La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Ammerika che vai, noise che trovi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda pierodm il 09/01/2011, 12:57

Due citazioni, che potrei inserire in una decina di argomenti aperti nel forum, e quindi nell'indecisione ne faccio un post autonomo che vale per tutti.

Dalla Repubblica di oggi - Vittorio Zucconi sulla deputata democratica ferita in Arizona.
...non aveva nessuna pretesa di speciale protesta, ma semmai di conferma della popolarità della deputata, forte di una posizione che ovunque apparirebbe fortemente centrista, ma che nell'allucinazione xenofoba o anti democratica che ha afferrato tanti cittadini, dovevano sembrare scandalosamente di sinistra.


FIAT
"La strategia di Marchionne impoverisce la democrazia"

Parla il sindacalista Peter Olney: negli Usa subito lo stesso ricatto. La localizzazione degli stabilimenti dipende anche dalla politica industriale: la Cina la fa, l'Occidente non più
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

"Sergio Marchionne recita in Italia un copione già scritto qui negli Stati Uniti. Alla Fiat si riproduce l'attacco ai sindacati che da anni è in atto nelle imprese americane. Guai a sottovalutarne la gravità: la rappresentanza dei lavoratori, l'organizzazione sindacale, sono l'ultimo baluardo contro l'imbarbarimento della società e l'impoverimento della democrazia. Anche i referendum di fabbrica sotto un clima d'intimidazione, li conosciamo bene". Peter Olney è uno dei maggiori leader sindacali americani. Dirige la Unione più potente della West Coast, Ilwu, organizza categorie che vanno dai portuali ai dipendenti dei trasporti e della logistica. E' anche un teorico con una visione globale, una sorta di Bruno Trentin americano: da giovane studiò anche Scienze politiche all'università di Firenze e ha insegnato all'università di Berkeley. La posta in gioco nel caso Fiat gli è familiare.

In Italia Marchionne sembra a suo modo un "rivoluzionario", che osa sfidare tabù consolidati, lei invece lo considera come "déjà vu"?
"Il chief executive di Fiat-Chrysler non fa che ripetere tutte le mosse dei top manager di General Motors, Ford. Il ricatto ai lavoratori usa un linguaggio a cui siamo abituati: gli operai vengono descritti come dinosauri, relitti di un'era al tramonto, costretti ad accettare i diktat dall'alto perché altrimenti poco competitivi, quindi condannati a perdere il posto. In quanto
ai referendum sotto ricatto, di recente se n'è tenuto uno alla fabbrica della Nissan nel Tennessee, per decidere proprio sulla questione della rappresentanza sindacale. Dopo una campagna di pressioni, minacce, intimidazioni da parte dell'azienda, i lavoratori hanno finito per piegare la testa e votare contro il sindacato. Oggi il sindacato americano riparte proprio da questo: vogliamo imporre un codice di condotta, che impedisca alle aziende di impaurire i lavoratori manipolando le consultazioni referendarie".

Tra i metalmeccanici americani il sindacato ha perso terreno paurosamente. In che misura paga l'effetto delle delocalizzazioni?
"Noi le delocalizzazioni le abbiamo addirittura in casa. La minaccia più concreta non è il trasferimento di fabbriche all'estero, ma in quegli Stati Usa del Sud dove viene impiegata solo manodopera non sindacalizzata, a condizioni nettamente peggiori. Tra il 1993 e il 2008 il Michigan, culla storica dell'industria automobilistica, ha perso 83.000 metalmeccanici. Nello stesso periodo il Tennessee ne ha guadagnati 91.000. Toyota, Hyundai, Volkswagen hanno scelto gli Stati della "cintura nera meridionale", South Carolina, Mississippi, Tennessee, per tagliar fuori il sindacato. United Auto Workers, la confederazione dei metalmeccanici, è scesa da un milione di iscritti 30 anni fa a 400.000 oggi. Nell'ultima recessione l'Uaw ha dovuto accettare salari dimezzati, da 30 a 14 dollari orari per i nuovi assunti. E' il modello che Marchionne sta importando da voi".

Ma la dottrina Marchionne ha dalla sua una sorta di ineluttabilità. Con la globalizzazione, è insostenibile la sopravvivenza di fabbriche che non reggono i confronti internazionali. Chi fa l'interesse degli azionisti prima o poi dovrà chiuderle e trasferire la produzione altrove.
"Se io ho studiato nelle stesse Business School dei top manager, è anche perché ero stanco di subire l'egemonia culturale di queste analisi. Le decisioni sulla localizzazione degli stabilimenti sono nella realtà più complesse di quanto vogliano farci credere. Soprattutto in settori ad alta intensità di capitale, con tecnologie sempre più sofisticate, i differenziali salariali non sono il criterio decisivo. Entrano in gioco altri fattori: l'accesso ai mercati nazionali, la disponibilità di infrastrutture, la qualità dei centri di ricerca e design. Infine una parola passata di moda: le politiche industriali dei governi. In Occidente parlarne oggi sembra una follìa? Però il governo cinese la politica industriale la fa, eccome".

Al di là del settore metalmeccanico, quanto è grave il declino del sindacato in America? Con quali conseguenze politiche?
"Nel 1955 le Unions organizzavano il 35% della manodopera delle imprese private, oggi siamo appena al 7%. I sindacati sono anzitutto un fattore di redistribuzione, così è caduto ogni argine alle diseguaglianze sociali. Nel 1955 un chief executive guadagnava 25 volte più del suo operaio, oggi guadagna 450 volte il salario operaio. Conseguenze politiche: nel 2008 Barack Obama ha avuto uno scarto del 18% in più tra i lavoratori sindacalizzati. L'appartenenza sindacale, con quel che significa in termini di diritti di cittadinanza, porta con sé una visione del mondo, un sistema di valori. Senza sindacato la società diventa una clessidra: in alto si concentra il potere, in basso c'è un vasto esercito di lavoratori impoveriti e impotenti, viene a mancare un centro".
Ultima modifica di pierodm il 09/01/2011, 18:50, modificato 1 volta in totale.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda flaviomob il 09/01/2011, 14:54

Sono stato molto colpito, a proposito di Ammerika, dai servizi di telegiornale sul bimbo di 10 anni condotto in catene in tribunale, in seguito all'omicidio della madre. Aveva quattro fucili in camera da letto...


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda cardif il 09/01/2011, 16:32

Certamente Palin, che ha detto pure che Assange va cacciato ed abbattuto, ha plagiato la mente ed armato la mano assassina.
Mi pare che ho già scritto che spero proprio che gli statunitensi non la scelgano alle prossime elezioni (anzi, che elimino lei politicamente). Altro che semplici bombardamenti: questa arriverebbe ad usare le armi atomiche.
L'argomento è rimbalzato perché tra le vittime c'è una parlamentare. Chissà di quanti non se ne sa niente.
E noi, qui in Italia, non ne siamo immuni. Quante aggressioni agli stranieri, quanti sfruttamenti ai loro danni avvengono a causa dell'input di politici. Il fatto che da un po' non se ne parli non significa che il fenomeno è stato debellato.

p.s. quando le parole sono pietre:
Sallusti (il piccolo Palin) in Tv invita a picchiare Adinolfi, e Adinolfi è stato picchiato.
http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/382935/
Io invito la Rai a non chiamare più Sallusti ed agli italiani a non comprare più il Giornale.
Solo che a me nessuno dà retta perché non lo dico in Tv (va bè, è pure perché non sono nessuno).
Ma mo' mi so' capito bene?
cardif
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1700
Iscritto il: 13/04/2009, 18:29

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda Manuela il 10/01/2011, 10:08

Mi permetta Piero un intervento un po' scherzoso... ma che scopo ha questo post? Di spiegarci che in America ci sono frange fasciste, incoraggiate dalla parte più retriva del Partito Repubblicano? Che le armi si vendono più facilmente degli hot dog? Che in America ci sono degli imbecilli? Oddio, non sono proprio novità...

O forse lo scopo è di convincerci che tutti gli americani sono brutti e cattivi? che il sistema politico-economico americano è da gettare nella pattumera della storia? A me tutto questo fa un po' sorridere, lo confesso. Sarebbe troppo facile compilare una colonna dei +, proprio di fronte alla colonna dei -; ma siccome non avrebbe molto senso (più o meno come stare a discutere se è più bello George Clooney o Cary Grant... argh!) me ne astengo. Anche perché i + e i - rappresenterebbero solo i nostri pre/giudizi, e non una realtà sfaccettata e complessa, quale è del resto quella di ogni paese.

Una piccola nota: "...Entrano in gioco altri fattori: l'accesso ai mercati nazionali, la disponibilità di infrastrutture, la qualità dei centri di ricerca e design..." Ecco... non c'è da meravigliarsi allora, che la FIAT continui ad investire in Italia, visto che non c'è niente di tutto questo, e men che meno una politica industriale?
Manuela
Manuela
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 415
Iscritto il: 18/11/2008, 9:31
Località: Ravenna

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda pierodm il 10/01/2011, 12:45

ma che scopo ha questo post? Di spiegarci che in America ci sono frange fasciste, incoraggiate dalla parte più retriva del Partito Repubblicano? Che le armi si vendono più facilmente degli hot dog? Che in America ci sono degli imbecilli? Oddio, non sono proprio novità...

Il risultato dipende da chi legge: può essere anche quello di favorire il sonno, o di risvegliare il ricordo dei film western che vedevamo da ragazzetti mangiando bruscolini e pop corn, o di farci venire il prurito alle dita dei piedi.

Lo scopo che, invece, avevo nel pubblicare il post sul forum lo descrive bene il titolo, che non è stato scelto a caso: il Noisefromamerica "ufficiale" ha quell'impostazione ben descritta nell'articolo di Pellizzetti, la quale dichiara più o meno esplicitamente di voler inviare in talia messaggi che sarebbero "fastidiosi" per una certa mentalità conformista, prevalentemente prpria di una sinistra ormai sorpassata.
Io, citando queste due "notizie" ugualmente provenienti dall'America, volevo intendere che esistono altri punti di vista, altri resoconti e altri fatti diversi da quelli, che probabilmente risultano "fastidiosi" per il conformismo di chi in Italia vuole usare l'America come sponda per affermare la propria visione di una presunta "modernità".
Come appunto dice il titolo: il messaggio che ti arriva dall'America dipende da quale America vai a cercare, e da quale gente stai ad ascoltare.

Quanto all'idea per cui il mio post lascerebbe trapelare una concezione spregiativa dell'America, trovo che sia non solo infondata e gratuita, ma anche poco attenta.
Ho citato, infatti, con evidente apprezzamento idee e persone che provengono proprio dall'America: il fatto che queste idee e queste persone non siano quelle che piacciono ad una certa parte dell'intellettualità politico-giornalistica italiana non significa che non siano americane - questa è semmai uno slogan caro alla destra più becera americana, che considera patriottico solo chi si comporta come Rambo.

Sono contento, comunque, che la presenza di "imbecilli" in America sia data per scontata e ovvia: sarei altrettanto contento di constatare che questi imbecilli siano in grado di suscitare un noise adeguato, anche perché la loro imbecillità è la stessa, o molto simile, a quella che da noi è esibita da una certa parte di "compagni di strada" o di possibili alleati, di editorialisti e riformaroli, oltre che naturalmente dai capitani coraggiosi del nostro capitalismo assistito.

Spero di aver risposto esaurientemente alla tua domanda.
Dopodiché potremmo anche dedicarci a discutere nel merito di ciò che è contenuto sia nell'articolo di Zucconi, sia nell'intervista di Rampini.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda flaviomob il 10/01/2011, 21:48

Scusa Manuela, ma la tua domanda "che scopo ha" si potrebbe estendere a qualsiasi intervento, non trovi?
Mi pare che ognuno di noi (o quasi...) scriva in maniera circostanziata e si sforzi di fare un minimo livello di analisi partendo da eventi concreti, filtrandoli attraverso le proprie idee, le proprie opinioni, conoscenze storiche, sociologiche, antropologiche, politiche ed economiche, talvolta anche attraverso altre competenze... perché mai qualcuno dovrebbe sostenere una tesi assurda, quale che gli americani siano tutti brutti e cattivi, oppure che la sinistra sia tutta infantile e velleitaria... OPS :lol:


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda Manuela il 11/01/2011, 15:57

Sai Flavio, ci sono post che non hanno bisogno di alcuna spiegazione, poiché il loro intento è ovvio; altri, invece, richiedono un'interpretazione, magari perché dicendo una cosa ne comunicano un'altra. Ho fatto la stessa domanda riguardo al post della Zampa, con intenti meno amichevoli e scherzosi di quanto abbia usato qui...
Del resto la domanda ha sortito il suoi effetti, visto che Piero ha ritenuto di dovermi una risposta: cosa che apprezzo, naturalmente.
Nel merito che dire? è come uno di quei giochi di percezione, dove c'è chi vede la figura e altri lo sfondo (o forse come una macchia di Rorschach in cui ognuno vede ciò che gli pare?). Noise from America, a mio parere, è un ottimo blog, certamente spostato, dal punto di vista economico, su posizioni liberiste; per quel che mi riguarda non prendo certo tutto per oro colato, ma penso che alcuni di quelle analisi, strumenti e soluzioni sarebbero salutari per un paese come il nostro che, non dimentichiamolo, è maledettamente bloccato, statico, inerte. Altri strumenti e soluzioni, al contrario, non farebbero che peggiorare la situazione (come si fa a parlare di riduzione delle tasse, in un paese con la percentuale di evasione come il nostro, per esempio?).
Quello che "non mi piace" - e lo dico tra virgolette, poiché ognuno, ovviamente, vede quel che vuole - dell'insistere di Piero nel demonizzare questo e altri aspetti del pensiero liberista, è che pare portarsi dietro (ma sicuramente è solo una mia percezione) un giudizio apodittico su tutto il sistema occidentale; che può esere declinato in molti modi, ha chiari e scuri, luci ed ombre... ma, sempre parafrasando un film amerikano, " è il capitalismo, bellezza..."; possiamo tentare di migliorarlo (magari rendendolo più svedese e meno americano... certamente non italiano, però!), ma ancora non si vede alternativa.

P.S. Adoro Zucconi quando scrive di America (molto meno quando parla di politica italiana). E, quanto al "tuo americano", pare che la sindrome di politici e sindacalisti sia senza confini: in tante parole, una di autocritica, mai, eh? Se "Nel 1955 le Unions organizzavano il 35% della manodopera delle imprese private, oggi siamo appena al 7%." non sarà mica solo colpa dei padroni cattivi... una qualche responsabilità dei sindacati stessi forse si potrebbe trovare, no?
Manuela
Manuela
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 415
Iscritto il: 18/11/2008, 9:31
Località: Ravenna

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda pierodm il 11/01/2011, 18:59

Manuela, come dici anche tu, ognuno vede cose diverse di fronte allo stesso paesaggio.
Ma il problema non è questa diversità nelle "cose".
Il problema sta nel fatto che le "cose" sono fotogrammi di una storia, la quale dev'essere vista nel suo scorrimento: i fotogrammi quasi sempre ingannano, o danno un'idea sbagliata, specialmente se poi li ritocchiamo e ne ritagliamo una parte.
Tutto ciò vale per noi in qualità di spettatori.
Vale tanto più quando da semplici e teoricamente inerti spettatori diventiamo ricercatori: allora entra in gioco non solo ciò che "vediamo", ma anche ciò che cerchiamo, il dove lo cerchiamo e i presupposti di tale ricerca.

Per entrare nel merito del nostro discorso: se cerchi le colpe del sindacato, troverai senza dubbio delle colpe del sindacato.
Se cerchi le malefatte del capitale, troverai certamente le malefatte del capitale, e così se cerchi quelle della politica.
Alla fine ti ritrovi con un fascio di fotogrammi, che serviranno a dimostrare soltanto che l'umanità è imperfetta e che le mele fanno più male delle pere, specialmente se a fare il pusher è il Serpente.

La differenza - tra i vari gradi di colpa e i vari peccatori - sta nel fatto incontrovertibile che i sindacati, gli operai, i lavoratori, la sinistra di riflessioni autocritiche ne hanno sempre fatte, con relative flagellazioni e complesse elaborazioni penitenziali.
Il capitalismo no: non ha mai ritenuto che ci fossero le ragioni per un'autocritica, e tanto meno per un senso di colpa di qualunque genere.
Per dirla in modo più politico: il sindacalismo e la sinistra sono la parte della società che tende ad interrogarsi sui meccanismi della "responsabilità", mentre il mondo dell'economia e della finanza tende (eventualmente, quando va di lusso) ad interrogarsi sugli "errori".

Io sono un acceso e convinto "ammiratore", diciamo così, della cultura occidentale, ed europea in particolare.
Però non la identifico affatto con il liberismo capitalista, così come non identifico il liberalismo col capitalismo e con l'aziendalismo.
Io credo che la nostra cultura sia caratterizzata - nel suo scorrere storico, non nella semplice sequenza dei suoi fotogrammi - dal liberalismo dei diritti civili, dallo spirito scientifico, dalla separazione tra stato e religione, dalla conquista della democrazia come uguaglianza e come libertà.
Insomma, la cultura occidentale come progressismo e come sinistra: i valori e i sentimenti della destra e dell'accettazione pragmatica del "padrone" non sono un patrimonio esclusivo e caratterizzante della cultura occidentale, ma sono semmai comuni a tutte le società repressive, teocratiche, autoritarie, classiste e "fataliste".
Lo stesso vale, nelle debite proporzioni, per quel che riguarda l'America: in questo paese si sono distillate e sublimate tutte le diverse tendenze del vecchio continente.
Devo amare e ammirare Reagan per non essere definito anti-americano? E perché dovrei avere paura di essere anti-americano, quando l'America è rappresentata da Mc Carthy o dalla cricca di Bush? O quando si presenta sulla scena una figura come la Palin? Sono questi i paladini della "civiltà occidentale"?
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda flaviomob il 20/01/2011, 11:52

Moria di merli in Arkansas? Colpa dei gay

di Claudio Tanari [18 gen 2011]

Moria di merli in Arkansas? Colpa dei gay
Qualche giorno fa, era il 12 gennaio, la nota predicatrice evangelica Cindy Jacobs, fondatrice del gruppo cristiano Generals International, esponente di punta dell’Apostolic Council of Prophetic Elders, ha chiarito una volta per tutte perché migliaia di merli (o corvi?) si siano schiantati a terra in Arkansas. La logica appare davvero stringente e lineare: premesso doverosamente che “Secondo i principi biblici il matrimonio è tra uomo e donna”, la Jacobs passa quindi alla rigorosa disamina dei fatti.

La singolare pioggia di merli si è verificata presso la cittadina di Beebe: Beebe, come il cognome dell’attuale governatore dell’Arkansas! Ebbene – aggiunge l’aristotelica profetessa – un altro noto governatore di quello stato del profondo Sud, Bill Clinton, una volta arrivato alla Casa Bianca, propose il DADT (don’t ask, don’t tell) la linea degli Stati Uniti d’America tra il 1993 e il 2010 in merito alla questione dell’orientamento sessuale dei membri dell’esercito: un argine, di fatto, contro l’ingresso nelle forze armate di omosessuali. Sarebbe proprio a causa dell’approvazione, il 27 maggio 2010, dell’abrogazione di quella norma da parte della Camera dei Rappresentanti che su Beebe, intesa come cittadina, piovono corvi (o merli?).

E “cosa accade quando una nazione prende la decisione di andare contro i principi di Dio? Bene, spesso quello che accade è che la natura stessa inizia a parlarci ad esempio attraverso tempeste violente ed inondazioni”. E precipitazioni di uccelli neri.

La Jacobs non è certo nuova a “rivelazioni” illuminanti: nel 2008 un suo esorcismo di massa avrebbe dovuto miracolosamente sconfiggere in un solo colpo pornografia, droga, lussuria, bi ed omosessualità; lo scorso novembre, in occasione delle elezioni di Midterm, aveva garantito ai latinos una riforma sull’immigrazione se avessero votato i candidati che si fossero espressi contro i matrimoni gay. Un’ossessione, com’è evidente.

Ora, un commentatore serio discetterebbe, a questo punto, sulle contraddizioni della cultura occidentale, nella fattispecie della cultura religiosa, al bivio tra modernità (la Jacobs ha pubblicato il suo ispirato messaggio su YouTube) e medioevo. Preferisco invece trattare i deliri omofobi di una telepredicatrice come una straordinaria occasione di comicità involontaria, nonché demenziale. Come non ricordare i vaneggiamenti di un altro teleprofeta, Pat Robertson, che attribuiva il coma di Ariel Sharon, alla punizione divina per aver diviso la terra d’Israele, ai tempi del ritiro dala Striscia di Gaza? Figure che riecheggiano irresistibilmente gli indimenticabili (e tutt’altro che improbabili, come si vede) Snack e Gnola di Corrado Guzzanti, telesacerdoti della “Chiesa presbite intercostale”.

Ma c’è poco da scherzare: gli inspiegabili fenomeni di moria di volatili si sono ripetuti anche qui da noi: prima a Faenza, poi a Caserta e Modena. Tortore, in quei casi. Colpa dell’educazione sessuale, senza dubbio.

Claudio Tanari

http://www.cronachelaiche.it/2011/01/mo ... dei-gay-2/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Ammerika che vai, noise che trovi

Messaggioda Iafran il 20/01/2011, 16:07

flaviomob ha scritto:Ma c’è poco da scherzare: gli inspiegabili fenomeni di moria di volatili si sono ripetuti anche qui da noi: prima a Faenza, poi a Caserta e Modena. Tortore, in quei casi. Colpa dell’educazione sessuale, senza dubbio.

Claudio Tanari

Probabilmente anche per i nostri "peccati" verso il dio al di là del Tevere (per i nostri "peccati" verso quelli al di qua o al di là dell'Indo non ci è dato sapere), certamente non per i preti-pedofili: questi sono "agnelloni" smarriti, che espieranno i loro peccati ... dopo.
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 19 ospiti

cron