichilista.E' altrettanto sbagliato il conservatorismo
ciao robyn
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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda flaviomob il 08/09/2011, 7:26

Fine di un ciclo? All'estero discutono se SB sia il peggior leader del mondo e noi ci dividiamo ancora quando si tratta di ribellarci, con sindacati che continuano a scodinzolare di fronte a una finanziaria che continua a tagliare il sociale e non combatte l'evasione (Visco riuscì a recuperare 30 miliardi di evasione in un anno, questo governo forse il 10%)...


Is Silvio Berlusconi the worst leader of a major country in the world?
Posted By David Rothkopf Friday, September 2, 2011 - 11:36 AM Share

We are not living at a moment of particularly glittering leadership on the international stage. Mediocrity, timidity, and poor performance are found from continent to continent. Even setting aside those leaders of the developing world who face the special challenges associated with poverty, failed or struggling states and related social and political tensions, we find the world's larger and more prosperous countries rudderless and with plenty of room for improvement at the top.

There is a leadership void at a moment when strength, vision, and executive deftness could not be needed more.

But among the lackluster crop at the helm of the world's major economies -- the G20 countries for example -- there are several classes of mediocrities. There are the leaders of promise for whom we still may have high hopes but who have yet to find their footing on a regular basis. The best example here is Barack Obama. There are leaders who are too new in their jobs to judge, such as Japan's brand new Prime Minister Yoshihiko Noda and Brazil's Dilma Rousseff. There are the mixed bags who have had flashes of strength but who have revealed themselves as too flawed in character or ideology to be likely to ever ultimately ascend to a higher level -- France's Nicolas Sarkozy and Britain's David Cameron are good examples here. Angela Merkel might also be seen to be in this group, compromised by her indecisiveness. There are even those who have done well by many important measures but who have been compromised by lingering problems at home or who have not assumed a highly effective leadership role on the international stage. Manmohan Singh, among the most distinguished of the bunch, might fall into this category. Hu Jintao's China has performed well ... but no man whose government must resort to oppression and censorship, that still gives in to police state impulses, can be considered a first class leader.

There are also those who are just mediocre, not great, or worse. You can fill in the names. You can designate who might fall into each category or make up other categories of short-comings and reasons for frustrations with their performance. But I suspect very few people will step up with a vigorous defense for any of the current class of top dogs.

And then, among this group there are those at the bottom of the barrel: The ones who have actively been bad for their countries or their regions or the world at large (which is not to say the shortcomings of even the better leaders have not produced bad consequences for some on the planet). For my money Saudi Arabia's King Abdullah certainly falls in this group, an autocrat who has exploited his people, resisted needed reforms, presided over the systematic mistreatment of women, and offered wink and a nod (and more direct) support for dangerous extremists. It is still not clear to what degree Dmitri Medvedev is his own man, but certainly the Russian government has been no champion of democracy or due process.

Now Silvio Berlusconi has not sought to crush the people of Italy to his will nor has he, despite an impressive rap sheet, underwritten terrorists. That said, he has, over the years really made a good case that among the world's most important leaders he is perhaps the biggest embarrassment to his country.

It is not enough that the business empire he built has been demonstrated to have engaged in a wide range of unsavory practices. It is not enough that he has been at the center of a steady string of sleazy scandals. It is not enough that he has regularly made public statements that were racist, undiplomatic or just plain inappropriate to the office with which he has been entrusted. It is not even enough that he has run Italy into the ground, to the brink of an economic calamity that literally threatens not just the futures of his people but the fate of the Eurozone and indeed, of the entire international economy. (Although, you'll have to admit, all that constitutes a pretty compelling case for including him at or near the bottom of our list.)

But now comes word of Berlusconi being overheard during a conversation which was taped by police involved in a blackmail investigation. That investigation, into one Giampaolo Tarantini, a man who has said he supplied 30 women for some of the Prime Minister's famous parties, is focused on payments he reportedly received from the Prime Minister. While the arrest of Tarantini and his wife in one of Rome's poshest neighborhoods was dramatic enough, it turns out that in the course of the investigation the Prime Minister, was taped venting his frustration over his perceived mistreatment by the country that enabled him to become a billionaire and the head of its government.

According to press reports, Berlusconi was overheard to say in mid-July, "They can say about me that I screw. It's the only thing they can say about me. Is that clear? They can put listening devices where they like. They can tap my telephone calls. I don't give a fuck. I ... In a few months, I'm getting out to mind my own fucking business, from somewhere else, and so I'm leaving this shitty country of which I am sickened."

Imagine how long a president of the United States would last in office after referring to the U.S. as a "shitty country." Of course, it's hard to imagine how a leader with Berlusconi's personal and professional track record could remain in office long in most countries. But, all that aside, the comments add yet another crowning turd on top of the steaming pile of Italy's Prime Minister's political career. And they make us wonder: Could it be, that among the current class of compromised, faltering, average, unproven, undistinguished and sometimes much worse leaders of the planet's major powers, Berlusconi is actually the least of them?

http://rothkopf.foreignpolicy.com/posts ... _the_world


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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda Iafran il 08/09/2011, 7:49

flaviomob ha scritto:Fine di un ciclo? All'estero discutono se SB sia il peggior leader del mondo e noi ci dividiamo ancora quando si tratta di ribellarci, con sindacati che continuano a scodinzolare di fronte a una finanziaria che continua a tagliare il sociale ...

Se fosse stato diversamente, se il Paese non fosse un "merdamaio", questo individuo non sarebbe proprio emerso come suo maggiore e più caratteristico rappresentante!
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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda ranvit il 08/09/2011, 16:06

Tutto sta a capire chi ha la merda...ma nel cervello...

E qui ci sta bene ripetere :
In Italia non si combina mai un czz perchè si esagera sempre: Prodi? è troppo di centro, seghiamogli l'erba sotto i piedi tutti i giorni con le esternazioni-cretinate di Bertinotti, Ferrero, Diliberto, la Cgil, i no-global, etc.... prima o poi troveremo un Mastella che lo fa andare a casa e cosi' ci riprendiamo Berlusconi :D :D :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Fine di un ciclo

Messaggioda flaviomob il 08/09/2011, 16:17

In Italia manca la consapevolezza che dividersi su di un programma politico o sulle sue modalità di attuazione non vuol dire odiarsi e guardarsi in cagnesco per sempre e portare rancore per i decenni a venire. Si possono avere visioni, metodologie ed obiettivi diversi, ma di fronte all'onda di piena bisogna prima alzare gli argini tutti insieme (parlo della parte democratica della popolazione, che in Italia non coincide purtroppo con la totalità dei cittadini), costruirli forti, resistenti, adeguati anche a prezzo di sacrifici. Dopo si discute se sia più bella la sponda destra o quella sinistra.
In Italia, invece, ottant'anni fa le divisioni tra popolari e socialisti spianarono la strada al fascismo, movimento fortemente minoritario all'inizio, ed oggi ancora, a livello sindacale (ma non solo), continuano ad avvantaggiare il berlusconismo.

Per esempio, chi sostiene che scioperare in un momento di forte crisi è sbagliato ha in parte una giusta motivazione: assottigliandosi il PIL per cause contingenti, lo sciopero generale lo abbassa ulteriormente ma in modo volontario. Io avrei molto rispetto per sindacalisti che, non riconoscendosi, nella CGIL e nei COBAS, invece di attaccare chi fa scelte diverse semplicemente proponessero: "noi non siamo d'accordo con lo sciopero, ma per dare comunque un segnale di opposizione a una manovra finanziaria iniqua, antidemocratica e penalizzante per il sociale, senza scioperare, devolviamo un giorno di retribuzione a favore delle ONLUS che aiutano le persone più in difficoltà e che soffrono per i tagli imposti dal governo".
Tanto di cappello a chi, da CISL UIL e dintorni, aderisse ad una proposta del genere.


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