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Il governo anticipa la manovra

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Il governo anticipa la manovra

Messaggioda ranvit il 06/08/2011, 9:52

Molto bene!

http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/414720/
Politica
05/08/2011 - CRISI - LA RICETTA DELL'ESECUTIVO
Il governo anticipa la manovra
"Pareggio di bilancio nel 2013"

Silvio Berlusconi insieme al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti,
MULTIMEDIA



Berlusconi e Tremonti: la norma
verrà inserita nella Costituzione.
Il Parlamento cancella le vacanze
d’agosto: Commissioni al lavoro.
Nel piano anche liberalizzazioni
e la riforma del mercato lavoro

ROMA
Manovra anticipata al 2013, modifica della Costituzione per introdurre direttamente nella Carta il principio del pareggio di bilancio, riforma del mercato del lavoro e liberalizzazioni. Sono questi «i quattro pilastri» su cui il governo interverrà per porre argine alla speculazione che da settimane ormai colpisce l’Italia.

Dopo l’ennesima giornata di nervosismo a Piazza Affari e di estrema volatitilità dello spread tra Btp e Bund (arrivato a un nuovo record sopra i 400 punti base superando in negativo in rendimento dei Bonos spagnoli), dopo il pressing della Bce e dell’Unione Europea, il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sono scesi in campo, affiancati dal sottosegretario Gianni Letta, per annunciare le contromisure «concordate» con i maggiori leader europei, in particolare Angela Merkel, che pur avendo molto apprezzato i contenuti della manovra italiana, aveva rilevato l’handicap di essere troppo "ritardata" nel tempo.

Quattro pilastri dunque contro la speculazione: i primi due di finanza pubblica e gli altri due per favorire «crescita e sviluppo», ha spiegato Tremonti. Si parte dalla revisione della Costituzione per introdurre «il prima possibile» il principio del pareggio del bilancio. Ad occuparsene saranno già dalla prossima settimana le Commissioni Bilancio e Affari Costituzionali di Camera e Senato, che dunque, così come richiesto ieri dalle parti sociali, non andranno in vacanza, ma saranno pronte all’esame già da giovedì prossimo. Ma per dare un segnale concreto all’Europa e ai mercati, il governo ha anche, e soprattutto, deciso di anticipare la manovra di un anno, ha annunciato Berlusconi, fissando come termine per il raggiungimento del pareggio il 2013 e non più il 2014.

L’impianto della manovra, ha spiegato il premier nel corso della conferenza stampa convocata nel pomeriggio al termine di un vorticoso giro di telefonate con il leader europei ed anche tra Tremonti e il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner, «è stato giudicato assolutamente positivo», ha ricevuto «apprezzamenti». Ma «la situazione - ha proseguito - consiglia una accelerazione dei provvedimenti». Per ottenere l’obiettivo verrà accelerata dunque la delega assistenziale, premessa per quella fiscale, da effettuare a saldi invariati. La delega inciderebbe sulle agevolazioni fiscali per un ammontare di circa 20 miliardi su un complessivo di 160 che verrebbero tagliati. Il governo anticiperebbe così una cifra importante per raggiungere il pareggio prima della data fissata. Inoltre una quota del taglio alle agevolazioni potrebbe essere destinata ad una prima riduzione delle aliquote fiscali. Il tutto prima dell’appuntamento elettorale del 2013. «Prevista come normativa di rigore sul biennio 2013-2014, la delega assistenziale - ha spiegato Tremonti - sarà anticipata al biennio 2012-2013. Si tratta di garantire ciò che si può dare a chi ha bisogno e intervenire sul problema dei falsi invalidi».

Fin qui gli interventi sui conti pubblici. Ci saranno poi, contestualmente, anche quelli, richiamati a gran voce da più parti, per la crescita. Il primo riguarderà la riforma del mercato del lavoro, che sarà presentata alle parti, cercando di superare, ha spiegato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, anche «vecchi tabù per i quali acune persone sono morte», e partirà dal Senato. Il secondo riguaderà invece la più volte citata libertà di impresa, di cui si parla da anni ormai, con la modifica, anche in questo caso della Costituzione, precisamente dell’articolo 41. «La madre di tutte le liberalizzazioni», come l’ha definita Tremonti, sancirà che «tutto è libero tranne ciò che è vietato». Le misure sembrano «accontentare» al momento la Bce che però, in attesa di maggiori dettagli, non scioglie la riserva sulla possibilità di acquistare titoli italiani, che però sembra oramai imminente. Bocciatura senza appello invece a livello nazionale da parte del Pd che giudica l’anticipo della manovra «da irresponsabili» e della Cgil, secondo cui il governo «fa male al Paese».

IL PRESSING DELLA MERKEL
La svolta di Berlusconi arriva dopo una giornata di telefonate con tutti i leader europei (da Angela Merkel a Sarkozy, da Zapatero a Van Rompuy) per coordinare le misure. L’idea di anticipare il pareggio di bilancio non aveva da subito convinto il premier, ma dopo l’ulteriore crollo della borsa, Berlusconi rompe gli indugi, convinto da Angela Merkel (la telefonata si è svolta a pochi minuti dall’inizio della conferenza stampa convocata a mercati chiusi) e dal pressing insistente del ministro del Tesoro. La decisione matura anche tenendo conto di ciò che al premier aveva chiesto il leader Udc Pier Ferdinando Casini, con il quale adesso si riapre un canale di dialogo che rende nervoso il Pd. E sono molti i ministri e gli esponenti del Pdl (da Sacconi a Matteoli, da Romano a Crosetto) che ora spingono il Cavaliere a riallacciare i rapporti con i centristi, isolando «l’irresponsabile» Pd. Così, dopo una giornata di intensi contatti, con Giulio Tremonti da una parte e Gianni Letta dall’altra, il premier annuncia ciò che ancora ieri era impensabile, anche se ancora non è fissata una data di un consiglio dei ministri per modificare - anche attraverso delega fiscale e assistenziale - le misure che nella manovra avrebbero portato al pareggio di bilancio nel 2015.

IL G7
Il mondo, spiegano da Palazzo Chigi, è cambiato in una notte e l’Italia per prima si è dovuta muovere, seppur di concerto con gli altri, avendo gli speculatori dedicato a noi «una particolarissima attenzione» ed essendo quindi necessario noi per primi «porre subito degli argini». È toccato a noi - rilevano sempre fonti del governo - anche se l’Italia ha sempre onorato il suo debito e mai è andata in default. E ora si dovranno assumere misure concertate con gli altri (a giorni sarà convocato un G7 dei ministri delle Finanze che potrà trasformarsi in un G8 dei capi di Stato e di Governo) perchè «la crisi è globale, la crisi finanziaria colpisce tutti i Paesi e non rispetta nè la realtà economica nè i fondamentali economici». Quanto ai rapporti con Tremonti, Berlusconi vuole stoppare le malevole interpretazioni dell’ennesima divergenza con il suo ministro del Tesoro, che in conferenza stampa sostiene che la anticipazione della manovra fosse stata ipotizzata ieri nell’incontro con le parti sociali mentre il premier lo nega («evidentemente mi ero alzato in quel momento chiamato da un collega al telefono»). Giulio Tremonti bisbiglia qualcosa all’orecchio del Cavaliere, invitandolo a spiegare. E allora il premier afferra la mano del suo ministro del Tesoro e dice sorridendo: «Io e Tremonti dobbiamo risolvere un contenzioso, abbiamo deciso di sfidarci a duello domattina all’alba, dobbiamo solo scegliere l’arma». Poi aggiunge: «Non si possono più vedere queste invenzioni su di noi e sentire parole che non corrispondono a ciò che pensiamo».

A tarda serata arriva anche il commento di Bossi: «Tutti hanno paura che i titoli di stato si trasformino in carta straccia, ma facendo il pareggio di bilancio un anno prima, la Bce ci ha garantito che da lunedì ci comprerà i titoli di stato: quindi per noi è una soluzione, una garanzia». Il segretario della Lega Nord si è detto «contento» che il Parlamento riprenderà i lavori la prossima settimana, tanto da annunciare che rinuncerà ad andare al mare per essere anche lui a Roma
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda ranvit il 06/08/2011, 9:56

Molto male! (ha ragione Prodi!)

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id ... sez=ITALIA

Pd: irresponsabili, manovra da cambiare
Udc: l'Italia va a fondo, si trovi il dialogo
Idv: il premier vuole le riforme con i fichi secchi. Fli: segnale
di discontinuità. Pd: pronti al confronto, ma premier lasci

ROMA - Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani insiste sulla necessità che il governo faccia un passo indietro e boccia come «irresponsabile» l'anticipo della manovra senza correzioni. Ma, in nome della bandiera italiana, il segretario democratico garantisce che il Pd è «pronto a fare la sua parte, comunque, anche davanti a degli irresponsabili».

«Il pareggio di bilancio l'hanno garantito loro, no? Non ci credono neanche loro? C'hanno bisogno della Costituzione?» dice Bersani, commentando gli annunci di Berlusconi e la prossima riunione delle Commissioni parlamentari sulla costituzionalizzazione del pareggio di bilancio. «Bisogna capire cosa significa pareggio di bilancio - ha aggiunto - ci sono sei-sette modi di intenderlo. Bisogna anche garantire che un Paese possa fare degli investimenti, naturalmente essendo anche noi interessati a un vincolo di bilancio. Cerchiamo di capire di cosa si sta parlando, una modifica costituzionale richiede dei tempi che non sono certamente congrui all'emergenza che abbiamo adesso. Noi la nostra parte la facciamo comunque, anche davanti a degli irresponsabili. Se ad agosto fanno qualcosa noi siamo lì con le nostre proposte.
Ma non ci si chieda di credere che sia efficace quello che può fare un governo inconsapevole e
palesemente impotente».

Enrico Letta: manovra iniqua, va cambiata. «Spirito costruttivo sull'anticipo del pareggio, ma la manovra va resa meno iniqua e più orientata alla crescita - dice il vicesegretario del Pd, Enrico Letta - Il bicchiere è mezzo vuoto, mancano le riforme richieste dall'Europa, dalle parti sociali e dalle opposizioni. Di quattro cose proposte ce n'è una sola concreta, l'anticipo al 2013. Su quella ci confronteremo la settimana prossima con spirito costruttivo. È grave che Berlusconi -ha proseguito- non abbia dettop queste cose già mercoledì in Parlamento, invece di raccontare una realtà da fiaba. Con gli effetti disastrosi che questo ha avuto».

Casini: trovare modo di dialogare, l'Italia va a fondo. «Dobbiamo fare uno sforzo. Maggioranza e opposizione devono trovare il modo di dialogare perché l'Italia va a fondo - dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini al Tg1 - O si capisce la necessità del momento o si rischia di ritrovarsi tutti sotto le macerie, opposizione compresa. Per 41 volte in questa legislatura ho votato la sfiducia al governo. Oggi non si tratta di dare una mano a Berlusconi, ma all'Italia». La ricetta per uscire dalla crisi, secondo il leader centrista, passa da una «commissione per la crescita che in 60 giorni dia risposte concrete al parlamento» e che coinvolga «anche le parti sociali, la parità di bilancio introdotta con una riforma costituzionale e, infine, un anticipo di alcune misure previste in manovra. La fase che stiamo vivendo mi ricorda la fine della Prima Repubblica: allora morì la Dc, oggi tramonta l'epoca berlusconiana».

Di Pietro: Berlusconi vuole riforme con i fichi secchi. «Abbiamo assistito all'annuncio delle riforme con i fichi secchi - dice Antonio Di Pietro, leader Idv - Il vero problema è che i mercati non si fanno prendere in giro. Infatti dei quattro punti indicati dal governo solo uno è valido: quello che anticipa le misure della manovra dal 2014 al 2013. La verità è che di fronte alla crisi Berlusconi chiude gli occhi e continua a farsi gli affari suoi. Tornerà in Parlamento la prossima settimana a fare una foto di famiglia, mentre sarebbe indispensabile avviare subito le riforme che servono davvero, a partire dall'abolizione delle province».

Bocchino: dal premier segnale di discontinuità. «La conferenza stampa di Berlusconi e Tremonti - afferma Italo Bocchino, vicepresidente di Futuro e Libertàrappresenta oggettivamente un segnale di discontinuità da cui emerge maggior senso di responsabilità da parte del governo. Futuro e Libertà ritiene di avere il dovere verso gli italiani e verso la Nazione di cogliere questo segnale nella speranza che non si tratti dell'ennesimo proclama. La costituzionalizzazione del pareggio di bilancio e l'anticipo dell'equilibrio economico sono due proposte da noi precedentemente avanzate e quindi ci vedono positivamente interessati. Restano però forti dubbi sulle misure previste dalla manovra per raggiungere il pareggio, troppo sbilanciate verso le tasse e troppo timide nel taglio della spesa pubblica. Temiamo che senza cambiare radicalmente le misure previste si rischi una fase recessiva che avrebbe serie ripercussioni sociali».

Vendola: Italia verso il baratro, dal governo cialtroneria. «Stiamo correndo velocemente verso il baratro e il governo Berlusconi ci intrattiene con una sorta di talk show con nefaste divagazioni su modifiche alla Costituzione - dice Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà - Oggi è andata in onda una pagina di letteratura fantascientifica. Il paese è alla deriva e loro immaginano di introdurre come norma di rango costituzionale l'obbligo del pareggio di bilancio. Si tratta di una gigantesca castroneria. Annunciano e non riescono a dire nulla che evochi la svolta radicale di cui il Paese ha bisogno. Se non si stimola la crescita economica ed occupazionale. Se si continua a strangolare il ceto medio e il lavoro dipendente. Se si inibisce il futuro lavorativo dei giovani. Se non si immette ossigeno nell'economia reale, l'Italia non si salverà. Respirare oggi per l'Italia significa innanzitutto sgomberare il campo da questo governo e da questa classe dirigente».

All'indomani dell'incontro fra governo e parti sociali, in cui Berlusconi ha annunciato un patto entro settembre per affrontare la crisi, in giornata il Pd aveva già ribadito di essere pronto al confronto con tutte le forze politiche e sociali su «cinque cose da fare prima di ogni altra», ma prima, avverte il leader Pierluigi Bersani in una lettera a Il Sole 24 Ore, serve «un cambiamento di governo».

Per il segretario del Pd le cinque priorità sono: «riforma della pubblica amministrazione»; «riforma fiscale»; «liberalizzazioni»; «politiche industriali»; «correzione della manovra, fermo il vincolo del pareggio». «Se c'è un un gesto di consapevolezza di chi governa, se c'è un passo indietro, noi siamo pronti a prenderci la responsabilità di uno sforzo comune». «Siamo sempre pronti - sottolinea il leader del Pd - ad inchinare al tricolore la nostra bandiera».

«Le dimissioni di Silvio Berlusconi sono diventate la priorità del Paese», dice all'Unità, Enrico Letta. «I mercati hanno ribadito l'assoluta mancanza di credibilità di questo governo e di questa maggioranza, l'Europa e i mercati sono entrati in fibrillazione quando hanno capito che l'Italia è come una barca senza timoniere che sta andando sugli scogli - sdice il vice segretario del Pd - Non sono d'accordo con la tesi di Casini che dice che è inutile chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio perché tanto Berlusconi non si dimette. Per dare sicurezza ai mercati bisogna che ci sia un nuovo governo entro Ferragosto. La settimana prossima dobbiamo essere tutti a Roma per le consultazioni per un nuovo governo. C'è bisogno di un governo "super-Ciampi", politico e di larga intesa».

Ma i governi di unità nazionale per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, non rappresentano una soluzione. Nel corso della trasmissione Radio Anch'io, in onda su Rai Radio Uno il ministro ha spiegato: «Io non credo ai governi tecnici o di unità nazionale». Riguardo a quest'ultimi, ha aggiunto: «Hanno alimentato la spesa pubblica e hanno esaltato la non responsabilità di ciascuno». Secondo Sacconi, quindi, serve responsabilità senza confusione di ruoli. Il ministro ha, infatti, sottolineato: «Berlusconi per primo si è rivolto all'opposizione chiedendo coesione nazionale e responsabilità, senza confusione di ruoli». Per Sacconi «questo è il momento di assumere decisioni, che non sono decisioni facili». Occorre, ha osservato, «seguire un percorso che sia allo stesso tempo di rigore e di crescita e la crescita - ha evidenziato - non si fa nè con le tasse, né con tagli aggiuntivi, nè con la spesa pubblica». Ma, ha continuato, «la si realizza facendo convergere tante volontà politiche, istituzionali, degli attori economici e degli attori sociali. Ed è ciò a cui stiamo lavorando, ora per ora, senza ferie».
Venerdì 05 Agosto 2011 - 10:31 Ultimo aggiornamento: 22:25

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http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/414735/
Politica
06/08/2011 - INTERVISTA
Enrico Letta: "Prodi sbaglia ci vuole un governo di larghe intese"

CARLO BERTINI

ROMA
Letta, la casa brucia, le Camere riaprono e il governo come estintore usa l’anticipo della manovra al 2013. Basterà?
«Sicuramente è un fatto, ma perché non è stato annunciato mercoledì, quando è stata raccontata una favola da Mulino Bianco? Favola che ha fatto perdere miliardi di euro all’Italia, con danni che resteranno nel tempo e che ci è costata pure il sorpasso della Spagna. Ora tentano di raddrizzare ma servendo un bicchiere mezzo vuoto: una sola misura e tre segnali di riforme che non placano la fame dei mercati».

Cosa fareste voi al posto loro? Avete chiare tre cose da proporre al paese in alternativa?
«Le cose chieste dalle parti sociali: primo, riforma del fisco, niente patrimoniale, ma modificare la tassazione per penalizzare le rendite e avvantaggiare il lavoro, dura lotta all’evasione. Secondo, smetterla con i tagli lineari della spesa, intervenire subito sui costi della politica, tagliando province, e razionalizzando le spese della pubblica amministrazione. Terzo, liberalizzazioni vere, non l’articolo 41 che sarà Costituzione tra un anno: i fatti si ottengono toccando le banche, i mercati e le professioni dove ancora ci sono pesanti incrostazioni monopoliste. E sulle privatizzazioni, intervenire a livello nazionale e locale: ci sono in Italia 20 mila società partecipate dal pubblico, comuni, province e regioni, alcune fanno trasporti e così via. Chiuderle, accorparle..».

Anche questo richiede mesi. O no?
«No, si può fare tutto per decreto: basterebbe dire che i comuni sotto i 30 mila abitanti possono avere una sola società partecipata. Anche la riforma del fisco si può fare in due settimane. Ma il tema di fondo però è un altro...».

Quale?
«Che questa conferenza stampa di Berlusconi e Tremonti dimostra che siamo commissariati da Francoforte, dove ha sede la Bce e da Berlino, insomma l’hanno fatta perché obbligati da altri. E insieme al sorpasso della Spagna, è l’ultima umiliazione che ci regala Berlusconi. Lo stesso giorno in cui anche la nostra crescita viene retrocessa allo 0,7% contro il 4,9% della Germania, il che dimostra che il caso Italia è drammatico».

Lo voterete o no questo anticipo della manovra? Da quel che si intuisce è un prendere o lasciare.
«No, la vogliamo cambiare, intanto perché è iniqua. Poi perché non contiene misure per la crescita e le riforme che hanno chiesto le parti sociali. Ma non è un problema di tempi: molti di noi non si sono allontanati da Roma apposta e se si riesce a cambiarla, siamo disposti a discuterla in 48 ore. Altrimenti voteremo no, come abbiamo fatto con il decreto precedente».

Certo, a pensar male questo anticipo della stangata più pesante potrebbe risparmiarvi un brutto lavoro se vincerete voi nel 2013. O no?
«Ma continuando così, non ci arriveremo sani nel 2013. Fare tutti questi annunci senza alcuna strategia, solo perché qualcuno ti ha obbligato, dimostra che se non se ne va Berlusconi non ci salviamo».

Prodi dice il contrario, che deve restare lì altri due anni fino a quando saremo al riparo dalla tempesta.
«Abbiamo tesi diverse. Credo che in questo momento un governo di larghe intese, un governo “Super-Ciampi”, avrebbe molte più chances di fare le riforme. Comunque, la casa brucia e tutti dobbiamo prendere l’estintore, il nostro spirito è quello del Capo dello Stato e quindi collaborativo. E Fini fa bene a riaprire la Camera, segnale doveroso tanto più utile se si parla del pareggio di bilancio però, non dell’articolo 41».
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda chango il 06/08/2011, 11:57

cosa ci sarebbe di positivo in quanto proposto nella conferenza stampa?

non certo l'anticipo di una manovra recessiva (per di più in una fase di rallentamento dell'economia).
non certo l'anticipazione della delega assitenziale che opera tramite tagli lineari e che ,inevitabilmente, colpisce i redditi più bassi e le famiglie in condizione più disagiate.

o ritieni positivo gli interventi nella Costituzione?
nel caso del vincolo di pareggio di bilancio la norma può essere utile o pericolosa a seconda di come viene scritta; nel caso dell'art.41 l'intervento è assolutamente inutile visto che la difficoltà di questo governo di liberalizzare vari settori non è data da un impedimento legislativo ma dalla mancaza di volontà politica e dalla presenza del conflitto di interessi (alla fine qualunque lobby può sempre rispondere a Berlusconi che se vuole liberalizzare può cominciare dal settore televisivo).

o ritieni positivo l'ennesimo e inutile intervento sul mercato del lavoro e sulle relazioni industriali?
è da più di 10 anni che si è provato a stimolare la crescita scaricando la responsabilità solo e soltanto sul lavoro con risultati veramenti pessimi.
il fatto poi che ciò debba avvenire tramite una delega al governo (e nel caso specifico a Sacconi) non è tranquillizante, vista al scarsa capacità a discutere con le parti e soprattutto la totale mancaza sdi un idea di sviluppo per l'Italia.
con una delega si può impostare un modello stile "Germania" o un modello stile "Bangladesh".
Visto Sacconi è più probabile la seconda opzione che la prima.

o ritieni postivo che le scelte del governo comunicate alla conferenza stampa siano il risultato di un commissariamento dell'Italia da parte di organismi internazionale e di altri paesi?
di solito quando organismi internazionali hanno imposto scelte politiche ad un paese, per quel paese non è andata molto bene.
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda ranvit il 06/08/2011, 12:38

Ritengo positivo che siccome l'Italia è messa veramente male bisogna agire subito.
I distinguo e le controproposte vanno bene quando le cose....vanno bene.

Vittorio
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda chango il 06/08/2011, 13:15

ranvit ha scritto:Ritengo positivo che siccome l'Italia è messa veramente male bisogna agire subito.
I distinguo e le controproposte vanno bene quando le cose....vanno bene.

Vittorio


agire subito non serve a nulla se si agisce nella direzione sbagliata.
basta guardare la Grecia.
si fosse gestito il default un anno fa la situazione sarebbe migliore.
sia per i greci che per gli altri paesi europei.

infine, stabilire chi deve fare i sacrifici e in che misura, non mi sembra un aspetto da lasciare a quando le cose vanno bene, visto che i sacrfici normalmente vengono chiesti quando le cose vanno male...
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda franz il 06/08/2011, 14:18

i mercati hanno fatto capire che ... la manovra fa schifo.
Anticipare una manovra che fa schifo non è di alcun aiuto,
La manovra va cambiata e anticipata.

Vanno fatte le riforme (che sono una cosa diversa dalla manovra, dato che predispongono alla futura crescita).
Letta dice che la "Favola che ha fatto perdere miliardi di euro all’Italia, con danni che resteranno nel tempo e che ci è costata pure il sorpasso della Spagna." In realtà la prossima asta è stata annullata, quindi nessun danno, ad oggi. Vedremo alla prossima asta. Per ora il danno è solo potenziale.

ah, una cosa. Si fa piu' volte riferimento a cio' che ha detto Prodi (ha ragione, sbaglia, ...) ma se qualcuno potesse postare cio' che ha detto, sarebbe un'ottima cosa.

Comunque larghe intese o strette intese per me non importa.
Serve un govenro che governo e mi pare che piu' larghe siano le intese e meno un governo italiano ha possibilità di operare.
Non abbiamo imparato la lezione dell'Unione?
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda ranvit il 06/08/2011, 16:24

I mercati hanno criticato il posticipo non la manovra in sè.
Quello che ha detto Prodi è riportato indirettamente nell'articolo de La Stampa che ho postato.

Anche io avrei molte cose da criticare della manovra....figuriamoci! Ma non c'è tempo! D'altra parte mi si faccia un solo esempio di manovra da 60 anni a questa parte che non abbia ricevuto una montagna di critiche.

Personalmente, oltre alla manovra, farei immediatamente:

- abolizione delle Camere di Commercio, di tutti gli Ordini e di tutte le Province;
- vendita di almeno il 50% di tutti i beni immobili dello Stato, delle Regioni/Province/Comuni;
- vendita di gran parte delle quote azionarie possedute da Stato, Regioni, province e Comuni;
- modifica costituzionale per l'obbligo del pareggio etc;
- dimezzamento di tutti i Parlamentari, Consigli Regioanli/Provinciali/Comunali;
- riduzione delle tasse a persone ed imprese in modo che il totale da pagare non superi mai il 33%!

Vittorio
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda ranvit il 06/08/2011, 17:07

Sono in buona compagnia...

http://www.corriere.it/editoriali/11_ag ... 4d09.shtml

Bene ma non basta

Basta dare un'occhiata ai listini di Borsa e alle prime pagine della stampa internazionale per capire che questa crisi non è nazionale. Se l'accordo sul debito americano, faticosamente raggiunto dopo un duro braccio di ferro sull'orlo dell'abisso, non è riuscito a spegnere la febbre dei mercati, è difficile immaginare che la risposta di un singolo Stato basti da sola ad arrestare l'ondata della speculazione.

Ma queste riflessioni non autorizzano alcun Paese, e tanto meno l'Italia, a trincerarsi dietro il fatalismo e le considerazioni tranquillizzanti che sembravano caratterizzare nei giorni scorsi la posizione del governo e in particolare del presidente del Consiglio. Siamo tutti felici che i nostri «fondamentali» siano in ordine. Ma i capitali e il risparmio delle famiglie (a meno che non si voglia tassarli) non riducono l'ammontare degli interessi che il Tesoro deve pagare ai proprietari delle nostre obbligazioni. È utile quindi che il governo, forse spinto anche dal timore di uscire dal radar dell'Unione Europea (i colloqui anglo-franco-spagnoli sembravano preannunciare questo rischio), abbia deciso di fare subito alcune delle cose che erano destinate ad attendere la fine dell'estate o, peggio, la fine della legislatura. Sono provvedimenti utili (in particolare il pareggio del bilancio entro il 2013). Ma non basta fermarsi alle misure annunciate. Vi sono almeno due motivi per cui il governo ha l'obbligo morale e l'interesse politico ad agire rapidamente, anche su altri fronti.

In primo luogo i mercati, anche quando agiscono irrazionalmente, tengono ai loro denari, scelgono le vittime con una certa accortezza e rinunciano a colpire coloro che danno prova di maggiore serietà. Vi sono provvedimenti che riducono solo marginalmente l'ammontare del debito, ma hanno un forte valore simbolico. Se la classe politica, tanto per fare qualche esempio, avesse decurtato sensibilmente i propri benefici, rinunciato all'indecorosa pretesa dei rimborsi elettorali, e messo subito le aziende municipalizzate di fronte all'obbligo morale di tagliare le prebende dei propri consiglieri, i sacrifici chiesti alla grande massa degli italiani sarebbero stati più facilmente accettati; e i mercati avrebbero capito già da qualche settimana che il rischio delle loro scommesse sarebbe stato maggiore.
In secondo luogo un governo liberale (come questo ama descriversi) ha interesse a trattare la crisi come un'occasione da cogliere e da sfruttare. Sappiamo perché la politica italiana prometta riforme (dalla soppressione delle Province alla lotta contro gli sprechi della pubblica amministrazione) che non riesce a realizzare. Conosciamo la resistenza delle lobby, delle corporazioni, delle baronie, delle clientele, tutte pronte a dare battaglia per non perdere nulla di ciò che hanno indebitamente conquistato.

Sappiamo che non vi è partito insensibile ai propri immediati interessi elettorali. E sappiamo infine che molte riforme, necessarie al nostro futuro, non sarebbero mai state fatte se non ci fossero state imposte dall'Europa. Ebbene, in questo Paese del «particulare», delle rendite di posizione e dei diritti intoccabili, la crisi può diventare un'occasione straordinaria. Se affrontata con una lucida strategia politica e sostenuta da un solido accordo con le parti sociali, può servire a rimuovere i blocchi stradali che ostruiscono il cammino del merito e della concorrenza, può rendere il Paese più attraente per gli investimenti stranieri, può dare all'Italia la scossa di cui ha bisogno per ricominciare a crescere.

Sergio Romano
06 agosto 2011 09:04
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda chango il 07/08/2011, 11:11

ranvit ha scritto:Sono in buona compagnia...

http://www.corriere.it/editoriali/11_ag ... 4d09.shtml

Bene ma non basta

Basta dare un'occhiata ai listini di Borsa e alle prime pagine della stampa internazionale per capire che questa crisi non è nazionale. Se l'accordo sul debito americano, faticosamente raggiunto dopo un duro braccio di ferro sull'orlo dell'abisso, non è riuscito a spegnere la febbre dei mercati, è difficile immaginare che la risposta di un singolo Stato basti da sola ad arrestare l'ondata della speculazione.

Ma queste riflessioni non autorizzano alcun Paese, e tanto meno l'Italia, a trincerarsi dietro il fatalismo e le considerazioni tranquillizzanti che sembravano caratterizzare nei giorni scorsi la posizione del governo e in particolare del presidente del Consiglio. Siamo tutti felici che i nostri «fondamentali» siano in ordine. Ma i capitali e il risparmio delle famiglie (a meno che non si voglia tassarli) non riducono l'ammontare degli interessi che il Tesoro deve pagare ai proprietari delle nostre obbligazioni. È utile quindi che il governo, forse spinto anche dal timore di uscire dal radar dell'Unione Europea (i colloqui anglo-franco-spagnoli sembravano preannunciare questo rischio), abbia deciso di fare subito alcune delle cose che erano destinate ad attendere la fine dell'estate o, peggio, la fine della legislatura. Sono provvedimenti utili (in particolare il pareggio del bilancio entro il 2013). Ma non basta fermarsi alle misure annunciate. Vi sono almeno due motivi per cui il governo ha l'obbligo morale e l'interesse politico ad agire rapidamente, anche su altri fronti.

In primo luogo i mercati, anche quando agiscono irrazionalmente, tengono ai loro denari, scelgono le vittime con una certa accortezza e rinunciano a colpire coloro che danno prova di maggiore serietà. Vi sono provvedimenti che riducono solo marginalmente l'ammontare del debito, ma hanno un forte valore simbolico. Se la classe politica, tanto per fare qualche esempio, avesse decurtato sensibilmente i propri benefici, rinunciato all'indecorosa pretesa dei rimborsi elettorali, e messo subito le aziende municipalizzate di fronte all'obbligo morale di tagliare le prebende dei propri consiglieri, i sacrifici chiesti alla grande massa degli italiani sarebbero stati più facilmente accettati; e i mercati avrebbero capito già da qualche settimana che il rischio delle loro scommesse sarebbe stato maggiore.
In secondo luogo un governo liberale (come questo ama descriversi) ha interesse a trattare la crisi come un'occasione da cogliere e da sfruttare. Sappiamo perché la politica italiana prometta riforme (dalla soppressione delle Province alla lotta contro gli sprechi della pubblica amministrazione) che non riesce a realizzare. Conosciamo la resistenza delle lobby, delle corporazioni, delle baronie, delle clientele, tutte pronte a dare battaglia per non perdere nulla di ciò che hanno indebitamente conquistato.

Sappiamo che non vi è partito insensibile ai propri immediati interessi elettorali. E sappiamo infine che molte riforme, necessarie al nostro futuro, non sarebbero mai state fatte se non ci fossero state imposte dall'Europa. Ebbene, in questo Paese del «particulare», delle rendite di posizione e dei diritti intoccabili, la crisi può diventare un'occasione straordinaria. Se affrontata con una lucida strategia politica e sostenuta da un solido accordo con le parti sociali, può servire a rimuovere i blocchi stradali che ostruiscono il cammino del merito e della concorrenza, può rendere il Paese più attraente per gli investimenti stranieri, può dare all'Italia la scossa di cui ha bisogno per ricominciare a crescere.

Sergio Romano
06 agosto 2011 09:04


Trovo questo articolo insulso.
a parte che i nostri fondamentali non sono particolarmente in oridne, vista la bassa crescita, la scarsa produttività e il basso tasso di occupazione (soprattutto femminile e giovanili, soprattutto al Sud).

il resto è di una banalità e superficialità sconcertante.

come si può dire "bene, ma non basta" quando il governo è arrivato prendere delle decisioni non per propria convinzione ma perchè di fatto costretto dai mercati e da altri paesi e organizzazioni internazionali?

mi chiedo se Romano e pure tu, vi rendete della gravità di quanto avvenuto tra mercoledì e venerdì e del fatto che questo governo non ha più nessuna ragione di rimanere in carica.
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Re: Il governo anticipa la manovra

Messaggioda ranvit il 07/08/2011, 12:21

mi chiedo se Romano e pure tu, vi rendete della gravità di quanto avvenuto tra mercoledì e venerdì e del fatto che questo governo non ha più nessuna ragione di rimanere in carica.


Non so Romano, io me ne rendo conto eccome!

Non so pero' se tu ti rendi conto che questo è il governo che c'è, che non decidi tu nè io se deve dimettersi, che andare ad elezioni mentre infuria la tempesta è una cazzata gigantesca (che solo uno con gli occhi coperti dal prosciutto del'ideologia puo' concepire).

Vittorio

Ps Visto che Romano dice cose insulse bisognerebbe proporre al Corriere della Sera di sostituirlo....semmai con te :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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