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Nel paese degli sprechi, si tagliano fondi ai disabili!

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Nel paese degli sprechi, si tagliano fondi ai disabili!

Messaggioda flaviomob il 01/09/2011, 10:16

La manovra? “Un attacco senza precedenti ai disabili”



Il 10-11 settembre, a Roma, saranno presenti molte delegazioni di disabili. Intervista a Nadia D’arco e Michele Lastilla del coordinamento “Disabili in viola”.

Per la manifestazione Piazza pulita gestirete un capannello (un tavolo) sul tema della disabilità. La vostra proposta di ordine del giorno ha già al primo punto il tema della manovra economica. Quanto e come inciderà sulla qualità della vita della persona disabile?
La manovra del governo non è che l’anticamera di qualcosa di piu’ grave che è il ddl 4566 del 29/7 presentato da Tremonti; questa volta ha come punto centrale un attacco senza precedenti alle persone con disabilità e alle loro famiglie.
Aveva cominciato Tremonti un anno fa che con una martellante campagna mediatica sui falsi invalidi su tv e giornali (calderoli recentemente) e nel maggio 2010 col tentativo poi fallito di alzare la soglia di riconoscimento della disabilità dal 74% a 85%, tagliando in questo modo il diritto alle provvidenze una consistente fascia di persone tra cui in primis le persone affette da sindrome di down.Ma i tagli arrivarono lo stesso alle prestazioni, ai servizi assistenziali, ai Comuni. Ora il fulcro della manovra che riguarda la riforma dell’assistenza è legare all’isee familiare tutte le competenze economiche che consentono al disabile di avere quel minimo di prestazioni indispensabili per la propria cura ed esistenza. Una vera mannaia che si abbatte sui servizi sociali, sull’assistenza, sulle prestazioni sanitarie, sul prepensionamento delle famiglie dei disabili gravissimi, sulle pensioni di reversibilità al disabile superstite. infatti con la riforma dell’assistenza in sostanza si monetizzano tutte le prestazioni con l’isee familiare, ivi compresa la pensione di reversibilita’, in ballo c’è la soppressione della indennità di accompagnamento, che era stata concessa proprio perchè lo Stato riconosce di essere incapace a fornire l’aiuto alla persona disabile tramite suoi servizi il che significa abbandonare totalmetne il disabile e la sua famiglia nel bisogno più totale.

Cosa è mancato in tutti questi anni nella legislazione italiana, quale obiettivo ritieni che non sia stato centrato?
Molte associazioni (tra cui le cosiddette storiche) hanno la grave responsabilità di aver assecondato una politica dell’assistenza fondata sulla pietà, sulla carità, sulla beneficenza. Il risultato è che i disabili sono soli in una società complessa come quella odierna. I disabili sono stati vittime di una pedagogia che ha educato alla passività. Insomma le associazioni hanno preteso la delega in bianco dei bisogni delle persone disabili e delle loro famiglie. Il risultato è quello che stiamo vedendo. La stampa, i partiti politici, le forze sociali, i mass media, i cittadini, non sanno assolutamente nulla della disabilità e della vita reale dei disabili e delle loro famiglie. Questo di fatto ha negato ai disabili di essere equiparata a una categoria rivendicativa di diritti negati (come da costituzione) al pari dei cassaintegrati, degli immigrati, dei diritti umani.
Noi abbiamo sempre avuto l’interesse ad essere accorpati dai movimenti, dai sindacati e dai partiti alle loro lotte ma di fatto siamo stati ignorati togliendoci anche la dignita’ di ”popolo disabile” con diritti e doveri relegandoci di fatto nel buco nero dell’assistenzialismo comunale o della sanita’.

Il nodo centrale è insomma trasformare la natura assistenzale dell’intervento statale nel rispetto dei diritti di una vera e propria minoranza. Come pensi che dovrebbe agire in tal senso il primo governo di una vera Seconda Repubblica?
Osservando e facendo osservare quanto prevede la convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità. Prima di tutto fornire servizi per che rendano possibile la vita indipendente, la mobilità, l’autonomia domestica e sul territorio, il trasporto pubblico, l’accompagnamento a persone che ne hanno bisogno e soprattutto per il disbrigo delle faccende della vita quotidiana, fornire prestazioni sanitarie pubbliche, realizzare serie strutture per il dopo di noi,quando il disabile grave resterà da solo senza un congiunto che pensi a lui, il diritto allo studio fornendo ausili e personale specializzato, il diritto al lavoro oggi pressochè negato, riconoscere il diritto al prepensionamento dei congiunti dei disabili gravi che ne curano 24 su 24 l’assistenza, favorire la vita indipendente, eliminare le barriere di ogni tipo (sensoriali, architettoniche, culturali, sociali) e potremmo continuare. Insomma noi disabili vogliamo essere cittadini fra i cittadini vogliamo essere riconosciuti come minoranza perchè la costituzione rispetta le minoranze e le loro rivendicazioni.
Noi siamo cittadini a tutti gli effetti e troppi si dimenticano della nostra esistenza creandoci uno stato di invisibili, invece anche grazie alle manifestazioni come quella di roma vogliamo esserci e partecipare come parte attiva e come parte rivendicativa.

di Franz Mannino


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Re: Nel paese degli sprechi, si tagliano fondi ai disabili!

Messaggioda ranvit il 01/09/2011, 15:54

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... sezione=56


31/8/2011
Il cetriolo globale - Massimo Gramellini
L’Italia divorzia da se stessa, ma nessuno vuole pagare gli alimenti. Tutti vagheggiano la Manovra Perfetta, quella dove a pagare sono sempre gli altri. Al gran festival dello scaricabarile metto in prima fila il sottoscritto: nelle ultime settimane ho tuonato contro la supertassa per i redditi alti, lo sfoltimento dei piccoli comuni e l’abolizione delle pensioni di anzianità. Ogni volta avevo ragione, ma complessivamente ho torto. Perché alla fine qualcuno deve pagare il conto di questa lunga festa chiamata Stato Sociale (festa piena di sprechi, ma anche di sicurezze che rimpiangeremo) e non basta evocare i soliti mantra propiziatori: la caccia agli evasori e il dimezzamento della Casta, cioè due sogni che se anche diventassero realtà produrrebbero i primi effetti sul bilancio pubblico fra qualche anno: troppo tardi per un Paese che ha i creditori alla porta e la gioventù più disoccupata e anziana d’Europa.

Invece il cetriolo della crisi non piace a nessuno e se oggi sorridono le vittime di Ferragosto è perché piangono altri: i dirigenti pubblici, rimasti gli unici a versare il contributo di solidarietà, e i laureati che dopo aver pagato il ricongiungimento dei loro studi si ritrovano un altro quinquennio di lavoro sul groppone. Ma quando il governo dei sondaggi asciugherà anche le loro lacrime mettendoli in salvo - da noi una norma transitoria non si nega a nessuno - resterà la soluzione finale: far pagare i debiti degli italiani ai tedeschi, dando in garanzia alla Merkel un’ipoteca sulla scelta del prossimo inquilino di Palazzo Chigi.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Nel paese degli sprechi, si tagliano fondi ai disabili!

Messaggioda flaviomob il 01/09/2011, 21:35

No al taglio dell’assistenza! Fermiamoli con una firma!

Nella caotica ed incerta situazione che avvolge la discussione sulla Manovra bis, una sola decisione sembra intoccabile: la riforma fiscale e assistenziale che consenta di drenare 40 miliardi in tre anni dalle tasche delle famiglie e dai servizi alle persone.

La riforma dell’assistenza che è necessaria nel nostro Paese non è certo quella che il Governo propone. Servizi migliori, più efficienti e vicini ai diritti e ai bisogni delle persone, moderni e volti all’inclusione anziché alla segregazione, sono lontanissimi dalla volontà di chi intende comprimere ancora l’assistenza sociale, piegandola alle esigenze di cassa, sacrificandola per evitare di assumere decisioni che possano disturbare altre e più forti categorie di cittadini.

Le Federazioni delle associazioni delle persone con disabilità (FAND e FISH), rifiutano recisamente questa ipotesi che prelude al confinamento e all’esclusione di disabili, bambini in difficoltà, non autosufficienti.

Le Federazioni, coscienti del momento politico, avanzano una sola richiesta: sganciare la riforma assistenziale da ogni automatico vincolo pregiudiziale di cassa fissato dalla Manovra di luglio (Legge 111) e drammaticamente confermata da quella in discussione. Non si faccia cassa sui servizi alle persone!

Le Federazioni chiamano a raccolta non solo tutti gli aderenti, ma anche, al di là delle sigle e degli schieramenti, ogni persona con coscienza civile che abbia a cuore il futuro del nostro Paese e la sua coesione sociale. Chiedono a tutti di supportare e rafforzare la loro azione politica, e le altre proteste simili diffuse in tutta Italia, facendo sentire la voce di ognuno.

Abbiamo predisposto un semplice modulo che consente ad ognuno di aderire all’iniziativa, inviando automaticamente la conseguente protesta alla Presidenza del Consiglio, ai Ministri dell’economia e del Lavoro e ai diversi responsabili delle Commissioni parlamentari coinvolti nella discussione.

Non ci sarà mai crescita in un Paese insensibile a chi è rimasto o può rimanere indietro, in un Paese disattento a chi subisce discriminazioni e gode meno opportunità!



FIRMA ANCHE TU!



1 settembre 2011



FAND (Federazione fra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità)

FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)

http://www.fishonlus.it/fermiamoli/


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