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Tagli ai finanziamenti pubblici della cultura

MessaggioInviato: 22/11/2010, 18:02
da franz
"Basta tagli alla cultura". Più di 250 mila lavoratori del settore partecipano allo sciopero contro i tagli della Finanziaria. Chiusi cinema e teatri, fermi i set in tutta Italia.

Questo in sintesi il titolo di oggi e non serve aggiungere altro.
Settimana scorsa ne hanno parlato anche ad anno zero. Il punto che che mi ha colpito, ribadito con cifre leggermente diverse anche in un servizio al TG3 alcuni giorni dopo, è che l'assurdità dei tagli sarebbe confermata dal fatto che 1 euro investito nella cultura ne rende 6 (o 5, secondo il TG3). Che siano cinque o sei il fatto non cambia. Se fosse vero (e non lo metto in dubbio) non vedo perché questo argomento sia a favore di finanziamenti pubblici nello dello campo sviluppo, la distribuzione e la promozione di opere audiovisive (film, fiction, documentari, animazione, multimedialità) o dei teatri. Fosse vero (e credo che lo sia) dovrebbe esserci la fila di privati pronti a mettere milioni, per ottenerne cinque o sei.
Infatti nelmondo si producono migliaia di film, i quali, belli o brutti che siano (è soggettivo) sono finanziati da produttori privati. Se sono buchi nell'acqua non è lo stato che perde.

E mi pare che tutta la storia dell'arte sia stata fatta con soldi privati (benefattori o sponsor) e delle parrocchie (per le chiese ed i loro arredi). Non mi pare che lo stato abbia mai prodotto qual che cosa degno di passare alla storia.
Lo stato caso mai edifica teatri e musei, luoghi in cui si possa fare cultura e presentare lavori.
Non credo che debba finanziare artisti, registi, cantanti, ballerini.

Francamente ritengo che l'unico sostengo pubblico doveroso (e da aumentare) sia quello per garantire la protezione del patrimonio artistico, storico o archeologico nazionale e di creare stutture nuove, dove servono.
E sarebbe già tanto, visto lo stato penoso del nostro patrimonio. E non vedo anche qui perché escludere a priori i privati da questo tipo di sostegno. Come esistono banche e fondi etici, potremmo ipotizzare un fondo comune d'investimento di tipo etico finalizzato alla tutela del patrimonio, cosi' da avere tanti piccoli investitori che sostengono il partrimonio archelogico ed ottengono il loro tornaconto. Non dico il 500% ma basta anche un 5-10% per superare oggi molti bond. Altri fondi comuni di tipo etico potrebbe finanziare attività culturali. Invece oggi i finanziamenti pubblici in quel campo vanno al 70% in personale. Restauri ben pochi e mal fatti, musei nuovi li vedo solo all'estero.

Chiaro che anche le nanotecnologie sono promettenti ed immagino che 1 euro investito li' ne possa far fruttare parecchi. Non per questo lo stato investe direttamente in nanotecnologia. Al massimo promuove facoltà di ingegneria e laboratori attrezzati. Perché allora la cultura italiana (cinema, teatro, danza) chiede a gran voce soldi dallo stato?

Qui azzardo un'ipotesi. Poi mi direte se ci azzecco o faccio peccato a pensar male.
Riguarda il rapporto tra cultura e potere. Gli intellettuali sono una lobby molto forte ed il loro parere sempre ben espresso in modo forbito e completo, come si conviene ad uno che ha studiato, trova tutti i canali per essere comunicato ai 4 venti. Se qualche cosa non va un regista non deve salire con gli attori sul tetto o su una gru, come fanno invece precari e clandestini. Contemporaneamete il potere è sempre molto attento a cio' che dice il mondo della cultura. Il legame è doppio: Il potere ha bisogno di essere sostenuto dalla cultura (soprattuto nei regimi) e il mondo della cultura ovviamente vuole essere pagato per il sostegno che dà. Il sostegno dello stato, inoltre (e questa è a seconda ipotesi che faccio) non è basato sul merito. Bene o male il mercato determina il successo o meno di un artista (e sistemi come youtube stano a dimostrare che nel campo audiovisivo ci si puo' affermare nel mondo anche senza soldi dello stato, basta essere bravi anche se si è sconosciuti) e con le nuove tecnologie si possono fare ottime cose anche con pochissimi fondi. Ho come il sospetto che allora i finanziamenti dello stato vadano, invece che a salvare pompei e costruire strutture museali nuove, ad alimentare una pletora di questuanti di dubbia qualità ma appartenenti ad una lobby piu' forte di altre. In fondo quelli bravi i soldi li trovano oggi, come li trovavano nel rinascimento, quando Bondi ancra non c'era.

Noi invece siamo riusciti, per finanziare la cultura, ad inventare una tassa su un gioco d'azzardo (tra l'altro di tipo "non equo") come il superenalotto. In pratica si tassa l'ignoranza per finanziare la cultura. Grottesco.

Franz

Re: Tagli ai finanziamenti pubblici della cultura

MessaggioInviato: 23/11/2010, 23:41
da flaviomob
Nelle epoche storiche del passato le signorie che finanziavano le opere d'arte (o i papi e i vescovi) costituivano l'autorità più potente nel territorio, mentre lo stato moderno quale da noi concepito è arrivato molto più tardi, in Italia, rispetto ai secoli del nostro massimo splendore artistico.
Quando Bach divenne kantor della chiesa di San Tommaso a Lipsia dovette essere valutato dal consiglio comunale della città, che lo nominò solo in seguito alla rinuncia di altri candidati, con la dichiarazione di un consigliere secondo cui "dal momento che non si poteva ottenere il meglio, si doveva accettare una soluzione mediocre".
Da allora, Bach è stato considerato il padre della musica tedesca, in Germania viene anche definito "il quinto evangelista" per la profondità e la bellezza della sua musica sacra, tutti i grandi musicisti dopo di lui lo hanno considerato maestro assoluto.

Re: Tagli ai finanziamenti pubblici della cultura

MessaggioInviato: 28/11/2010, 15:16
da franz
flaviomob ha scritto:Nelle epoche storiche del passato le signorie che finanziavano le opere d'arte (o i papi e i vescovi) costituivano l'autorità più potente nel territorio, mentre lo stato moderno quale da noi concepito è arrivato molto più tardi, in Italia, rispetto ai secoli del nostro massimo splendore artistico.
Quando Bach divenne kantor della chiesa di San Tommaso a Lipsia dovette essere valutato dal consiglio comunale della città, che lo nominò solo in seguito alla rinuncia di altri candidati, con la dichiarazione di un consigliere secondo cui "dal momento che non si poteva ottenere il meglio, si doveva accettare una soluzione mediocre".
Da allora, Bach è stato considerato il padre della musica tedesca, in Germania viene anche definito "il quinto evangelista" per la profondità e la bellezza della sua musica sacra, tutti i grandi musicisti dopo di lui lo hanno considerato maestro assoluto.

Ulteriore riprova che i finanziamenti statali centrali non servono e fanno solo danni e che quelli locali (privati illuminati oppure comuni) possono dare tutto sommato risultati buoni.
Non mi pare che Picasso o Monet siano diventati famosi grazie a finanziamenti pubblici.
Idem per Giotto, Caravaggio, Michelangelo, Dante.
Ogni artista vende le sue opere a privati (individui o gruppi) oppure le mette a disposizione della comunità.
Poi ci sono i furbetit del quartierino anche nel campo della cultura. Come in ogni campo.

Franz

Re: Tagli ai finanziamenti pubblici della cultura

MessaggioInviato: 28/11/2010, 17:50
da flaviomob
Rieccola, l'idealizzazione... :)