pianogrande ha scritto:franz ha scritto: Il fatto che esista una maggioranza ed una opposizione "precostituiti" in Parlamento non mi sembra una buona cosa.
Che il governo (potere esecutivo) sia espressione di una maggiornaza è giusto.
Ma quando si affronta un tema in aula bisognerebbe abbandonare le logiche di schieramento e bisognerebbe usare la testa in modo autonomo.
Il fatto che la maggioranza non sia cosi' monolitica significa che malgrado tutto si puo' ragionare.
E' un fatto enormemente positivo per il paese.
Ciao,
Franz
Sarebbe come dare il potere alla dea ragione.
Sarebbe come essere il governo di tutto il paese e non della parte che ci dà il voto.
Il governo, in realtà è l'espressione di partiti politici ed è questa condizione che crea una maggioranza ed una opposizione.
[...]
Possiamo sperare in un premier super partes? Dovrebbe avere poteri superiori agli attuali.
Potrebbe essere una esperienza da fare.
A mio parere, che esistano una maggioranza ed una opposizione chiaramente identificabili è la base della democrazia.
Il potere della "dea ragione" che ipotizza pianogrande, somiglia tanto ad una dittaura.
Perché tutti siamo esseri umani, e su quello che è giusto fare e ragionavole fare possono esserci opinioni diverse. Se i partiti di maggioranza si differenziano da quelli di opposizione anche per una "visone del mondo" e della società, allora direi che diventa ovvio che abbiano da proporre soluzioni alternative quasi su ogni cosa.
Questo però non deve significare opposizione preconcetta (per l'opposizione), o appoggio aprioristico al governo (per la maggioranza): se una proposta appare giusta e ragionevole a tutti, anche l'opposizione farebbe bene ad adeguarsi, e viceversa.
Quello che è accaduto con l'emendamento "salva rete4" è un ottimo segnale, dimostra che i due schieramenti non sono del tutto compatti, e che i parlamentari (di tanto in tanto) usano anche la testa per ragionare.
Del resto, ricordiamo che i nostri parlamentari vengono eletti "senza vincolo di mandato", cioè sono pienamente autorizzati a manifestare, anche col voto in aula, il loro dissenso rispetto al gruppo politico del quale fanno parte.
Ovvio che questo non piace agli apparati dei partiti.
Per questo, l'abolizione delle preferenze alle elezioni rappresenta un rischio serio per la nostra democrazia, perché quando l'elezione diventa in realtà una "designazione", di fatto il parlamentare finisce col rispondere del proprio comportamento agli apparati di partito, e non agli elettori.
Perché gli apparati hanno il potere di non ricandidare il parlamentare sgradito; gli elettori possono anche condividerne l'operato apprezzarne il coraggio nel dissenso, ma se la persona non viene candidata, non potranno votarla.
Le primarie sono ovviamente un valido strumento, ma perché non lasciare anche le preferenze?
watson