Se 174 vi sembran pochi... che ne è della compianta 'capitale morale'? Che rimane della decantata 'buona amministrazione' lombarda? Della prima regione produttiva d'Italia?
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IL CASO
'Ndrangheta, maxiprocesso per 174
"Le vittime del racket non denunciano"
Annunciata per domani la richiesta di giudizio immediato. Il pm Boccassini: "Gli imprenditori
non dicono di essere vittime di episodi di estorsione e usura. Adesso dobbiamo capire perché"
Con le loro indagini hanno scoperto che la 'ndrangheta aveva la sua cupola anche in Lombardia: un organismo di vertice che coordinava gli affari e i traffici delle cosche insediate fra Milano e le città vicine. Ora i magistrati della Dda di Milano sono pronti a portarlt alla sbarra tutte assieme, con un maxiprocesso, quelle 174 persone, tra cui molti presunti boss, alcuni imprenditori e anche l'ex direttore di una Asl, che avrebbero realizzato una sorta di 'disegno unitario' di infiltrazione della mafia calabrese nella vita economica, istituzionale e politica lombarda.
Il procuratore aggiunto milanese Ilda Boccassini e i pm Paolo Storari, Alessandra Dolci e Alessandra Cecchelli inoltreranno al gip Andrea Ghinetti la richiesta di giudizio immediato per i 174 arrestati in Lombardia nell'ambito della maxi-operazione Infinito-Crimine del 13 luglio scorso, che ha colpito duro le cosche, con altri 150 arresti circa firmati dai magistrati di Reggio Calabria. Ad annunciarlo è stato lo stesso procuratore Boccassini nel corso di un incontro con la stampa. Incontro al quale hanno partecipato anche i procuratori della Repubblica di Milano e Reggio Calabria, Edmondo Bruti Liberati e Giuseppe Pignatone, i procuratori aggiunti reggini Michele Prestipino e Nicola Gratteri e due esponenti della Direzione nazionale antimafia, per rimarcare "la collaborazione molto stretta tra Milano e Reggio", che continua anche dopo gli arresti di luglio.
"L'operazione Crimine - ha rimarcato Pignatone - è l'asse attorno a cui ruota tutto il lavoro di contrasto alla 'ndrangheta del prossimo futuro. E di spunti investigativi ce ne sono tantissimi. Il problema a Milano, però, ha spiegato Boccassini, è che le vittime di estorsione e usura "continuano a non denunciare", nonostante "il fenomeno estorsivo e usuraio continui" e sia "esteso", e malgrado gli appelli lanciati a più riprese dagli stessi magistrati. Negli ultimi giorni, invece, sui giornali e in televisione, soprattutto dopo il monologo di Roberto Saviano, si è parlato molto del coinvolgimento di alcuni politici lombardi, i cui nomi si leggono nelle carte dell'inchiesta, anche se al momento non risultano indagati.
"Si chiacchiera molto, ma noi lavoriamo sui fatti", ha chiarito il procuratore Bruti Liberati, che ha voluto sottolineare anche l'importanza del dialogo con Assolombarda, alla quale i magistrati hanno chiesto assistenza per cercare di portare gli imprenditori che finiscono nella rete della 'ndrangheta fino alla denuncia. La richiesta di processo con rito immediato, con la quale si salta la fase dell'udienza preliminare, riguarda, fra gli altri, Giuseppe 'Pino' Neri e Pasquale Zappia, i due presunti boss che hanno diretto la cupola lombarda dopo l'uccisione di Carmelo Novella, boss che addirittura aveva cercato di affrancare làndrangheta lombarda dal controllo delle cosche calabresi (la posizione degli indagati per l'omicidio è stata stralciatadalle altre). Tra gli imputati, poi, tutti i capi delle 15 'locali' individuate dai magistrati tra Milano, la Brianza, Como e Pavia.
Quelli che brindavano nell'ormai nota riunione al circolo Falcone-Borsellino di Paderno Dugnano. E gli altri affiliati.
C'è anche quel Carlo Chiriaco finito in carcere quando era direttore sanitario della Asl di Pavia e che avrebbe fatto parte della 'locale' pavese: una figura emblematica, secondo gli inquirenti, del livello di penetrazione della mafia calabrese nel mondo istituzionale lombardo. Una 'ndrangheta che, come ha accertato l'inchiesta, stava per mettere le mani anche sull'Expo del 2015. Quando agli arrestati arriverà la notifica del provvedimento del gip con la fissazione del processo (è un atto quasi automatico, che non prevede decisioni da parte del giudice), avranno 15 giorni di tempo per scegliere se accedere al rito abbreviato o andare a dibattimento. Dunque, il destino giudiziario dei 174 potrebbe poi separarsi.