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Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

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Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda ranvit il 14/03/2011, 20:44

http://www.corriere.it/cronache/11_marz ... 4513.shtml


LA SENTENZA RIGUARDA ANCHE GLI ALTRI UFFICI PUBBLICI
Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»
Per gli altri simboli religiosi «è necessaria una scelta discrezionale del legislatore, che allo stato non sussiste»



ROMA - Per esporre negli uffici pubblici, tra i quali rientrano le aule di giustizia, simboli religiosi diversi dal crocefisso «è necessaria una scelta discrezionale del legislatore, che allo stato non sussiste». Lo sottolinea la Corte di cassazione nelle motivazioni con le quali ha confermato la rimozione dalla Magistratura del giudice «anticrocefisso» Luigi Tosti, che rifiutava di tenere udienza finché il simbolo della cristianità non fosse stato tolto da tutti i tribunali italiani. In alternativa Tosti chiedeva, anche in Cassazione, di poter esporre la Menorah, simbolo della fede ebraica.

RISCHIO DI «POSSIBILI CONFLITTI» - Dopo aver respinto la pretesa di Tosti per quanto riguarda la richiesta di esporre il simbolo ebraico accanto al crocefisso, la Cassazione rileva che una simile scelta potrebbe anche essere fatta dal legislatore valutando, però, anche il rischio di «possibili conflitti» che potrebbero nascere dall'esposizione di simboli di identità religiose diverse. «È vero che sul piano teorico il principio di laicità - scrive la Cassazione - è compatibile sia con un modello di equiparazione verso l'alto (laicità per addizione) che consenta ad ogni soggetto di vedere rappresentati nei luoghi pubblici i simboli della propria religione, sia con un modello di equiparazione verso il basso (laicità per sottrazione)». «Tale scelta legislativa, però, presuppone - spiega la Cassazione - che siano valutati una pluralità di profili, primi tra tutti la praticabilità concreta ed il bilanciamento tra l'esercizio della libertà religiosa da parte degli utenti di un luogo pubblico con l'analogo esercizio della libertà religiosa negativa da parte dell'ateo o del non credente, nonché il bilanciamento tra garanzia del pluralismo e possibili conflitti tra una pluralità di identità religiose tra loro incompatibili».


14 marzo 2011
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda pianogrande il 15/03/2011, 1:55

Una sentenza fatta per far cadere le braccia.
Io non ci capisco niente in questa sentenza.
Non rinuncio però al concetto della uguaglianza sia dei cittadini che delle religioni davanti alla legge (davanti allo stato laico).
Come ho letto su Repubblica, al giudice in questione, era stato permesso di operare in un'aula priva del crocifisso.

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HREC1-9

Sbagliato anche questo perché qualsiasi "presente in aula" avrebbe potuto reclamare per la mancanza del crocifisso imposta dal giudice laico a danno dei cattolici.
Allora? Libertà per qualsiasi simbolo?
"Può generare conflitti" e sono d'accordo.
Allora? Nessun simbolo religioso negli uffici pubblici di uno stato laico.
Ooooh!
Adesso ci siamo.
Questo non è odio verso nessuno.
Questa è giustizia, è l'unico trattamento possibile uguale per tutte le religioni.
Ci sono i luoghi di culto per questo.
Quelli debbono essere "sacri" anche per chi non appartiene a quella religione.
Questa "sacralità" deve valere per tutte le religioni.
Unico limite, il rispetto delle leggi dello stato (laico).
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Re: Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda Iafran il 15/03/2011, 9:53

pianogrande ha scritto:Allora? Nessun simbolo religioso negli uffici pubblici di uno stato laico.
Ooooh!
Adesso ci siamo.
Questo non è odio verso nessuno.
Questa è giustizia, è l'unico trattamento possibile uguale per tutte le religioni.
Ci sono i luoghi di culto per questo.
Quelli debbono essere "sacri" anche per chi non appartiene a quella religione.
Questa "sacralità" deve valere per tutte le religioni.
Unico limite, il rispetto delle leggi dello stato (laico).

Quelli che sono rimasti all'epoca delle crociate (quando gli autoproclamatosi "paladini della voce di Cristo" portavano, con questo simbolo, guerre, paure e atrocità) non lo capiranno mai e continueranno nelle loro ingiustizie e a fomentare odio e rivalse mai sopite.
Complimenti, signori "crociati"!
Imponente pure la vostra "religione": la strada della pace è ... in tutt'altra direzione!
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Re: Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda pianogrande il 15/03/2011, 10:10

Quello che i "crociati" si rifiutano, ostinatamente, di capire è che di religioni, al mondo, ce ne sono migliaia.
In Italia, non so quante ce ne siano ma, sicuramente, non una sola.
Altrettanto sicuramente, ci sono quelli che di una qualsiasi religione fanno a meno ed hanno il diritto (anche quello è libertà) di non essere stressati in nessun modo dalle religioni altrui (con aggravante quando questo venga fatto a spese dello stato laico).
Nel nostro paese, è già una stravaganza radical chic, parlare di religioni (al plurale).
Normalmente, il termine religione è, automaticamente riferito alla religione cattolica romana.
Nelle scuole si parla di insegnamento della religione senza neanche specificare che si tratta della religione cattolica romana.
Normalmente, si parla di prete o sacerdote e ci si ferma lì.
In una nota trasmissione televisiva (L'eredità - RAI 1) si fanno domande su varie materie tra cui religione ma non ho mai sentito una domanda sull'islamismo (solo come esempio).
Tutto questo è l'espressione di una cultura dominante (che non vuole perdere il suo dominio).
Si atteggia a vittima questa cultura e non discute mai nel merito di questi rilievi.
si mette il cerotto, tanto per usare una terminologia recente.
Fotti il sistema. Studia.
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Ma io difendo quella Croce

Messaggioda matthelm il 15/03/2011, 11:18

Ma io difendo quella Croce

Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io.

Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo. Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove. Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”. Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino. Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”. La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”.

Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze. Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).

Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).

Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo.

Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.

A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”. Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l’8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell’uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.

da Il Fatto Quotidiano
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Re: Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda flaviomob il 15/03/2011, 11:43

La sede della mia facoltà universitaria era all'interno di una struttura cattolica, l'istituto Don Gnocchi di Milano: eppure non mi sono mai sognato di vedere un crocefisso in aula. Nei tribunali invece deve valere qualche strana alchimia (a parte che i pronunciamenti della magistratura sono discordanti e spesso sezioni diverse della stessa Cassazione danno pareri difformi), forse vogliono tenere a mente il caso di una delle vittime più illustri di una sentenza di morte ingiusta, iniqua e manovrata dai 'poteri forti' dell'epoca... :lol:


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Re: Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda cardif il 15/03/2011, 11:52

Il Giudice di pace Luigi Tosti si era rifiutato di iniziare una udienza se non fosse stato tolto il crocifisso esposto in aula. Per questo gli era stato revocato l'incarico. Ha fatto ricorso ma la Cassazione ha confermato la revoca, perché "La presenza di un Crocifisso può non costituire necessariamente minaccia ai propri diritti di libertà religiosa
... con la conseguenza che (il giudice Tosti) non poteva rifiutare la propria prestazione professionale ...
" da http://www.gossipitaliano.it/cassazione ... 44837.html
Quindi, da quel che leggo, la Cassazione ha confermato la revoca dell'incarico di Giudice di pace a Tosti perché manca una legge che gli consentisse di far rimuovere il Crocifisso o di far mettere altri simboli; né la Cassazione ha mentito dicendo che c'è una legge che imponga di esporre il Crocifisso.
Non cambia le cose se nell'articolo si mette falsamente tra virgolette una cosa che la Cassazione non ha affermato («Solo il crocefisso può stare nei tribunali»); ed è falso pure quel "per gli altri simboli": la legge non c'è nemmeno per il Crocifisso.
Non cambia le cose se Alemanno ha detto che "il crocifisso viene finalmente riconosciuto come simbolo della nostra identita' culturale". Lui può dire quel che vuole.
Questo se si vuole ragionare in termini di diritto, naturalmente.
Perché in termini di fede non si discute proprio: il Crocifisso e solo Lui, senza tentennamenti.
A me pare un distinguo superfluo quel 'verso l'alto' e 'verso il basso'. In un'aula di giustizia si esercita una giustizia in base alla legge, che è uguale per tutti, indipendentemente dalla religione. Quindi dovrebbe essere 'senza'. Altrimenti si potrebbe avere l'impressione che un giudice 'cattolico' possa avere un occhio di riguardo per un imputato 'cattolico'. Allora ci vorrebbe un giudice 'musulmano' per giudicare un 'musulmano'. Ma sarebbe un artifizio per ottenere equità. Mi piace una giustizia equa di per sé, senza artifizi.
Una piccola nota: non è corretto dire 'un Crocifisso'. Se si tratta di un oggetto non ha senso fare battaglie; se si tratta di un simbolo allora chi ci tiene dovrebbe dire 'il Crocifisso', secondo me.
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Re: Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda Iafran il 15/03/2011, 11:55

matthelm ha scritto:Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.

Oggi come ieri, come sempre. La croce è stata la loro migliore arma per la sopraffazione dei popoli. Se fosse diversamente lo terrebbero stretto stretto nel loro animo, invece di imporlo con la forza e con la violenza ("Dovete morire, dovete morire" gridava il ministro La Russa ai difensori della laicità dello Stato italiano: un ministro degno di occupare il ruolo che ha solo in una dittatura ... spirituale, quella dei "crociati", appunto!)
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Re: Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda cardif il 15/03/2011, 12:13

Mentre scrivevo il commento di prima ne erano arrivati altri che no avevo letto.
Forse è vero quello che dice Natalia Ginzburg: “Il crocifisso ... ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… ". Forse il simbolo in sé (e Gesù stesso) voleva dire una cosa diversa da quello che dicono coloro che lo 'usano'.
Iafran, che ti vai a ricordare: La Russa! :D
Allora ricordiamo pure Pizzarro e conquistatori vari che andavano a portare morte e distruzione (per oro e monili) con la croce in mano!
Se pensiamo a questi, povero Crocifisso! Sarebbe dovuto tornare sulla terra per fermarli.
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Re: Cassazione: «Solo il crocefisso può stare nei tribunali»

Messaggioda flaviomob il 15/03/2011, 12:49

Matthelm:
Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.


L'hai riportato tu: e sono perfettamente d'accordo! :lol:


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