DI FRONTE AD UNA CRISI ECONOMICA GRAVISSIMA TREMONTI NON SA CHE FARE: LA DIFFERENZA TRA LUI E PADOA SCHIOPPA E' CHE QUEST'ULTIMO AUMENTAVA LE TASSE E LO DICEVA, TREMONTI INVECE NON LO DICE MA LE AUMENTA E LA CHIAMA PEREQUAZIONE
Cari amici del blog,
questa
mattina sono intervenuto in aula alla Camera due volte nell'ambito della discussione del disegno di legge per la conversione del decreto- legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. In entrambi i casi mi sono rivolto al ministro dell'Economia Giulio Tremonti che era presente in aula. Soprattutto nel secondo intervento ho replicato allo stesso Tremonti nelle forme e nei contenuti che potrete vedere dal video. Poiché ritengo che stiamo attraversando una fase di crisi istituzionale estremamente grave, ho parlato cercando di mettere non solo passione civile e politica nei contenuti ma anche rigore istituzionale.
Riporto comunque il testo dei miei due
interventi qui di seguito per chi non potesse vedere il video.
Ore 10.16 ( Video I° intervento )
BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, non voglio fare troppe valutazione politiche. Sto alle cose. Penso che lei sia stato informato del lavoro che abbiamo fatto in Commissione e che, all'avvio della discussione in Commissione, i gruppi di opposizione avevano manifestato la disponibilità a ridurre i loro emendamenti al minimo. Penso che lei sia stato informato che il Governo ha presentato decine e decine di emendamenti, che hanno mutato non solo la struttura di quel decreto- legge ma hanno costretto ad una discussione un po' kafkiana. Il presidente Giorgetti ci diceva che, se avessimo indicato alcuni argomenti, sui medesimi avremmo potuto trovare un punto di incontro.
Ovviamente gli argomenti erano alcuni, mentre il decreto-legge era partito con 84 articoli ai quali il Governo ne ha aggiunto molti altri.
È stata poi la volta del Ministro Vito, il quale ha detto che se la Commissione avesse raggiunto comunque l'approvazione di un testo, sul medesimo il Governo avrebbe posto la fiducia. Non siamo così, non è così, non è andata così. Abbiamo passato la notte ma non abbiamo raggiunto questo risultato, nel senso che il testo che è uscito dalla Commissione e che viene qui riassunto nella sintesi del contenuto del testo approvato dalle Commissioni - ringraziamo gli uffici per averci dato la sintesi, perché non era facile raccapezzarci ed avere effettivamente contezza di quello che è uscito dalla Commissione - è diverso da quello sul quale il Governo si accinge a porre la fiducia.
Quale discussione sulle linee generali si fa? Il collega Zorzato su che cosa interviene, visto che c'è il Ministro Tremonti che tiene in scacco il Parlamento e decide lui su quali temi e con quale impostazione si farà poi il voto di fiducia? Questo è il punto. Io non ho molto da aggiungere. Non so, vada a cercare se c'è qualche precedente. Ho l'impressione che non ce ne siano proprio e che questa sia una bruttissima pagina.
Ore 12.15 ( Video II° intervento )
BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, onorevole Ministro, la mia preoccupazione, dopo averla sentita, è davvero molto alta, mi pare che lei non abbia un'idea precisa su come affrontare la crisi, si è rifugiato in un'analisi politica sui grandi temi ma qui, vede, non sta presentando il libro con l'avvocato Rossi...
PRESIDENTE.
Prego, onorevole Tabacci.
BRUNO TABACCI. Stavo dicendo all'onorevole Ministro che qui non sta presentando il libro con l'avvocato Rossi. Già è anomala tutta la procedura che è stata adottata, lei però ha fatto un fuor d'opera: ha spiegato, avendolo già dichiarato, che è andato in Europa ad annunciare che avrebbe anticipato la manovra, ma lei lo ha fatto prescindendo dalle procedure parlamentari.
È vero che la gente fuori di qui ha l'impressione che, poiché le elezioni sono state fatte e la sua maggioranza ha vinto, se qualcuno solleva delle questioni che attengono al funzionamento della democrazia si provoca un certo fastidio, però questa è una strada molto pericolosa. La modifica della legge n. 468 del 1978 non può avvenire come se fosse un colpo di mano:
questa è l'impressione che abbiamo avuto anche oggi; il collegamento tra il dibattito in Commissione e il maxiemendamento viene fatto in maniera così strumentale che mi preoccupa per il futuro.Comunque lei
ha parlato per quattro quinti del suo intervento di altre cose, ci ha fatto lo scenario, un po' di filosofia politica, ha fatto un po' il professore. La sua dialettica mi è parsa meno efficace del solito, ma la sua retorica strumentale ha confermato che lei è tutto e il contrario di tutto, è per il mercato e per lo Stato, è liberista e statalista, è per le liberalizzazioni e per lo Stato imprenditore. Non va bene così, non siamo ad un concorso di dialettica politica, lei più di noi ha delle responsabilità alle quali deve rispondere. Lei dal 1994 ad oggi è stato protagonista nella continuità, è stato certo più al Governo che all'opposizione, ma c'è una linea continua, per cui scoprire che ci sono tutti questi temi drammatici davanti a noi e sentirci pure dire che lei l'aveva detto mi inquieta, mi provoca un certo nervosismo, per la preoccupazione che vivo rispetto alle sorti del mio Paese.
Vede, la differenza tra lei e Padoa-Schioppa è che lui aumentava le tasse e candidamente lo diceva, lei aumenta le tasse senza dirlo e la chiama perequazione (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori), è una cosa molto diversa questa. Vede, se i conti sono questi, e probabilmente sono questi, ma perché ha tolto l'ICI, che fretta c'era? C'era l'impegno elettorale, ma gli impegni elettorali non coincidono con il bene del Paese; non basta dire: l'abbiamo promesso in campagna elettorale, se è cambiato il ciclo economico, e lei che è lì da 63 giorni lo ha capito che è cambiato, ha capito che c'è la speculazione in agguato, ha capito che c'è la crisi del 1929 alle porte. Allora perché ha tolto l'ICI? Si poteva fare qualcosa di diverso, tra l'altro ha reso un beneficio ai più abbienti e non certo ai ceti deboli, che già erano stati esentati dal precedente Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
E poi basta pensare alle tema delle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali, questo è il suo capolavoro.
A me pare che la Lega abbia preso il posto di Rifondazione Comunista, perché la mediazione che è stata raggiunta sul testo che avete presentato - che non è l'emendamento Lanzillotta- Tabacci - è molto più arretrata del compromesso, pur difficile, che io valutavo in modo negativo, che nel precedente Governo era stato raggiunto tra il Ministro Lanzillotta e Rifondazione Comunista. Siamo tornati indietro, andando contro le indicazioni comunitarie, perché lei chiude il mercato, non lo apre.
Lei, in realtà, ripropone le società miste e la tecnica in house: altro che beneficio dei consumatori finali! È una questione di potere perché, come diceva l'onorevole Bossi, si tratta di tenere aperta la mangiatoia, è una questione di potere in cui si nominano amministratori e si tiene il controllo attraverso le assunzioni politicizzate. Voi mettete le mani nelle tasche dei cittadini italiani perché farete pagare di più i servizi (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)!Qui fuori le forze dell'ordine stanno manifestando, l'hanno fatto con il Governo Prodi ma lo stanno facendo anche con voi:
non è un segnale del quale lei non dovrebbe preoccuparsi! Lei ci ha parlato con qualche passaggio di abilità politica; su un quotidiano ho notato la citazione sulla bozza Violante, sul Presidente Fini e su D'Alema. Bene: ho capito che lei oggi voleva svolgere un ruolo più ampio, ne prendo atto, siamo sul terreno della dialettica politica, ci vedremo più avanti. Sul federalismo fiscale ho sentito dire, in altra sede, che non ci vuole troppa fretta, perché vi sono molte cose da far quadrare. Non v'è dubbio che sia così, eppure sembrava la parola magica.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
BRUNO TABACCI. Signor
Presidente, mi avvio alla conclusione. Sembrava la parola magica, perché col federalismo fiscale avremmo risolto tutti i problemi; anzi, lei ha detto che solo attraverso il federalismo fiscale avrebbe potuto restituire un po' di imposizione fiscale agli italiani. Ma è proprio così? Non so, evidentemente la Lega preme in quella direzione, ma non credo che avrà soddisfazione sul punto.
Mi auguro che lei e il suo
Governo vogliate davvero discutere su queste cose; in questi 63 giorni non ce ne siamo accorti, perché voi non avete voluto discutere su nulla. Quanto al collegamento stretto che tenete tra la decretazione d'urgenza e il voto di fiducia preliminare - che non è, infatti, legato alla constatazione, onorevole Vito, dei tanti emendamenti che sono stati presentati, tant'è che voi lo annunciate prima - la tagliola che scatta, in realtà, lega il voto di fiducia al problema delle procedure parlamentare. Voi avete esautorato la funzione legislativa.
Pensate che la dittatura della maggioranza sia sufficiente a garantire una prospettiva democratica del Paese? Non è così!Onorevole Tremonti,
scenda sul terreno politico e democratico e accetti la sfida su questo punto, non su altro.
PRESIDENTE. Onorevole Tabacci, la invito a concludere.
BRUNO TABACCI. Su questo la mia preoccupazione è altissima e le sue parole di oggi non hanno fatto altro che aumentarla (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni).
Postato da Bruno Tabacci alle ore 16:09 - Visitato: 3.891
Scrivi il tuo commento - Commenti inviati: 53 - Categoria: Finanziaria
------------------------------
Se il governo continua a svilire il ruolo del Parlamento le opposizioni potranno unirsi nel segno della resistenza democratica
Ieri sono intervenuto al convegno organizzato da Astrid, da Italianieuropei, dall'Istituto Luigi Sturzo da me rappresentato e da altre 12 fondazioni per discutere di riforma elettorale. Questo è il video del mio intervento. Sul sito di Radio Radicale sono visibili anche gli interventi degli altri relatori al convegno, da Casini a D'Alema, da Cicchitto a Veltroni, da Calderoli a Rutelli ed altri ancora.
Di fronte ad una prevaricazione continua da parte dell'esecutivo del Parlamento che sta cambiando l'assetto istituzionale del nostro Paese non attraverso una riforma approvata secondo le procedure previste dalla Costituzione ma attraverso continui strappi di fatto, credo che le opposizioni possano trovare un comune denominatore nella difesa dell'assetto democratico e parlamentare dello Stato. http://blog.brunotabacci.it/Dal blog è possibile vedere e scaricare i video.