La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Che succede tra Pdl e Lega???

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Che succede tra Pdl e Lega???

Messaggioda ranvit il 28/04/2011, 9:48

http://www.corriere.it/politica/11_apri ... 1ddd.shtml

DRAGHI ALLA BCE E OPA SU PARMALAT SULLO SFONDO DEI MALUMORI. GOBBO: «CRISI? PUÒ ESSERE...»
Giornale-Padania, baruffe sulla Libia
«Tremonti aizza la Lega»,«Il Cav sbaglia»
Il quotidiano della famiglia Berlusconi: «Giulio perde la testa». E quello del Carroccio: «Noi non arretriamo»




«Altro che Libia e clandestini: dietro lo strappo del Carroccio c'è la manina del ministro Tremonti che vuole vendicarsi della nomina di Draghi alla Bce e dell'Opa francese su Parmalat». Alessandro Sallusti non è Bondi né Verdini né La Russa - il triunvirato di coordinatori del Popolo delle Libertà -, ma ilGiornale da lui diretto, quotidiano della famiglia Berlusconi, è considerato un termometro affidabile per misurare gli umori in casa Pdl e soprattutto dalle parti del Cavaliere. Umori, ma soprattutto malumori, dopo le ultime sortite leghiste sulla questione libica con l'invito esplicito di Maroni a portare il caso in Parlamento.
«GIULIO PERDE LA TESTA» - Che Tremonti non abbia gradito le manovre francesi attorno al latte italiano e l'avallo arrivato all'opa dal premier in occasione del vertice italo-francese dei giorni scorsi è cosa nota. Ma per il Giornale il ministro dell'Economia non si sarebbe limitato ad una manifestazione di disappunto. Avrebbe invece in corpo un risentimento tale da indurlo ad «aizzare» - questo il verbo utilizzato - gli amici della Lega contro il governo. Da cui sarebbe sortito l'altolà di Bossi sui bombardamenti e l'invito di Maroni a portare in Aula la questione Libia. Esplicito l'occhiello in rosso che sulla prima del quotidiano di via Negri introduce il titolo di apertura: «Giulio perde la testa». Nel suo editoriale Sallusti riconosce che ci sono effettivi malumori in casa leghista, culminati nel titolo della Padania di mercoledì «Berlusconi in ginocchio a Parigi» ma si dice certo che Bossi «sa che il progetto federalista è realizzabile soltanto al fianco del Pdl» e ammonisce la Lega: «Sfasciare tutto per che cosa? Per vendicare Tremonti? Un po' poco ed è difficile farlo digerire al popolo leghista».



La prima pagina della «CRISI? PUÒ DARSI» - La Lega, dal canto suo, torna ad insistere sulla questione immigrazione, che per il Giornale sarebbe solo un pretesto. Anche oggi la Padania lo dice a caratteri cubitali: «Bombe uguale più clandestini». Sottotitolo: «Il Carroccio non arretra e resta contrario all’intervento militare italiano, come anticipato da BOSSI (tutto maiuscolo nell'originale, ndr) su la Padania». E in un'intervista ad Affaritaliani.it il sindaco di Treviso, Gian Paolo Gobbo, che è anche il capo della Lega in Veneto, lo dice senza girarci troppo attorno: «Certamente ci sono due posizioni che sembrano inconciliabili...». Ci può dunque essere la crisi? «Può darsi».
Al. S.
28 aprile 2011
Ultima modifica di ranvit il 28/04/2011, 9:54, modificato 1 volta in totale.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Giornale-Padania, baruffe sulla Libia

Messaggioda ranvit il 28/04/2011, 9:49

http://www.ilfoglio.it/soloqui/8661


27 aprile 2011
Orgoglio padano
Altro che voto, dietro i distinguo della Lega c’è l’interesse nazionale

Da Bossi in giù, i leghisti non arretrano sul no ai bombardamenti in Libia e rivendicano la difesa dell’italianità


“C’è chi sventola il tricolore e poi svende Parmalat ai francesi. E c’è chi porta un fazzoletto verde, ma difende gli interessi dell’Italia”. Mentre Umberto Bossi è chiuso in una stanza della sede del partito a Milano, immerso, con Roberto Maroni e Roberto Cota, in una riunione che suona come un consiglio di guerra (“Berlusconi sulla Libia sta sbagliando tutto”), Matteo Salvini – leghista di marca maroniana e tra i leader della Lega milanese – trova un attimo per precisare “una cosa a cui noi teniamo moltissimo”. Ovvero? “Se la Lega si distingue dal Pdl sulle bombe in Libia e sull’immigrazione non è per ragioni elettorali. E’ pragmatismo – dice Salvini – è politica nel senso migliore del termine”. D’altra parte l’effetto “della strategia dei distinguo”, di cui il Pdl accusa la Lega in queste ore, nei sondaggi per le amministrative è “non pervenuto”. Non sposta voti, pare. Neanche secondo le rilevazioni del Cav. Al contrario, in quelle riservate della Lega, si registra una flessione a livello nazionale circoscritta tra l’1 e il 2 per cento. Riflette Salvini: “Paghiamo gli errori degli altri. Non si può andare avanti a lungo così. Qui al governo c’è chi improvvisa, mentre i francesi ci stanno saccheggiando. Noi poniamo una questione che riguarda i rischi di questo conflitto sballato”.

Berlusconi ha rassicurato il leader leghista riferendo delle profferte di amicizia, anche in campo economico, manifestategli dal capo degli insorti libici, Mustafa Jalil. Risposta: “Quelli lì sono peggio di Gheddafi”. E poi: “In Libia non si sa chi vince”. Il Cdm previsto per domani è stato rinviato. E nonostante declini un po’ l’ipotesi di un periglioso passaggio parlamentare sulla Libia (il Quirinale ha frenato il Pd), Berlusconi cerca comunque di placare l’alleato, ma senza apprezzabili risultati. Quando alle 15 e 30 il capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni, scandisce parole che suonano come una retromarcia (“in Libia tutto avviene sotto l’ombrello Onu”), riceve una telefonata energica da Bossi in persona. Alle 17 la rettifica di Reguzzoni: “Restiamo contrari alla guerra, basta leggere la Padania”. Il cui titolo era: “Berlusconi si inginocchia a Parigi”.

“Al vertice con Sarkozy, Maroni ha apprezzato gli accordi siglati con la Francia. Ora critica, ma la politica non si dovrebbe fare sulle agenzie”. Così Franco Frattini si è lamentato con un collega di governo per l’atteggiamento a suo avviso “bifronte” del ministro dell’Interno che ieri non ha usato eufemismi: “Le scelte di Berlusconi sono inopinate e incomprensibili”. D’altra parte sia il ministro degli Esteri, sia quello della Difesa, Ignazio La Russa, insistono su un punto: i distinguo della Lega non hanno effetti in Parlamento. “C’è una notevole differenza tra l’atteggiamento pubblico, manifestato attraverso gli organi di stampa, e quello che poi è avvenuto ieri in commissione Esteri e Difesa dove Pdl e Lega erano d’accordo”. In effetti è un po’ così. E la ragione ha forse un nome e un cognome: Giorgio Napolitano.

L’ipotesi di un passaggio parlamentare – seguito da un pericoloso voto – non viene infatti frenata soltanto dal governo; ma anche dalla presidenza della Repubblica (“la risoluzione Onu è stata recepita dal Consiglio supremo di difesa da me presieduto”, Napolitano dixit). Maroni ha detto: “Il voto in Aula è inevitabile, lo chiede l’opposizione”. Parole pronunciate sapendo che Napolitano aveva già mandato messaggi inequivocabili al Pd (ma anche a Bossi), che infatti non è più così sicuro di voler raccogliere la golosa opportunità di fare leva, in Aula, con un voto, sulle divergenze interne alla maggioranza. Così, secondo la versione del Pdl, il nervosismo leghista – lo sussurrava ieri il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto – “è dovuto alle loro strane dinamiche interne. L’accordo con la Francia, sulla questione Parmalat, non è piaciuto a Tremonti…”. Ma qui la storia si fa davvero troppo evanescente. L’unico effetto percepito, in seguito alle polemiche tra Lega e Pdl, è stato lo slittamento del Cdm da venerdì a martedì prossimo. L’idea è quella di far sbollire il nervosismo padano e dare agio a Giulio Tremonti di presentare in quell’occasione, senza rischiare di essere offuscato dai litigi sulla Libia, il “decreto sviluppo”.


© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Salvatore Merlo
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Giornale-Padania, baruffe sulla Libia

Messaggioda ranvit il 28/04/2011, 9:54

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04 ... di/107411/



Libia, Bossi avanti contro il Pdl
E Tremonti gela B: Non ci sono fondi Maroni: "Nessun dietrofront, la scelta del premier è sbagliata". E aggiunge: "Mi sembra inevitabile che ci sia un passaggio parlamentare su una cosa così rilevante" Per finanziare nuove missioni all’estero non ci sono fondi, a meno che non si aumentino di due centesimi le accise sul carburante. Giulio Tremonti ha fermato Silvio Berlusconi. Anche per questo il Consiglio dei Ministri previsto per venerdì è slittato alla settimana prossima. Così stamani, durante la riunione del pre-consiglio, non è stata formalizzata nessuna data di convocazione. Sul tavolo c’è la questione Libia. E lo scontro tra il premier, favorevole ai bombardamenti, e Umberto Bossi, fermamente contrario a un ulteriore coinvolgimento del Paese, si è spostato così nell’esecutivo. Sullo scacchiere politico il carroccio ha deciso di muovere Tremonti. Ma anche Maroni a fine pomeriggio è intervenuto chiedendo il voto in aula.

Mostrando così con ulteriore evidenza la contrapposizione con il Pdl. Il ministro del Tesoro, infatti, è stato oggetto di un pesante attacco da parte del quotidiano di casa Berlusconi settimana scorsa, accusato dal ministro Galan di bloccare ogni iniziativa del governo per mancanza di fondi. La mossa di Tremonti di stamani è dunque una sfida aperta al premier. Bossi da giorni ormai mostra insofferenza nei confronti dell’alleato. Il Senatùr ha disertato i comizi milanesi del Cavaliere a favore di Letizia Moratti perché infastidito dai ripetitivi attacchi alla magistratura. “Meglio evitare, se vuole dire quelle cose le dica quando non ci sono io”, ha confidato ai suoi. Passi pure il rimpasto promesso ai Responsabili e annunciato dal premier e ora slittato a settimana prossima. Ma sulla questione Libia, Bossi si è infuriato. Soprattutto perché non ne sapeva nulla: il Cavaliere alleato non condivide più le decisioni, annuncia impegni difficili da mantenere e sta facendo una campagna elettorale a esclusivo interesse del Pdl. Con dei risultati apparentemente positivi: un sondaggio rivela che il partito di Berlusconi ha guadagnato 4 punti percentuali in una settimana grazie al caso Lassini. A Milano. Proprio dove la Lega puntava a raggiungere il 10-12%. “Ora basta”, ha sbottato. E così al “siamo diventati una colonia francese” tuonato ieri si è aggiunto oggi lo stop a ogni annuncio: “Non ci sono fondi”, messaggio fatto trasmettere da Tremonti.

Contemporaneamente però Bossi porta avanti anche la mediazione, evitando quindi lo scontro. E usa “l’ambasciatore” Roberto Calderoli che atterra a Roma insieme a Berlusconi, dopo la trasferta ad Alba per i funerali di Ferrero. E di Tremonti, fra l’altro, i due hanno parlato. Così arriva il segnale di distensione del Carroccio, affidato a Marco Reguzzoni: “Noi siamo con il governo, ma la Lega è e rimane contraria alla guerra in Libia”, ha dovuto ribadire il capogruppo alla Camera dopo un balletto di dichiarazioni che apparivano come un allineamento al governo. Tanto da mostrare il fianco all’opposizione, con il Pd che ha definito il Carroccio “a braghe calate”. Per chiarire che la posizione della Lega non è cambiata, è dovuto intervenire Roberto Maroni a metà pomeriggio. “La linea sulla Libia è e rimane quella dettata da Umberto Bossi, il resto sono variazioni sul tema” ma la partecipazione italiani ai raid è una “decisione sbagliata” adottata da Palazzo Chigi. “Non si può chiedere alla Lega di dire sempre sì”, ha aggiunto Maroni, “noi non siamo lì a schiacciare il pulsantino, siamo partner di Governo”. Non solo, ma Maroni chiede anche il voto in aula: “Mi sembra inevitabile che ci sia un passaggio parlamentare su una cosa così rilevante”. Che suona come una minaccia al premier sulla eventuale tenuta della maggioranza. Se qualcuno ha dei dubbi, basta leggere la Padania.

Emblematico l’editoriale di stamani de La Padania in cui Bossi è descritto come “d’umore assai più nero del consueto”. I padani intuiscono i “chiarissimi segnali di guerra. Bersaglio del malumore (termine assai soft) del leader del Carroccio sono le scelte non concordate, benché meno condivise del premier Silvio Berlusconi. Le missioni di cui Bossi non sapeva. E la questione “francese”. Il quotidiano di via Bellerio elenca il lungo “cahier de doleances che i vertici leghisti recapitano a Palazzo Chigi”. Questo “tocca tutti i dossier che hanno visto contrapposti, in questi mesi, gli interessi italiani e quelli francesi – si spiega – l’accusa, circostanziata e netta, nei confronti del Cavaliere è quella di non aver difeso minimamente le nostre posizione, di essersi fatto travolgere dalla prepotenza d’Oltralpe, ottenendo in cambio solo l’ok per Mario Draghi alla Bce. E’ un contentino inaccettabile”. Inoltre, si critica la “progressiva perdita delle eccellenze nazionali a favore di Parigi”, citando i casi di Parmalat ed Edison (“che è di Milano”, ha sentenziato Bossi). Ma ciò che ha fatto infuriare il senatur, “la goccia più pesante delle altre”, è stato l’annuncio della partecipazione italiana ai raid in Libia. “Vicende che dividono nel merito, e con tutta evidenza, le posizioni leghiste da quelle berlusconiane – spiega Passera – ma che richiamano a loro volta anche gravi questioni di metodo, per almeno due aspetti: primo le scelte del premier non sono state ne’ annunciate ne’ discusse e, tantomeno, vi è stato su di esse il semaforo verde del Carroccio, che è alleato fedele e responsabile, non certo cieco e sordo passacarte di qualsiasi stravaganza; secondo: tali scelte travolgono l’ottimismo in senso contrario di alcuni tra i migliori ministri di questo esecutivo, come Giulio Tremonti e Roberto Maroni.

“Insomma, – concldue La Padania – un vero disastro che in Via Bellerio è stato percepito come tale, in tutta la sua evidente gravita’ politica. L’articolo si conclude con la descrizione di Bossi impegnato in una doppia telefonata all’ora dei tg della sera: da una parte “intento a raccontare la propria posizione a Napolitano; dall’altra, con il direttore del quotidiano, Leonardo Boriani che “spiegava il senso dell’irritazione bossiana allo stesso ministro dell’Economia, Tremonti”. E sempre su La Padania, oggi, è apparsa una tabella sui costi delle missioni estere. Con la precisazione: “La missione in Libia non ha ancora un suo capitolo nel bilancio pubblico”.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Che succede tra Pdl e Lega???

Messaggioda pianogrande il 28/04/2011, 11:22

Berlusconi, ai francesi che si incazzano, ha preferito, come al solito, far incazzare gli italiani.
Quelli li controlla meglio.
Da bravo commerciante, sa benissimo che, se da una parte vuole comprare, dall'altra deve vendere.
Per comprarsi (e mantenersi) il governo dell'Italia, continua a vendere l'Italia stessa.
L'ha venduta a Gheddafi, a Putin, a Bush ...... che c'è di male se ne vende un po' anche alla Francia?

Non potendo accusare un nemico esterno (i soliti comunisti) per le stupidate che lui stesso combina, Berlusconi è arrivato ad inventarsi un nemico interno (Tremonti) e lo fa attaccare dalle sue truppe.
La lega comincia a rendersi conto che sta facendo la fine di Fini.
Se non si smarca (anche pericolosamente), non manca molto che la base comincerà a considerare Bossi una nullità (una tragedia!).
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Che succede tra Pdl e Lega???

Messaggioda ranvit il 28/04/2011, 11:53

Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Che succede tra Pdl e Lega???

Messaggioda pianogrande il 28/04/2011, 19:10

Lo ho detto da un'altra parte ma lo ripeto.
La lega può funzionare solo in un sistema chiuso.
Se ottenesse la mitica secessione, non funzionerebbe più perché non è capace di relazionarsi.
Il sistema chiuso glie lo fornisce l'Italia all'interno della quale può isolarsi mentre, qualcun altro pensa (disastrosamente, per la verità) al resto del mondo.
Le illusioni che coltiva hanno anche bisogno di un nord che non sia sud di nessuno.
I primi naufragi dell'idea leghista li vediamo con i frontalieri Italia-Svizzera ed i rapporti con l'Europa e la Francia in particolare.
Chiusa all'interno dell'Italia, forte con i deboli.
Questa è la lega.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Che succede tra Pdl e Lega???

Messaggioda ranvit il 29/04/2011, 12:45

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=147384


Una barzelletta per Berlusconi: Bossi come Gandhi

di Mario Ajello

Racconta tante barzellette il Cavaliere, ma quella più divertente di tutte non è ancora entrata nel suo repertorio. Riguarda il pacifismo della Lega. Bossi sarebbe diventato come Gandhi, anzi più buono del Mahatma. Ma davvero? Ovviamente, no. Eppure, stando alla lettura dei fogli propagandistici del Carroccio, alle parole degli esponenti di quel partito e ai pensosi ragionamenti degli - non ridiamo! - intellettuali d’area padanista, il Senatur si sarebbe trasformato in un propugnatore della pace perpetua. Insomma, più Kant che Gandhi. O meglio, il leader che ama abbeverarsi con l’acqua torbida dell’ampolla del Dio Po e dice sempre di voler imbracciare i fucili contro Romaladrona, sarebbe - secondo i suoi seguaci - un attento lettore delle teorie di Emile Chanoux, apprese mentre frequentava o diceva di frequentare i corridoi dell’università di Pavia negli anni ’70, e un profondo conoscitore dei pensieri di Guy Heraud, di Alexandre Marc e di Denis de Rougemont. I quali, negli anni ’30, avevano promosso un modello di federalismo, fondato sulla centralità della persona umana. E sul valore intangibile e sacro della sua esistenza. Consigli al Cavaliere: visto che le sue barzellette non fanno più ridere, neppure a una super-berlusconiana come Stefania Craxi, provi con questa riguardante il suo amico Umberto. Che difende Gheddafi non per qualche voto in più alle prossime amministrative, ma in nome di de Rougemont.
Venerdì 29 Aprile 2011 - 08:44 Ultimo aggiornamento: 08:46
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Che succede tra Pdl e Lega???

Messaggioda ranvit il 29/04/2011, 18:49

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... =&sezione=

Bossi scherza col fuoco
MARCELLO SORGI

Chi dice che in Italia la crisi della politica non aveva mai raggiunto i livelli di questi giorni - con un governo che ha perduto la maggioranza e rischia di perdere definitivamente la faccia sul terreno ultradelicato degli impegni e dei rapporti internazionali - ha purtroppo la memoria corta. L’Italia ha una tale gamma di esempi alle spalle, e una tale deplorevole assuefazione alle brutte figure, che è sempre possibile trovare un precedente simile o peggiore. Per dire, una volta le crisi in materia di politica estera erano considerate impossibili, perché la collocazione internazionale di un Paese europeo non dovrebbe mutare con il cambiamento dei governi. Eppure, già nella Prima Repubblica, ai tempi di Sigonella e dell’Achille Lauro, anche quel limite considerato invalicabile era stato superato.

Se c’è una differenza, tra allora e oggi, è che almeno, in passato, quando si apriva una crisi le ragioni erano chiare e l’approdo intuibile.

Oggi invece l’unica cosa comprensibile è che la Lega considera esaurite le ragioni della collaborazione con Berlusconi, ma non ha ancora deciso quando e come tirarsene fuori. Da mesi il partito di Bossi è in sofferenza: si tratti del federalismo declamato e mai in pratica declinato, delle politiche dell’immigrazione, delle contorsioni interne del Pdl, e adesso della guerra in Libia, che il Senatur considera un’avventura disastrosa, frutto di un atteggiamento servile verso la Francia e gli Usa, il Carroccio, che fino a qualche tempo fa considerava la sua permanenza nel centrodestra vantaggiosa per l’oggi e per il domani, e che in prospettiva accarezzava l’idea di trasformarsi nel primo partito del Nord, oggi comincia a temere che i suoi conti non tornino.

E lo fa apertamente - va detto -, incurante del difficile frangente in cui l’Italia si trova, dell’impossibilità per il Paese, a causa della sua collocazione politico-strategica, di tirarsi fuori da un conflitto rischioso come quello libico, e badando in sostanza solo ai sondaggi che dicono che l’elettorato leghista è insoddisfatto e alle prossime amministrative potrebbe punire il Carroccio. Di qui la rottura sui bombardamenti, decisione a cui l’Italia ha dovuto unirsi per onorare i suoi impegni con gli alleati, e l’annuncio di una prossima dissociazione dal voto parlamentare previsto il 3 maggio.

Dopo settimane di stenti, in cui ha prevalso alla Camera per pochi voti, tutti o quasi provenienti da transfughi dell’opposizione, il governo rischia così di trovarsi senza maggioranza in una votazione molto importante, o di dover accettare l’appoggio occasionale di una parte dell’opposizione che subito dopo correrebbe a dire che solo il proprio senso di responsabilità avrebbe evitato al Paese un disastro politico e a Berlusconi una brutta figura irrimediabile.

Questa della confusione e di un risultato difficilmente spiegabile ai partners stranieri non è l’unica incognita del prossimo dibattito parlamentare. E’ paradossalmente la più probabile e la meno temuta dalla Lega, pronta a dire all’indomani di un voto che sancirebbe la rottura della maggioranza che è pronta a ripensarci e non vuole affatto buttare giù il Cavaliere. Se davvero si arriverà al voto in aula non è detto tuttavia che finisca così; potrebbe anche andar peggio. Ciascuno dei protagonisti di questa vicenda fa finta di non accorgersi che sta scherzando col fuoco. E c’è perfino chi sostiene che tutto si aggiusterà calibrando diversamente il rimpasto e mollando qualche posto di governo in più al Senatur. Ma è fin troppo evidente che, seppure la crisi di governo non si aprirà, sarà molto improbabile, dopo quel che è successo in questi giorni, che il governo trovi la forza di risollevarsi e riesca ancora a governare.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Che succede tra Pdl e Lega???

Messaggioda pianogrande il 29/04/2011, 23:29

Ad una conclusione sul voto in parlamento ci sto arrivando.
L'opposizione, a prescindere da come la pensa sulla Libia, vota contro il governo perché, non essendoci più una maggioranza coesa, questo governo deve andare a casa.
Il PD non deve fare la colossale stupidaggine di far riuscire il bluff di Bossi che voterà contro il governo sperando che non cada grazie ai voti di una opposizione "responsabile".
Se Bossi non volesse tentare il bluff, ritirerebbe i suoi ministri ancora prima del voto in parlamento.
La crisi di governo si aprirebbe automaticamente.
No!
Lui bluffa.
Va in parlamento a votare a favore?
Allora è un buffone più dell'altro che sappiamo.
Va in parlamento a votare contro?
Allora bluffa sperando nei voti a favore dell'opposizione.
Allora, questo governo di giocatori d'azzardo deve cadere.

Il PD deve votare contro.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Che succede tra Pdl e Lega???

Messaggioda ranvit il 01/05/2011, 15:40

http://www.corriere.it/politica/11_magg ... c490.shtml



il senatÙr e la missione italiana
Libia, pressing di Bossi sulla mozione:
«Se Silvio non la vota il governo salta»
Il leader della lega dopo le aperture del premier: «Prima o poi lo vedrò. I bombardamenti? Non servono a niente»

MILANO - L'ha definita «costruttiva» il premier Silvio Berlusconi la mozione in sei punti preparata dalla Lega in vista del passaggio parlamentare di martedì sulla missione italiana in Libia. Eppure Umberto Bossi non molla e avverte: «Se Berlusconi non la vota, vuol dire che vuol far saltare il suo governo».

«I RAID ARMATI NON SERVONO» - Il leader della Lega, insomma, unisce a doppio filo il destino dell'esecutivo all'appoggio del Pdl alla mozione che il Carroccio ha preparato sulla Libia, per fissare limiti alle operazioni militari italiane. A Menaggio, dove si è imbarcato per la tradizionale «battellata» organizzata dal Sindacato Padano, Bossi ha detto che «prima o poi» vedrà il premier, Silvio Berlusconi, comunque, «prima» del passaggio parlamentare delle mozioni. Il leader del Carroccio è comunque tornato a condannare i raid armati in Libia. «Non serve a niente bombardare - ha spiegato -, ammazzi solo la gente. Poveracci, poi scappano».

«CI TOCCA FARE LA PARTE DELLA SINISTRA» - Intanto, il ministro dell'Interno Roberto Maroni torna sul rifiuto del Pd di appoggiare la mozione del Carroccio. «Tocca fare a noi, come Lega, anche la parte della sinistra», che sembra aver rinunciato ai valori del pacifismo, attacca il titolare del Viminale. «Mi sono sorpreso - ha sostenuto Maroni all'inaugurazione di una sede della Lega Nord - quando ho letto la mozione del Pd, perché mi aspettavo un richiamo ai principi della pace ma invece ho trovato chi dice "Vanno bene i bombardamenti" e invita il governo ad andare avanti. È incredibile, pensavo fosse la mozione del Pdl». Il ministro del Carroccio ha quindi ribadito i punti della mozione già annunciata da Umberto Bossi, in cui la Lega chiede l'impegno del governo a stabilire una data di conclusione della guerra in Libia. «Penso - ha spiegato Maroni - che sia un testo completo, corretto e condivisibile da tutti, che rappresenta una via d'uscita a chi si è messo nella strada complicata dei bombardamenti». Il ministro dell'Interno, come già fatto sabato, ha dato atto al premier di aver fatto «una dichiarazione positiva, che ci permette di lavorare». Non ci sarebbe ancora, invece, un incontro stabilito con Berlusconi prima di martedì, come ha risposto lo stesso Maroni a chi glielo chiedeva.

Redazione online
01 maggio 2011
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 41 ospiti

cron