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Nostalgia.

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Nostalgia.

Messaggioda pierodm il 13/01/2011, 19:35

C'è l'imbarazzo della scelta, ma la stretta attualità impone di considerare i due avvenimenti di oggi: la questione Fiat e il legittimo impedimento al vaglio della Consulta.
Cos'è che li unisce, nell'essere l'esemplificazione di uno stesso fenomeno?

Io credo che siano entrambi il sintomo di una nostalgia - che propriamente nostalgia non è, nel senso che non si tratta di un sentimento ma di un fenomeno di portata assai più vasta, e tutt'altro che limitato all'Italia: un'attualità che si proclama "modernità", ma che segna un ripiegarsi su se stessa della storia occidentale, verso una specie di revanche medievalista. Un medioevo prossimo venturo, come recita il romanzo di Vacca, ma in chiave sociologica, invece che tecnologica.

Vedevo i segni di questo fenomeno, e ne parlavo, dalla metà degli anni '90, quando affioravano qua e là nella comunicazione giornalistica le cronache sui summit dei "Grandi", e si consolidava quella tendenza a dividere il mondo in "gente ordinaria" e in "VIP", che era sembrata all'inizio solo una fesseriola dei giornaletti di gossip, e si sono moltiplicati i servizi agiografici sui "nuovi eroi" rappresentati da finanzieri e amministratori delegati, tycoon ed ereditieri.
Da allora la situazione si è aggravata ed estesa, da fenomeno di costume che affiora è diventato fenomeno politico e ideologico.

Intendiamoci, anche nei primi anni '60, negli anni '50 e '40, di simili tendenze ne circolavano, e anzi erano un sentimento comune tra la gente: ma esisteva, ed era forte, una cultura che si opponeva a queste sopravvivenze classiste.
Politica, istruzione, comunicazione, informazione, erano i veicoli attraverso i quali la cultura progressista cambiava quel "sentimento comune" tra la gente. Istruirsi, comunicare, partecipare alla politica significava di per sé cambiare quella pelle fatalista e classista, inoculata da secoli di soggezione e di ricatto economico.

Oggi no. Quell'automatismo progressista non c'è più. Si sta realizzando - o si è realizzata - la profezia intitolata alla società post-industriale e alla democrazia di massa.
Comunicazione e informazione, e da qualche anno anche la politica, sono i veicoli di un ritorno al passato, della rivincita del vecchio.
pierodm
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Re: Nostalgia.

Messaggioda pianogrande il 14/01/2011, 19:08

Una società "giusta" non si crea per processo naturale.
Non c'è una legge naturale che porti ad una società pacifica, civile e democratica con il senso che diamo, comunemente, a questi termini.
Per legge naturale (legge della jungla, selezione naturale, legge del più forte o quello che volete) si crea una società piuttosto crudele e spietata.
Si torna al vecchio perché le leggi naturali non sono cambiate.
Ergo, una società con le caratteristiche che piacerebbero a gente come noi, per essere creata e poi mantenuta, ha bisogno di tantissime energie.
Ha bisogno di forza.
Sempre restiamo, quindi, sul problema della gestione del potere.
Il vero problema per una società giusta è che la voglia chi ha il potere.
Normalmente, chi la vuole e chi ha il potere non sono la stessa persona.

Una volta ottenuto un barlume di quella società (noi lo avevamo ottenuto) bisogna darsi da fare per conservarlo.
Noi non ci siamo dati da fare abbastanza, il benessere impigrisce fa diventare egoisti.

Qualcuno, che ancora ringrazio, mi faceva l'esempio di un secchio che contenga acqua ed olio (immiscibili).
Questi restano miscelati finché tu continui a mescolare energicamente (utilizzo di energia).
Appena smetti di mescolare ...... ooops ..... si separano di nuovo (si ricostituisce la situazione di partenza.

Una società avanzata non c'è bisogno di reprimerla per farla tornare indietro.
Basta rincojonirla un po'.
Nell'ultimo paio di decenni, abbiamo avuto una dimostrazione eclatante di cosa significhi rincojonire una società facendola, automaticamente, tornare indietro.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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