12-13 giugno, il nuovo quesito sul nucleare
Da http://www.zeroemission.eu/Politica/12- ... 2715.phtml
Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell'articolo 5 del d.l. 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?”. Questo il nuovo testo del quesito sul nucleare sul quale i cittadini dovranno esprimersi con un sì oppure un no al referendum del 12 e 13 giugno
Referendum nucleare, il nuovo quesito
“Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell'articolo 5 del d.l. 31/03/2011 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?”. Questo il nuovo testo del quesito sul nucleare sul quale i cittadini dovranno esprimersi con un sì oppure un no al referendum del 12 e 13 giugno. Il titolo del quesito sarà: “Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare”. Com’è noto la Cassazione mercoledì scorso ha stabilito che si terrà anche la consultazione popolare sul ritorno all’atomo disinnescando il tentativo del Governo di bloccarla con il dl Omnibus (il d.l. 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75 indicato nel nuovo quesito). Lo ha deciso l’Ufficio per il Referendum della Cassazione che ha approvato a maggioranza l’ordinanza con la quale ha disposto “il trasferimento – si legge in una nota - della richiesta di abrogazione referendaria circa le disposizioni già individuate come ‘Norme in materia di nuove centrali per la produzione di energia elettrica nucleare’”, oggetto del vecchio quesito, sulle nuove disposizioni” del dl ‘Omnibus’. Anche con la nuova formulazione, basterà apporre un sì sull’apposita scheda grigia che sarà consegnata al cittadino per evitare il ritorno al nucleare nel nostro paese. Ma non è tutto, perché bisogna comunque aggiungere che con il nuovo quesito cambia in parte la natura della consultazione. Il fatto è che il Governo ha già cancellato, anche se solo per prendere tempo, le norme che disciplinavano la costruzione di nuove centrali nucleari nel nostro paese. Su cosa dovranno esprimersi allora esattamente i cittadini? Leggiamo il testo delle norme da abrogare.
Il comma 1 dell’articolo 5 (Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari) della legge 26/05/2011 n.75 1 recita: “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.”
Il commma 8, invece, afferma: “Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali.” La Cassazione ha pertanto ritenuto che il pronunciamento dei cittadini sul delicato tema del nucleare potesse essere spostato dalle vecchie norme, ormai cancellate, a questealle nuove. Anche perché il comma 8, – come sostenuto dai referendari – offre al Governo la possibilità di tornare a riproporre il nucleare tra un anno.
Questa soluzione mette tuttavia in luce il pasticcio creato dall’esecutivo per cercare di evitare il voto degli italiani. Lo confermano le parole dello stesso ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, a commento della decisione della Cassazione, della quale si è detto “sorpreso”. “Governo e Parlamento – sottolinea in una nota – hanno abrogato tutte le norme che consentivano l’installazione di centrali nucleari. Bisognerà attendere le motivazioni della decisione dell’Ufficio Centrale della Corte – prosegue - ma è evidente che formulare un quesito con il titolo ‘Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare’, in assenza di una norma che consenta il ritorno all’atomo, è una scelta che può solo creare confusione nei cittadini.” A fargli eco è il suo sottosegretario Stefano Saglia per il quale la decisione della Cassazione è “un mostro giuridico e costituzionale.” Spiega Saglia: “I cittadini saranno chiamati ad abrogare con il loro voto due norme: la prima riguarda il coordinamento con l’Unione europea sulla sicurezza degli impianti e che impedisce esplicitamente la localizzazione delle centrali nucleari in Italia. La seconda norma obbliga il Governo ad assumere, entro 12 mesi, una strategia energetica nazionale: abrogandola si sancisce che l’Italia non debba avere una politica energetica. Pertanto, – conclude il sottosegretario – gli elettori saranno invitati ad abrogare norme che avrebbero favorito decisioni alternative al nucleare stesso. È un paradosso inaccettabile.” In realtà, paradossale e scandaloso è che un Governo di un paese democratico agisca in modo tale da rendere estremamente dannoso per i cittadini l’esercizio di un proprio diritto. Al danno si aggiunge anche la beffa dei costi che ora, dopo la scelta dell’esecutivo di non accorpare elezioni amministrative e referendum, lieviteranno ancora a causa della ristampa di milioni di schede con il nuovo quesito.
La decisione della Suprema pone anche altri dubbi: a 10 giorni dal referendum, non si è sciolto il nodo dei 3,2 milioni di italiani all'estero, che hanno già votato sul quesito relativo al nucleare nella vecchia versione. Quei voti, dunque, sono validi? “Non capiamo perché - protestavano ieri le oltre 80 associazioni del Comitato Vota Sì per fermare il nucleare - nonostante le nostre ripetute sollecitazioni il Viminale non abbia ritenuto di fare ufficialmente chiarezza sulla questione delle schede votate all'estero.” Il ministero degli Esteri aveva comunque precisato di aspettare “direttive del ministero dell’Interno, in attesa delle quali il procedimento rimane invariato.” I voti degli italiani all’estero sono importanti, perché contribuiscono ad alzare l’asticella del quorum. (f.n.)
Se capisco bene, chi vota si, pensando di votare contro il nucleare, in realtà vota contro la norma che dice di non preocedere contro il nucleare. Gabbato!
Quindi a rigor di logica dovrebbe votare NO. Per l'altro articolo invece, votando contro, si vota contro la "strategia elettrica nazionale" da farsi entro 12 mesi, il che è una solenne stupidata, visto che c'è un grande bisogno di fare subito un piano nazionale.
E questa è la patria del diritto?
Franz
Maggiori informazioni su http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum ... i_del_2011