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I rischi del federalismo sanitario

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I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda ranvit il 18/06/2011, 16:46

http://www.italiafutura.it/dettaglio/11 ... on_seguire


Batterio killer, l'esempio tedesco da non seguire
I rischi del federalismo sanitario
di Walter Ricciardi , pubblicato il 15 giugno 2011

La sanità è una materia complessa e delicata, densa di conseguenze negative se gestita male, e non solo sulla salute dei cittadini, ma anche sulle tasche dei produttori e dei consumatori, come dimostrato dalla recente epidemia batterica in Germania, affrontata in modo catastrofico dalle autorità tedesche con decine di morti, migliaia di soggetti infetti e centinaia di milioni di euro dilapidati.

Ancora oggi non vi è certezza su quali alimenti abbiano effettivamente veicolato l’infezione e, analogamente a quanto successo anni fa con la sindrome della mucca pazza in Gran Bretagna, la miopia e la divisione delle burocrazie ministeriali, in questo caso tedesche, ha generato prima una mancanza di trasparenza che ha allarmato e reso diffidenti cittadini e governi di tutta Europa, poi un caos informativo in cui il ministro dell’agricoltura di un land (la regione) smentiva il ministro del land vicino, con i ministri della salute dei singoli länder che litigavano tra loro e il ministro federale della salute che manifestava pubblicamente tutta la sua impotenza.

E’ importante discutere di queste disfunzioni, tipiche di un paese federale la cui sanità non ha alcuna forma di coordinamento nazionale, anche nella nostra Italia avviata, sembra, verso un federalismo spinto sul versante sanitario, per evitare errori analoghi in futuro e per consolidare quanto ha espresso e può esprimere di buono il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Attualmente in Italia questo non sarebbe potuto succedere; abbiamo fortunatamente un Ministero della Salute a cui è ancora affidata la tutela della salute di tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di nascita o di residenza. Abbiamo una rete di organizzazioni sanitarie e di medici sentinella in grado di attivarsi immediatamente in caso di emergenza ed abbiamo ancora forme di coordinamento centrale che non dobbiamo assolutamente perdere, anche se l’erogazione e gestione dei servizi sanitari sono affidate alle singole regioni - e ciò sta determinando diseguaglianze crescenti tra cittadini che vivono in regioni più virtuose e quelli che abitano in regioni (quasi tutte quelle del centro sud) in forte ritardo e difficoltà.

Perché quello di buono che già esiste a livello centrale non venga vanificato, c’è bisogno della diffusa consapevolezza, sia tra gli addetti ai lavori, sia nella popolazione generale, che non è con slogan sul federalismo che potranno essere affrontati i problemi della sanità del futuro, stretta tra l’aumento dei bisogni sanitari della popolazione, l’incremento della domanda di servizi da parte dei cittadini e la limitatezza delle risorse finanziarie e umane disponibili.

Il direttore dell’Economist, John Micklethwait sottolinea che il federalismo è uno dei possibili indirizzi strategici dell’Europa, ma sostiene che “più di ogni altra cosa, serva una buona organizzazione. L’America è un Paese federale, eppure alcuni dei suoi Stati sono in grave difficoltà. Bisogna fare attenzione ai costi e mantenere strutture decisionali snelle ed efficaci.”

Dobbiamo prendere questo avvertimento molto sul serio, perché in Italia gli effetti della regionalizzazione successiva alla modifica costituzionale del 2001 sono, in sanità, già drammaticamente evidenti. Ad esempio la differenza nell’aspettativa di vita tra le regioni dove si vive di meno (quelle del sud, Campania in testa) e quelle in cui si è più longevi (quelle del centro nord) è oggi di quasi 5 anni, una distanza enorme creatasi proprio negli ultimi anni per l’incapacità di alcune regioni di fronteggiare l’incremento dei fattori di rischio (fumo, alcool, sedentarietà, cattiva alimentazione, in primis) nei propri cittadini - ed il conseguente aumento delle malattie cardiovascolari e tumori -con servizi sanitari efficaci ed efficienti.

In sostanza, i cittadini meridionali hanno, negli ultimi dieci anni, perso tutti i guadagni temporali maturati nel secondo dopoguerra e questo comporta, in alcune regioni, addirittura il blocco dell’aspettativa di vita, soprattutto delle donne, con il rischio concreto che, per la prima volta nella storia del Paese, le nuove generazioni possano vivere meno di quelle precedenti.

Gli italiani sono forse gli individui più flessibili e adattabili del mondo, hanno una capacità di reazione e di improvvisazione quasi unica, ma la lotta contro l’ignoranza e la malattia non può essere condotta solo a livello regionale né, tanto meno, solo a livello individuale. Essa ha infatti bisogno di uno sforzo collettivo che deve essere adeguatamente gestito e coordinato, onde evitare che negli italiani come società collettiva le qualità dei singoli individui scompaiano o addirittura si rovescino.



Walter Ricciardi, membro del comitato direttivo di Italia Futura, è direttore dell'Istituto di Igiene dell'Università Cattolica di Roma e dell'Osservatorio Nazionale per la Salute nelle Regioni Italiane. E' il primo Editor non inglese dell'Oxford Handbook of Public Health e componente non americano del National Board of Medical Examiners degli Stati Uniti d'America.
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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda franz il 18/06/2011, 17:03

In effetti ha ragione: il discorso delle epidemie va coordinato a livello nazionale e non va lasciato solo al livello locale.
Sbaglia pero' a livello storico quando dice "questo in Italia non potrebbe succedere".
Perché in Italia è già successo, quando di federalismo o di decentramento sanitario ancora non si parlava.
Napoli, 1973, epidemia di colera. 24 morti. Anche in questo caso si parla di batteri trasmessi per via oro-fecale.
Noto anche che potrebbe essere un tentativo, ingenuo, di sviare l'attenzione dalla vera causa dell'epidemia.
L'agricoltura biologica unita a scarse norme di igene nella fase di lavorazione e tutta la filiera di trasporto, fino all'utente finale. Cercare di distrarre l'attenzione dando tutto sommato la colpa al federalismo sanitario mi pare molto provinciale.
Un titolo piu' aderente alla realtà avrebbe potuto essere "i rischi dell'agricoltura biologica".
Perché tutto comporta dei rischi, soprattutto dove meno uno se li aspetta.

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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda flaviomob il 23/06/2011, 15:27

Da quali fonti attingi a codesta informazione "biologica"???


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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda franz il 23/06/2011, 15:43

flaviomob ha scritto:Da quali fonti attingi a codesta informazione "biologica"???

Basta il buon senso, come fonte.
L'agricoltura tradizionale usa concimi chimici, quella "bio" usa quelli naturali e qui serve molta. moltissima igene.
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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda flaviomob il 23/06/2011, 15:59

Quindi è un'ipotesi priva di prove? :)


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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda franz il 23/06/2011, 16:03

flaviomob ha scritto:Quindi è un'ipotesi priva di prove? :)

La prova è nell''evidenza dei fatti.
Sappiamo da dove proviene e. coli e sappiamo che è stata trovato nei prodotti bio.
Se la catena dell'igene si interrompe, l'agricolturta bio ha i suoi pericoli come ogni altra cosa. Non è esente.
Un po' come la catena del freddo. Se si interrompe sono guai.
Non servono prove ma basta la logica e la conoscenza dei singoli rischi.

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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda ranvit il 23/06/2011, 16:13

Vero quello che dice franz....il letame di oggi non è piu' il letame di una volta :D
...oddio, "una volta" ci si beccava delle epidemie che falcidiavano intere popolazioni :(


Personalmente ho sempre avuto una certa riluttanza a comprare bio proprio per le ragioni dette....per non parlare poi dei prezzi (con la scusa che usano concimi naturali) che rendono tali prodotti solo per le tasche di chi puo' spendere.
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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda franz il 23/06/2011, 16:55

ranvit ha scritto:Vero quello che dice franz....il letame di oggi non è piu' il letame di una volta :D
...oddio, "una volta" ci si beccava delle epidemie che falcidiavano intere popolazioni :(

Personalmente ho sempre avuto una certa riluttanza a comprare bio proprio per le ragioni dette....per non parlare poi dei prezzi (con la scusa che usano concimi naturali) che rendono tali prodotti solo per le tasche di chi puo' spendere.

Certo ed abbiamo imparato a difenderci grazie agli antibiotici ed ai vaccini.
Ma ora ci sono batteri sempre più resistenti e quindi il rischio è tornato.
Di fatto c'era un alone di ingenua spontaneità naturale per cui i prodotti "bio" apparivano "buoni" mentre in realtà possono essere pericolosi come ogni altro prodotto alimentare. Anzi forse di piu' perché i pericolo si nascondono dove meno te liaspetti e li' la guardia é abbassata.
Il costo comunque non è dovuto tanto ai concimi naturali quanto al fatto che si tratta di un'agricoltura naturale ed estensiva, non intensiva. Come tale ha bisogno di tanto terreno ed ha una bassa produttività. Va bene per quella parte ricca del mondo che ha la puzza sotto il naso (perché gli è stata messa) ed ha soldi in tasca, ma non certo per alimentare 7 miliardi di terrestri. Chi ha i soldi comunque fa bene a comprarli. Alimenta un'indistria fiorente e trasferisce un bel reddito ai contadini. Solo farebbe meglio a non fidarsi troppo e ad avere piu' spirito critico. Il mais bt OGM che semina Giorgio Fidenato (mon810) è meno pericoloso del mais "bio" se questo è colpito dai parassiti per cui invece il MAIS OGM è protetto geneticamente. Proprio perché è protetto dai parassiti, la resa è superiore ed il prezzo al consumatore finale è piu' basso. L'agricoltura BIO è piu' scarna (minore resa per ettaro) e quindi giustamente costa di piu'. Ma non per questo è piu' sicura.

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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda flaviomob il 25/06/2011, 11:10

Ma non hai prove che sia avvenuto in agricoltura "bio" e non in agricoltura convenzionale, giusto?


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Re: I rischi del federalismo sanitario

Messaggioda ranvit il 25/06/2011, 11:31

Flavio....come potremmo noi avere le prove?

Resta il fatto che sul biologico si sono tuffati un sacco di produttori e non tutti sono "bio"...mentalmente :D
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