Uomo povero, donna matura
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato martedì 25 gennaio 2011 in Spagna.
[El Mundo]
Non c’è nulla di più divertente che vedere le signore di una certa età, e di una certa tendenza ovviamente, eccitarsi come vere e proprie quindicenni quando le si menziona Berlusconi.
L’editorialista Carmen Rigalt ha scritto domenica scorsa un articolo bilioso sul retro di copertina di El Mundo lamentandosi della mia simpatia per il primo ministro italiano. Silvio funziona splendidamente come specchio ed è preciso il riflesso delle anime di coloro che si specchiano in lui.
Berlusconi infastidisce soprattutto gli uomini poveri e le donne mature. Gli uomini poveri perché neanche nelle loro più deliranti congetture potrebbero permettersi le sue feste. E le donne mature perché non saranno mai invitate ai suoi festini.
Il diritto di ingresso provoca stragi. Silvio è uno specchio chirurgico del complesso e della tara di tutti coloro che si specchiano in lui.
Il successo offende e il sorriso irrita. La sinistra non riesce politicamente ad avere la meglio su Silvio e tenta dunque di distruggerlo attraverso la sua vita privata. Quella sinistra che quando governava l’Italia fu la maggiore vergogna nazionale mai conosciuta nel Paese.
Quella sinistra risentita, triste e fallita che non riesce a sopportare il successo di Berlusconi, né quello politico né quello imprenditoriale. E neanche riesce a sopportare, e forse è proprio questo che più la irrita, che egli si diverta prima di tutto a far vestire da infermiere alcune ragazze, per spogliarle subito dopo. Ciao, papi.
L’assurdo e ipocrita dibattito sopra quella povera ragazzina di 17 anni è stato così gretto che io direi che si è sgonfiato per mancanza di presupposti, triste e senza argomenti.
La sinistra e le donne dovrebbero saper perdere con più eleganza. Non capiscono, anche se già so che questa è un’utopia, che loro non sono il centro del mondo né la misura di ogni cosa.
C’è un’altra vita oltre loro e feste stupende alle quali non saranno mai invitati o invitate o perché non sono importanti, o perché a loro manca quella tensione carnale che va persa con l’età, quella vecchiezza femminile in cui tutto va in rovina.
Scadiamo nel ridicolo ogni volta che, come la volpe che non può avere l’uva diiciamo che è acerba. Scadiamo nel ridicolo, nel disprezzare ciò che non comprendiamo e ciò che non riusciamo ad ottenere. Bisogna saper perdere con più eleganza, con più dignità.
Signora, si metta un vestito vecchio, e sbirciando nello specchio, faccia marcia indietro. È legge di vita che gli anni passino, e con loro quello che una volta tanto spavaldamente eravamo. Non tornerà più quell’euforia. Ricordi, prima di maledirmi, che anche lei aveva la carne soda e un sogno nella pelle, signora [dalla canzone ‘Señora’ di Joan Manuel Serrat, N.d.T.].
[Articolo originale "Hombre pobre, mujer mayor" di Salvador Sostres]
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