ranvit ha scritto:Giudicheranno ancora una volta gli elettori se si sta "destrutturando" un sistema....che fa acqua da tutte le parti grazie al contributo di tanti, non ultimo il centrosinistra tutte le volte che ha potuto governare...
Ribadisco che la difesa fideistica della Costituzione cosi' come concepita 60 anni fa, del ruolo di sindacati e magistratura. Di un certo "politically correct" istituzionale che ammanta tutto di una retorica triste e noiosa....e infine anche dell'Inno nazionale...., sono segnali di un conservatorismo che viene percepito dagli elettori alla stregua di una mancanza di capacità di innovare e gestire i tanti problemi che ha il Paese.
Vittorio
Gli elettori non giudicheranno, sceglieranno. Qualcosa in più del 50% farà una scelta e qualcosa in meno farà un'altra scelta. Non è detto che il sitema destrutturato come sostiene il Senatore Randazzo non possa piacere alla maggioranza degli elettori. Le elezioni non stabiliscono chi ha ragione e chi ha torto. Stabiliscono chi deve governare. Nessuno ha mai pensato che la democrazia serva a stabilire chi ha ragione.
C'è poi una questione di convenienza: alla maggioranza potrebbe convenire destrutturato come sostiene il Senatore, ciò non vuol dire che sia giusto così.
Oppure ad una parte potrebbe piacere destrutturato, ad una potrebbe non piacere destrutturato, una parte ancora potrebbe essere indifferente. Questa terza parte potrebbe andare in soccorso di una delle altre due non per generosità ma per altri coincidenti interessi.
Ecco perché in generale i sistemi democratici hanno articolazioni e regole più complesse di quella del conteggio dei voti.
Poteri distribuiti ed equilibri tra poteri con pesi e contrappesi.
E di solito regole a protezione dei più deboli e delle minoranze ( e presi singolarmente siamo tutti minoranze) proprio per evitare che rimangano vittime della volontà e degli egoismi della maggioranza.
La riduzione della democrazia al semplice potere della maggioranza è la fase iniziale di tutti i regimi autoritari.
Quanto alla vetustà della Costituzione, ma in quale Paese hanno mai pensato di disfarsi della Costituzione perché aveva più di 60 anni? Quanti anni hanno le Costituzioni di Gran Bretagna, USA, Svizzera e via dicendo?
In genere si mette mano ad una nuova Costituzione dopo un evento traumatico: guerra, rivoluzione, fine di una dittatura..., ciò non toglie che la si possa cambiare anche in altri casi. Ma in maniera seria e per motivi seri: passaggio all'assetto federale, passaggio da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale,...
Però prima si riforma la Costituzione poi si elegge il Presidente nel caso di passaggio alla repubblica presidenziale, non viceversa.
I due tipi di assetti istituzionali obbediscono a logiche diverse e richiedono regole costituzionali diverse per garantire ad ogni istituzione l'esercizio corretto delle proprie funzioni.
In questo momento abbiamo un Presidenzialismo virtuale che si fonda non già sulla redifinizione dei poteri del Presidente ma sull'uso improprio di strumenti parlamentari al fine di esautorare il parlamento: uso del decreto legge, del voto di fiducia, uso distorto dei regolamenti parlamentari riguardanti il funzionamento delle commissioni, regole per la presentazione di emendamenti.
Anche il governo Prodi ricorreva eccessivamente alla decretazione e al voto di fiducia. Male, però aveva una magguioranza risicata e ad ogni voto di fiducia si esponeva al rischio di essere impallinato dal primo Turigliatto di passaggio. L'attuale maggioranza gode di un vantaggio numerico astronomico. Quindi perché lo fa?
Naturalmente gli elettori diranno a maggioranza che va bene così e quindi possiamo continuare a far ridere il mondo.
La democrazia serve a tutti i cittadini o almeno alla stragrande maggioranza, ma la sua esistenza e il suo corretto funzionamento sono nelle mani di poche persone responsabili.
Domandina veloce veloce: gli argomenti della passata campagna elettorale erano inerenti a ciò che il governo sta facendo? Se no, cosa hanno giudicato o scelto gli elettori?
I temi della prossima campagna elettorale, credi saranno quelli che ti stanno a cuore?
PS: non credo che le mie argomentazioni possano definirsi politically correct, nel significato correntte del termine, tuttavia preferisco il politically correct al politically filibustering che va tanto di moda tra gli innovatori.
Tu puoi avere idee diverse dalle mie e puoi trovarti in maggioranza; ma io non ci sto a mettere i miei interessi, i miei diritti, il futuro dei miei figli nelle mani di una maggioranza che neanche rispetta le regole e che non è affatto detto che abbia ragione. Si tratta di questo, non di correct o uncorrect politically. Io come chiunque ho il diritto e il dovere di pretendere il rispetto delle regole democratiche.