C'è l'imbarazzo della scelta, ma la stretta attualità impone di considerare i due avvenimenti di oggi: la questione Fiat e il legittimo impedimento al vaglio della Consulta.
Cos'è che li unisce, nell'essere l'esemplificazione di uno stesso fenomeno?
Io credo che siano entrambi il sintomo di una nostalgia - che propriamente nostalgia non è, nel senso che non si tratta di un sentimento ma di un fenomeno di portata assai più vasta, e tutt'altro che limitato all'Italia: un'attualità che si proclama "modernità", ma che segna un ripiegarsi su se stessa della storia occidentale, verso una specie di revanche medievalista. Un medioevo prossimo venturo, come recita il romanzo di Vacca, ma in chiave sociologica, invece che tecnologica.
Vedevo i segni di questo fenomeno, e ne parlavo, dalla metà degli anni '90, quando affioravano qua e là nella comunicazione giornalistica le cronache sui summit dei "Grandi", e si consolidava quella tendenza a dividere il mondo in "gente ordinaria" e in "VIP", che era sembrata all'inizio solo una fesseriola dei giornaletti di gossip, e si sono moltiplicati i servizi agiografici sui "nuovi eroi" rappresentati da finanzieri e amministratori delegati, tycoon ed ereditieri.
Da allora la situazione si è aggravata ed estesa, da fenomeno di costume che affiora è diventato fenomeno politico e ideologico.
Intendiamoci, anche nei primi anni '60, negli anni '50 e '40, di simili tendenze ne circolavano, e anzi erano un sentimento comune tra la gente: ma esisteva, ed era forte, una cultura che si opponeva a queste sopravvivenze classiste.
Politica, istruzione, comunicazione, informazione, erano i veicoli attraverso i quali la cultura progressista cambiava quel "sentimento comune" tra la gente. Istruirsi, comunicare, partecipare alla politica significava di per sé cambiare quella pelle fatalista e classista, inoculata da secoli di soggezione e di ricatto economico.
Oggi no. Quell'automatismo progressista non c'è più. Si sta realizzando - o si è realizzata - la profezia intitolata alla società post-industriale e alla democrazia di massa.
Comunicazione e informazione, e da qualche anno anche la politica, sono i veicoli di un ritorno al passato, della rivincita del vecchio.