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La svolta di Montezemolo nelle regioni

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda ranvit il 09/01/2011, 13:14

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ef=HREC1-6


IL CASO
La svolta di Montezemolo nelle regioni
ItaliaFutura prepara lo sbarco a Milano
Il "think tank" si organizza a livello locale. Si parte da Lazio, Marche e Campania. Poi sarà la volta di un capoluogo al mese. In campo pezzi di società civile e imprenditori. Sì ai politici ma solo se amministratori
di ROBERTO MANIA

ROMA - Luca di Montezemolo si organizza, punta al territorio compreso quello del nord "occupato" dalla Lega. Operazione prepolitica, ancora. Ma certo per il suo think tank, "Italia Futura", è l'inizio della svolta, la fine della stagione romanocentrica. L'avvio della nuova fase. Le fondamenta per le "liste civiche" montezemoliane - se mai ci saranno - verranno messe quest'anno. Perché sta partendo ora l'articolazione regionale di "Italia Futura". Strutture locali in tutte le venti regioni. Ogni mese, a cominciare dal prossimo, ne verrà lanciata una. Le prime saranno il Lazio, le Marche e la Campania.

In campo quasi tutti imprenditori, un pezzo di società civile. Per avanzare proposte, elaborare progetti, contrastare la deriva populista partendo dal basso, dal locale. Comunque non dalla politica in senso stretto. Potranno aderire anche politici, provenienti da entrambi gli schieramenti, ma ad una condizione: aver fatto gli amministratori e gestito processi di cambiamento.

Nel Lazio, tra gli altri, Andrea Mondello, ex vicepresidente di Confindustria e poi, per sedici lunghi anni, presidente della Camera di commercio della Capitale, oggi tra i promotori dell'Api, l'Alleanza per l'Italia. Nelle Marche Maria Paola Merloni, deputata del Pd, figlia di Vittorio Merloni, patron dell'Indesit, ma anche Cleto Sagripanti che sfidò Federica Guidi per la guida dei Giovani imprenditori.

Foltissima la pattuglia campana: Gianni Punzo, presidente dell'Interporto, socio di Montezemolo nei treni per l'alta velocità. E poi Agostino Gallozzi, ex presidente della Confindustria di Salerno; Carlo Pontecorvo, proprietario della Ferrarelle; Luciano Cimmino, presidente del gruppo Carpisa-Yamamay, Giovanni Fiore, costruttore.

Sono della partita anche Maurizio Rossi, proprietario della tv ligure Primocanale, Federico Vecchioni, presidente della Confagricoltura, Nicola Di Bartolomeo, ex presidente della Confindustria Puglia. Tra i simpatizzanti non ancora "arruolati" ci sono Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e Ivan Lo Bello, presidente della Confindustria Sicilia, leader degli imprenditori contro il "pizzo".

"Italia Futura" va nel territorio e si ristruttura al centro. Sarà costituito una sorta di "governo ombra" di responsabili di area: ai Trasporti, Ennio Cascetta, professore a Napoli ma pure al Mit di Boston, collaboratore della "Fabbrica del programma" di Prodi e assessore nella Giunta Bassolino; ai Media, Riccardo Tozzi, produttore cinematografico, fondatore della Cattleya; alla Storia e società, il giovane storico Miguel Gotor; alle Piccole imprese e artigianato, l'imprenditore Stefano Micelli; alla Sanità Walter Ricciardi, professore al Gemelli; all'Economia, il giovane Marco Simoni della London School of economics; alla Pubblica amministrazione, Alberto Stancanelli, già collaboratore di Franco Bassanini poi capo di gabinetto del ministro Luigi Nicolais; alla Mobilità sociale Irene Tinagli, economista dell'Università di Madrid.

Montezemolo vuole infine provare a entrare nelle trincee leghiste. Il prossimo convegno di "Italia Futura", dopo quelli sulla mobilità sociale, la scuola e i giovani, sarà sul federalismo. E per la prima volta a Milano, "capitale del rancore" e del "malessere", per usare le espressioni del sociologo Aldo Bonomi. Nel nord, Montezemolo ha stretto un'alleanza tra think tank: "Italia Futura" con il trasversalissimo "Verso Nord", promosso da Massimo Cacciari, Franco Miracco, spin doctor del ministro Giancarlo Galan, e Maurizio Fistarol, già sindaco di Belluno, poi deputato del Pd con cui, però, ha rotto. Obiettivo: un nuovo polo per le riforme. Perché - dicono - non tutte le strade del nord passano dal Carroccio. Ma questa è proprio la partita più difficile per l'ex presidente di Confindustria.
(09 gennaio 2011)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda Iafran il 09/01/2011, 13:38

ranvit ha scritto:La svolta di Montezemolo nelle regioni
ItaliaFutura prepara lo sbarco a Milano
Il "think tank" si organizza a livello locale. Si parte da Lazio, Marche e Campania. Poi sarà la volta di un capoluogo al mese. In campo pezzi di società civile e imprenditori. Sì ai politici ma solo se amministratori
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Deve essere veramente duro fare Politica in Italia ... meglio fare partire la "politica" dall'alto e calarla giù sulle teste dei "beoti"! ;)
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda matthelm il 09/01/2011, 14:14

Speriamo bene.
Non ho pregiudizi.
Se poi c'è anche Cacciari... motivo in più.
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda flaviomob il 09/01/2011, 14:44

Beh a Montezemolo bisogna riconoscere che ha schierato Confindustria in maniera chiara e decisa contro la mafia siciliana... però cosa succede se uno non è imprenditore? Non può entrare nel partito dei 'vip'? E quanti 'figli di' ai nastri di partenza... e la meritocrazia?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda matthelm il 09/01/2011, 14:47

Non solo negli imprenditori succedono questi casi.
Non credi? Non devo fare degli esempi?
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda cardif il 09/01/2011, 16:11

In questo sistema elettorale di tipo maggioritario è difficile votare per chi, almeno finora, non si è schierato: mi pare che la sua politica sia stata 'un po' di critiche e un po' di apprezzamenti a destra e a manca non fanno mai male'.
Già da un sondaggio su L'Espresso di aprile 2010, Montezemolo risultava in testa, apprezzato per il 14% dalla sinistra, per il 30% dal Centro e per il 17% dalla destra. E rimane in testa nel sondaggio del dicembre 2010. Possiamo giocare dicendo che avrebbe la maggioranza di CS col 44%, oppure quella di CD del 47%, ma sono estrapolazioni matematiche. E, se venisse eletto con questi voti, che politica farà?
In un sondaggio del dicembre scorso ottiene il gradimento del 55,4% tra gli elettori del Pd e del 51,9% tra gli elettori dell'ex Pdl.
Le risposte ai sondaggi sono conseguenti alle domande poste; basta cambiare qualcosa ed il quadro delle risposte cambia.
A me va in tilt il cervello quando si parla di 'centro' nel sistema bipolare, ma dev'essere una mia limitazione; ad altri la logica di un piede in due scarpe non dà problemi.
Io penso che gli elettori, per gran parte fidelizzati, preferiscano puntare su un cavallo della propria scuderia, piuttosto che su quello che poi non si sa con chi correrà.
Ma i meriti politici del Nostro quali sono, oltre quelli imprenditoriali? E basta puntare solo su qesti meriti?
Mi ricordo l'apprezzamento politico che ottenne un altro imprenditore, di cui le televisioni propagandavano le grandi capacità, attribuendogli falsamente un'azienda con 40.000 dipendenti; si diceva che si era fatto da sé, senza però dire da chi aveva avuto i primi miliardi. Questo imprenditore non ha imparato la differenza e continua a gestire la politica come un'impresa. Ed è stato un bene per lui ma non per l'Italia.
Diverso è se il Nostro fosse posto alla guida di un governo a termine, per rifare la legge elettorale con eliminazione del premio di maggioranza e la reintroduzione del voto di preferenza.
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda ranvit il 09/01/2011, 18:09

E' giusto diffidare di chi non viene dalla politica? Non è che sono tutti Berlusconi...

E, comunque, che alternativa c'è?
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda ranvit il 09/01/2011, 18:50

Credo che il problema sia di avere persone che hanno idee da mettere in campo.
E per ora Montezemolo si sta muovendo bene....anche se non ha dichiarato ancora cosa vuole fare. Probabilmente sta cercando di attrezzarsi organizzativamente. Poi, se sarà il caso, si muoverà.
D'altra parte non è che a giocarsi le carte puo' essere un bischero qualunque. E attualmente i politici sono quasi tutti bischeri.

Vittorio
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda cardif il 09/01/2011, 19:01

Ranvit,
prima di affidare i soldi delle mie tasse voglio sapere come intende spenderli. E' la domanda che si pongono negli USA prima del voto. Anch'io; e di Montezemolo ancora non lo so. Quindi su che base dovrei affidarglieli, almeno per ora?

I sondaggi. Quello che vede Montezemolo al primo posto, col 53%, è un sondaggio incrociato e infatti il totale non fa 100%. Vede anche Bersani al 35,3% e Berlusconi al 35%. Disaggregando i dati che succede?
Ma basta modificare le domande per avere risultati diversi; se la domanda fosse: "vorresti Montezemolo alla guida di un governo di CS?" oppure "vorresti Montezzemolo alla guida di un governo di CD?" è mai possibile credere che raggiungerebbe lo stesso risultato del 53%?
Non è questione di diffidare, è questione di sapere uno come la pensa prima di dargli il voto, tanto più se viene indicato dai partiti e non eletto con le preserenze. Errori non ce ne sono stati? Calearo ce lo siamo scordato?
Poi, se vado a vedere che cosa riporta di lui wikipedia e leggo il capitolo "Italia '90" mi passa pure la voglia di votarlo come imprenditore.

Accidenti. Mi sono dimenticato che a te non volevo rispondere, visto che non rispetti il bon ton e non ringrazi per gli auguri avuti; se poi non ti sono risultati graditi, restituiscimeli. ;)
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: La svolta di Montezemolo nelle regioni

Messaggioda lucameni il 09/01/2011, 19:23

Montezemolo (con Punzo e Della Valle) dovrebbero spiegare molte cose anche in merito al denaro pubblico dispensato per la NTV.

Siamo in democrazia e le persone in gamba sono benvenute.
Ma trasparenza vorrebbe che prima si chiarissero questioni di cui tutti siamo interessati.

Esempio >>


"Sandra Amurri per "Il Fatto Quotidiano"

L’affidamento del servizio viaggiatori dell’Alta Velocità, a trattativa privata, a NTV, società di Luca di Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo, il cui profitto potrebbe sfiorare i 600 milioni di euro, è un vero e proprio "pacco dono", consegnato dal governo Prodi a industriali con la "passione" per l’editoria, ragione per cui non è mai stato aperto dai giornali che si sono limitati a descriverne il bel colore della carta e la raffinatezza del fiocco.

Servizio che lo Stato avrebbe dovuto affidare con gara pubblica per ricavarne il più possibile e ripianare il debito, di quasi 13 miliardi di euro, prodotto dall’AV, prestito erogato a Fs spa dalle banche, garantito da Fs spa e dallo Stato, inserito nella Finanziaria 2007, che graverà sulla testa dei cittadini per almeno 40 anni. Esattamente come imponeva la legge (166/2002).

Ma per governare tenendosi buona Confindustria si può rimuovere l’ostacolo e, con la gentile partecipazione di Rifondazione comunista, nelle maglie del decreto, approvato dal Consiglio dei Ministri e convertito in legge dal Parlamento (159/2007), scompare qualsiasi riferimento esplicito all’obbligo di gare, nonostante si tratti di un servizio pubblico, fornito su infrastruttura pubblica (i binari), principio sancito anche dall’ Unione Europa, con una direttiva che entrerà in vigore l’anno prossimo.

A quel punto NTV, che ha già ricevuto la licenza di operatore ferroviario dal ministro dei Trasporti Bianchi, Pdci, stipula con il gestore RFI il contratto di servizio dal 2011. E, fatto che aggiunge dell’incredibile, a NTV viene concesso di scegliere le tratte e le fasce orarie più redditizie; cosa che gli permetterà di operare in una condizione praticamente di monopolio, in cambio di un canone di affitto annuale di 140 milioni di euro, che non basterà a ripagare la gestione e la manutenzione delle linee aeree e di terra, essendo queste particolarmente onerose, a totale carico di RFI, cioè dello Stato.

Intanto, in attesa che il servizio parta, la società di Montezemolo, rivalutata grazie al contratto, vende il 20% a Imi Investimenti (Intesa Sanpaolo, il cui ad è Passera che ha prestato 650 milioni di euro a NTV per l’acquisto di 25 treni dalla francese Alstom, a cui Montezemolo ha venduto la Fiat Ferroviaria), il 20% a SNCF/VFE-P SA (società 100% dello Stato francese che potrebbe acquistarla totalmente, visto che il contratto non mette alcun sigillo di "italianità"), il 15 % a Generali Financial Holdings FCP-FIS, il 5% a Nuova Fourb (Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria) il 5% a MaIs (Isabella Seragnoli).

Lo scenario che si presenterà nel 2011 quando NTV diventerà, di fatto, concorrente di Trenitalia, appartenente allo stesso gruppo pubblico di RFI che incassa il canone d’affitto da NTV, evidenzia un conflitto d’interesse grande come una casa.

Chi tutelerà gli interessi pubblici? Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Cipe con competenza sul programma delle infrastrutture strategiche, sui piani di investimento e sulle convenzioni ferroviarie e relative tariffe, fratello di Gaetano Miccichè, consigliere di NTV in quanto manager di Intesa San Paolo che ha acquistato il 20% di NTV e l’ha finanziata con 650 milioni di euro.

E gli imprenditori assistiti sono serviti, ovviamente, con il gradimento del centro-destra, ma non dell’allora Ministro delle Infrastrutture Di Pietro, che la definisce "un’operazione ad hoc per fare un regalo sempre ai soliti noti" ma che allora non riuscì a stopparla perchè, spiega, "era di competenza del ministro dei Trasporti".

NTV merita ancora qualche parola per descrivere uno dei suoi fondatori, Gianni Punzo. Uomo tra i più ricchi della Campania, proprietario del centro commerciale Cis e del centro servizi Vulcano Buono, presidente dell’Interporto, banchiere della Popolare di Sviluppo, che fa parte, insieme a Della Valle, del fondo d’investimento Charme,

Alle sue aziende continuano ad arrivare fiumi di finanziamenti anche grazie alle sue potenti e sbandierate amicizie trasversali, che vanno da Craxi, Altissimo, Cirino Pomicino, Mastella, prima e seconda maniera, a Bassolino, il Generale della Guardia di Finanza Luigi Ramponi, poi parlamentare di An, a Rutelli che da ministro dei beni Culturali nomina sua moglie, Giuseppina Gambardella, nel cda del San Carlo, fino a quella con Montezemolo, azionista della Cisfi, finanziaria del Cis e della Banca Popolare di Sviluppo.

Finito in carcere per 50 giorni per associazione camorristica, dopo due anni il gip Sensale derubrica il reato in quello di favoreggiamento ma arriva la prescrizione, a cui Punzo non si oppone.

Altri due protagonisti di questa storia sono l’ex segretario della Cgil trasporti, Mauro Moretti, nominato amministratore delegato di Fs spa dal governo Prodi, e l’ex direttore generale di Confindustria nell’era Montezemolo, Innocenzo Cipolletta, nominato, sempre da Prodi, presidente di Fs, entrambi confermati da Berlusconi, con compensi che sfiorano il milione di euro, a testa, che vuol dire che ognuno riceve al giorno l’equivalente dello stipendio mensile di un dipendente pubblico.

Moretti è un conflitto d’interesse vivente. Oltre a ricoprire numerose altre cariche, è anche membro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; massimo organo consultivo e normativo dello Stato in materia di opere pubbliche. Quindi, da una parte concorre a disciplinare le modalità di esecuzione degli appalti pubblici, e dall’a ltra in qualità di Ad di Fs spa, il più grande committente di appalti pubblici, applica ciò che ha contribuito a stabilire.

Ed è anche presidente di Italferr spa e di Grandi Stazioni spa, società controllate da Fs spa cioè da se medesimo, rivestendo così il ruolo di controllore e controllato. E non è finita. Trenitalia e RFI fanno capo a Fs di cui Moretti è ad. Ma Trenitalia è concorrente della società privata NTV, dunque, RFI, incassando il canone di affitto da NTV, ha tutto l’interesse che il business dei privati cresca.

Quindi Moretti, in quanto Ad di Fs sp,a si trova nella paradossale situazione di guardare NTV di "buon occhio" in qualità di cliente, e di "cattivo occhio", in qualità di suo concorrente. Un primo assaggio Moretti l’ha affidato all’Ansa, in risposta all’azione di tutela avviata da NTV all’Antitr ust: "Ben venga l’indagine. Noi siamo sereni, anzi in questo modo ci sarà la possibilità di chiedere conto di come in Italia nascono le società".


Azione ripresa da un gruppo di deputati del Pd, tra cui la senatrice anconetana Marina Magistrelli, in un’interrogazione parlamentare "in appoggio" alla società privata NTV del marchigiano Della Valle contro la concorrente pubblica Trenitalia. Ma, evidentemente, il compenso da superenalotto di Moretti comprende anche il rischio di crisi di identità e relativi costi per l’analisi.

Intanto Moretti, grazie all’AV spogliata dai 13 miliardi di euro, caricati sul debito pubblico, nonostante soddisfi solo il 5% dei viaggiatori a fronte del 95% che deve accontentarsi di treni vecchi, che hanno cambiato nome per giustificare l’aumento delle tariffe, rivendica con orgoglio un utile di oltre 15 milioni di euro e di aver acquistato i treni per pendolari per 2 miliardi di euro, dimenticando di dire che dei 2 miliardi, 500 milioni li ha messi lo Stato e 1 miliardo e 500 milioni le Regioni. Morale: il "pacco dono" ch e il governo di centro-sinistra ha recapitato a Montezemolo, Della Valle e Punzo contiene la parte proficua dell’Alta Velocità. Mentre ai cittadini è rimasto il "pacco" con debiti pubblici e pessimi servizi."


Tutte balle?
Può essere, ma giusto che gli interessati chiariscano in maniera dettagliata (per ora non è così); così tutti saremmo più tranquilli e sereni nell'affidarci a persone che non hanno speculato con i soldi dello Stato.
Dopo 16 anni di berlusconismo sarebbe anche il caso.

P.S.: della cosa ne ha parlato anche Report ma ad oggi non mi risultano repliche circostanziate.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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