La teoria del centro: quale e dove è? E chi vuole stare al centro, dove deve mettersi?
Se si elencano i partiti a partire da sinistra ci sono: Prc; Sel; Idv; Pd; Api; Udc; Mpa; Repubblicani; Fli; ex Pdl; la Destra.
Ci sono i radicali a volte qua a volte là. Ci sono i socialisti un po' qua un po' là. E qualche altra formazione minore.
Li trascuro per semplicità e non scendo al livello dei singoli politici.
Se si vuol stare al centro di tutti questi, in quale partito ci si deve collocare? Qual è il partito che più centro non si può?
Supponiamo che sia nell'Api.
Ma se l'Api si coalizza con partiti alla sua sinistra, allora non ci si trova al centro, e ci si deve spostare nell'Udc.
Se però l'Api si coalizza con partiti alla sua destra, allora non ci si trova al centro, e ci si deve spostare nel Pd.
Le soluzioni per sentirsi al centro sarebbero:
- impedire al partito di centro di coalizzarsi a destra o a sinistra, così che il partito rimane da solo al centro;
- dividere il partito di centro in due, una parte a sinistra e una a destra, e si rimanere da soli (come persona);
- impedire che si formino coalizioni maggioritarie una di centrosinistra e una di centrodestra.
Anche invertendo l'ordine o definendone un altro come partito di centro, il ragionamento non cambia.
Il partito di centro potrebbe andare al governo se:
- diventa maggioranza da solo: che è come ipotizzare che l'Api ricostituisca la situazione della DC.
- diventa maggioranza aggregandosi a sinistra; ma chi vuole stare al centro se n'esce, e sta all'opposizione;
- diventa maggioranza aggregandosi a destra; ma, come sopra, si esce e si sta all'opposizione.
- diventa maggioranza aggregando forze di pari peso a sinistra ed a sinistra. Ma assorbirà istanze diverse, perdendo l'omogeneità centrista.
Penso che è già difficile definire il centro; e che, se lo si trova, per come stanno le cose chi vuole stare al centro finisce con lo stare in ogni caso all'opposizione.
Naturalmente si potrebbe rifare il ragionamento con le ideologie: dal comunismo al fascismo passando per tutte le altre posizioni intermedie: socialismo, liberismo, statalismo, socialdemocrazia, socialismo libertario e tutte le sfumature intermedie.
Alla fine se quella di centro-centro è la miglior ideologia possibile (ed il partito di centro-centro è il migliore possibile) si arriverebbe alla conclusione che dovrebbe esistere solo quello: il partito unico.
Ma la storia ha insegnato (almeno a me) che quando c'è il partito unico si ha una deriva dittatoriale che non ammette alternative e antagonisti, e infatti le espelle dalla gestione del potere. Così è stato ed è ancora (vedi le varie dittature passate e oggi Cina, Egitto ecc).
E' evidente che un centro che comprenda tutto non esiste: non sarebbe il centro ma il tutto. E quindi ci sarà qualcosa alla sua sinistra e qualcosa alla sua destra. Lascerà queste aree fuori da sé; non terrà conto dei bisogni, degli interessi che in esse si riconoscono. Un esempio: posto che la forza-lavoro (gli operai, anche se non classe) stia a sinistra e il capitale (gli imprenditori) stia a destra, il centro non potrà soddisfare per definizione nessuna delle due parti, altrimenti si sposterebbe da una o dall'altra parte perdendo la posizione di centro. Certo, potrà barcamenarsi: una cosa qua, una là, alla ricerca di un continuo equilibrio centrista.
Ritengo preferibile un sistema con le aree d'interesse rappresentate attraverso i partiti e le coalizioni di partiti che, alternandosi nel tempo, soddisfano di volta in volta le istanze sociali maggiormente sentite.
Ritengo sbagliata come impostazione la ricerca del centro assoluto. Una volta dicevano 'In medio stat virtus': si potrà pure condividere come aspirazione, ma in pratica chi potrà attuare la 'virtus'? Uno Scilipoti qualunque, che vende il suo voto ad un ipotetico centro perché raggiunga la maggioranza?
Un centro esiste: è quello geometrico; ribaltando rispetto ad esso due entità identiche, risultano sovrapposte. Ma la realtà è diversa: mica si può ribaltare il liberismo e sovrapporlo allo statalismo, per esempio: sono realtà opposte, non identiche. E allora un governo che volesse mantenersi equidistante, non potrà agire né in un senso né nell'altro; quindi non agirà.
Il centro è il 'luogo' dell'equilibrio, della perfezione; è l'aspirazione terrena della verità dogmatica (un partito che parla di Centro è quello di ispirazione cristiana: CCD, Centro Cristiano Democratico). Il Sommo sta al centro (penso che così sia visto, almeno). L'aspirazione individuale di sentirsi nel centro perfetto (in comunione col Supremo) porta a dividere tutto in due parti uguali, non ad unire. L'individuo centro dell'Universo. Anzi, non bastava l'uomo ma anche il Sole doveva stare al centro, per non farsi mancare niente.
La proposta di una formazione che comprenda tutti contro Berlusconi non è di natura politica. Potrebbe servire ad eliminare il malfunzionamento del governo e l'ignominia del suo leader attualmente governante l'Italia. E c'è pure chi dice senza vergogna che lui è l'unico leader. Ma la proposta non regge politicamente.
Casini deve abbandonare la lezione imparata da piccolo alla scuola dorotea, che in politica si conta se si conquista il centro. Andava bene nel sistema proporzionale dove la DC doveva conquistare il centro dello schieramento e, per avere potere, si doveva xconquistare il centro della DC.
E' necessario ristabilire gli assetti, ripristinare chiarezza. Prendere coscienza di 'chi' sta a sinistra e 'chi' a destra; non 'che cosa': quello si sa. Non sono d'accordo che sono schemi superati. C'è stata solo la comprensione del fatto che alcune soluzioni possano essere condivise da entrambi, ma resta il grosso a fare la differenza.
Ripeto la mia per scrupolo, dopo aver letto l'ennesimo articolo sull'argomento, quello di Damilano su L'Espresso, anche se non so se serve: il centrosinistra è Sel, Idv e Pd; il centrodestra è il Popolo della Nazione. Poi ci sono le frange laterali. ah, già: dimenticavo che in una di esse sta l'S.S. Berlusconi (lo stavo dimenticando, forse sperando che lo facciano tutti).
Anche cercare il centro nel centrosinistra significa voler mettere quel famoso trattino per potercisi sedere e sentirsi al centro; o per dividere.
Tutto questo in riferimento alle scelte politiche dell'Italia di oggi; e secondo me, naturalmente.