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Siamo diventati conservatori?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda ranvit il 26/07/2008, 17:28

Davvero uno scandalo!

Ecco uno degli argomenti che dovrebbe "brandire" il Cs....ne sarà capace?

Vittorio
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Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda gabriele il 26/07/2008, 18:27

E dove ne discuterà? Nelle reti di Silvio o in quelle della servizio pubblico filogovernativo?

Gabrive

ranvit ha scritto:Davvero uno scandalo!

Ecco uno degli argomenti che dovrebbe "brandire" il Cs....ne sarà capace?

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Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda franz il 26/07/2008, 18:35

ranvit ha scritto:Davvero uno scandalo!

Ecco uno degli argomenti che dovrebbe "brandire" il Cs....ne sarà capace?

Vittorio

Con un vero federalismo fiscale questo non potrebbe succedere.
La regione sicilia dovrebbe aumentare le imposte e presentare il conto ai cittadini residenti sull'isola.
Fondi perequativi, che sono necessari, non dovranno essere usati per pagare stipendi, consulenze e pensioni ma solo per opere pubbliche ed investimenti.

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Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda ranvit il 26/07/2008, 18:37

Andiamo....non facciamo sempre i piagnucolosi!
Se volessero interessarsene avrebbero tutte le tribune che vogliono.
La verità è che alcuni sono troppo impegnati a gridare allo scandalo (come i dipietristi) a ogni parola o mossa del Cav & C.!
Altri a fare convegni!

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Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda pinopic1 il 26/07/2008, 21:18

I numeri della Sicilia fanno paura ma il sistema è diffuso anche in regioni amministrate dal CS e nelle altre amministrate dal CD.
Nessuno ha interesse a modificarlo.
E l'articolo non parla degli affari nei quali si inserisce la mafia. Ricordo che il mafioso che Cuffaro avrebbe favorito era il proprietario di una grossa clinica privata convenzionata con la Regione. I rapporti tra i due riguardavano appunto la sanità (anche Cuffaro è medico). Ha ragione Cuffaro a dire che lui non è un mafioso o un colluso con la mafia. E' un medico che faceva il presidente della regione e gestiva come un feudo la Sanità e intratteneva rapporti d'affari con i prorpietari di cliniche e laboratori privati convenzionati. Naturalmente rigorosamente a spese del denaro pubblico.

Più tardi magari parliamo della Calabria e della Campania. Ma anche della Lombardia e del Veneto. E delle altre.

Allora chiedo: è sufficiente scovare i fannulloni nella PA? Riuscirà mai Brunetta o chiunque altro a mettere le mani in questo campo? Ce n'è la volontà? O è sufficiente tagliare altrove quanto basta per evitare la bancarotta e lasciare tutto com sopra?
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Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda franz il 27/07/2008, 10:08

pinopic1 ha scritto:I numeri della Sicilia fanno paura ma il sistema è diffuso anche in regioni amministrate dal CS e nelle altre amministrate dal CD.
Nessuno ha interesse a modificarlo.

Il problema a mio avviso è costituito dall'elefantismo delle regioni, a torto individuate come elemento fondante del decentramento prima e del federalismo poi. Nelle regioni sono stati piazzati migliaia di funzionari ... quando i partiti sono diventati piu' magri - per mancanza di risorse economiche dopo la caduta del muro.
Poi in alcune regioni il sistema è piu' presente, in altre meno. Non facciamo di ogni erba un fascio.

Ma l'errore non sta tanto nella buona o cattiva volontà di chi amministra ma proprio nel concetto di "amministrare" localmente sulla base di soldi che in gran parte arrivano da una cassa centrale.
La soluzione è il federalismo, completo, integrale (e quindi anche fiscale).

Quando una giurisdizione deve ottemperare ai suoi compiti con risorse tributarie proprie, il Re è subito nudo ed i cittadini possono subito valutare il grado di ottimizzazione dei soldi pagati con le imposte. E se seguissimo il percorso della sussidiarietà (prima i comuni, poi distretti e province, poi le regioni, poi infine lo stato nazionale) ritengo che il 50~60% dei fondi tributari dovrebbero andare ai primi due livelli e le regioni, per i loro poteri di coordinamento e controllo (ma non di gestione) finirebbero per essere molto piu' "magre" di adesso.

La vera rivoluzione in sintesi è eliminare il concetto di "ente amministrativo" (come oggi sono comuni e province) e di avere solo "organi giurisdizionali politici", come sono i comuni, i distretti, le contee, i länder, i cantoni, gli "states" nei paesi federali.
Piccoli stati di diritto (in grado di legiferare sui temi di loro competenza) dotati della indispensabile tripartizione del potere e della autorità impositiva, coordinata ovviamente con tutti gli altri livelli e regolati a livello costituzionale comune.

Per rispondere alla domanda del thread .... si, se non cambiamo questo siamo diventati conservatori, oppure non siamo capaci di cambiare, siamo impotenti.
E tra conservatori ed impotenti non so cosa si debba preferire.

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Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda ranvit il 27/07/2008, 10:43

Giusto Franz. Era questo lo spirito del 3d!

Il centrosinistra attualmente corre dietro all'agenda dettata da Berlusconi. E con venature qualunquiste alla dipietrista.
Viceversa dovrebbe rinnovarsi ed innovare l'Italia...per ora dall'opposizione, e sperabilmente dal governo se e quando ne avrà il compito.

Stare qui a menarsela sul Berlusconi "malandrino" non serve assolutamente a nulla....e questo la "gente" l'ha capito, moltissima base e molti dirigenti del centrosinistra no!

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Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda pinopic1 il 27/07/2008, 11:06

franz ha scritto:Il problema a mio avviso è costituito dall'elefantismo delle regioni, a torto individuate come elemento fondante del decentramento prima e del federalismo poi. Nelle regioni sono stati piazzati migliaia di funzionari ... quando i partiti sono diventati piu' magri - per mancanza di risorse economiche dopo la caduta del muro.
Poi in alcune regioni il sistema è piu' presente, in altre meno. Non facciamo di ogni erba un fascio.

Ma l'errore non sta tanto nella buona o cattiva volontà di chi amministra ma proprio nel concetto di "amministrare" localmente sulla base di soldi che in gran parte arrivano da una cassa centrale.
La soluzione è il federalismo, completo, integrale (e quindi anche fiscale).

Quando una giurisdizione deve ottemperare ai suoi compiti con risorse tributarie proprie, il Re è subito nudo ed i cittadini possono subito valutare il grado di ottimizzazione dei soldi pagati con le imposte. E se seguissimo il percorso della sussidiarietà (prima i comuni, poi distretti e province, poi le regioni, poi infine lo stato nazionale) ritengo che il 50~60% dei fondi tributari dovrebbero andare ai primi due livelli e le regioni, per i loro poteri di coordinamento e controllo (ma non di gestione) finirebbero per essere molto piu' "magre" di adesso.

La vera rivoluzione in sintesi è eliminare il concetto di "ente amministrativo" (come oggi sono comuni e province) e di avere solo "organi giurisdizionali politici", come sono i comuni, i distretti, le contee, i länder, i cantoni, gli "states" nei paesi federali.
Piccoli stati di diritto (in grado di legiferare sui temi di loro competenza) dotati della indispensabile tripartizione del potere e della autorità impositiva, coordinata ovviamente con tutti gli altri livelli e regolati a livello costituzionale comune.

Per rispondere alla domanda del thread .... si, se non cambiamo questo siamo diventati conservatori, oppure non siamo capaci di cambiare, siamo impotenti.
E tra conservatori ed impotenti non so cosa si debba preferire.

Ciao,
Franz


Concordo con quanto scrivi.
Solo qualche osservazione: se al momento in alcune regioni il sistema è meno presente (o meno visibile) non è detto che non diventi più presente col tempo. In Lombardia, per esempio, ho la sensazione che oggi sia più presente di un tempo.
La prevista riesumazione della Cassa per il Mezzogiorno o di qualcosa di simile mi fa poco sperare in un sistema federale dove i finanziamenti non arrivino da una cassa centrale.

Gli aspetti più deteriori del sistema si manifestano chiaramente nelle regioni dove più debole è il tessuto produttivo capace di creare lavoro e ricchezza. Ma l'esistenza stessa del sistema politico-affaristico-clientelare è un ostacolo alla crescita di un virtuoso sistema produttivo. Insierme alla mafia, il principale ostacolo, perché umilia il merito, disperde risorse, crea una situazione di concorrenza sleale tra le imprese e alimenta conflitti di interesse.

Anche l'idea leghista del federalismo a più velocità, la devolution dove le regioni che si sentono pronte assumono i nuovi potere, mi preoccupa. La Sicilia gode di uno statuto speciale che la stessa classe dirigente siciliana si guarda bene dall'applicare in maniera completa. Non conviene assumersi più responsabilità, basta e avanza l'autonomia di spesa e la capacità politica di strappare finanziamenti allo stato centrale (e a Bruxelles).
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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Re: Siamo diventati conservatori?

Messaggioda franz il 27/07/2008, 11:20

pinopic1 ha scritto:Concordo con quanto scrivi.
Solo qualche osservazione: se al momento in alcune regioni il sistema è meno presente (o meno visibile) non è detto che non diventi più presente col tempo. In Lombardia, per esempio, ho la sensazione che oggi sia più presente di un tempo.
La prevista riesumazione della Cassa per il Mezzogiorno o di qualcosa di simile mi fa poco sperare in un sistema federale dove i finanziamenti non arrivino da una cassa centrale.

Gli aspetti più deteriori del sistema si manifestano chiaramente nelle regioni dove più debole è il tessuto produttivo capace di creare lavoro e ricchezza. Ma l'esistenza stessa del sistema politico-affaristico-clientelare è un ostacolo alla crescita di un virtuoso sistema produttivo. Insierme alla mafia, il principale ostacolo, perché umilia il merito, disperde risorse, crea una situazione di concorrenza sleale tra le imprese e alimenta conflitti di interesse.

Se il federalismo - come ritengo - inserisce nel sistema circuiti "virtuosi" il rischio futuro viene ridotto ed anzi ci sarà una generale inversione di tendenza. Se invece si continuasse cosi' allra si', hai ragione.
Da notare, in aggiunta al tuo ragionamento, che laddove è piu' debole il tessuto produttivo è anche piu' prensente non solo la criminalità organizzata ma anche e soprattutto il lavoro sommerso. La ricchezza viene quindi prodotta ma di nascosto, in modo sommerso, per sottrarre al fisco ed agli organi previdenziali la loro quota.
Essendo essa uguale per tutti (regioni ricche e regioni povere) la nostra imposizione elevata è già a malapena tollerabile al Nord mentre diventa essa stessa freno allo sviluppo nelle regioni piu' povere.
Qui il federalismo fiscale, contemplando aliquote diverse in ogni giurisdizione, permette di sfuggire alla trapola del sommerso. Per farlo funzionare pero' occorre che anche le retribuzioni siano "localizzate". Già lo sono nel privato ma non lo sono invece nel settore pubblico (anzi mi pare di ricordare che proprio n siclia ci siano stipendi pubblici piu' alti di quelli lombardi). Gli stipendi dei funzionari pubblici, docenti compresi, dovrebbero quindi sottostare a contratti come minimo provinciali, se non comunali. Come vedi questo pero' è un cambiamento duro da digerire, per il nostro storico egualitarismo di facciata, di cui non ci rendiamo conto quanto sia stato responsabile nella creazione delle enormi disparità che osserviamo oggi. Facile qui essere conservatori, o capirne le motivazioni.

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