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Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

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Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda matthelm il 15/01/2011, 14:23

Nel 2000 il mea culpa per gli orrori della Chiesa: la Curia corse ai ripari, i fedeli compresero. Ma molto si è perso del suo messaggioGiovanni Paolo II sarà beatificato. Il primo maggio si terrà il rito in San Pietro. Poi verrà anche il momento della proclamazione a santo. Ma per il mondo Karol Wojtyla è già un gigante del XX secolo. I leader che fanno storia non sono santini. Anche Wojtyla ha le sue pagine bianche, nere e grigie. Un gruppo di teologi critici europei e sudamericani, durante il processo di beatificazione, ha indicato i punti negativi del suo pontificato: la repressione della teologia della liberazione e l’isolamento intorno al vescovo Oscar Romero, la condanna dei teologi che esploravano nuovi approcci alle questioni della sessualità, del celibato, del ruolo della donna nella Chiesa, il rinnovato centralismo della Curia, lo scandalo dello Ior e l’aver lasciato che in Curia – nonostante la sua denuncia dei preti stupratori – rimanessero troppe pratiche sugli abusi sessuali insabbiate.

E tuttavia milioni di credenti e diversamente credenti hanno riconosciuto in Giovanni Paolo II uno dei grandi protagonisti della seconda metà del XX secolo. Diceva Hegel che Napoleone, l’imperatore “despota”, era Spirito del mondo a cavallo. Karol Wojtyla, con il suo frenetico muoversi intorno al globo baciando la terra di nazioni mai toccate da un pontefice, ha rappresentato un “segno dei tempi”, che ha colpito l’immaginario dei contemporanei.

Era un Papa uomo in carne e ossa, non una larva clericale. Ha mostrato la fede nella sua attualità e non quale residuo di tempi sorpassati. Ha usato l’io, invece del maiestatico “Noi”. Ha trasformato il papato in portavoce dei diritti umani al di là di muri politici e culturali. Nella guerra di Jugoslavia era per la Bosnia musulmana contro i cristiani di Serbia e Croazia.

Ha varcato frontiere ritenute invalicabili. Primo pontefice dai tempi di Pietro a recarsi in una sinagoga, primo a penetrare nei colonnati di una moschea, primo ad arrivare in un tempio buddista in Thailandia. Sapeva rimescolare le carte e spezzare le barriere tradizionali. Riconoscere Israele e condannare il muro di Sharon. Invitare ad Assisi – nel malumore del cardinale Ratzinger e di altri porporati – i leader delle religioni del mondo per pregare insieme per la pace. Non per fare una marmellata sincretistica di ogni fede (come fu accusato a mezza bocca), ma riconoscendo la dignità di ciascun uomo che prega Dio. Così come dal Campidoglio si rivolse “con deferenza a voi fratelli che affermate di avere una visione non religiosa della vita e quanti con voi sono in ricerca del senso dell’esistenza”, esortando alla convivenza rispettosa di uomini di religioni e idealità diverse.

Era mistico e leader geopolitico, uomo di profonda preghiera e filosofo della storia. Quando sognava una preghiera comune sul monte Sinai di ebrei, cristiani e musulmani insieme, era un gesto profetico e al tempo stesso una carta di lungimiranza politica. Per sottolineare che chi crede in Dio non può abusare del nome divino per spargere il sangue.

Per indicare ai leader religiosi il traguardo di un’azione comune a favore di pace e giustizia nel mondo globalizzato, lasciando alle spalle le guerre di religione. Era un uomo mediatico, padrone della Parola, ma non ripetitore di slogan. Capì che per riannunciare il Vangelo su scala globale ci voleva un gesto di rottura globale con le violenze di Chiesa ammantate di sacro. E fu il mea culpa solenne dell’anno Duemila per errori e orrori commessi nei secoli dalla Chiesa.
Anche in quell’occasione vi furono allarmati distinguo nella Curia romana e il cardinale Ratzinger si preoccupò di “sistemare” teologicamente la faccenda. Ma l’opinione internazionale comprese benissimo. Il Papa di Roma sapeva inginocchiarsi e chiedere perdono invece di restare sempre seduto in cattedra. L’anima popolare ha un fiuto istintivo: in un bar o in una bottega troverete l’immagine di Giovanni XXIII e Wojtyla, mai di nessun altro papa.

Fosse stato soltanto un combattente contro il comunismo per la sua Polonia, sarebbe rimasto una figura legata ad una particolare stagione storica, invece sentiva l’inquieto mutare dei tempi.

Conosceva le pulsioni violente insite nella storia islamica, ma si battè sempre perché l’Islam non diventasse il demone del XXI secolo come il comunismo lo era stato del XX. Per questo si oppose strenuamente alla guerra di Bush e Blair contro l’Iraq. Non nascose che c’era un “nocciolo di verità” nella denuncia di Marx dello sfruttamento operaio dell’Ottocento. Era un allarme per i tempi nostri. Lo storico Eric Hobsbawm lo definì l’“ultimo socialista” del Novecento, perché Wojtyla – caduto il Muro di Berlino – aveva intuito che si stava affermando un liberismo selvaggio senza freni e regole.

L’ultima fase di pontificato mutò di segno. Al Papa atleta successe Wojtyla sofferente. Mostrare la sua sofferenza apertamente e la sua dedizione alla propria missione fu un atto di umiltà cristiana e di laica rivalutazione di ogni sofferenza, specie di quanti non sono alla ribalta. Milioni – letteralmente – gli dettero l’addio, cattolici e altri cristiani, ebrei, atei, musulmani. Anche se non condividevano ogni sua decisione. Perché era un uomo umano.

Marco Politi - Da Il Fatto Quotidiano del 15 gennaio 2011
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Re: Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda flaviomob il 15/01/2011, 14:57

Santo subito quello che andava a trovare Pinochet in Cile? O quello che sosteneva che l'attività omosessuale è moralmente malvagia? O quello vicino all'Opus Dei, potentissima in Spagna durante la dittatura?


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Lettera a G.P.II dalle madri di plaza de mayo

Messaggioda flaviomob il 15/01/2011, 14:59

"Signor Giovanni Paolo II, ci sono voluti vari giorni per accettare la domanda di perdono che Lei, Signor Giovanni Paolo II, ha richiesto per il genocida Pinochet. Ci rivolgiamo a Lei come cittadino comune perché ci sembra aberrante che dalla sua poltrona di Papa nel vaticano, senza conoscere né aver sofferto sulla propria carne il pungolo elettrico (picana), le mutilazioni, lo stupro, si animi in nome di gesù Cristo per chiedere clemenza per l’assassino. Gesù è stato crocifisso e le sue carni lacerate dai giuda che, come Lei oggi, difendono gli assassini. Signor Giovanni Paolo II, nessuna madre del terzo mondo, che ha dato alla luce un figlio cha ha amato, coperto e curato con amore e che poi è stato mutilato dalla dittatura di Pinochet, di Videla, di Bancer e di Stroesner, accetterà con rassegnazione la sua richiesta di clemenza. Noi La incontrammo in tre opportunità, però Lei non ha impedito il massacro, non alzato la sua voce per le nostre migliaia di figli in quegli anni di orrore. Adesso non ci rimangono dubbi da che parte Lei stia, però sappia che sebbene il suo potere sia immenso non arriva fino a Dio, fino a Gesù. Molti dei nostri figli si ispirarono a Gesù Cristo, nel donarsi al popolo. Noi supplichiamo, chiediamo a Dio in un’immensa preghiera che si estenderà per il mondo, che non perdoni Lei Signor Giovanni Paolo II, che denigra la chiesa del popolo che soffre, e in nome dei milioni di esseri umani che muoiono e continuano a morire oggi nel mondo in mano ai genocidi che Lei difende e sostiene."
Asociacìon Madres de Plaza de Mayo
Buenos Aires


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Re: Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda lucameni il 15/01/2011, 15:05

L'articolo di Politi mi pare molto equilibrato (da notare che sul Fatto quotidiano non scrivono solo personaggi tacciabili di essere estremisti giustizialisti).
Wojtyla, con la sua attenzione alla Polonia e la sua attività volta a scardinare i regimi comunisti, temo si porti dietro rancori ancora non sopiti.
Poi, per molti aspetti, era un conservatore, protagonista di cadute di stile - diciamo così - e quindi è stato facile sputtanarlo in vita come in morte.
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Re: Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda matthelm il 15/01/2011, 15:10

Flavio, per fortuna di tutti non chiederanno a te per farlo beato. Sei un pochino, pochino parziale
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Re: Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda Iafran il 15/01/2011, 15:10

flaviomob ha scritto:Santo subito quello che andava a trovare Pinochet in Cile? O quello che sosteneva che l'attività omosessuale è moralmente malvagia? O quello vicino all'Opus Dei, potentissima in Spagna durante la dittatura?

La beatificazione e la santificazione sono solo questioni di fede religiosa.
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Re: Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda flaviomob il 15/01/2011, 15:27

Meno male che c'è ancora chi si crede imparziale, qui dentro... Magari si crede anche ' di centro' ah ah ah :)


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Re: Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda matthelm il 15/01/2011, 16:30

Iafran ha scritto:La beatificazione e la santificazione sono solo questioni di fede religiosa.


Precisazione opportuna. Sono metri di valutazione completamente differenti.


flaviomob ha scritto:Meno male che c'è ancora chi si crede imparziale, qui dentro... Magari si crede anche ' di centro' ah ah ah



Io? sono tutt'altro che imparziale e solo... di centro.
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Re: Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda cardif il 15/01/2011, 17:38

flaviomob ha scritto:"Signor Giovanni Paolo II, ....

Non capisco perché è 'fortuna di tutti' che non chiederanno a Flavio di far beato Giovanni Paolo II.
Mia non di certo. Nemmeno dei 4,8 miliardi di persone non cattoliche. E, a voler essere sinceri, neanche di qualche milione di cattolici, secondo me, che fanno strame dei 'valori' propagandati dalla chiesa.
A meno che 'tutti' non sono i 'veri cattolici' e gli altri non sono nessuno.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Beato Wojtyla, il Papa che parlava al mondo

Messaggioda matthelm il 15/01/2011, 19:01

cardif ha scritto:Non capisco perché è 'fortuna di tutti' che non chiederanno a Flavio di far beato Giovanni Paolo II.
Mia non di certo. Nemmeno dei 4,8 miliardi di persone non cattoliche. E, a voler essere sinceri, neanche di qualche milione di cattolici, secondo me, che fanno strame dei 'valori' propagandati dalla chiesa.
A meno che 'tutti' non sono i 'veri cattolici' e gli altri non sono nessuno.


Dottor sottile, "fortuna di tutti", è un'iperbole un'ironia, da intendere nel senso che su qualunque argomento Flavio non ha quel senso dell'equilibrio che si auspicherebbe.

Ed è infine anche una battuta per permettere a te di "riprendermi".
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