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Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda ranvit il 12/05/2011, 11:28

http://www.italiafutura.it/dettaglio/11 ... i_italiani

Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani
Volontariato, sussidiarietà e beni comuni nel discorso di Luca di Montezemolo al Forum Pa
di Luca di Montezemolo , pubblicato il 11 maggio 2011

L’incontro tra imprenditoria e volontariato può sembrare una stranezza. Ma voi sapete bene che i mondi dell’impresa e del volontariato condividono una volontà comune. Quella di affrontare le difficoltà anche più complicate con un fortissimo spirito di fiducia nelle capacità degli uomini e delle donne di fare del proprio meglio sempre e comunque. La volontà di scommettere sui giacimenti di talento, determinazione, passione civile e spirito di iniziativa che esistono nella nostra nazione.

Mi rendo conto che non è facile mostrarsi positivi in giornate come queste, dove siamo circondati da altissimi livelli di violenza verbale e da uno scontro istituzionale che si svolge sulla pelle dei cittadini. Certamente il clima elettorale non aiuta. Ma ho l’impressione che negli ultimi anni ogni nuova elezione abbia portato con sé una dose supplementare di brutalità e di ricerca dello scontro di tutti contro tutti.

Eppure proprio in questi momenti, mentre abbiamo ben chiara la difficoltà della politica di incarnare un messaggio di speranza, abbiamo il dovere di non perdere la fiducia nella capacità dell’Italia e degli italiani di risollevarsi scommettendo sulle proprie qualità civili e morali.

Non è la prima volta che dobbiamo affrontare difficoltà molto dure. Dopo la seconda guerra mondiale gli italiani erano circondati da macerie, materiali e morali. Eppure la generazione dei nostri padri ha saputo ricostruire l’Italia e inserirla a pieno titolo fra i grandi paesi industrializzati dell’Occidente, garantendo a milioni di italiani un benessere e una prosperità come mai si erano visti nella nostra storia.

Abbiamo saputo superare anche i terribili anni di piombo, con tutto il dolore e le lacerazioni che alcune minoranze violente furono capaci di infliggere ad un’intera nazione. Nel 1992 siamo riusciti a tirarci indietro dal baratro in cui stavamo per precipitare a causa della crisi delle nostre finanze pubbliche. E al momento dell’entrata nella moneta unica gli italiani hanno dimostrato di saper affrontare grandi sacrifici, se solo gli obiettivi sono chiari e condivisi.

Oggi la difficoltà che abbiamo di fronte è più sfuggente ma non per questo meno grave. Non è una minaccia terroristica, non è l’urgenza di uscire da una sconfitta militare. È semmai il senso di malessere generale che affligge la nostra nazione. La sensazione di assistere ad uno spettacolo già visto infinite volte con gli stessi protagonisti. La percezione di essere diventati una nazione marginale e senza futuro. La diffusione del cinismo e dell’insicurezza a molti livelli della nostra vita pubblica.

Eppure noi italiani siamo pieni di risorse. Risorse umane, intellettuali, professionali. E siamo anche straordinari nell’intraprendere, nell’innovare, nel creare relazioni. Tutte queste capacità, che normalmente sono utilizzate nell’interesse privato e individuale, oggi possono e devono essere utilizzate anche nell’interesse generale e della comunità.

Esiste da alcuni anni nella Costituzione una novità importante, che può aiutarci a ripartire. Si chiama “principio di sussidiarietà”: un termine antico che significa che i problemi si possono risolvere insieme, con un’alleanza fra cittadini e istituzioni. Istituzioni da rispettare sempre, perché chi non rispetta le istituzioni sta solo segando l’albero su cui è seduto.

Immaginate cosa sarebbe l’Italia se milioni di cittadini si sentissero responsabili nei confronti dei beni comuni del luogo in cui vivono. Immaginate italiani che si prendono cura del territorio, dell’ambiente, delle infrastrutture (strade, scuole, ospedali, musei), dei servizi pubblici ma anche della salute, dell’istruzione, della sicurezza, della legalità, dell’integrazione sociale. Beni materiali e immateriali di cui ciascuno può godere liberamente ma che proprio per questo sono continuamente minacciati da un uso egoistico e predatorio.
L’arricchimento di questi beni arricchisce tutti, così come il loro impoverimento equivale ad un impoverimento di tutta la società. Detto in altri termini: curarsi dei beni comuni è nell’interesse generale, così come lo è evitare il loro impoverimento.

I cinici e gli sfiduciati diranno che l’Italia dei cittadini attivi è un’utopia. Invece è una realtà concreta e attuale.

I cittadini possono avere un ruolo fondamentale nella produzione, cura e sviluppo dei beni comuni. Dimostrando con i fatti che non è utopia immaginare nei nostri paesi e nelle nostre città tanti cittadini attivi, responsabili e solidali che, insieme con le amministrazioni locali, migliorano la qualità della vita di tutti realizzando una sorta di “manutenzione civica” dei beni comuni. La sussidiarietà funziona, risolve problemi e mette in circolo nuove e preziose risorse che si aggiungono a quelle pubbliche.

Ma il suo effetto politico è forse ancor più importante, perché la sussidiarietà consente a tanti cittadini di partecipare alla vita pubblica non delegando la propria sovranità ad altri con il voto, ma esercitandola quotidianamente e realizzando cose concrete e alla portata di tutti. Questa nuova forma di esercizio della sovranità popolare è fondamentale per la nostra democrazia perché ricrea il senso di un destino comune, l’appartenenza ad una comunità.

La sussidiarietà è uno dei motori che servono all’Italia per ripartire. Lo è sul piano pratico, perché i nostri beni comuni sono in condizioni disastrose e bisogna che tutti ce ne prendiamo cura. Ma lo è anche sul piano morale, perché vedere semplici cittadini che si assumono delle responsabilità nell’interesse generale dà coraggio, crea fiducia, mette a tacere gli scettici.

Tutto questo sta già accadendo, come dimostra il grande fenomeno italiano del volontariato. Un mondo straordinario che vede l’Italia nelle posizioni più avanzate in occidente. Un mondo composto da tutti coloro che, senza chiedere nulla in cambio, prestano la propria opera a vantaggio della comunità, in particolare dei più sfortunati.

Il 2011 è l’anno europeo del volontariato. Ma non solo quest’anno dobbiamo essere grati ai tanti nostri concittadini che gratuitamente mettono a disposizione tempo e energie. Perché senza i volontari molte attività non potrebbero essere svolte: dalla protezione civile all’assistenza agli anziani.

Il loro contributo allo sviluppo della nazione è insostituibile. Perché quello che fanno i volontari e i cittadini attivi ha un enorme valore aggiunto. Sia sotto il profilo strettamente economico, sia nella produzione di “capitale sociale”: una risorsa fondamentale per lo sviluppo delle nostre comunità.

La sussidiarietà apre la strada ad una nuova cittadinanza, ma anche ad un nuovo modo di essere delle amministrazioni pubbliche. Abbiamo bisogno di amministrazioni efficienti nel far rispettare le regole, nell’erogare servizi ai cittadini e nel sostenere, senza ostacolare, le imprese e in generale la voglia di intraprendere. Su questo c’è ancora molto da lavorare, ma il successo di una manifestazione come questo Forum della Pubblica Amministrazione dimostra che fra i tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici ce ne sono molti che credono in quello che fanno. E che soprattutto cercano di farlo seriamente.

Oggi però le amministrazioni, in particolare quelle locali, non possono più limitarsi a svolgere le loro funzioni tradizionali di regolazione ed erogazione. L’art. 118 ultimo comma della Costituzione prescrive che i poteri pubblici “favoriscano” le autonome iniziative dei cittadini dirette a svolgere attività di interesse generale, in quanto l’essenza della sussidiarietà consiste proprio nella collaborazione fra soggetti pubblici e privati (cittadini ma anche imprese) nell’interesse generale.

Amministrare applicando la sussidiarietà richiede dunque intelligenza e disponibilità da parte degli amministratori locali, perché comporta il riconoscimento del bisogno della collaborazione dei cittadini per realizzare forme di “amministrazione condivisa”. Comporta, in sostanza, ammettere che il monopolio dell’amministrazione sull’interesse pubblico è terminato e che anche i cittadini possono essere protagonisti nel perseguimento dell’interesse generale.

Per l’amministrazione si tratta di un cambiamento radicale di paradigma. Ma la complessità dei problemi che le amministrazioni devono risolvere, insieme con la scarsità delle risorse disponibili, sono realtà più forti della chiusura mentale di tanti amministratori.

Voglio allora concludere con un auspicio. L’auspicio che siano finalmente riconosciuti gli enormi giacimenti di risorse civiche che rendono l’Italia un grande paese, anche in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo. Giacimenti alimentati da cittadini che hanno capacità di ogni genere, dal tempo alle competenze professionali, dalle esperienze alle reti di relazioni.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda Iafran il 12/05/2011, 12:45

ranvit ha scritto:L’auspicio che siano finalmente riconosciuti gli enormi giacimenti di risorse civiche che rendono l’Italia un grande paese, anche in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo. Giacimenti alimentati da cittadini che hanno capacità di ogni genere, dal tempo alle competenze professionali, dalle esperienze alle reti di relazioni.

Mi sembra un "ritornello" ... letto forse in un altro thread!
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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda franz il 12/05/2011, 14:05

Iafran ha scritto:
ranvit ha scritto:L’auspicio che siano finalmente riconosciuti gli enormi giacimenti di risorse civiche che rendono l’Italia un grande paese, anche in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo. Giacimenti alimentati da cittadini che hanno capacità di ogni genere, dal tempo alle competenze professionali, dalle esperienze alle reti di relazioni.

Mi sembra un "ritornello" ... letto forse in un altro thread!

Mi sembra di sentire la voce di Prodi, quando diceva se stesse cose.
Si'. È un ritornello ma .... molto ulivista, secondo me.

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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda cardif il 12/05/2011, 16:30

1) "Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani"
2) “principio di sussidiarietà: un termine antico che significa che i problemi si possono risolvere insieme, con un’alleanza fra cittadini e istituzioni....."
3) "... se milioni di cittadini si sentissero responsabili nei confronti dei beni comuni del luogo in cui vivono."


Sinceramente a me non torna qualcosa.
1) Perché l'Italia si risollevi, secondo me non basta che i cittadini diano il meglio di sé (impegno sociale, volontariato, rispetto delle istituzioni, forme di amministrazione condivisa,...). Sarebbe infantile e velleitario pensare che tutti gli italiani possano diventare ottimi cittadini; ci saranno sempre coloro che sfrutteranno questi ultimi, avendo a disposizione furbizia e soldi. E poi, dobbiamo fare tutto noi? E la politica non deve diventare Politica? Non è là, la testa del pesce, che puzza di più e che va risanata?
2) in politica quel principio prevede il subentro di un ente ad un altro, quando questo non ce la fa ad assolvere una sua funzione. Per esempio, nel Trattato di Maastricht c'è scritto:
"Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunità interviene, secondo il principio della sussidiarietà, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario."
Wikipedia riporta questa definizione: "La sussidiarietà è un principio regolatore in alcuni sistemi di scienza politica. Fondato su una visione gerarchica della vita sociale, tale principio afferma che le società di ordine superiore devono aiutare, sostenere e promuovere lo sviluppo di quelle minori."
Quindi non 'alleanza' o addirittura un ribaltamento. Mi pare che il senso sia l'inverso: se non ce la fa lo Stato ce la deve fare la famiglia a sostenere i disoccupati, per esempio.
3) questa affermazione è la conferma che esiste l'inciviltà di chi non riconosce che i beni pubblici sono 'di tutti', non 'di nessuno'. Appunto coloro che troveranno il modo di accedere alle stanze dei bottoni, per sfruttare gli ingenui.
Poi, chissà, può darsi che ha ragione Montezemolo.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda franz il 12/05/2011, 17:45

cardif ha scritto:Sinceramente a me non torna qualcosa.
1) Perché l'Italia si risollevi, secondo me non basta che i cittadini diano il meglio di sé (impegno sociale, volontariato, rispetto delle istituzioni, forme di amministrazione condivisa,...). Sarebbe infantile e velleitario pensare che tutti gli italiani possano diventare ottimi cittadini; ci saranno sempre coloro che sfrutteranno questi ultimi, avendo a disposizione furbizia e soldi. E poi, dobbiamo fare tutto noi? E la politica non deve diventare Politica? Non è là, la testa del pesce, che puzza di più e che va risanata?
2) in politica quel principio prevede il subentro di un ente ad un altro, quando questo non ce la fa ad assolvere una sua funzione. Per esempio, nel Trattato di Maastricht c'è scritto:
"Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunità interviene, secondo il principio della sussidiarietà, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario."
Wikipedia riporta questa definizione: "La sussidiarietà è un principio regolatore in alcuni sistemi di scienza politica. Fondato su una visione gerarchica della vita sociale, tale principio afferma che le società di ordine superiore devono aiutare, sostenere e promuovere lo sviluppo di quelle minori."
Quindi non 'alleanza' o addirittura un ribaltamento. Mi pare che il senso sia l'inverso: se non ce la fa lo Stato ce la deve fare la famiglia a sostenere i disoccupati, per esempio.
3) questa affermazione è la conferma che esiste l'inciviltà di chi non riconosce che i beni pubblici sono 'di tutti', non 'di nessuno'. Appunto coloro che troveranno il modo di accedere alle stanze dei bottoni, per sfruttare gli ingenui.
Poi, chissà, può darsi che ha ragione Montezemolo.
cardif

1) certo che non basta ma che discorso è? Che ognuno inizi a dare il buon esempio, a fare il suo lavoro, senza prendere come scusa il fatto che altri non lo fanno. Tu non hai avuto una mamma che ti diceva di non buttarti nel pozzo se gli altri lo fanno (voce del verbo, fai quello che devi fare senza usare i cattivi esempi cone alibi)? ;)
2) la sussidiarietà parte dal basso. Quindi se la famigia non ce la fa, interviene lo Stato. Cero che se si pretende che faccia tutto lo Stato e non ce la fa (e non ce la puo' fare) piu' che ribaltamento direi che si capota.
3) appunto, ... l'inciviltà di chi non riconosce che i beni pubblici sono 'di tutti', non 'di nessuno' è tipica dei sistemi in cui lo Stato si è allargato troppo. Ricordo in URSS nel 1990 quando in visita a Mosca per lavoro chiesi ad un fisico nucleare coma mai sotto casa sua fosse tutto cosi' sporco e mal curato. In fondo, dissi, tutto questo è di tutti. È proprietà collettiva. Lui mi rispose che proprio perché era di tutti, in realtà non era di nessuno. Quando invece tu hai una cosa tua, la curi meglio e la curi per sempre. Il politico invece cura la cosa pubblica per 4 o 5 anni: la durata della legislatura.

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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda flaviomob il 13/05/2011, 2:09

Montezemolo dixit


L’incontro tra imprenditoria e volontariato può sembrare una stranezza.

Il volontariato si basa sull'assenza di reddito e di profitto. L'imprenditoria ha come scopo principale il profitto.
Non confondiamo la cioccolata con la .....

Mi rendo conto che non è facile mostrarsi positivi in giornate come queste, dove siamo circondati da altissimi livelli di violenza verbale e da uno scontro istituzionale che si svolge sulla pelle dei cittadini.

Lo scontro istituzionale non è qualcosa da osservare da lontano e con distacco. In questo scontro, una parte è a difesa della democrazia e della costituzione, l'altra definisce i magistrati "brigatisti rossi" "cancro" o "metastasi" e calunnia gli avversari politici a pochi giorni dalle elezioni amministrative.

abbiamo il dovere di non perdere la fiducia nella capacità dell’Italia e degli italiani di risollevarsi scommettendo sulle proprie qualità civili e morali.

Qualità civili e morali sta cippa. Milioni di italiani continuano ad appoggiare gli autori di questo degrado, o direttamente o con un qualunquismo becero ed amorale. Una parte del consenso che avevano, è vero, si sta sgretolando, ma l'anomalia italiana è evidente a tutta l'Europa. Ci sono dibattiti in molte università europee che riguardano la "malattia" populista italiana e in alcuni casi arrivano a domandarsi se il boicottaggio dei prodotti italiani sia adeguato alla gravità della situazione, temendo che possa "contagiare" altri paesi del Vecchio Continente. Qualcuno vorrebbe spiegare tutto questo agli italiani, chiaramente e senza balbettare, please?

Non è la prima volta che dobbiamo affrontare difficoltà molto dure. Dopo la seconda guerra mondiale gli italiani erano circondati da macerie, materiali e morali.

Le macerie materiali erano ovunque, ma il degrado morale a cui assistiamo in questi anni, degrado politico, degrado dell'etica, dell'economia, del civismo, del rispetto dell'altro è qualcosa che ci avvicina pericolosamente ai peggiori regimi dittatoriali della storia, o ai secoli bui del medioevo.

Abbiamo saputo superare anche i terribili anni di piombo, con tutto il dolore e le lacerazioni che alcune minoranze violente furono capaci di infliggere ad un’intera nazione.
Perché maggioranza e opposizione trovarono un'alleanza civile di alto profilo morale.
In ogni caso, si lasciò morire Aldo Moro... e anche su Berlinguer personalmente qualche dubbio rimane...

Nel 1992 siamo riusciti a tirarci indietro dal baratro in cui stavamo per precipitare a causa della crisi delle nostre finanze pubbliche.
E oggi ci chiamano "PIIGS"...

E al momento dell’entrata nella moneta unica gli italiani hanno dimostrato di saper affrontare grandi sacrifici, se solo gli obiettivi sono chiari e condivisi.

I sacrifici sono continuati anche dopo, perché alle riforme si è preferito usare i pannicelli caldi. Dall'ingresso nell'euro ad oggi non si è vigilato abbastanza e molti prodotti in dieci anni hanno avuto un incremento di prezzo vicino al 100%, mentre il potere di acquisto degli stipendi (medi) si è ridotto.

Oggi la difficoltà che abbiamo di fronte è più sfuggente ma non per questo meno grave. Non è una minaccia terroristica, non è l’urgenza di uscire da una sconfitta militare. È semmai il senso di malessere generale che affligge la nostra nazione. La sensazione di assistere ad uno spettacolo già visto infinite volte con gli stessi protagonisti. La percezione di essere diventati una nazione marginale e senza futuro. La diffusione del cinismo e dell’insicurezza a molti livelli della nostra vita pubblica.

Si chiama declino.

Eppure noi italiani siamo pieni di risorse. Risorse umane, intellettuali, professionali.
Anche Berlusconi è pieno di risorse. Si tratta di vedere come uno le usa. Un paese di furbi e troppo furbi... muore di evasione!

E siamo anche straordinari nell’intraprendere, nell’innovare, nel creare relazioni.
Innovare? Con i fondi per la ricerca più bassi del mondo occidentale? Con i ricercatori precari?

Tutte queste capacità, che normalmente sono utilizzate nell’interesse privato e individuale, oggi possono e devono essere utilizzate anche nell’interesse generale e della comunità.
Se lo scopo è il profitto, perché mai?

Esiste da alcuni anni nella Costituzione una novità importante, che può aiutarci a ripartire. Si chiama “principio di sussidiarietà”: un termine antico che significa che i problemi si possono risolvere insieme, con un’alleanza fra cittadini e istituzioni. Istituzioni da rispettare sempre, perché chi non rispetta le istituzioni sta solo segando l’albero su cui è seduto.
Generico: non entra nel merito del fatto che una precisa parte politica si è dimostrata eversiva nei confronti delle istituzioni "uguali per tutti".
Se tagli i fondi per il sociale del 50% te la sogni la sussidiarietà!

Immaginate cosa sarebbe l’Italia se milioni di cittadini si sentissero responsabili nei confronti dei beni comuni del luogo in cui vivono. Immaginate italiani che si prendono cura del territorio, dell’ambiente, delle infrastrutture (strade, scuole, ospedali, musei), dei servizi pubblici ma anche della salute, dell’istruzione, della sicurezza, della legalità, dell’integrazione sociale.
L'obiettivo è nobile. Ma lontanissimo: come ci si arriva, in uno dei paesi più corrotti d'Europa?
Immaginate se... se... se...; se tutto questo fosse vero.. non saremmo in Italia ma in Svizzera :lol:


I cinici e gli sfiduciati diranno che l’Italia dei cittadini attivi è un’utopia. Invece è una realtà concreta e attuale.
Non è una realtà, è un obiettivo politico legittimo. Ma necessita di un salto di qualità culturale che richiederebbe mezzi enormi: come realizzarlo?

I cittadini possono avere un ruolo fondamentale nella produzione, cura e sviluppo dei beni comuni. Dimostrando con i fatti che non è utopia immaginare nei nostri paesi e nelle nostre città tanti cittadini attivi, responsabili e solidali che, insieme con le amministrazioni locali, migliorano la qualità della vita di tutti realizzando una sorta di “manutenzione civica” dei beni comuni. La sussidiarietà funziona, risolve problemi e mette in circolo nuove e preziose risorse che si aggiungono a quelle pubbliche.

Tutti buoni, improvvisamente? Qualche batterio ogm nell'aria?

Tutto questo sta già accadendo, come dimostra il grande fenomeno italiano del volontariato. Un mondo straordinario che vede l’Italia nelle posizioni più avanzate in occidente. Un mondo composto da tutti coloro che, senza chiedere nulla in cambio, prestano la propria opera a vantaggio della comunità, in particolare dei più sfortunati.

I tagli pazzeschi nel sociale portano quello che resta del volontariato a non diventare un aiuto agli operatori sociali, ma una necessità. Inoltre la distribuzione del volontariato, che a livello nazionale ha comunque una contrazione, in Italia è assolutamente disomogenea.

Il 2011 è l’anno europeo del volontariato. Ma non solo quest’anno dobbiamo essere grati ai tanti nostri concittadini che gratuitamente mettono a disposizione tempo e energie. Perché senza i volontari molte attività non potrebbero essere svolte: dalla protezione civile all’assistenza agli anziani.
Merito ai volontari, ma la dipendenza dal volontariato è una gravissima anomalia per un paese che ambisca ad avere uno stato sociale maturo e consolidato. Una piccola postilla, mi si permetta: grazie anche a tanti operatori sociali che campano con due lire e cercano comunque di tirare avanti... almeno finché non decideranno di andare a lavorare all'estero!


La sussidiarietà apre la strada ad una nuova cittadinanza, ma anche ad un nuovo modo di essere delle amministrazioni pubbliche.

Se la sussidiarietà intesa da Montezuma è basata sul volontariato, io non ci sto. E' una distorsione inaccettabile.
Se ciò che è volontario diventa necessario, invece di creare una nuova cultura di estensione di diritti esigibilie della solidarietà diffusa, garantita, pubblica, efficiente ed efficace, il sistema è completamente distorto e perverso.



L’art. 118 ultimo comma della Costituzione prescrive che i poteri pubblici “favoriscano” le autonome iniziative dei cittadini dirette a svolgere attività di interesse generale, in quanto l’essenza della sussidiarietà consiste proprio nella collaborazione fra soggetti pubblici e privati (cittadini ma anche imprese) nell’interesse generale.

Il privato sociale (privato no-profit) esiste da anni ed è penalizzato dai tagli in maniera impressionante. Un'altra distorsione consiste nell'utilizzo, da parte di enti pubblici, di operatori sociali non assunti direttamente ma soci lavoratori di cooperative o comunque dipendenti di altri enti privati, in modo da mantenerli in uno stato di precariato permanente e ridurre i costi. Quello che Montezemolo predica non solo appartiene al passato, ma è pure in grave crisi.

Comporta, in sostanza, ammettere che il monopolio dell’amministrazione sull’interesse pubblico è terminato e che anche i cittadini possono essere protagonisti nel perseguimento dell’interesse generale.
idem

Per l’amministrazione si tratta di un cambiamento radicale di paradigma. Ma la complessità dei problemi che le amministrazioni devono risolvere, insieme con la scarsità delle risorse disponibili, sono realtà più forti della chiusura mentale di tanti amministratori.
idem: i buoi sono già scappati e Montezemolo vuole chiudere le stalle?

Voglio allora concludere con un auspicio. L’auspicio che siano finalmente riconosciuti gli enormi giacimenti di risorse civiche che rendono l’Italia un grande paese, anche in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo. Giacimenti alimentati da cittadini che hanno capacità di ogni genere, dal tempo alle competenze professionali, dalle esperienze alle reti di relazioni.
Aria fritta.
Le imprese no profit che si occupano di sociale sono in gravissima crisi. La cooperativa per cui lavoro, che peraltro è una delle più consolidate e stabili del milanese, ha chiuso un anno con un passivo di bilancio di 100.000 euro e l'anno dopo di 60.000. Dove vive Montezemolo?

§§§§

Franz dixit:

1) certo che non basta ma che discorso è? Che ognuno inizi a dare il buon esempio, a fare il suo lavoro, senza prendere come scusa il fatto che altri non lo fanno.


Eh no. Io devo fare il mio dovere e altri beneficiarne senza compiere il proprio dovere? Dobbiamo tollerare il parassitismo diffuso in silenzio?
Dare il buon esempio è un'ottima idea. Fare il proprio dovere è necessario. Ma bisogna essere estremamente critici ed esigenti, soprattutto verso chi detiene il potere di determinare il nostro futuro e di gestire le risorse pubbliche, cioè nostre. Altro che scuse!


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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda flaviomob il 13/05/2011, 2:41

Una postilla: da wikipedia, riguardo a Montezemolo, è sparita qualche riga (in passato presente e da me riportata nel forum)...

<<Cesare Romiti dichiarerà al giornale La Repubblica nel 1985 "Abbiamo pescato, in Fiat, un paio di persone che pretendevano danaro per presentare qualcuno all'Avvocato. Uno dei due l’abbiamo mandato in galera, l'altro alla Cinzano" e Montezemolo ammise "È vero, ho sbagliato, per favorire il contatto con Gianni Agnelli mi sono fatto dare ottanta milioni nel cofanetto di un libro vuoto di Enzo Biagi".[4]. Per questa tangente non verrà mai questionato>>.


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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda ranvit il 13/05/2011, 8:51

Flavio le tue analisi sono spesso condivisibili, ma...ho la sensazione che tu confondi Berlusconi con tutti gli italiani che votano per il centrodestra.
Non è cosi'! Molti votano per il centrodestra perchè votano per il proprio partito (oggi i leghisti e la parte degli ex An rimasti nel Pdl, ieri anche i centristi ed il rimanente di An diventati oggi Fli), molti altri perchè non vedono alternativa : ai loro occhi il Pd è ancora troppo "comunista" (non nel senso di mangiatori di bambini ma idealisti ed inconcludenti).

Montezemolo "ha la rogna"? Puo' essere, ma chi non ce l'ha in Italia? Ex picchiatori fascisti e comunisti, ex brigatisti pentiti, collusioni o almeno ponzio-pilatismo a destra ed a manca con le varie criminalità, nepotismo, familismo, etc etc....insomma "italianite".

Come ho scritto in altro forum, io vedo bene Italia Futura perchè rappresenta un tentativo nella direzione di avere finalmente una destra non piu' fascisto-populista e una sinistra non piu' comunisto-velleitaria.
Insomma una sinistra e una destra europee.

Vittorio
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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda franz il 13/05/2011, 9:58

flaviomob ha scritto:Una postilla: da wikipedia, riguardo a Montezemolo, è sparita qualche riga (in passato presente e da me riportata nel forum)...

<<Cesare Romiti dichiarerà al giornale La Repubblica nel 1985 "Abbiamo pescato, in Fiat, un paio di persone che pretendevano danaro per presentare qualcuno all'Avvocato. Uno dei due l’abbiamo mandato in galera, l'altro alla Cinzano" e Montezemolo ammise "È vero, ho sbagliato, per favorire il contatto con Gianni Agnelli mi sono fatto dare ottanta milioni nel cofanetto di un libro vuoto di Enzo Biagi".[4]. Per questa tangente non verrà mai questionato>>.

Se oltre a leggere le schede, si leggessero anche le discussioni che esse generano tra i redattori , si capirebbe perché certe frasi a volte scompaiono. Ogni volta che si aggiunge e soprattutto quando si toglie, si aggiunge una nota nella scheda delle discussioni.

http://it.wikipedia.org/wiki/Discussion ... ontezemolo

Anche qui sento puzza di dossieraggio, su http://www.iltempo.it/2010/09/27/120448 ... zuma.shtml, la frase viene data come riportata da Il Giornale e risulta che il nome Montezemolo viene dedotto secondo ipotesi logica, è anche questa una voce da sfrondare, accusare qualcuno di corruzione senza almeno un processo in corso è una calunnia, inoltre è un copia-incolla che rimanda a link su link senza una fonte primaria. Fate attenzione al virgolettato: Cesare Romiti, ex numero uno della Fiat, raccontò: «Abbiamo pescato un paio di persone che pretendevano denaro per presentare qualcuno all’Avvocato. Uno dei due l’abbiamo mandato in galera, l’altro alla Cinzano». Intervistando Romiti qualche mese fa, Il Giornale (sempre lui!) ha scritto: «Quello finito alla Cinzano ammise: "È vero, per favorire il contatto con Gianni Agnelli mi sono fatto dare 80 milioni nel cofanetto vuoto di un libro di Enzo Biagi". Si tratta di Montezemolo». . Il nome Montezemolo non viene fatto da Romiti ma dedotto dal giornalista del Giornale. Inoltre la notizia inserita sulla voce non è desunta direttamente da un link che riporta a La Repubblica ma un libro che la riporta come fonte. Ho fatto una ricerca sul sito di La Repubblica ma non ho trovato nulla, io elimino fino a 'nuove prove--Bizarria (msg) 17:20, 21 feb 2011 (CET)


Ciao,
Franz
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Re: Scommettiamo sulle qualità civili degli italiani

Messaggioda flaviomob il 13/05/2011, 10:03

Vittorio, ho scritto che alcuni italiani che votavano centrodestra effettivamente si sono disaffezionati e, delusi, hanno tolto il loro consenso a questo governo. Tuttavia ne rimangono ancora troppi, per un paese civile e normale. Non denunciare questo stato di cose e fingere che lo scontro politico sia basato sulla scarsa qualità di entrambi i contendenti (come scriveva Franz, di notte tutte le vacche sono nere) mi pare superficiale ed ipocrita.
Montezemolo ha fatto parecchie cose buone nella sua vita, è vero, che hanno costruito un certo livello di fama e credibilità. Ora le vuole spendere in politica: bene, se propone un programma serio e dettagliato e si dispone a condividerlo con chi può trovarci dei punti in comune. Male se entra in campo per "sparigliare" e se, come è accaduto spesso, le ambiguità dei centristi determinano una rottura o comunque una mancanza di compattezza dell'opposizione democratica tale da favorire divisioni e scollamenti che finiscono per avvantaggiare nuovamente Berlusconi (come fece Segni nel 1994 e altri dopo di lui).


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