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"Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

"Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda Iafran il 30/05/2011, 17:45

Vittorie di Pisapia e di De Magistris nelle città più importanti, ma anche nel resto d'Italia quelli del PdL hanno perso.
"Una stagione particolare che pensi al bene comune" sono le parole del nuovo sindaco di Milano, da Piazza Duomo.
Parole che dobbono fare scuola, con l'augurio che i partiti di Cs siano sempre all'altezza delle aspettative dei loro elettori.
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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda flaviomob il 30/05/2011, 23:34

Una stagione in cui finalmente si scelgano persone in grado di parlare di politica e non di accordicchi e equilibri tra correnti, di comunicare con le persone direttamente, di presentare una coerenza ed una storia personale degne degli incarichi che si apprestano a ricoprire.... con buona pace di Mastella (chissà se andrà a Zurigo per farsi assistere... nel trapasso!) :lol:


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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda flaviomob il 31/05/2011, 11:54

La politica della paura è al capolinea

Non sappiamo come Luigi De Magistris e Giuliano Pisapia governeranno le loro città. I problemi che hanno di fronte (specialmente a Napoli) sono tali da far tremare le vene ai polsi a chiunque. Sappiamo però che questa giornata sarà ricordata a lungo. In tutta Italia le urne hanno dato un responso chiaro: davvero la maggioranza che alle camere sorregge l’esecutivo è minoranza nel Paese. Davvero la politica dell’aggressione e della paura è arrivata al capolinea. E questo, indipendentemente da quali saranno gli immediati destini del governo Berlusconi, è già un risultato.

Gli elettori hanno dato fiducia alla speranza e al cambiamento. Hanno detto chiaramente che non ne possono più del mondo alla rovescia propagandato dal premier e dai suoi media: un mondo che bolla come pazzo che tenta di far rispettare la legge e indica invece come esempio chi è amico della mafia, un mondo che premia i furbi e penalizza gli onesti, un mondo che ritiene giusto privilegiare il censo al posto del merito. Un mondo che fino a ieri – allargando le braccia compiaciuto – ha continuato a ripetere: che ci volete fare, gli italiani sono fatti così.

No, gli italiani non sono fatti così. Sono meglio. E oggi lo hanno dimostrato.

Da domani, però, è tutta un’altra storia. Chiusi i festeggiamenti, archiviata la sbornia elettorale, si ricomincia. La strada per il Paese resta in salita. Anzi è più in salita di prima. Silvio Berlusconi non ha nessuna intenzione di lasciare Palazzo Chigi. Il Pdl, è vero, è percorso da fibrillazioni di ogni tipo. La voglia di un gran consiglio che esautori l’anziano padre padrone degli azzurri cresce pure da quelle parti. Ma la prospettiva di far fuori (politicamente) il premier, per poi dover lasciare con lui le stanze dei bottoni, paralizza il centro-destra. Anche per questo i referendum di giugno sono importanti: se otterranno il quorum diventeranno una vera e propria lettera di sfratto per il Cavaliere. Saranno il segnale di come oltre quella soglia di sfiducia non si possa davvero più andare.

Una cosa però e bene affermarla con franchezza: chiudere l’era Berlusconi non basterà per fare dell’Italia una democrazia normale. Anche senza il sempre più vecchio multimiliardario brianzolo (acquisito) il nostro paese resterà in preda alle Caste, ai conflitti d’interesse e alla partitocrazia. Pensate, se oggi si votasse per le politiche, sarebbero di nuovo le segreterie dei partiti a nominare onorevoli e senatori. A Montecitorio e a Palazzo Madama ci ritroveremmo insomma la stessa pletora di gente, spesso senza arte né parte, che negli ultimi 15 anni ha felicemente contribuito al declino del Belpaese.

Per questo, se è pure giusto dare atto al Pd di aver introdotto in Italia l’istituto delle primarie, bisogna ricordare quale è il secondo dato suggerito dalle amministrative (almeno nelle piazze principali). A Milano come a Napoli hanno avuto successo due candidati che non uscivano dagli apparati dei partiti. Uno dei due, De Magistris, il più votato, ha anzi corso esplicitamente contro i partiti. Ha rifiutato gli apparentamenti. E ha stravinto.

Quella di De Magistris è una lezione che, a destra come a sinistra, merita di essere ricordata. Perché la pazienza degli elettori è tanta. Ma non è eterna. E se i partiti e i vecchi leader non cambiano, i cittadini se ne trovano di nuovi. Da soli.

Peter Gomez, Il Fatto Quotidiano


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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda Iafran il 31/05/2011, 13:05

flaviomob ha scritto:La politica della paura è al capolinea

Non sappiamo come Luigi De Magistris e Giuliano Pisapia governeranno le loro città. I problemi che hanno di fronte (specialmente a Napoli) sono tali da far tremare le vene ai polsi a chiunque.

In ogni modo non possono governare senza il contributo dei cittadini (per risolvere definitivamente i loro stessi problemi) e questi hanno risposto in modo lampante che vogliono essere presenti e che sono pronti a fare la loro parte.
"il Fatto quotidiano", altri giornali e tutti gli elettori di Cs lo avevano cercato, forse hanno sperato che succedesse il fatto nuovo (imprenscindibile per qualsiasi attività che voglia definirsi politica): la voglia dei cittadini di rimboccarsi le maniche insieme alla determinazione di non dare più cambiali in bianco a nessuno.
E' stata una scrollata per togliersi di dosso gli avventurieri "politici", ma è anche un segnale ai propri rappresentanti per preparsi meglio ad un compito nobile e delicato per affrontare e vincere le sfide che interessano tutte le società.

Concordo con Peter Gomez a ritenere quella di Pisapia e di De Magistris "una lezione che, a destra come a sinistra, merita di essere ricordata. Perché la pazienza degli elettori è tanta. Ma non è eterna. E se i partiti e i vecchi leader non cambiano, i cittadini se ne trovano di nuovi. Da soli", come hanno fatto quelli del Movimento 5 stelle.
Un augurio per i nostri e per chi fa veramente politica (con la "P" maiuscola).
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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda pianogrande il 31/05/2011, 18:58

Sono d'accordo.
Quando i partiti non funzionano, si cercano persone che funzionino.
Il PD deve prendere atto che i risultati di Milano e Napoli sono stati ottenuti grazie a persone.
Il maggior merito del PD è stato aver fatto le primarie a Milano.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda Iafran il 02/06/2011, 14:46

http://affaritaliani.libero.it/economia ... 62011.html

Rumors, la Grecia vende le isole per far cassa (contro il deficit)

- - -
E' quello che stiamo facendo e che continueremo a fare in Italia ... per la politica dei masnadieri.
Mi auguro che ci sia una consistente inversione di tendenza, altrimenti le privatizzazioni non risolveranno le problematiche sociali degli italiani. Alcune di queste sono vere spoliazioni a vantaggio di pochi (spiagge, acqua, RSU, deputarori, etc.)
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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda flaviomob il 02/06/2011, 15:57

Sia fatta festa fino ai referendum; ma a sinistra il post-berlusconismo è ancora un labirinto

Il dato più importante è la sconfitta del Re di Bunga Bunga. Il regime è colpito in maniera severissima nella sua presunzione che il brand Berlusconi potesse vendere prodotti avariati come il camorrista Lettieri a Napoli, o ammuffiti, come Moratti a Milano, oppure tossici come il leghista Bernardini a Bologna. Anche se è impossibile fidarsi di una classe politica screditata come mai nella storia della Repubblica, è cominciata la grande fuga dal signor B. Il centro sinistra, anche sul breve, può gestire tale fuga in due modi antitetici. Facendo ponti d’oro a chi viene, come i terzopolisti, o torna (la signora Daniela Melchiorri, effimera sottosegretaria Responsabile, dopo esserlo stata di Prodi), oppure assestandosi non intorno al politichese ma intorno a questioni e linguaggi concreti che ci portano immediatamente alla sfida referendaria del 12 e 13 giugno.
di Gennaro Carotenuto

In queste elezioni amministrative sembra essere caduto un argine per una classe politica che da anni edulcora con le parole qualunque senso politico delle cose. Le destre ma anche la sinistra neoliberale da anni stuprano l’italiano riscrivendo a propri fini il significato di termini come moderatismo, riformismo, estremismo. Sono stupri alla lingua che significano precise criminali disattenzioni rispetto a quelli che sono i bisogni delle persone rispetto a quelle che sono le presunte leggi del modello economico. Così sarebbe stato estremista Pisapia che considera milanesi tutti quelli che vivono e lavorano a Milano (quindi compresi i migranti), è estremista De Magistris che considera la legalità un punto di partenza e non un disturbo, è estremista Zedda quando parla della precarietà.
Il disco rotto di voci come quella di Letizia Moratti o Mariastella Gelmini o dello stesso Silvio Berlusconi, ha passato il segno, e suona finalmente falso com’è sempre stato e reso tali alchimie, fino a ieri funzionali al discorso egemonico neoliberale e berlusconiano, come non più sostenibili. E’ saltato così un linguaggio di travisamento della politica, per il quale un razzista della Lega Nord poteva essere impunemente definito portatore di “senso comune”, la distruttrice della scuola pubblica Mariastella Gelmini, così infame da privare i bambini handicappati di insegnanti di sostegno, una moderata, mentre un sindacalista della CGIL viene bollato come un estremista e un magistrato come terrorista. Tale linguaggio non è da oggi più sostenibile per la maggioranza del paese, ma non è ancora stato sostituito da un altro linguaggio politico meno macchiato dalle tergiversazioni della politica mediatica ed è pertanto necessario contestarlo in ogni circostanza.
La prossima e fondamentale occasione per riappropriarci della nostra lingua è però davanti a noi, ed è ad appena due settimane con i Referendum. Non piacerà, e ce ne faremo una ragione, al compagno nuclearista Pierferdinando Casini ma saranno due settimane di impegno allo spasimo per raggiungere il quorum. E’ la grande occasione per conseguire due risultati l’uno non meno importante dell’altro. Il primo risultato è, dopo la spallata di oggi, dare la mazzata finale al Re di Bunga Bunga che si ritroverebbe nudo senza il suo illegittimo impedimento. Il secondo è che il Referendum è una palestra dove il politichese deve per forza essere sacrificato ad un’agenda e ad un linguaggio concreto permettendoci di parlare di energia, e quindi di progresso, di ambiente, di acqua, di beni comuni. Vincere sull’acqua e sull’energia sarebbe anche una maniera per la sinistra per sciogliere due nodi programmatici sui quali il PD è sempre stato ambiguo. Infine il referendum è per i cittadini un’occasione di restituzione di voce laddove l’unica altra palestra di uscita dal berlusconismo prima del 2013 sarebbe una riforma elettorale nella quale però i giochi sarebbero tutti interni alla classe politica.
Ci riportiamo alla necessità di ripartire da questioni concrete incarnate dalla battaglia referendaria, per esempio sciogliendo definitivamente il nodo nuclearista, proprio perché, al di là dei trionfalismi di queste ore, il risultato di tutto quello che non è centro-destra non è univoco, anzi, è una sorta di risultato “à la carte”. Non ingannino infatti i ballottaggi, Zedda, De Magistris, Pisapia. Il giovane sardo, come il navigato avvocato milanese, ha imposto la logica delle primarie al PD come già aveva saputo fare Nichi Vendola in Puglia. Il magistrato è stato invece capace di interpretare tutta la crisi del PD bassoliniano e l’urgenza di legalità a Napoli.
Tuttavia, se questi trionfi rappresentano una spina nel fianco nella strategia centrista del PD, che difficilmente potrà ora imporre e farsi imporre veti contro Italia dei Valori, Sinistra, Ecologia e Libertà e forse perfino contro la Federazione della Sinistra, allo stesso tempo altri risultati suffragano anche la stessa strategia centrista o almeno non la elidono dalle possibilità tanto che ognuno può trovare un risultato buono per darsi ragione.
A Torino aveva trionfato l’usato sicuro di Piero Fassino, a Bologna il grigio burocratino di partito Virginio Merola, a Salerno il popolare De Luca. Oggi a Macerata l’ “esperimento nazionale”, fortemente voluto da Pierferdinando Casini e Massimo D’Alema trionfa, eleggendo un discusso candidato, Antonio Pettinari, imposto dall’UDC al PD, che le primarie nega alla radice. In Calabria, a Cosenza, lo stesso schema che ha portato al governo De Magistris a Napoli (PD battuto al primo turno) vede invece la sinistra di Enzo Paolini soccombere al ballottaggio col terzo polo che si salda alle destre.
Da domani a chi dirà Pisapia qualcuno potrà rispondere Merola e a chi dirà De Magistris qualcuno potrà rispondere Paolini o Pettinari e così il centrosinistra resta nel suo labirinto e nelle stesse incertezze che ne hanno segnato gli equilibri durante tutto il ventennio tra le sirene centriste e la permanenza della sinistra dove il radicamento territoriale di partiti come Rifondazione non si fa sacrificare con un’alzata di spalle in omaggio a Pierferdinando Casini.
Come si assesterà il centro-sinistra che si presenterà alle prossime elezioni non è pertanto stato deciso da queste amministrative. Guardando i risultati si può tifare per le primarie o contro queste, si può pensare come ineludibile un’alleanza col Terzo Polo o considerare imprescindibile imperniare la coalizione sulla sinistra. Se pure il centro ha perso il diritto di veto che accampava contro la sinistra non tutto si può decidere o capire da oggi, ma i Referendum sono un’occasione straordinaria, dopo il meraviglioso risultato di Zedda, De Magistris, Pisapia, per tenere i fatti e non le alchimie al centro dell’agenda, oltre che per assestare un altro colpo (finale?) al ventennio berlusconiano.

Gennaro Carotenuto su http://www.gennarocarotenuto.it


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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda ranvit il 02/06/2011, 16:05

prodotti avariati come il camorrista Lettieri a Napoli

....????....!!!!

Come si fa a dire una cosa del genere??? :o

Immagino che la cosa finirà in Tribunale..... :oops:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda flaviomob il 02/06/2011, 16:21

Massimo D’Alema, fortunatamente, era rimasto abbastanza in disparte prima del voto. Infatti il centrosinistra ha vinto.

Purtroppo però ha deciso di riapparire subito dopo, per spiegare che il modello da seguire per il Pd non è Milano – dove si è dimostrato che la corsa al pastrocchio centrista non serve a niente, al contrario viene premiata l’identità forte di una sinistra gentile ma decisa – bensì Macerata. Dove è stato eletto alla provincia Antonio Pettinari, segretario dell’Udc delle Marche, uomo di Casini, Cesa e Buttiglione, consigliere provinciale ininterrottamente dal 1985 al 2009, prima per la Dc poi per l’Udc, nonché assessore provinciale ai lavori pubblici dal 1990 al 1995 e quindi vicepresidente in una giunta di centrodestra (sì, di centrodestra) poi sciolta e commissariata.

Ho sempre pensato che liberarsi da D’Alema sarebbe stato il passo da fare subito dopo essersi liberati da Berlusconi. Ora inizio a pensare che l’urgenza, invece, sia almeno uguale.

http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... pettinari/

(Piovono rane - di Alessandro Gilioli - L'Espresso)


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Re: "Una stagione particolare che pensi al bene comune"

Messaggioda pianogrande il 02/06/2011, 18:44

Queste elezioni sono state vinte da uomini della sinistra (o, comunque, vedi De Magistris che tanto di sinistra non mi sembra, da uomini percepiti come nuovi e antiberlusconiani).
Dalema, dopo essere stato sbertucciato in Puglia, vuole ricominciare a fare guai partendo dalle Marche.
Il massiccio voto antiberlusconiano raccolto da personaggi non PD, non si sarebbe realizzato con personaggi PD.
Se questo, non è ancora chiaro, il PD (spero non la sinistra) va incontro a cocenti delusioni.
Speriamo che Dalema non ci boicotti i referendum e che Veltroni continui nel silenzio assoluto di cui lo ringrazio.
Mi ripeto.
Il più grande merito del PD in queste elezioni è stato quello di aver dato corso alle primarie.
Questo non lo può negare nessuno e da questo si deve ripartire per rinnovarsi.
Il PD deve mettersi in condizioni di non farsi fornire i personaggi nuovi e credibili dagli altri partiti.
Deve metterne in campo di suoi.
Ma, se tutti tengono duro come Dalema e Veltroni, credo ci siano poche speranze.
Il ruolo del PD rimarrà quello di fornitore di voti a chi si rinnova.
Fino a quando, il PD sarà dimenticato e gli elettori si identificheranno, direttamente, con altri partiti meno noiosi e spocchiosi.
Fotti il sistema. Studia.
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