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Politica
05/08/2011 - CRISI - LA RICETTA DELL'ESECUTIVO
Il governo anticipa la manovra
"Pareggio di bilancio nel 2013"
Silvio Berlusconi insieme al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti,
MULTIMEDIA
Berlusconi e Tremonti: la norma
verrà inserita nella Costituzione.
Il Parlamento cancella le vacanze
d’agosto: Commissioni al lavoro.
Nel piano anche liberalizzazioni
e la riforma del mercato lavoro
ROMA
Manovra anticipata al 2013, modifica della Costituzione per introdurre direttamente nella Carta il principio del pareggio di bilancio, riforma del mercato del lavoro e liberalizzazioni. Sono questi «i quattro pilastri» su cui il governo interverrà per porre argine alla speculazione che da settimane ormai colpisce l’Italia.
Dopo l’ennesima giornata di nervosismo a Piazza Affari e di estrema volatitilità dello spread tra Btp e Bund (arrivato a un nuovo record sopra i 400 punti base superando in negativo in rendimento dei Bonos spagnoli), dopo il pressing della Bce e dell’Unione Europea, il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sono scesi in campo, affiancati dal sottosegretario Gianni Letta, per annunciare le contromisure «concordate» con i maggiori leader europei, in particolare Angela Merkel, che pur avendo molto apprezzato i contenuti della manovra italiana, aveva rilevato l’handicap di essere troppo "ritardata" nel tempo.
Quattro pilastri dunque contro la speculazione: i primi due di finanza pubblica e gli altri due per favorire «crescita e sviluppo», ha spiegato Tremonti. Si parte dalla revisione della Costituzione per introdurre «il prima possibile» il principio del pareggio del bilancio. Ad occuparsene saranno già dalla prossima settimana le Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali di Camera e Senato, che dunque, così come richiesto ieri dalle parti sociali, non andranno in vacanza, ma saranno pronte all’esame già da giovedì prossimo. Ma per dare un segnale concreto all’Europa e ai mercati, il governo ha anche, e soprattutto, deciso di anticipare la manovra di un anno, ha annunciato Berlusconi, fissando come termine per il raggiungimento del pareggio il 2013 e non più il 2014.
L’impianto della manovra, ha spiegato il premier nel corso della conferenza stampa convocata nel pomeriggio al termine di un vorticoso giro di telefonate con il leader europei ed anche tra Tremonti e il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner, «è stato giudicato assolutamente positivo», ha ricevuto «apprezzamenti». Ma «la situazione - ha proseguito - consiglia una accelerazione dei provvedimenti». Per ottenere l’obiettivo verrà accelerata dunque la delega assistenziale, premessa per quella fiscale, da effettuare a saldi invariati. La delega inciderebbe sulle agevolazioni fiscali per un ammontare di circa 20 miliardi su un complessivo di 160 che verrebbero tagliati. Il governo anticiperebbe così una cifra importante per raggiungere il pareggio prima della data fissata. Inoltre una quota del taglio alle agevolazioni potrebbe essere destinata ad una prima riduzione delle aliquote fiscali. Il tutto prima dell’appuntamento elettorale del 2013. «Prevista come normativa di rigore sul biennio 2013-2014, la delega assistenziale - ha spiegato Tremonti - sarà anticipata al biennio 2012-2013. Si tratta di garantire ciò che si può dare a chi ha bisogno e intervenire sul problema dei falsi invalidi».
Fin qui gli interventi sui conti pubblici. Ci saranno poi, contestualmente, anche quelli, richiamati a gran voce da più parti, per la crescita. Il primo riguarderà la riforma del mercato del lavoro, che sarà presentata alle parti, cercando di superare, ha spiegato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, anche «vecchi tabù per i quali acune persone sono morte», e partirà dal Senato. Il secondo riguaderà invece la più volte citata libertà di impresa, di cui si parla da anni ormai, con la modifica, anche in questo caso della Costituzione, precisamente dell’articolo 41. «La madre di tutte le liberalizzazioni», come l’ha definita Tremonti, sancirà che «tutto è libero tranne ciò che è vietato». Le misure sembrano «accontentare» al momento la Bce che però, in attesa di maggiori dettagli, non scioglie la riserva sulla possibilità di acquistare titoli italiani, che però sembra oramai imminente. Bocciatura senza appello invece a livello nazionale da parte del Pd che giudica l’anticipo della manovra «da irresponsabili» e della Cgil, secondo cui il governo «fa male al Paese».
IL PRESSING DELLA MERKEL
La svolta di Berlusconi arriva dopo una giornata di telefonate con tutti i leader europei (da Angela Merkel a Sarkozy, da Zapatero a Van Rompuy) per coordinare le misure. L’idea di anticipare il pareggio di bilancio non aveva da subito convinto il premier, ma dopo l’ulteriore crollo della borsa, Berlusconi rompe gli indugi, convinto da Angela Merkel (la telefonata si è svolta a pochi minuti dall’inizio della conferenza stampa convocata a mercati chiusi) e dal pressing insistente del ministro del Tesoro. La decisione matura anche tenendo conto di ciò che al premier aveva chiesto il leader Udc Pier Ferdinando Casini, con il quale adesso si riapre un canale di dialogo che rende nervoso il Pd. E sono molti i ministri e gli esponenti del Pdl (da Sacconi a Matteoli, da Romano a Crosetto) che ora spingono il Cavaliere a riallacciare i rapporti con i centristi, isolando «l’irresponsabile» Pd. Così, dopo una giornata di intensi contatti, con Giulio Tremonti da una parte e Gianni Letta dall’altra, il premier annuncia ciò che ancora ieri era impensabile, anche se ancora non è fissata una data di un consiglio dei ministri per modificare - anche attraverso delega fiscale e assistenziale - le misure che nella manovra avrebbero portato al pareggio di bilancio nel 2015.
IL G7
Il mondo, spiegano da Palazzo Chigi, è cambiato in una notte e l’Italia per prima si è dovuta muovere, seppur di concerto con gli altri, avendo gli speculatori dedicato a noi «una particolarissima attenzione» ed essendo quindi necessario noi per primi «porre subito degli argini». È toccato a noi - rilevano sempre fonti del governo - anche se l’Italia ha sempre onorato il suo debito e mai è andata in default. E ora si dovranno assumere misure concertate con gli altri (a giorni sarà convocato un G7 dei ministri delle Finanze che potrà trasformarsi in un G8 dei capi di Stato e di Governo) perchè «la crisi è globale, la crisi finanziaria colpisce tutti i Paesi e non rispetta nè la realtà economica nè i fondamentali economici». Quanto ai rapporti con Tremonti, Berlusconi vuole stoppare le malevole interpretazioni dell’ennesima divergenza con il suo ministro del Tesoro, che in conferenza stampa sostiene che la anticipazione della manovra fosse stata ipotizzata ieri nell’incontro con le parti sociali mentre il premier lo nega («evidentemente mi ero alzato in quel momento chiamato da un collega al telefono»). Giulio Tremonti bisbiglia qualcosa all’orecchio del Cavaliere, invitandolo a spiegare. E allora il premier afferra la mano del suo ministro del Tesoro e dice sorridendo: «Io e Tremonti dobbiamo risolvere un contenzioso, abbiamo deciso di sfidarci a duello domattina all’alba, dobbiamo solo scegliere l’arma». Poi aggiunge: «Non si possono più vedere queste invenzioni su di noi e sentire parole che non corrispondono a ciò che pensiamo».
A tarda serata arriva anche il commento di Bossi: «Tutti hanno paura che i titoli di stato si trasformino in carta straccia, ma facendo il pareggio di bilancio un anno prima, la Bce ci ha garantito che da lunedì ci comprerà i titoli di stato: quindi per noi è una soluzione, una garanzia». Il segretario della Lega Nord si è detto «contento» che il Parlamento riprenderà i lavori la prossima settimana, tanto da annunciare che rinuncerà ad andare al mare per essere anche lui a Roma