La Repubblica - Federico Rampini
Vade retro statalista. Cominci coll’imporre a tutti l’assicurazione sanitaria. E di questo passo prima o poi finirai con l’obbligarci per decreto a “mangiare asparagi”. E’ questo uno degli argomenti legali adoperati da Henry Hudson, giudice federale della Virginia, per bocciare la riforma sanitaria di Barack Obama come anti-costituzionale. L’universalità della copertura sanitaria, attraverso l’obbligo di assicurarsi, è un elemento centrale di quella riforma: è l’altra faccia dei controlli più stringenti imposti sulle tariffe delle compagnie assicurative.
La sentenza della Virginia non è una sorpresa clamorosa: Hudson è un giudice di destra, nominato da George Bush, e noto per essere di parte. La sua decisione non segna la morte della riforma: Obama farà ricorso, la vicenda finirà davanti alla Corte suprema (che dovrebbe pronunciarsi nel 2014 secondo le previsioni, cioè nell’anno stesso dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà).
Ma con la Virginia ci sono 20 Stati Usa che hanno dichiarato guerra alla riforma. La sentenza di Hudson esalta anche la voglia dei repubblicani di abrogare la legge sanitaria per via legislativa. L’argomento del giudice Hudson è popolare a destra: il governo federale viene visto come lo strumento di disegni “socialisti” o comunque di un Nanny-State, lo Stato governante che ti detta ogni regola di vita, mentre l’autonomia locale sarebbe il baluardo delle libertà individuali. Come la libertà di non mangiare asparagi.
La metafora degli asparagi può sembrare strana fuori dagli Stati Uniti. Ma qui la destra demonizza da tempo tutte le campagne per il “mangiar sano”, la promozione delle diete equilibrate contro l’obesità. Da Michelle Obama al sindaco di New York Michael Bloomberg, chiunque cerchi di correggere i vizi degli americani viene sospettato di avere pulsioni autoritarie, il disegno di invadere la privacy dei singoli per indottrinarli.