DAL CORRIERE:
Due mesi fa, quando Berlusconi dialogava con Veltroni, Bossi inneggiava all'autodeterminazione della maggioranza. Due mesi fa, quando Veltroni veniva ricevuto dal premier, D'Alema era scettico sull'eventualità di un accordo. È stato allora che il Senatùr e l'ex ministro degli Esteri hanno ripreso i contatti: il primo per non finire stritolato da un'eventuale intesa tra Berlusconi e Veltroni, il secondo per non restarne escluso. «È stato allora — secondo Cossiga — che D'Alema ha scelto Bossi, perché era l'interlocutore più diretto e immediato». Chissà se ha ragione il democratico Follini, secondo cui «pretendere di parlare con il capo della Lega invece che con il capo di tutto il centrodestra, è ingenuo in linea di fatto e disinvolto in linea di principio». È certo che il patto stretto ieri tra il Cavaliere e il Senatùr per far marciare in Parlamento sia il federalismo fiscale sia la riforma della giustizia, fa capire quanto sia difficile anche solo scalfire l'asse tra i due, nonostante le tensioni.
COMMENTO:
Una delle cose più importanti che deve essere chiarita nel PD è la leadership.
Questi articoli e altri fatti danno ad intendere che Veltroni è sotto attacco e non viene riconosciuto quale vera guida del PD.
Da tempo scrivo che Veltroni deve affrontare i suoi avversari e se necessario riandare alla conta tramite primarie.
Questa situazione sta rendendo il PD debolissimo e non in grado di affrontare questa DX finora compatta come non mai.
Paolo