Questa è la “faccia” del Pd che mi piace. Veltroni ha fatto un’analisi chiara e riposizionato il Pd al 1° Lingotto. Fuori da logiche superate e falsamente identitarie di sinistra operaista. Ha infatti invitato e gratificato, senza ombre di dubbio, i lavoratori che hanno votato “si” al referendum Fiat. Ha rivendicato la “vocazione maggioritaria del Pd. Ha chiamato all’appello le forze parlamentari di opposizione “senza prefigurare alcunché”.
Una relazione da vero leader politico che ha evidenziato ancora di più i limiti ed il carisma di Bersani.
Comunque una manifestazione, questa del Lingotto, di cui non si potrà fare a ameno nello svilupparsi dell’azione politica del Pd.
Dalla stampa:
«Serve un nuovo governo con tutte le forze politiche. Penso che, in questa delicata fase della vita parlamentare, le forze di opposizione dovrebbero trovare più stabili forme di coordinamento e di consultazione che, nel rispetto dell'autonomia di ciascuno e senza prefigurare alcunchè, consentano di evitare forzature o violazioni del ruolo del Parlamento. E mostrino, tutta intera, la forza delle opposizioni» è questo il punto nodale del discorso Walter Veltroni (Pd) alla convention del Movimento democratico al Lingotto di Torino.
«In questi mesi ho sostenuto che andare a votare in questo clima -ha detto Veltroni- e con questa legge elettorale sarebbe la peggiore delle soluzioni. E lo confermo. Ce n'è una soltanto di soluzione ancora peggiore: la livida prosecuzione di un governo al tempo stesso inesistente e pericoloso, con un ulteriore imbarbarimento della situazione nazionale.
Il Pd deve «proporre agli italiani una visione del futuro, un progetto coraggioso di cambiamento ed una proposta di Governo autorevole» Veltroni. Solo così il Partito Democratico «può tornare a crescere a riconquistare le menti e i cuori degli italiani, fino a rendere realistico l'obiettivo di diventare il primo partito del Paese, il promotore ed il protagonista di quel ciclo riformatore solido e duraturo che l'Italia non ha mai conosciuto nella sua storia». (Corriere della sera)
"Il nostro obiettivo è quello di far diventare il Pd il primo partito italiano" dice Veltroni, che però non nasconde quanto "il calo di fiducia nei confronti di Berlusconi non abbia portato un aumento dei consensi nei confronti del Pd. Non abbiamo conquistato questa fiducia che Berlusconi non ha più. Per farlo abbiamo bisogno di un progetto credibile di governo".
Davanti a questa sfida, però, [b]non servono "coalizioni eterogenee che siano soltanto contro qualcuno. Dobbiamo affrancarci da questa illusione frontista.[/b] Dobbiamo proporre invece ai cittadini coalizioni coese che siano poi in grado di governare". E si arriva così a quello che l'ex segretario immagina debba essere il cuore dell'agire dei democratici. Anzitutto la premessa: "In Italia può vincere un'alleanza di centrosinistra, è molto più difficile che possa farlo un'intesa solo di sinistra".
Poi tre condizioni. La prima: "Liberarsi dalla tentazione di un populismo di sinistra", perché "il populismo di Berlusconi si batte con il riformismo".
La seconda: "Dobbiamo affrancarci dall'illusione frontista, dalla coazione a ripetere, a costruire schieramenti eterogenei solo contro gli avversari che poi non capaci di reggere la prova del governo. Non si vince senza una credibile coalizione".
La terza: "Bisogna avere il coraggio dell'innovazione. Il motto dei democratici deve essere non difendere ma cambiare. Il Pd deve orientare il cambiamento". Senza perdere di vista "la vocazione maggioritaria e il bipolarismo". "Se saremo questo allora anche le alleanze verranno - assicura l'ex segretario -. Verranno da sé. Sarà la forza delle nostre proposte, del nostro programma, ad attrarre chi diventerà nostro alleato. Non saremo noi a rincorrere chi magari, poi, alla fine, ci direbbe no".
Vendola. "Ogni riedizione dell'Unione sarebbe un suicidio politico", dice Veltroni a Nichi Vendola. Che vede una colazione "di sinistra" destinata alla sconfitta elettorale. "Seguo con rispetto ed interesse la sua sfida, lo dico come si fa tra chi vuole sinceramente andare verso un incontro ma ad una condizione che si costruisca questo incontro per rispondere davvero ad un bisogno di stabilità e di cambiamento" continua l'ex segretario.
Economia. Il 10% degli italiani, coloro che sono i più ricchi, diano un contributo straordinario per fare scendere il debito pubblico. Veltroni lancia la proposta a metà discorso. Definendo il debito pubblico "un cancro che divora il paese". Per questo, secondo il leader della minoranza Pd, serve uno sforzo straordinario. Come l'eurotassa di passata memoria: "In quel caso tutti compresero che era necessaria, doverosa e utile".
Fiat. Tocca alla Fiat e la lacerante referndum su Mirafiori. "A quei lavoratori, al loro sì contrastato e sofferto pensiamo debba andare il rispetto, l'ammirazione, la gratitudine di tutti gli italiani così come occorre comprendere le ragioni del no e con esse dialogare" scandisce Veltroni. Sottolineando che "il successo dell'operazione Fiat-Chrysler è di importanza strategica per il futuro del paese", Veltroni ricorda che "senza gli accordi non ci sarebbe stato l'investimento: Napoli, Torino, l'Italia avrebbero visto ridimensionata una presenza industriale che deve invece essere confermata e rilanciata. Con gli accordi Fiat ora è chiamata a confermare ed estendere il suo radicamento in Italia ed è chiamata a mostrare la sua forza inventando prodotti competitivi e sui mercati. Con gli accordi -ha concluso- per i sindacati, la cui unità non dobbiamo mai smettere di cercare e promuovere, per le imprese e per la politica, sia è aperta una fase nuova una stagione paragonabile a quella in cui si affermò una nuova legislazione del lavoro ormai decine di anni fa". Poi un messaggio a Marchionne: "Il suo contratto sia legato al successo di lungo periodo del piano Fabbrica Italia. Basta con esagerate stock option ed esagerati premi milionari per i manager".(Repubblica)