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Storia lottizzata e trionfo dell'ignoranza?

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Storia lottizzata e trionfo dell'ignoranza?

Messaggioda pinopic1 il 28/07/2008, 10:12

Bossi e Barbarossa
la fiction lottizzata
di FRANCESCO MERLO

Bossi che spiega la storia agli storici e ispira e orienta una fiction storica della Rai può persino suscitare ammirazione, la stessa che suscitano gli acrobati, o quelli che corrono senza gambe, o ancora certi geniali imbonitori dei mercati del Sud ai quali l'Umberto sempre più somiglia anche fisicamente, quelli che vendono orologi patacche "che segnano le ore di tutti e sette i continenti: Palermo-Roma-Tokio".

Sicuramente adesso meglio si capisce perché i leghisti vanno a testa bassa contro i saperi accademici, contro i professori e ovviamente contro l'alfabeto. Considerano infatti "la cultura italiana" la loro vera antagonista. E le contrappongono una università a prezzi bassi e a poca fatica, a diti medi e a insulti sbavati, di cui Bossi è il rettore magnifico, le aule sono al bar, le ore di insegnamento e di elaborazione sono quelle delle pause pranzo, e la rivista scientifica di riferimento è l'autorevolissima Tv Sorrisi e Canzoni.

A questa versione padana della famosa 'Theory and History' lo statista imperial comunal Umberto Bossi ha dunque affidato le sue riflessioni su Alberto da Giussano del quale dice di essere la reincarnazione metempsicotica mentre l'odiato Barbarossa "oggi è lo Stato italiano", vale a dire - aggiungiamo noi - Bossi stesso, che ne è ministro. Nessuno infatti gli ha ancora spiegato che lo Stato è l'insieme dei ministri, di tutti quelli che amministrano, in nome del bene pubblico, gli spazi sociali.

Comunque sia, Bossi ha spronato alla 'padanerià militante - vale a dire a portare sullo schermo la ribellione contro la schiavitù all'Italia - i tecnici, gli attori e i registi del Barbarossa, la prima fiction di ispirazione bossiana, mostrandosi orgoglioso che finalmente la Rai riscriva o meglio scarabocchi la storia come vuole il catechismo leghista. Ed è una prostituzione intellettuale che mai era stata esercitata così in ginocchio, un vero 'monicalevinskismo' culturale al quale non era mai arrivata né la Rai della Dc e delle censure né quella ideologicamente piegata a sinistra di Tele-Kabul e poi del politicamente corretto. Davvero con le fiction di partito i dirigenti della Rai raschiano il fondo della volgarità spartitoria ma anche della stupidità culturale.

E bisogna infatti dire che il primo a ridere del Bossi colto, a riderne a crepapelle, (e ovviamente a bocciargli il figliolo e quella sua ormai famosa tesi scolastica sul federalismo di Cattaneo) sarebbe stato lo stesso Cattaneo che si batteva "per la Nazione delle intelligenze la quale abita tutti i climi e parla tutte le lingue", tranne quella sguaiata del geniale saltimbanco padano. Mentre Alberto da Giussano, che aveva bisogno di menti sane e corpi robusti, di guerrieri responsabili e non di fantasmi, avrebbe avuto pietà di lui e lo avrebbe mandato nelle retrovie affidandogli l'intrattenimento comico del popolo in armi contro il Barbarossa.

Al contrario la Rai, che - vale la pena ripeterlo - mai era stata così pacchianamente e miserabilmente partitocratica, invece di consegnarli una sezione del cabaret politico magari in concorrenza con Grillo, gli ha affidato quell'università popolare che è la fiction in costume, il romanzo storico alla Manzoni o alla Walter Scott.

E tutti capiscono che solo in Italia uno dei tanti ignoranti di talento, il Celentano dello Stato, può produrre storiografia e spiegare a tutti gli storici, da Gioacchino Volpe a Delio Cantimori, e ovviamente ai grandi medievisti Cardini e Le Goff chi era veramente Alberto da Giussano e quanto ce l'aveva duro, e chi era veramente Federico Barabarossa e quanto ce l'aveva moscio; e poi i comuni, il Papa, i guelfi e i ghibellini...

Ma il paradossale mistero rivelato dalla fiction sul Barbarossa non è che la Lega pensi che l'università sia un covo di boiardi e neppure che la Rai abbia oltrepassato i limiti della dignità e nemmeno che Bossi eserciti la sua proverbiale fantasia imbrogliona. Ciò che rimane ancora incomprensibile è perché i famosi imprenditori del Nord debbano sopportare una simile rappresentanza culturale di se stessi.

Davvero per difendere gli interessi economici della cosiddetta borghesia settentrionale bisogna mettere in piedi questo teatrino dei pupi? Perché l'imprenditore veneto deve avere come intellettuale organico un piazzista politico, un uomo senza professione, un geniale pataccaro? Perché una della grandi borghesie regionali d'Europa, che pure ha prodotto la migliore cultura d'Italia, deve permettere che il suo immaginario intellettuale e storico si popoli di queste fetecchie, di questa monnezza che puzza molto più di quella di Napoli? Ecco dove sta nascosta la verità di questo Barbarossa televisivo e del Bossi che ha scoperto - nientemeno - la storia.

(28 luglio 2008)
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Re: Storia lottizzata e trionfo dell'ignoranza?

Messaggioda Paolo65 il 28/07/2008, 11:22

Si, è il trionfo dell'ignoranza nel senso più crudo del termine.

E' quell'ignoranza che fa ritenere a colui che detiene il potere di fare tutto ed il suo contrario.

Questa barbarie della RAI lottizzata, usata come una prostituta da questo e quello,finirà il giorno che verranno venduti 2 canali a privati,i quali non possono essere gli stessi di Mediaset o La7, aprendo il mercato televisivo.

Con Sky ormai abbiamo il 3° polo TV, e con le 2 TV Rai arriveremmo a 5, il che farebbe finire il dominio assoluto di Berlusconi.

Se poi un Bossi di turno vorebbe fare una fiction sugli asini che volano,si accomodi pure, si cambia canale e buonanotte.

Paolo
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