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A proposito di cultura...

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

A proposito di cultura...

Messaggioda ranvit il 25/04/2011, 11:06

Anche in politica sono 40 anni almeno che molta sinistra è ferma....



Il Sole 24 Ore pubblicato il 21 aprile 2011
Senza idee non c'è cultura
di Serena Danna

Agli inizi di marzo, il quotidiano inglese The Independent ha chiesto ai suoi lettori di indicare cosa gli viene in mente quando pensano al made in Italy. Al primo posto tra le associazioni trionfava Claudia Cardinale, protagonista del Gattopardo di Luchino Visconti, al secondo il mito della "Dolce vita", e giù così tra gondolieri di Venezia (4°), mafia (10°) e Leonardo Da Vinci (14°).

Fotografia di un mito che non si è aggiornato e che, come una macchina del tempo, tiene l'Italia ferma tra la fontana di Trevi e don Vito Corleone.
Ma non sono certo i giornali stranieri a certificare la nostra arretratezza culturale: nella classifica del 2010 dei paesi più innovatori della Ue l'Italia è 17esima.
Nel 2007, in occasione del lancio del programma cultura, la Commissione Europea ha pubblicato uno studio sulla produzione culturale degli Stati membri. Anche in questo caso brutte notizie: l'Italia si piazza dodicesima. «C'è una correlazione tra i due indicatori - spiega l'economista Pier Luigi Sacco -: i paesi che innovano sono quelli che hanno una visione attiva della cultura».

Secondo Sacco, autore insieme allo storico dell'arte Christian Caliandro del saggio Italia Reloaded (Il Mulino), negli ultimi quaranta anni in Italia si è consolidata una concezione passiva della cultura, basata sulla conservazione dell'esistente e sulla difesa dell'antico: «Abbiamo smesso di produrre idee - spiega Sacco - convinti che, grazie al nostro passato glorioso, potevamo fare a meno di nuovi contenuti: in questo modo siamo diventati marginali sulle frontiere della produzione creativa».
Nel paese che, con i suoi 911 siti Unesco, vanta un patrimonio unico al mondo, le parole-chiave legate alla cultura sono: conservazione, tutela e salvaguardia. E su queste attività si è concentrata la maggior parte delle energie e delle spese pubbliche. Il bilancio di competenza del Mibac per il 2011 è di circa 1 miliardo e 500 milioni di euro: l'84,6% del totale è destinato alla «tutela e alla valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici». Dei 60 milioni che provengono dal gioco del lotto, 400 mila euro andranno alle aree archeologiche etrusco-romane di Tarquinia e Gravisca, e parte dei fondi al «consolidamento e il restauro» del convento di San Nazario in provincia di Campobasso o «alla valorizzazione» del Collettore romano di Serravalle del Chianti. Il comune di Firenze investirà in beni culturali e belle arti 65 milioni in più rispetto al 2010.

«Il meraviglioso e ingrombrante patrimonio culturale ha prodotto l'ossessione del turismo», spiega Christian Caliandro. Le città d'arte, caratteristiche della realtà italiana, «sono aggredite da un turismo di massa apparentemente culturale - continua lo storico - ma in realtà concentrato sull'autorappresentazione». Luoghi come Venezia e Firenze non solo non sono capaci di produrre nuova cultura, ma spesso «neanche di conservare il significato di quella che si è tramandata nel tempo».

Città immobili, vetrine del passato, location per fotografie da mostrare agli amici al ritorno. «Venezia si presterebbe a diventare un centro di produzione creativa, insiste Sacco, eppure ha scelto - dalla Biennale a Punta della Dogana - la strada della vetrina».

Nel libro Forza, Italia l'ex direttore dell'Economist Bill Emmott scrive: «Potreste pensare che gli italiani siano eccezionalmente creativi, perché così vuole l'immaginario nazionale. Eppure prendendo il Paese nel suo insieme, verreste smentiti».
Walter Santagata, capo della Commissione che nel 2007 ha prodotto il Libro bianco della creatività, spiega che bisogna distinguere tra due tipi di creatività: «C'è quella legata alla qualità sociale - spiega - in cui rientrano la moda, il design, il cibo, che funziona bene perché legata al territorio, alla tradizione e allo sviluppo nei secoli; e poi c'è la creatività legata all'innovazione in cui abbiamo un grande deficit di produzione». Per Santagata bisognerebbe ripartire dal nome: «L'idea di ministero dei beni e delle attività culturali esprime una concezione limitata dell'universo creativo che esclude automaticamente la produzione contemporanea». Tra le proposte del professore di Economia dei beni e attività culturali all'università di Torino c'è anche l'istituzione di una relazione annuale a carico del ministero: «In modo da conoscere la linea programmatica e poterla valutare».

Eppure sul fronte dei consumi culturali i dati sono incoraggianti: in base al Rapporto annuale di Federculture, il 2010 ha visto un aumento della partecipazione a eventi culturali, a partire dal teatro (+13,5% rispetto al 2009) fino ai concerti di musica classica (+5,9%) e visite a mostre e musei (+3,8%).
C'è tuttavia un problema di appeal. Un sondaggio condotto da The European House-Ambrosetti e Swg ha dimostrato che quasi il 40% dei giovani in età compresa tra i 18 e i 24 anni trovano poco o per niente interessanti gli eventi culturali che avvengono nella propria città, provincia, regione.
Chi si muove all'avanguardia nel mondo dell'arte, vede continue prove della miopia di chi fa cultura nel Paese. Massimiliano Gioni, direttore artistico della Fondazione Trussardi e stimato curatore internazionale (dal New Museum di New York alla Biennale di Seul), cita l'esempio della prossima Biennale di Venezia: «Affidare la cura del Padiglione Italia a un critico poco amante del contemporaneo come Vittorio Sgarbi (che ieri ha rassegnato le dimissioni in polemica con Galan ndr) dimostra la totale assenza di leadership delle istituzioni». Gioni, che difende il ruolo di talent scouting e supplenza svolto delle fondazioni private, vede un segnale di risveglio nelle recenti aperture del Maxxi e del Macro a Roma e del Museo del Novecento a Milano. Progetti che, come spiega Pio Baldi,presidente del Maxxi con una lunga carriera ministeriale alle spalle, nascono per rispondere in maniera propositiva alla domanda: «Perché si guarda sempre indietro?».

«Le istituzioni italiane sono state a lungo attente alla conservazione di un passato illustre - conferma - eppure l'obiettivo del Maxxi è creare quelli che saranno i beni culturali di domani».
La strada tuttavia è ancora lunga. Lo spiega bene Gioni: «Artisti come Maurizio Cattelan e Francesco Vezzoli, l'architetto Renzo Piano, lo scrittore Roberto Saviano, il regista Paolo Sorrentino, non sono il nuovo made in italy ma eccellenze globali».
È s stato un premio Nobel per la fisica italiano con cittadinanza statunitense, Riccardo Giacconi, a dare la ricetta per il nuovo Rinascimento: «Michelangelo diventò un grande artista perché aveva un muro da affrescare e io in Italia non avevo un muro».
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: A proposito di cultura...

Messaggioda pianogrande il 25/04/2011, 11:36

Ribalterei il concetto: senza cultura non ci sono idee.

Le idee nascono da menti pensanti ed allenate a pensare, a riflettere, a prendere coscienza.
Le idee nascono dalla diffusione della cultura e della informazione.
Le grandi rivoluzioni nascono dalla diffusione delle idee (che hanno bisogno di un substrato culturale vivo e in divenire).

E' vero.
La cultura come vetrina non produce idee.
Ha lo stesso ruolo della scenetta in cui la signora 'bbene compra libri curando il colore della copertina e le misure e pensando quindi allo scaffale ed al resto dell'arredamento.
Quella signora non darà al mondo grandissime idee.

Nel nostro paese, la cultura è disprezzata e combattuta dalla classe politica dominante.
Dal massacro della scuola pubblica al concetto di scuola come mera preparazione al lavoro, al finanziamento di scuole confessionali e via via .... al non finanziamento della ricerca, alle barzellette del capo alle veline e non mi fermerei più.

Quali idee potrebbe produrre questa nostra società martellata dai ferrara e dai minzolini vari?

E' vero anche che le grandi idee nascono, normalmente, da elites molto ristrette.

Ormai, però, anche per questioni culturali non vedo elites che non siano rivolte al denaro ed al potere.

Sarà dura uscirne.
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Re: A proposito di cultura...

Messaggioda ranvit il 25/04/2011, 12:05

Condivisibili le affermazioni di Pianogrande.

Ma l'articolo dice, e io concordo, che la cultura è ferma da quarant'anni....non è quindi colpa solo dell'attuale maggioranza. E aggiungo, cultura (in senso lato) e politica della sinistra sono state a braccetto dal dopoguerra in avanti. Fermatasi l'una a guardarsi l'ombelico.... si è fermata anche l'altra. Forse perchè si è esaurita prima la spinta di rinascita del dopoguerra e poi è svanito "il sogno" con la repressione in Ungheria e in Cecoslovacchia ed infine allo stato di miseria dei Paesi comunisti?
Era necessario svoltare verso un socialismo democratico e liberale come nel resto del mondo occidentale. Ci si è rifugiati invece nel bunker della diversità italiana. Adesso è dura uscirne...

Vittorio
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Re: A proposito di cultura...

Messaggioda ranvit il 25/04/2011, 12:44

Trovo appropriato questo articolo :

http://www.giorgiomerlo.net/


Ex Pci e ex Psi? Ora basta. Si guardi avanti.
Posted by Giorgio Merlo on aprile 21st, 2011
Il dibattito politico che si è aperto tra gli ex comunisti e gli ex socialisti in vista delle prossime elezioni amministrative – alla luce di alcune candidature che hanno fatto notizia a livello locale e nazionale – è interessante ma anche singolare.

Per chi, come me, ha aderito alla scommessa del Pd provenendo dall’area popolare e cattolico democratica, questo dibattito rischia di essere curioso perché datato e platealmente rivolto al passato. Ora, che ci sia una discussione tutt’ora aperta e temi su cui si è colpevolmente sorvolati è fuor di dubbio e persin palese. Basti pensare alle accuse reciproche su come è franata negli anni scorsi – o meglio, sul perché non è mai nata – la cosiddetta “unità a sinistra”, o socialista che dir si voglia. Ma il confronto politico sul passato, e nello specifico su come ricondurre nell’area riformista queste gloriosi tradizioni culturali, rischia di condizionare eccessivamente lo sguardo sul futuro. E delle due l’una: o si archivia definitivamente quella contesa consegnandola agli storici e ai politologi oppure si rimane aggrappati ad una “vertenza” che esula ormai del tutto dalle coordinate politiche contemporanee.

E l’esempio, forse, arriva proprio da quelli che pur provenendo da una storia alternativa alla sinistra – quella democristiana per intenderci – hanno nuovamente e coraggiosamente investito su un progetto politico carico di speranza ma anche ricco di incognite. Se, al contrario, anche noi dovessimo ripercorrere e rileggere in senso critico le difficoltà degli anni ’80 e le contraddizioni dei primi anni ’90 avremmo già messo una pietra tombale sul Pd e sulla sua possibilità di diventare il principale polo riformista e democratico del nostro paese alternativo alla destra berlusconiana. Non a caso, e sempre per quanto ci riguarda, la nascita del Pd ha segnato il superamento definitivo di 2 grandi “questioni” che hanno accompagnato e condizionato il cammino della democrazia italiana: e cioè, la “questione comunista” e la “questione cattolica”. Se oggi dovessimo riproporre quella discussione, legandola magari a qualche candidatura “scomoda” o ad alcune dichiarazioni “imbarazzanti”, non faremmo altro che riportare le lancette della storia indietro, molto indietro.

La vera sfida politica del Pd, oggi, e dei vari riformismi che hanno investito sin dall’inizio in questa avventura è quella invece di verificare, sul terreno concreto delle domande e delle esigenze dei cittadini italiani, se esiste la possibilità e la voglia di voltare definitivamente pagina. E, soprattutto, se si vince la scommessa di non trasformare il Pd in un banale ed irrilevante prolungamento della storia della sinistra italiana nelle sue varie fasi. Se così fosse, infatti, l’unica garanzia sarebbe quella di consegnare nuovamente ad “altri” la rappresentanza maggioritaria della politica italiana. Ben sapendo che il Cln – o alle alleanze dettate dall’emergenza con gli ex missini e i comunisti non pentiti – non hanno vita lunga e, per giunta, scarsa credibilità politica nonché sono latitanti sul terreno progettuale e programmatico.

La sfida, pertanto, è tutta qui. E cioè, nella capacità politica di non restare prigionieri del proprio passato riportando il dibattito lungo i binari della pura autoreferenzialità. Restando alla mia città, non credo che la candidatura di Giusi La Ganga nelle fila del Pd per il rinnovo del Consiglio Comunale di Torino rappresenti un problema o richieda la necessità di qualche grottesca “riabilitazione” morale e politica. L’unica cosa che mi interessa, e credo che ci interessa, è quella di capire qual è il contributo politico, culturale e programmatico che la cultura socialista può portare al Pd per consolidarlo realmente come “soggetto plurale” e non come un cartello elettorale di vari ex. Su questo terreno, laico e tutto politico, saremo giudicati dagli elettori. O il Pd sarà un partito realmente plurale e rappresentativo di interessi e settori diversi della società italiana, oppure sarà un grande partito destinato a presidiare saldamente l’opposizione nel nostro paese. Non mi pare, quest’ultimo, un orizzonte che possa entusiasmare cittadini, elettori e militanti del Pd. Ma, a volte, cambiare vestito è più difficile che limitarsi a riprendere quello già usato.
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Re: A proposito di cultura...

Messaggioda pierodm il 25/04/2011, 13:33

L'articolo, anzi gli articoli citati, sono ampiamente discutibili, e comunque non significano certo - specialmente il primo - quello che ha voluto capire Ranvit.
Ma, nell'ambito di questo forum, il fatto che sia proprio Ranvit a citarli e a indicarceli è veramente esilarante.

Questo nostro affligente amico, nel leggere questi articoli e citarli, ha come unico scopo quello di intonare la sua solita canzoncina sulla sinistra: un'interpretazione esemplare, una prova inconfutabile che davvero in Italia c'è da tempo una situazione di grave crisi culturale.
Una crisi, per altro, che da anni denunciamo, facendone sia causa, sia conseguenza di una mutazione antropologica e di un degrado di coscienza civile e istituzionale: invano, o meglio, incontrando l'ostilità dei coloro che si considerano pragmatici, i quali non amano perdere tempo con elucubrazioni sulla "cultura" e pensano che sia tipico della sinistra obsoleta dedicarsi a questo tipo di valutazioni.

Il primo articolo si svolge su un piano che chiaramente esula dal contesto che vorrebbe colui che ce lo propone, e andrebbe considerato come critica all'intera società italiana del dopoguerra - che però non è riducibile a quello che viene indicato nell'articolo, in quanto ci sarebbero da fare sia valutazioni assai più positive, sia più negative che non quelle edulcorate e generiche presenti nell'articolo - diciamo che è un articolo che presuppone per se stesso una facoltà "culturale" che non dimostra nei fatti.

Il secondo - in sostanza e come sempre in casi del genere - solleva molto polvericcio trapestando con concetti come rinnovamento, sintesi, futuro, passato, scommessa, etc etc, ma in realtà non c'è una sola parola che faccia trapelare quali siano le idee dell'autore, o quali siano le novità, le riforme, gli obiettivi, i valori che s'intendono preseguire.
In poche parole, il solito agglomerato di banalità, che non merita di essere chiamato demagogico solo perché non ha nemmeno il fascino perverso dei discorsi demagogici. Un esempio perfetto dell'incosistenza ideale, ideologica e programmatica del PD attuale.
pierodm
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Re: A proposito di cultura...

Messaggioda ranvit il 25/04/2011, 17:04

Mentre inserivo gli articoli succitati, non avevo dubbi sul prossimo intervento offensivo di pierodm :lol:
Debbo dire, ad onor del vero, che mi aspettavo qualcosa di piu' :lol:

Il fatto è sempre lo stesso : il nostro altrettanto affligente amico non perde occasione per distribuire giudizi, ovviamente negativi, a destra e a manca, per puro spirito di affermazione di se stesso. Atteggiamento che negli ultimi tempi sta assumendo aspetti che definirei patetici nella loro temerarietà. L'importante è evidenziare ogni volta quanto lui, a fronte di cotanta mediocrità, sia colto, enciclopedico e depositario di segrete spiegazioni su qualsiasi cosa sia avvenuta nel tempo. La domanda è : ma cosa avrà mai fatto il nostro amico nel corso della sua vita nel campo della cultura e della politica italiana per permettersi un simile comportamento?
Mah!

Il primo articolo è interessante, per me che ne condivido l'affermazione, laddove evidenzia che la cultura italiana è ferma da almeno 40 anni: zero idee, retorica a tutto spiano e totale trascuratezza del patrimonio di opere d'arte ed archeologico del Paese. Come a dire : gli intellettuali ed i politici da 40 anni a questa parte si gingillano con un mare di parole e proposte senza produrre alcunchè di rilevante (se non garantirsi una posizione ed un reddito assolutamente ingiustificati).

Il secondo invece, dice sostanzialmente quanto già avevo evidenziato : "...se si vince la scommessa di non trasformare il Pd in un banale ed irrilevante prolungamento della storia della sinistra italiana nelle sue varie fasi. Se così fosse, infatti, l’unica garanzia sarebbe quella di consegnare nuovamente ad “altri” la rappresentanza maggioritaria della politica italiana."

Ora, se non sbaglio, sono due tesi che, pur nel mio scombiccherato scrivere... :D , porto avanti da sempre.

Vittorio
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Nota della moderazione

Messaggioda Moderazione il 27/04/2011, 8:07

Abbiamo spostato da qui un flame innescato da un forumista e le relative risposte. A abbiamo inserto i corrispettivi messaggi nel thread viewtopic.php?f=11&t=3519 (Cartellino Gialo a Pierodm).
Siete invitati a non inserire qui altri messaggi fuori tema, rispetto all'argomento di questo thread.
Grazie
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Re: Nota della moderazione

Messaggioda pianogrande il 27/04/2011, 11:32

Moderazione ha scritto:Abbiamo spostato da qui un flame innescato da un forumista e le relative risposte. A abbiamo inserto i corrispettivi messaggi nel thread viewtopic.php?f=11&t=3519 (Cartellino Gialo a Pierodm).
Siete invitati a non inserire qui altri messaggi fuori tema, rispetto all'argomento di questo thread.
Grazie


Il "flame" portato sui comunicati della moderazione, mi sembra un po' emarginato.
io, per esempio, in quella zona, non ci vado quasi mai.
Non è possibile discutere anche di metodo e di pensiero e roba del genere sul forum?
Non è politica anche quella roba?
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Re: Nota della moderazione

Messaggioda franz il 27/04/2011, 11:50

pianogrande ha scritto:Non è possibile discutere anche di metodo e di pensiero e roba del genere sul forum?
Non è politica anche quella roba?

Il forum è fatto per discutere dei temi politici ma anche su cio' che dici.
Basta che non siano discussioni su casi personali.
Per quanto riguarda i forum delle moderazione e della redazione, non si tratta di andarci di tanto in tanto (piu' o meno spesso). Il consiglio è di utilizzare ogni giorno i seguenti link:
Messaggi recenti
Argomenti attivi
In questo modo ovunque sia una discussione interessante, o una comunicazione ufficliale, la si trova.
Anche nei forum in cui non ci si va quasi mai.
Per quanto riguarda le discussioni di ordine generale, il forum ‹Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani> mi pare il più adeguato.
Franz
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Re: Nota della moderazione

Messaggioda pianogrande il 27/04/2011, 15:33

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Non è possibile discutere anche di metodo e di pensiero e roba del genere sul forum?
Non è politica anche quella roba?

Il forum è fatto per discutere dei temi politici ma anche su cio' che dici.
Basta che non siano discussioni su casi personali.
Per quanto riguarda i forum delle moderazione e della redazione, non si tratta di andarci di tanto in tanto (piu' o meno spesso). Il consiglio è di utilizzare ogni giorno i seguenti link:
Messaggi recenti
Argomenti attivi
In questo modo ovunque sia una discussione interessante, o una comunicazione ufficliale, la si trova.
Anche nei forum in cui non ci si va quasi mai.
Per quanto riguarda le discussioni di ordine generale, il forum ‹Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani> mi pare il più adeguato.
Franz


Infatti ......!
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