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Alba tragica

MessaggioInviato: 01/03/2011, 18:53
da pierodm
Fino a non molti anni fa, avevo nel mio studio una scrivania di quelle vecchie, con il piano di pelle e con due colonne di grandi cassetti ai lati.
Uno di quei cassetti era destinato ad accogliere gli articoli o i saggi che mi arrivavano, e che cominciavano con la frase fatale: "all'alba del terzo millennio...". Non non mai continuato la lettura di quelle pagine.

Quel momento è passato, il terzo millennio ha preso il via e l'alba è stata superata. Probabilmente era meno eccitante cominciare un articolo con "alle otto meno un quarto del terzo millennio ...", e così finalmente ci siamo liberati.
Ma non poteva durare.
Evidentemente il minimalismo del pensiero, riscattato dalla grandiosità millenaristica, ha bisogno di alimentarsi di nuovi slogan: adesso va forte il "superamento del Novecento".
Uno pensa: il Novecento è finito, lo sappiamo tutti, e ciò sarebbe più che sufficiente. Tutti i secoli, dopo cent'anni, finiscono.
Dobbiamo bruciarne il cadavere? Farlo a pezzi, mangiarlo? Giurare di non averlo mai conosciuto?

Detto francamente, a me lo slogan suona lievemente iettatorio: noi qui, tutti, siamo per sei settimi, tre quarti o nove undicesimi assolutamente novecentschi, anzi semplicemente siamo il Novecento fatto persona. Siamo già superstiti, speriamo ancora per molto, ma insomma con la data di scadenza comunque scritta.
Tutto - ma proprio tutto - quello che ciascuno di noi può dire di male per polverizzare, annichilire e superare il Novecento è un trionfo del Novecento, ovvero la prova che il Novecento continua ad esistere e a pensare attraverso di noi.

Ma immaginiamo che la carismatica esortazione abbia effetto: sarebbe la prima volta nella storia che si verifica una simile rimozione del passato, così studiata e consapevole.
Una rimozione mastodontica, e non vale nemmeno la pena stare a specificare che si butterebbero via i progressi forse più grandi fatti dopo la scoperta del fuoco e l'invenzione della scrittura.
Quello che però fa venire qualche cattivo pensiero è che tutto questo viene tirato in ballo, generalmente, per giustificare il lavoro precario e la tempistica delle pause-cacca in fabbrica.

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 02/03/2011, 0:25
da pianogrande
Quando lavoravo, una delle tattiche più usate dai grandi capi per imporre la loro volontà era: "Lei è contro il rinnovamento".
Ergo: è anche questa un tipica affermazione novecentesca.
Chi continua ad usarla dopo l'alba del terzo millennio è un conservatore e nemico della modernità.

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 02/03/2011, 1:04
da Iafran
pierodm ha scritto:adesso va forte il "superamento del Novecento".
Uno pensa: il Novecento è finito, lo sappiamo tutti, e ciò sarebbe più che sufficiente. Tutti i secoli, dopo cent'anni, finiscono.
Dobbiamo bruciarne il cadavere? Farlo a pezzi, mangiarlo? Giurare di non averlo mai conosciuto?
... Ma immaginiamo che la carismatica esortazione abbia effetto: sarebbe la prima volta nella storia che si verifica una simile rimozione del passato, così studiata e consapevole.
Una rimozione mastodontica, e non vale nemmeno la pena stare a specificare che si butterebbero via i progressi forse più grandi fatti dopo la scoperta del fuoco e l'invenzione della scrittura.
Quello che però fa venire qualche cattivo pensiero è che tutto questo viene tirato in ballo, generalmente, per giustificare il lavoro precario e la tempistica delle pause-cacca in fabbrica.


A me verrebbe di saltare a piè pari questo inizio (delle otto e ¼) di terzo millennio, proposto da tanti che hanno voluto forzare di avere novità a tutti i costi (anche rinunciando alla propria intelligenza) solo perché "il Novecento" si dovrebbe buttare, come di solito si fa con una cosa vecchia, che non serve più, nella notte di San Silverstro. Un piatto, una bottiglia, un paio di scarpe, sono cose che si usurano, che hanno già fatto la loro parte, e che si debbono rottamare, ma le esperienze di una vita vissuta, le acquisizioni culturali, le conquiste personali e quelle sociali non hanno (e non hanno avuto) solo costi economici, perché queste maturano con il sudore della fronte e della mente (le dimissioni del ministro della difesa Guttenberg testimoniano che la società tedesca tiene a conservare i valori e ad attribuire meriti/demeriti).

Solo in Italia la frenesia del nuovo fa quasi disconoscere quello che dovrebbe costituire la sua ossatura sociale!
Per farsi prendere da che cosa, poi?
Nel campo della ricerca o delle conquiste scientifiche (o anche sportive) non si andrebbe da nessuna parte se non venissero riesaminate sempre più dettagliatamente le acquisizioni culturali, scientifiche (o sportive) precedenti.
Nel campo sociale ci si lascia prendere dal momento (quando i bisogni primari non sono a rischio) e da quello che "offre la piazza", a sua volta governata da chi con la "piazza" ci guadagna (i gonzi o gli ingenui daranno sempre da vivere a furbi ed a truffatori)!
Il campo politico rimane ad un bivio: dovrebbe seguire quello che propone il sociale o, invece, cercare di influenzarlo per correggere le sue tendenze più "facili e comode"?
A giudicare da come siamo ridotti penso che il campo politico italiano abbia fatto una "terza via" dall'unione delle due: fare di tutto per facilitare il "rincoglionimento" totale dei cittadini (in-seguendolo nelle sue "particolari attitudini"), per smantellare la struttura dello Stato e la stessa idea di Nazione!

Da diversi giorni, pensando all'Unità d'Italia, mi è balenato il "sospetto" che alla "piemontizzazione" del Regno delle due Sicilie sia subentrato, da qualche decennio, il processo inverso: la "meridionalizzazione" (col significato più becero e negativo che potremmo attribuire a questo termine) di tutta la Penisola.
Un'Unità della quale ogni cittadino onesto, da Nord a Sud, non può proprio andarne fiero!

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 02/03/2011, 9:39
da Loredana Poncini
Piero, il rischio per noi nati nel bel mezzo del '900 può esser quello di non tirar sù le tapparelle quando l' ALBA SPUNTA DAVVERO.
Adesso, anziché collezionare ritagli di giornale, ci scambiamo blog, e clicchiamo QUI.
Anch'io preferirei il succo di un intervista, il nocciolo di una questione, anziché la ritramissione del video in viva voce di quell'intervista, ripescata nel mare magnum di internet.; il che non toglie che ADESSO STIAMO NAVIGANDO, e in questa nostra barchetta non tornano quasi mai colombine col rametto d'ulivo nel becco, e di arcobaleni non c'è neppure l'ombra...
SPERO L'AURORA, semplicemente, perché la notte è fonda, e senza luna né stelle 1

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 04/03/2011, 10:45
da Iafran
pierodm ha scritto:... Quello che però fa venire qualche cattivo pensiero è che tutto questo viene tirato in ballo, generalmente, per giustificare il lavoro precario e la tempistica delle pause-cacca in fabbrica.


Ma non sono questi temi che mi disturberebbero tanto (alla fine potrebbero sempre prestarsi ad essere concordati fra "le parti interessate"), ciò che mi turba è qualcosa che evade questo riconoscimento reciproco, che non è nemmeno un'imposizione ma tende (niente po' po' di meno che) ad un totale annullamento di un'esistenza e di una cultura individuale e sociali, una ferrea volontà a rinnegare la memoria storica.
Si menziona il "Novecento" (forse per focalizzare un periodo) ma si va a disconoscere tutto il passato, anzi a volte lo si menziona proprio per debellarlo, punto per punto, dalla propria coscienza e dalle proprie iniziative.
Non "dopo di me il diluvio" (il minimo a cui porterebbe tale impostazione), bensì "prima di me, niente. Dopo di me, tutto!" (bontà sua!).
A dire che nel mondo si vanno ad esaltare storie nazionali di due o tre secoli, di ricercare antenati o reperti arcaici, per andarne fieri (ultime la "rosa camuna" e le "radici padane" dalle nostre parti), e qualcuno, fra i discendenti di coloro che hanno fatto la storia europea, vuole costruire il domani partendo direttamente dall'oggi?
Per essere ... attuale, nuovo e rampante, poi! Accipicchia!
Il nostro Walter, ammalato di "americanite", cosa penserebbe, se si trasferisse negli USA, della fama di radici che ha quella società e del cappello di cow boy portato in pubblico per sbandierare l'appartenenza ad una nazione fresca di storia? O, forse, l'amore viscerale verso questa nazione, democratica, liberale, rivolta al futuro e con uno Stato "leggero" sarebbe così tanto da fargli mettere il cappello di cow boy texano (alla Bush) nella sua vita privata in Italia?
Forse verrebbe da ridere, ma queste "proposte politiche" (con le loro forti contraddizioni) le troviamo troppo spesso e ... dietro qualsiasi angolo.

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 04/03/2011, 11:06
da pianogrande
Il nuovo si costruisce con un unico materiale: l'esistente.
L'esistente non può, quindi essere buttato via.
Sarebbe come pretendere di costruire case rinunciando ai mattoni.
Il mitico muratore di Amarcord continuerebbe a dire: "Ma la casa mia 'ndov'è"?

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 04/03/2011, 11:40
da ranvit
Scusate, ma chi sta dicendo di "buttare" il novecento?
Si parla di "superamento" nel senso di non restare con la testa appiccicata a valori e certezze di un mondo che è profondamente cambiato.

Tra l'altro, se l'oggi non vi piace ( e neanche a me piace granché) è evidente che è "figlio" di ieri.
Quindi qualcosa va cambiato...o no?

Vittorio

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 04/03/2011, 12:31
da Iafran
ranvit ha scritto:Tra l'altro, se l'oggi non vi piace ( e neanche a me piace granché) è evidente che è "figlio" di ieri.
Quindi qualcosa va cambiato...o no?

Non hai mai sentito o non hai mai letto da qualche parte parole che alludevano ad "affossamento, tradimento, vecchiume, etc. " (per questa voglia di "nuovismo" sfegatato) o offese ai valori nati con la resistenza o disconoscimento delle lotte partigiane?
Del "Novecento" si dovrebbero aborrire soprattutto i regimi totalitaristici, invece, per qualcuno ... non sono passati mai di moda!

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 04/03/2011, 13:43
da Iafran
ranvit ha scritto:Scusate, ma chi sta dicendo di "buttare" il novecento?

I termini (ai quali alludevo nel mio post precedente), forse, si sentono poco in giro perché offuscati dalle voci roboanti che inneggiano al cambiamento, alla modernità, a superare il "vecchiume".
Su un argomento specifico "Fuori dal Novecento. Giusta, aperta, forte: Viva l’Italia" (viewtopic.php?f=5&t=3277&st=0&sk=t&sd=a), flaviomob aveva riportato degli scritti di Gramsci ("Passato e Presente"), che sono molto di attualità per i "berluscones" ("nuovi fascisti"), che ci governano, e per quegli oppositori che li vorrebbero sostituire "pari pari" se dovessero avere la maggioranza in Parlamento (dalla padella alla brace, insomma!).
Ne voglio menzionare solo uno:
"Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa, anche se assume pose gladiatorie e smania per la grandezza. È il solito rapporto tra il grande uomo e il cameriere."

A quanto pare ci sono ancora quelli che vogliono avere memoria ... e ci sono ancora quelli che pensano che certe nuove proposte "politiche" non garantiscono il futuro auspicato per i cittadini.

Re: Alba tragica

MessaggioInviato: 04/03/2011, 13:51
da ranvit
Continuo a non capire...pensavo ci si riferisse agli amici forumisti. Sembrerebbe invece di no.
Dal link, la critica parrebbe rivolta invece allo slogan del Lingotto ("Fuori dal Novecento. Giusta, aperta, forte: viva l'Italia").....ma anche qui non c'è alcun rigetto o rifiuto del Novecento. Solo un invito ad andare avanti.

Vittorio