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...e le praterie del Cavaliere?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda matthelm il 11/11/2010, 14:30

Come mai nessuno prova a entrare nelle praterie del Cavaliere?

L' urlo da stadio che, alla convention di Bastia Umbra, ha accolto il licenziamento in tronco del Cavaliere da parte di Gianfranco Fini, è sembrato simile al rito selvaggio del parricidio. Non che nel discorso del leader futurista fossero mancati i temi corposi e la logica razionale della politica, ma Fini è apparso non di meno intenzionato a cavalcare gli umori iconoclasti del suo popolo. Con la conseguenza che ulteriori truppe si sono aggiunte non tanto - o non soltanto - all' opposizione parlamentare, quanto piuttosto al fronte dell' antiberlusconismo. Il problema è che quel fronte appariva, già prima dell' ingresso dei finiani, particolarmente affollato. Dalla sinistra comunista ai socialdemocratici del Pd e al prudente Casini, non esiste forza politica di opposizione che, nel corso di oltre quindici anni di radicalizzazione dello scontro politico, non sia stata risucchiata dall' incendiaria strategia ad personam di Antonio Di Pietro. È in questo recinto ideologico che oggi irrompono gli uomini di Futuro e libertà e il meno che si possa dire è che, sul piano della guerra al tiranno, troveranno molti e agguerriti competitori. Ma quel che appare ancor più sorprendente è che nessuno, compreso il sobrio leader dei democratici, sembra intenzionato a fare campagna acquisti non già nel territorio ingolfato dell' antiberlusconismo, ma nelle praterie del berlusconismo. Ovvero in quelle aree di opinione che, comprensibilmente, reagiscono alle bordate contro il proprio leader rinserrando le file e scivolando nella sindrome identitaria dell' assedio. Sono pochi e timidi i tentativi di entrare in contatto politico e, prima ancora, emotivo con il vasto elettorato del premier, superando il consueto modello della demonizzazione e cercando così di oltrepassare steccati altrimenti chiusi a doppia mandata. E non è un caso che quei tentativi provengano da leader atipici come Matteo Renzi o lo stesso Nichi Vendola, i quali si sforzano di riempire con nuovi contenuti la loro proposta politica e, al tempo stesso, appaiono propensi a ridimensionare il chiodo fisso del Grande Malato. Eppure, diversamente da quanto credono le opposizioni, è la stessa traiettoria declinante del premier carismatico a mettere al centro della politica il doppio problema di un berlusconismo tuttora solido, con cui fare finalmente i conti, e di un antiberlusconismo che appare invece agli sgoccioli. Logica vuole che l' uscita di scena del Cavaliere (quando accadrà) metterà in palio il ricco premio costituito dai suoi molti sostenitori, togliendo simmetricamente ogni ragion d' essere alle centurie della guerra totale. Dunque sarà decisivo avere nel frattempo costruito un qualche canale di comunicazione con quel popolo tenace, con le sue ragioni profonde, i suoi valori, la sua cultura, perfino la sua psiche. La sostituzione di un sistema di consenso di massa e di una leadership forte è sempre stata fenomeno tra i più complessi, che richiede particolare intelligenza politica. All' indomani della caduta di Mussolini, i partiti democratici dovettero porsi il problema di un' opinione pubblica che, pur attraverso l' esperienza terribile della guerra, si era lungamente identificata con il regime e con il suo capo. Tra i meriti della Dc di De Gasperi e del Pci di Togliatti, vi fu la consapevolezza che la nuova Italia antifascista avrebbe dovuto farsi carico di quel che restava - e non era poco - dell' Italia fascista. Mezzo secolo più tardi, sarà proprio Silvio Berlusconi a recuperare pezzi consistenti di un' opinione pubblica che si era identificata con i partiti della Prima Repubblica e che, dopo il trauma di Mani Pulite, appariva disorientata, intimidita, rancorosa. Alla sua corte, com' è noto, sarebbero arrivati molti craxiani e democristiani. Non soltanto esponenti politici, ma gente comune, elettori. Nel clima di guerra civile che talvolta si respira nel Paese, simili strategie possono apparire camaleontesche o trasformistiche. Ma così non è. La politica ha il dovere di capire i fenomeni popolari che coinvolgono le comunità. Fabbriche del fango e ghigliottine non convengono a nessuno, se non a chi ne fa un mestiere, e questo, naturalmente, non è il caso dei grandi partiti.
Macry Paolo (Corriere della Sera)
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda Iafran il 11/11/2010, 15:45

- L'opinione degli altri fa sempre comodo, anche se prevedibile
- Se li hai conosciuti li eviti, se non li eviti vuol dire che sarai evitato da chi ha conosciuto gli altri (fino a quando la memoria regge).
(proverbi unni, forse)

Come si fa a riconoscere dignità e rispetto delle leggi a chi fischiava i senatori a vita della Repubblica Italiana che presenziavano le aule Parlamentari (e anche fuori)?
Con quale sfacciataggine un partito accoglierebbe un "reduce del fronte opposto" in battaglie politiche scorrette oltre la decenza? Con quale faccia presenterebbe ai propri elettori lo sfegatato sostenitore di un premier, vergogna di tutti gli italiani?

Le monetine si sarebbero esaurite una quindicina di anni fa, ma questi seguaci del "capo" hanno consegnato altri salvadanai ai cittadini italiani, i quali non avendo proprio che metterci dentro aspettano di restituirli ... vuoti il più velocemente possibile.
E' ora che si cominci qualcosa di nuovo veramente ... non scordandoci del passato e di quel che ci hanno fatto passare.
"La politica ha il dovere di capire i fenomeni popolari che coinvolgono le comunità", senz'altro, ma anche di fare una netta distinzione fra le opportunità e l'opportunismo, fra la realtà e le prese per il culo, fra l'oro e le cose che luccicano, fra le persone oneste e i ladri.

Comunque, le persone perbene sono dappertutto, sono le meno appariscenti e/o vengono volutamente sottoesposte.

I "grandi politici", non sono mai stati abbastanza in Italia.
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda matthelm il 11/11/2010, 20:32

Come al solito... arranco nel seguire questi ragionamenti.
C'è scritto nell'articolo proposto, tra le altre cose:
Sono pochi e timidi i tentativi di entrare in contatto politico e, prima ancora, emotivo con il vasto elettorato del premier, superando il consueto modello della demonizzazione e cercando così di oltrepassare steccati altrimenti chiusi a doppia mandata

allora cosa c'entrano i voltagabbana, i traditori ecc.

Se si vogliono vincere le elezioni una parte dell'elettorato del centrodestra deve cambiare le proprie preferenze.
Certo che , come dice sempre ranvit, di qua ci sono certi "puri e duri", si fa per dire, non vinceremo mai.
I voti li intercetterà qualcun altro. Indovina chi?
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda Iafran il 11/11/2010, 20:40

Come al solito ... mi viene il mal di pancia nel seguire questi ragionamenti.
Che bello il nuovo che sostituisce i beluscones ... con loro stessi!
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda matthelm il 11/11/2010, 21:18

E' importante, direi fondamentale, che non ci siano quelli..che dicevo prima... e il mal di pancia passerà come per incanto.
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda flaviomob il 12/11/2010, 2:02

Eppure tutta questa voglia di 'centrismo'.... forse porta a qualche distorsione della memoria collettiva... I signori Fini e Casini hanno garantito la sopravvivenza politica del Cavaliere fino a ieri... o ieri l'altro... E in ogni caso l'UDC non si è schierata in un fronte unico con le altre opposizioni, in un sistema bipolare o comunque con un premio di maggioranza consistente. Inoltre i signori UDC hanno appoggiato un pezzo da novanta come Cuffaro e tutta quell'area politica ha sempre storicamente colluso volentieri con la mafia siciliana (e talvolta anche con le altre). Persino la chiesa, riuscire in qualche modo a giustificare una barzelletta con bestemmia finale del nostro eroe, ora in declino... No io non mi fido più di nessuno, a dirla tutta. Si deve proprio fare un ricambio totale, non solo generazionale. Aria nuova. Ma nel paese dei gattopardi, quanti si spacceranno per nuovo quando sono solo gli ennesimi trasformisti? Ci fidiamo di quelli che lasciano la nave, marcia, quando sta affondando? Bah...


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda ranvit il 12/11/2010, 11:26

Nessuno di noi ha voglia di centrismo, ma qua il problema è mandare a casa Berlusconi! Ad ogni costo!

Mi rendo conto che per molti di voi poi non ci sarebbe piu' trippa per gatti....oddio, so bene che vi lamentereste sempre con tutti e di tutto....persino con un governo di stra-sinistra con Vendola, Diliberto, Bertinotti etc
Ma, si dà il caso che molti tra cui io la pensiamo diversamente. E siamo in maggioranza.
Rassegnati/evi!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda Iafran il 12/11/2010, 14:41

ranvit ha scritto:Mi rendo conto che per molti di voi poi non ci sarebbe piu' trippa per gatti....oddio, so bene che vi lamentereste sempre con tutti e di tutto....persino con un governo di stra-sinistra con Vendola, Diliberto, Bertinotti etc
Ma, si dà il caso che molti tra cui io la pensiamo diversamente. E siamo in maggioranza.
Rassegnati/evi!

Ci sono quelli che si contentano di quel che passa il convento (fosse anche trippa per gatti!) e quelli che vogliono migliorarlo (e non sono la maggioranza, altrimenti si starebbe meglio!).
Qualcuno, infatti, è "rassegnato" (ha già "l'acquolina in bocca", per l'aria che tira) ... "all'uovo oggi"!
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda Iafran il 12/11/2010, 16:27

(In aggiunta al post precedente)

A dire che la filosofia per i Paesi in via di sviluppo considera questa massima: "Non offrite pesci. Offrite piuttosto rete e lenza e insegnate a pescare".
Gli italiani, che sono già "sviluppati", debbono pensare edonisticamente solo all'oggi! (E c'hanno pure ragione, questi "poveri figli di mamma": venite venite, che mamma vi dà l'uovo fresco di giornata, che mo' è sceso pure di prezzo)
Ma la popolazione italiana non è ancora agli standard europei ...?
Gli standard europei?
Gli standard europei ... ci fanno un baffo!
(in altre parole: "Voi e la vostra sinistra ... ve ne dovete andare!)
Che si può dire? Grazie, del gentile invito ... ma ne riparleremo in seguito!
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Re: ...e le praterie del Cavaliere?

Messaggioda Iafran il 13/11/2010, 0:07

matthelm ha scritto:Se si vogliono vincere le elezioni una parte dell'elettorato del centrodestra deve cambiare le proprie preferenze.
Certo che , come dice sempre ranvit, di qua ci sono certi "puri e duri", si fa per dire, non vinceremo mai.
I voti li intercetterà qualcun altro. Indovina chi?

matthelm, ai tuoi occhi apparirò un idealista ingenuo e, senz'altro, lo sono, ma non si può fare come si fa con una mandria di pecore o con una muta di cani da slitta che si agisce sul capobranco per dirigere il gruppo!
E' indubbio che dovendo procedere a scegliere i nostri candidati (non so, poi, con quale modalità) può succedere che qualche "buono" lo si trova in ogni direzione (Follini, Formentini lo testimoniano).

La realtà di una certa Italia, forse, ti darà ragione, ma per me una piramide si costruisce partendo da una larga base (i cittadini) per poi culminare con un'unità (il candidato), viceversa (come si è sempre fatto e si farà) ci sarà sempre qualche inconveniente (dal voltagabbana al bramoso di far parte della "casta": lo abbiamo visto o constatato a nostre spese).

Non mi basta che il Cs vinca le elezioni (lo siamo stati due volte con Prodi e sempre con mandati incompleti), desidererei che fosse vincente per una proposta politica coinvolgente e per la partecipazione attiva della maggioranza dei cittadini.
E' un sogno! ... infatti mi ritrovo ad essere fortemente deluso e senza alcun entusiasmo!
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