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I Progettisti

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

I Progettisti

Messaggioda pierodm il 12/04/2011, 12:20

«Con questo film non mi aspetto certo di cambiare qualcosa, sono finiti i tempi in cui credevo di poter toccare e muovere le coscienze delle persone» - afferma Robert Redford parlando dell'opera che sta per presentare.
Una dichiarazione importante, e molto significativa, per uno come lui, sulla quale molti di noi hanno di che riflettere - altri no, si guarderanno bene dal riflettere su cose come queste, dato che in fondo si tratta soltanto di "canzonette", di cinema, di cultura, insomma di cazzate.

Ma, tornando nei nostri confini, ho colto un altro articolo, di Furio Colombo sul Fatto, che torna utile mettere in relazione con quelle riflessioni, anche se è una relazione indiretta: ma poco conta, dato che chi è de coccio e non vuole capire non si lascia smuovere nemmeno dalla più diretta e clamorosa delle relazioni.

La notte del processo breve di Furio Colombo

“Sindaco, anche lei, come Matteo Renzi, spera che Berlusconi esca indenne dai processi?” “Vorrei che Berlusconi cadesse per una presa di coscienza sul berlusconismo da parte dei cittadini italiani, e non a causa di un processo. La mia parte politica (Pd, ndr) si concentra sui guai giudiziari. Invece dovremmo elaborare un progetto per il Paese e studiare l’uomo Berlusconi. E’ un seduttore. Con uno così non si va allo scontro frontale. Lo si fa squagliare al sole.”

Ho citato dalla intervista di Vittorio Zincone al cinquantunenne (giovane, no?) sindaco Pd di Bari, Michele Emiliano (Sette, Il Corriere della Sera, 7 aprile) per mostrare quanto è lunga la fermata in stazione, ovvero la strana e radicatissima idea che ci si muove meglio da fermi, che, sì, ogni volta si deve “preparare un progetto per l’Italia”, ma, per carità, non parliamo dei suoi processi.

Molti lettori – fra coloro che, pur con disperazione, non si sono mai arresi – avranno riconosciuto con un sussulto le stesse parole che, dal 2001 (anno della seconda vittoria di Berlusconi) sono state usate, ora con enfasi convinta, ora con severità, ora addirittura con una intenzione di condanna, contro coloro che esortavano a combattere Berlusconi subito e su tutto, perché c’erano già troppe prove della sua tendenza a ripetere e allargare tutto ciò che – fuori dalla legge – lo aveva portato alla testa di un impero finanziario e mediatico fondato su una misteriosa ricchezza.

Insieme con giornalisti come Indro Montanelli, con economisti come Paolo Sylos Labini, con scrittori come Antonio Tabucchi, in molti dicevamo che le malefatte erano enormi e meritavano l’intervento della magistratura, dati i reati compiuti, così come meritavano e il più fermo antagonismo politico.
...
Per buona misura sono state create due gabbie di punizione, la “demonizzazione” (dire male di Berlusconi, a quanto pare “fa il suo gioco”) e il più famigerato “giustizialismo” che ha rovinato molte reputazioni politiche. Se toccasse a me il compito di narrare (meno che mai, spiegare) come la parola “giustizialismo”, comprensibile invenzione del giro di Berlusconi, sia diventata bandiera della sinistra e – ora che non c’è più sinistra – gonfalone di molti nel Partito democratico, confesso che non lo saprei fare. Perchè chi chiede che la legge sia uguale per tutti, come prescrive la Costituzione, viene chiamato “giustizialista”, nelle file della opposizione, esattamente come accade a destra?
...
Nell’intervista lui dice, come 18 anni fa, quando “i toni bassi” hanno lasciato aperte tutte le strade al grande profittatore di Arcore, talvolta accusatore ( “I giudici sono le nuove Brigate rosse”) talvolta vittima (“Nessuno al mondo è imputato come me”) dice Emiliano: “La mia parte politica si concentra sui guai giudiziari (di Berlusconi, ndr). Invece dovremmo elaborare un progetto per il Paese”. Dice oggi, come il Pds e poi il Pd allora, una frase che è resa insensata dalla contrapposizione “invece”. Un cittadino democratico deve per forza concentrarsi sui processi di un potente e ricco capo politico che cerca di comprarsi tutte le vie di fuga. E deve per forza avere un progetto, che non è in opposizione all’inderogabile precetto “la legge è uguale per tutti”. Al contrario, il progetto serve perché la battaglia per la legalità non sia un episodio.
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Re: I Progettisti

Messaggioda flaviomob il 12/04/2011, 12:30

Sotterrare la questione morale, addebitare a chi pretende giustizia di fare il gioco della destra (o di farne parte, addirittura!), la corale del benaltrismo, tutto questo è funzionale a fare affari, intascare tangenti e finanziamenti occulti, ingrassare la casta, affossare il paese. Alitalia e Parmalat vanno all'estero (se sopravvivono), la Fiat porterà la testa in America e le gambe in Polonia, Serbia e altri paesi a manodopera 'low cost', l'Italia morirà di tangenti(*) e i nostri eroi diranno che la questione morale non era assolutamente urgente, ne' all'ordine del giorno. Berlusconi fa comodo a troppi...

(*) Repubblica in edizione Torinese e il sito facebook di Pino Masciari riportano le indagini sulla partecipazione della ndrangheta negli appalti delle olimpiadi di Torino, della TAV, del porto d'Imperia.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: I Progettisti

Messaggioda ranvit il 12/04/2011, 12:45

Un cittadino democratico deve per forza concentrarsi sui processi di un potente e ricco capo politico che cerca di comprarsi tutte le vie di fuga. E deve per forza avere un progetto, che non è in opposizione all’inderogabile precetto “la legge è uguale per tutti”. Al contrario, il progetto serve perché la battaglia per la legalità non sia un episodio.

Assolutamente d'accordo. Chi ha mai detto che non ci si debba interessare e spingere ("concentrare" invece non va bene perchè puzza tanto di "esclusivamente") perchè la legge sia uguale per tutti?
Resta il fatto che manca il progetto....o quanto meno manca un progetto chiaro, comprensibile, di pochi punti forti. Ma per essere "credibile" serve una grande coesione politica nella coalizione e la presenza di personale politico adeguato.

Infine va detto che una sconfitta di Berlusconi causata dalla Magistratura non risolverà i problemi del centrosinistra italiano...ha ragione Emiliano e anche Renzi e anche De Luca, Chiamparino, Soru, Cacciari, etc etc

Vittorio

Ps L'essere fatti "de coccio" non è una prerogativa della sinistra riformista (che proprio perchè riformista è "malleabile", ma, anzi, tipicamente della sinistra-sinistra (alla Furio Colombo & Co) rigidamente legata al proprio convincimento di superiorità intellettuale.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: I Progettisti

Messaggioda pierodm il 12/04/2011, 13:48

Ranvit, puoi non essere d'accordo, ma almeno dovresti capire quello che leggi.
Evidentemente non hai capito, e pure Colombo- che è bravo giornalista - scrive in modo chiaro.
Ma non c'è niente da fare: sei proprio de coccio, e ogni appiglio, ogni discorso, ogni concetto ti serve a fare l'unica cosa che sei capace di fare, ossia ripetere la stessa cosa con la quale ci massacri da dieci anni.
La cosa triste sai qual è? Che mi sento un cretino, a star qui senza niente di meglio che risponderti, dando corda alle tue paranoie.
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Re: I Progettisti

Messaggioda ranvit il 12/04/2011, 16:11

Perchè vuoi fare il cretino? Non mi rispondere!

Sappi comunque che anche tu ci massacri : sempre la stessa solfa. La differenza è sempre la stessa : tu offendi costantemente chi osa contraddirti. Normalmente una persona colta...veramente colta....non lo farebbe mai.
Naturalmente immagino che tu sei l'eccezione che conferma la regola. :lol:

Vittorio

Ps Ma...cosa non avrei capito dell'articolo di Colombo? Perchè mi sa che sei tu a non aver capito....è che quando ci sono io di mezzo le tue facoltà mentali si abbassano paurosamente (paranoia???):lol: :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: I Progettisti

Messaggioda Loredana Poncini il 12/04/2011, 17:54

Mi pare di capire che la sintesi può farsi non solo non contrapponendo la giustizia al progetto politico, ma avendo chiarissimo che il progetto politico attuale, in Italia, è fare GIUSTIZIA, dal "capo" alla punta dei piedi, della tangentopoli attuale. :ugeek:
Gli imprenditori sono probabilmente più restii dei dipendenti nel rendere trasparenti e controllate le proprie inprese, dal piccolo negozio alla grande industria. :roll:
La spaccatura c'è tra chi ha le trattenute irpef sulla bustapaga, e chi, invece, paga le tasse su quanto denuncia dei ricavi.
Il punto cruciale quindi resta che pagare le tasse è necessario, eppure il mago di oz, facendo l'occhiolino agli evasori, ci inculca che è meglio che le paghino i soliti, e che evadere è da superuomo... 8-)
Dico banalità, lo so, e so di non scalfire neppure di una virgola lo scontro tra chi constata che siamo tali da meritarci sb e chi, invece, afferma che è il pragmatismo che manca al cs a lasciare fuori dalle patrie galere sb ! :shock:
Loredana Poncini
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Re: I Progettisti

Messaggioda pierodm il 12/04/2011, 19:17

Mi pare di capire che la sintesi può farsi non solo non contrapponendo la giustizia al progetto politico, ma avendo chiarissimo che il progetto politico attuale, in Italia, è fare GIUSTIZIA, dal "capo" alla punta dei piedi, della tangentopoli attuale

Sì, direi che hai ben riassunto la sostanza della questione.
La contrapposizione -che in effetti Colombo non vede e non propone - non esiste, né può o deve esistere, tra il vedere il male nelle malefatte di Berlusconi e il pensare ad un progetto politico.
Io aggiungo - ma già il concetto è implicito nell'articolo di Colombo - che "vedere le malefatte" non è una forma di pettegolezzo, e tanto meno di minimalismo personalistico, ma è invece un imprescindibile dovere civile, oltre che intellettuale, data la natura del personaggio e dei suoi maneggi, delle complicità che attira, delle conseguenze della sua attività.
Un imprescindibile dovere che - comunque si girino le cose - fa parte di un qualunque progetto politico degno di questo nome, al punto che non ha senso parlare di progetto senza mettere dentro questa prospettiva una gran parte dell'esperienza fatta in questi anni di berlusconismo, almeno per ciò che riguarda alcuni temi istituzionali ed elettorali, alcune leggi sui conflitti d'interesse, il problema degli oligopoli nel settore della comunicazione, oltre che una generale e irrimandabile "questione morale" che si traduca in regole e leggi.
Sia a Colombo, sia a a me, invece, sembra evidentemente che i fautori del "progetto" non solo tengono come marginali (o peggio) i temi "civili", ma hanno un'idea del "progetto" stesso come una serie di proposte amministrative, quando non si tratta puramente e semplicemente di una grottesca revanche anti-sindacale e una revisione del capitolo dei diritti.
Questo è quanto.
pierodm
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Re: I Progettisti

Messaggioda flaviomob il 12/04/2011, 19:58

11 aprile 2011
DOPO DACHAU
PRIMA DI AUSCHWITZ
Il regime è illegale. Traiamone le conseguenze

I tedeschi non cominciarono subito ad ammazzare gl ebrei. Prima
dichiararono che non erano cittadini come gli altri, e anzi
probabilmente neanche esseri umani. Poi cominciarono a vessarli in
tutti i modo, cogliendo qua e là le occasioni per estorcergli del
denaro. Nel 1933, “per ragioni di ordine pubblico”, istituirono dei
“campi di raccolta” (Konzentration Lager) che presto, per brevità,
cominciaronmo a essere chiamati semplicemente “campi” (Lager). Infine,
sette anni dopo, esaurito tutto il dibattito e stabilita la piena
incompatibilità fra una “razza” e l'altra, fu aperto Auschwitz (1940).
Qua l'obiettivo era la “soluzione finale” del problema, visto che
tutte le altre soluzioni si erano rivelate insufficienti e, come si
direbbe oggi, “buoniste”:
I campi di concentramento in Italia esistono già, e si chiamano campi
temporanei di raccolta. Le persecuzioni sono già in atto da molti
anni, e così pure la teorizzazione scientifica dell'incompatibilità di
fondo fra una razza e l'altra. L'estorsione dei soldi, fra una cosa e
l'altra, non è stata assente: il disavanzo Inps è pagato dagli
immigrati, e in più di un'occasione (per i rinnovi, per le
“regolarizzazioni” e chi più che ha più ne metta) la razza inferiore
ha dovuto pagare in moneta la tolleranza della razza eletta.
Manca, finora, la “soluzione finale”. Ma già diciassettemila
Untermensch sono stati annegati (per scelta politica: in mare i
bianchi viaggiano su regolari traghetti) nel nostro bel mare. Ma,
quanto a teorizzazioni, non siamo molto lontani.
Sia Bossi che Goebbels, sia Calderoli che Herr Streicher, hanno fatto
capire in più occasioni che la cosa importante, per gli
uomini-non-umani, non è di sopravvivere, ma di togliersi di mezzo.
“Foera di ball”, si dice in tedesco. Che il resto debba seguire non è
una mera ipotesi, ma - ragionevolmente - una probabilità molto forte.
Il regime italiano, come quello tedesco del '36, avrà forse consenso
(e nel nostro caso è molto dubbio, visto che lo vota meno d'un quarto
dei cittadini). Ma non è sicuramente legale. Qualunque cittadino
tedesco, nel regime di Goebbels, aveva il diritto - e spesso il dovere
- di non tener conto alcuno delle ingiunzioni delle autorità,
trattandosi di disposizioni illegittime, in violazione delle
costituzioni e delle leggi, e soprattutto dei comuni principi della
morale umana.
Maroni, Calderoli, Bossi, Streicher e tutti gli altri razzisti non
godono di autorità maggiore. I loro ordini non hanno peso, nessun
pubblico ufficiale o cittadino è tenuto a obbedire, ed è anzi dovere
civico, e doveroso tributo all'onor militare, boicottare apertamente
gli ordini disumani. Lo fecero carabinieri, Regia Marina, ufficiali
del Re, sotto il fascismo. La loro pietà umana, e il rispetto delle
stellette, indicò loro la via del dovere, contro ogni burocratica – ma
vile e illecita “obbedienza”.
Son questi i termini della questione. Il regime è illegale, bisogna
disobbedirgli apertamente. Non per le Rudy e le Noemi, storie tristi e
grottesco che rendono ridicolo ogni italiano nei paesi normali. Ma per
la strage voluta, per la criminale teorizzazione e messa in pratica
della persecuzione sistematica di una “razza”.
In Libia, in Egitto, in Italia stessa i dittatori e i subalterni
responsabili dovranno pagare, quando la legalità sarà ristabilita. Nei
Paesi feroci, come nella Germania d'anteguerra, nulla dovrà restare
impunito.
A questo nuovo nazismo dovrà corrispondere una nuova Norimberga. Una
Corte internazionale che giudichi gli stragisti e i i loro seguaci,
non a Ginevra o all'Aja ma in un paese-vittima, a Nuova Delhi, a
Brasilia, in una delle potenze democratiche dell'avvenire.
Si ebbe anni addietro un Tribunale internazionale, presieduto da Lord
Russell, per i crimini contro l'umanità in Vietnam. Bisogna che
personaggi autorevoli, gli scienziati, i Nobel, i sapienti del mondo,
assumano un'iniziativa del genere, in attesa di una vera e propria
Corte Penale delle nazioni. Nulla deve restare impunito e nulla, fin
d'ora, deve restare non denunciato. Perché la politica è finita e
quella di oggi - decine di bambini annegati, per volontà di un regime,
e forse di una nazione, è un'altra cosa.
E questo è quanto. Avremmo dovuto scrivere delle ultime risultanze
giudiziarie, da cui emerge che per la seconda volta consecutiva il
Governo della Sicilia è ufficialmente colluso con la mafia. Avremmo
voluto scrivere della disperata resistenza dei quartieri poveri
catanesi, della rinascita dell'Experia (unico presidio civile, in
alcuni di essi, oltre al Gapa).
Ma anche questi argomenti, per quanto importantissimi, passano in
secondo piano dinanzi alla drammaticità di questa semplice cosa:
viviamo in un regime illegale.
Non è questa o quella legge ad essere violata, lo sono tutte. Non è
questo o quel crimine di cui accusiamo il governo, il crimine è lui
stesso.
Certo: è “estremistico” dirlo, è impopolare, è rozzo. Ma era
impopolare anche a Weimar, era “estremista”. Noi siamo a Weimar, fuor
d'ogni dubbio. L'eccessiva prudenza, in quegli anni, creò milioni di
morti.
Riccardo Orioles

da ucuntu.org

---

Che il regime sia illegale lo evidenzia anche lo stillicidio di leggi e leggine per salvare il datore di lavoro di Mangano dai suoi mille processi. Sciopero generale ad oltranza, l'unica risposta possibile ed efficace.


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