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Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

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Messaggioda pierodm il 31/10/2010, 11:12

Scalfari - ...È stato messo in moto un vero e proprio processo di diseducazione di massa che dura da trent'anni avvalendosi delle moderne tecnologie della comunicazione e deturpando la mentalità delle persone e il funzionamento delle istituzioni.
...La cosa sorprendente e stupefacente non è nella pervicacia con la quale Berlusconi resta aggrappato alla sua poltrona e neppure la solidarietà di tutto il gruppo dirigente del suo partito e della sua Corte, che fa quadrato attorno a lui ben sapendo che la sua uscita di scena sarebbe la rovina per tutti loro. La cosa sorprendente è che - sia pure con segnali di logoramento e di sfaldamento - ci sia ancora quella certa Italia il cui consenso nei suoi confronti resiste di fronte alla grottesca evidenza di quanto accade. Questo è l'aspetto sorprendente, anzi sconvolgente, che ci dà la misura del male che è stato iniettato e coltivato nelle vene della società e questo è il lascito, il solo lascito, di Silvio Berlusconi.


Questo brano lo cito per inserirlo nel discorso - che alcuni non vogliono proprio accettare - sulla democrazia di massa e sul peso che ha avuto negli ultimi vent'anni la deriva televisiva e pubblicitaria.

Stille - ...Molti anni fa, nello stato del Texas, ho incontrato un gruppo conservatore che si chiamava Citizens for a Sound Economy (Cittadini per un’Economia Sana) che lavorava contro programmi governativi per la regolamentazione dell’ambiente a favore di soluzioni di mercato; il Citizens era perfino attivo nella lotta per cambiare il contenuto dei libri di scuola nello stato del Texas, per esaltare appunto nei testi scolastici soluzioni di mercato piuttosto che governative di vari problemi, dall’inquinamento alla povertà.
Allora mi ero chiesto da dove era venuto il gruppo Citizens For a Sound Economy? Ora, con la pubblicazione di un ottima inchiesta pubblicata dalla giornalista Jane Mayer sul settimanale New Yorker, ho scoperto che il Citizens For a Sound Economy è stato finanziato quasi esclusivamente dalla famiglia Koch, proprietari di Koch Industries, che qualcuno ha definito “la più grande compagnia di cui non avete mai sentito parlare”. Koch Industries lavora nel settore del petrolio e dell’energia ed è detenuta da David e Charles Koch, la cui fortuna personale è pari a circa trentacinque miliardi di dollari; una ricchezza superata soltanto da quelle del capo della Microsoft Bill Gates e dal grande finanziere Warren Buffet.
Un altro gruppo fondato dai Koch, che si chiama Americans for Prosperity, ha aiutato a finanziare molti dei gruppi del cosiddetto Tea Party, che descrivono Barack Obama come “il presidente più radicale della nostra storia ad occupare la Casa Bianca,” con l’obiettivo segreto di “prendere possesso della nostra economia e delle nostre vite”. Come ha detto un consulente repubblicano citato nel pezzo della Mayer, parlando del Tea Party: “I fratelli Koch hanno dato i soldi e l’hanno fondato: e come se avessero seminato il campo. Poi arriva la pioggia, e le rane che escono dal fango sono i nostri candidati”.
I Koch non sono però dei Repubblicani tradizionali: sono libertari, e quindi contro qualsiasi intervento governativo, ad eccezione dei servizi più elementari. Charles Koch ha fatto un primo tentativo di entrare direttamente in politica presentandosi come il candidato per la vice presidenza del “Partito libertario” nel 1980, quando la piattaforma era molto radicale: fine dei programmi sociali, abolizione della FBI e della CIA, chiusura dei ministeri regolatori come il dipartimento dell’energia e o la CCS (che sarebbe l’ente americana della CONSOB). Il libertarismo non ha però mai avuto un seguito molto alto, e in quelle elezioni il partito ottenne solo l’1% nelle elezioni.
A quel punto i fratelli Koch hanno deciso che bisognava lavorare in un modo diverso per cambiare il dibattito politico, attraverso il finanziamento di think-tanks, istituti di ricerca apparentemente indipendenti. Fondarono per esempio il CATO Institute, un grande think-tank di Washington, che propone la visione libertaria ma che finanzia studi economici. Hanno anche fondato un istituto di ricerca nell’università George Mason in Virginia, che gode di un certo prestigio nel mondo accademico per le sue ricerche economiche, seppur fortemente controllato dai fratelli Koch. Il Wall Street Journal ha scritto che era “l’istituto di ricerca più importante di cui non avete sentito parlare” e ha notato che 14 dei 23 regolamenti economici che il Presidente George W. Bush voleva eliminare erano stati suggeriti da studiosi dell’Istituto.
Secondo un libro sui Koch, la breve esperienza di Charles in politica lo ha spinto alla conclusione che i politici sono soltanto “attori che recitano un copione”, mentre lui voleva fornire i temi e le parole per quel copione, per fare ciò che era necessario a “influenzare le aree dove le idee politiche nascono e fermentano”. Quindi il mondo universitario e gli istituti di ricerca.
Questo tipo di attività è diventato molto più importante per le elezioni del Congresso della settimana prossima. Infatti, una decisione recente della Corte Suprema americana, anzi dei suoi cinque membri Repubblicana, ha stabilito che le corporazioni possono contribuire alle campagne elettorali del paese senza limiti; i giudici della Corte Suprema hanno spiegato che le leggi per cercare di ridurre la loro influenza eccessiva sono anticostituzionali, perché le corporazioni devono godere degli stessi diritti di espressione di un individuo singolo. La Corte ha anche stabilito che corporazioni o individui ricchi possono supportare campagne elettorali senza mai rivelare la fonte dei finanziamenti degli spot messi in onda. Per questo negli ultimi giorni assistiamo a una moltitudine di campagne pubblicitarie quasi esclusivamente dedicate ad attaccare i candidati democratici, finanziati da non si sa chi. Anche sindacati o altri gruppi legati al partito democratico possono fare altrettanto, ma i soldi di cui dispongono sono minori.
Spiegare tutto ciò non è un alibi o una scusa per spiegare la probabile sconfitta dei Democratici nelle elezioni della settimana prossima; però sono un elemento importante per capire il quadro politico attuale. Un dibattito politico nel quale le idee libertarie piuttosto radicali, considerate in passato come troppo estremiste, dominano ora il dibattito politico. Assieme a gruppi ben finanziati e al malessere reale del pubblico americano è una combinazione molto potente. Soprattutto se si aggiungono gli errori di Obama e dei Democratici che tratterrò in un post successivo.


Questo brano, invece, lo inserisco nel discorso sul liberismo e sullo statalismo: vogliamo parlare della strana idea per cui certe posizioni della destra estremistica americana, del genere assai discutibile illustrato nell’articolo, dovrebbero diventare l’ideologia di una coalizione “democratica” , o peggio, di una coalizione di centro-sinistra “riformista”?
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Re: Articoli

Messaggioda pianogrande il 31/10/2010, 23:00

OK.
il mercato è una lotta, una selezione naturale dove vince il migliore?
Noi poveri cristi cerchiamo di difenderci coalizzandoci e mettendo insieme le nostre piccole forze per creare una forza più grande della nostra misera individualità.
Possiamo anche togliere di mezzo gli ideali di socialità e quant'altro e parlare semplicemente del nostro sporco interesse.
L'interesse della gente normale è di stare unita e combattere (lottare?) per stare meglio e/o difendere quello che ha come ambiente in cui vivere, come beni materiali e come diritti.
Con questo potrei essere quello che vi pare ma i metodi di noi peones non possono cambiare nemmeno se giriamo a frittata verso il mercato più libero.
L'individualismo fa il bene di pochi.
Mi considero un democratico, nel senso che voglio che stia bene il popolo e non solo quattro farabutti che del popolo vogliono approfittare.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Articoli

Messaggioda pierodm il 01/11/2010, 13:33

Piano, perché credi che abbia citato proprio l'articolo di Stille?

In quell'articolo c'è la risposta ad una domanda sottintesa - per chi vuole intendere - in quasi tutti i nostri ragionamenti, nelle nostre esternazioni, simili a quella che tu hai appena fatto qui: che potere abbiamo? Che potere abbiamo di consocere davevro come stiano le cose? Di poterci formare le nostre idee e di farle conoscere?

L'articolo di Stille offre un barlume, un accenno di verità su cosa possono e come agiscono certi poteri - poteri reali, non quelli scritti sulla carta e relegati nella retorica di un'incerta "democrazia".
Quando noi tutti - in anni in cui sembrava normale - assistevamo al film di Monicelli, ridevamo amaro alla famosa frase del Marchese del Grillo: "Io so' io, e voi non siete un cazzo", come si ride amaro in genere di fronte ad un pericolo scampato, all'aspetto di un'epoca della quale ancora si sente l'odore ma dalla quale siamo fuori. Siamo salvi, pensavamo, in fondo.

E invece no. Il Marchese del Grillo era un artigiano di fronte alla manipolazione industriale della democrazia di massa, e noi siamo la versione appena modernizzata del carbonaio Gasperino: messi peggio di lui, perché lui era un ignorante alcolizzato, che nemmeno si rendeva conto di essere un pupazzo nelle mani di chi aveva il potere, mentre noi - come disse Manfredi in un film di Luigi Magni - siamo fregati "perché noi c'avemo er core", noi c'avemo la coscienza e la consapevolezza, e l'illusione, di essere depositari di un diritto che poggia sul potere della cultura e del diritto.
"Voi non siete un cazzo" oggi nessuno è così ingenuo, e così sincero, da dirlo apertamente: non è politicamente corretto, e nemmeno opportuno.

E poi non è vero: in democrazia i Gasperino contano, in quanto elettori.
L’invettiva del Marchese la riscrive, in prosa più moderna, lo sceneggiatore di un altro film, del quale non ricordo né titolo né interpreti: un uomo di potere discute col figlio – uno “sciocco idealista”, evidentemente – e ad un certo punto si avvicina ad una finestra, invita il figlio a fare altrettanto, gli indica la gente che affolla la strada sottostante: “Vedi – gli dice – molta di quella gente sa che io sono un delinquente, ma a me non importa: a me basta che ci sia abbastanza gente convinta del contrario”.
Questa è allo stesso tempo il paradosso e la realtà delle moderne democrazie. La loro essenza e il loro costante fattore di crisi, sul quale bisognerebbe esercitare sempre un controllo,: ma in realtà a molti questo interessa assai poco.
Pochi giorni fa ho citato un altro articolo, sempre riferito agli USA, che poneva tuttavia un problema valido ovunque e più che mai da noi, e s’intitolava alla “pancia” dell’opinione pubblica: l’interesse, il riscontro che ha suscitato è stato scarsissimo, forse perché dà più soddisfazione – pur ammettendo una sostanziale verità del problema – metterlo da parte, fingendo che non ci sia, per potersi dedicare alla discussione di problemi più specifici.
E poi, più semplicemente, chi ha voglia di sentirsi un Gasperino il carbonaio?
E chi è disposto ad ammettere di “non essere un cazzo”?
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Re: Articoli

Messaggioda Stefano'62 il 01/11/2010, 15:09

pianogrande ha scritto:OK.
il mercato è una lotta, una selezione naturale dove vince il migliore?
Noi poveri cristi cerchiamo di difenderci coalizzandoci e mettendo insieme le nostre piccole forze per creare una forza più grande della nostra misera individualità.

Che poi è il senso del comunismo,quello vero,quello originario e spontaneo,non la maschera per le tirannie.
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Re: Articoli

Messaggioda franz il 01/11/2010, 16:30

Stefano'62 ha scritto:Che poi è il senso del comunismo,quello vero,quello originario e spontaneo, non la maschera per le tirannie.

Vero o finto che sia questo comunismo, ci si dimentica troppo spesso della valanga di finanziamenti che in Europa i partiti comunisti (anche loro veri o finti non lo discuto) hanno ricevuto da quelle che tu citi come tirannie. È sicuramente vero che ricchi magnati americani hanno finanziato Citizens For a Sound Economy e Americans for Prosperity, come anche università private e luogi di studio, think tanks, movimenti e quant'altro.
Ma non è certo stato l'unico flusso di denaro che ha influenzato le democrazie nel mondo. La caduta del muro e la conseguente apertura degli archivi sovietici ha consentito di poter stimare il totale (dal dopoguerra alla fine del comunismo) in 12 miliardi di dollari, distribuiti in una dozzina di paesi capitalisti. Questo senza considerare la Cina ed i i 150 miliardi di dollari che si dice fossero patrimonio segreto del partito comunista sovietico (fuori dai conti dello stato) e che sarebbero stati trasferiti nel 1990 in occidente. Tutta questa mole di denaro si è trasformata in stampa e propaganda, in demagogia e populismo. Magari meno televisiva ma altrettanto efficace.

Caduto il muro è venuto meno il flusso di finanziamenti propagandistici da Mosca e Pechino mentre è rimasto attivo quello (credo mille volte inferiore) verso i think tank liberali, le organizzazioni religiose (pensate a CL). Stille scrive "Spiegare tutto ciò non è un alibi o una scusa per spiegare la probabile sconfitta dei Democratici nelle elezioni della settimana prossima; però sono un elemento importante per capire il quadro politico attuale. " Mi chiedo se invece il quadro politico di 30 anni fa fosse spiegabile (o inspiegabile) con il diverso bilanciamento degli investimenti propagandistici. C'erano. Sicuramente influivano. Vedo una certa sproporzione. Citizens For a Sound Economy aveva 16'000 aderenti ad un bilancio di 638'000 dollari. Se tanto mi da tanto, Mosca doveva spendere mille volte di piu' per tentare di riequilibrare la situazione. Anche per questo hanno dovuto arrendersi.

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Re: Articoli

Messaggioda Loredana Poncini il 01/11/2010, 17:58

Una curiosità. Franz: ribadendo i propri pensieri nei forum, pensi che politicamente ciò conti qualcosa ?
Che l'unione faccia la forza, nel caso degli individui di fronte al capitale, è vero o falso ?
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Re: Articoli

Messaggioda pierodm il 01/11/2010, 18:25

Che poi è il senso del comunismo,quello vero,quello originario e spontaneo,non la maschera per le tirannie

Stefano, ma che ti è venuto in mente, di citare il comunismo?
Non ti sei reso conto che avresti scatenato la reazione di Pavlov da parte di Franz, e che dall'America e dal Tea Party saremmo precipitati d'un colpo al Kremlino e a Baffone?
Comunque sì, va bene, anche i miliardi dell'URSS cicolavano nel mondo: chi ha mai detto il contrario? Questo cambia le cose circa la vulnerabilità e la retorica della "pubblica opinione" nelle democrazie?
Perché - se non si è capito - questo è il problema che abbiamo.

Franz non ha ancora capito che non ha di fronte, come interlocutori, dei pasdaran del KGB o del sovietismo - attuali o passati - verso i quali esercitare un'ossessiva campagna di contenimento, una contrapposizione, o meglio una contro-informazione: più di una volta gli ho ricordato come sia proprio lui che appartiene alla schiera dei "pentiti", un tempo - forse, chissà, probabilmente -sostenitori delle magnifiche virtù del sol dell'avvenire proveniente dall'Est.
Non possiamo stare sempre qui, inchiodati su questa mattonella dalla necessità di Franz di esorcizzare i fantasmi del proprio passato.

E poi, caro Stefano, devo dire che non sono proprio d'accordo con il tuo richiamo al comunismo: il senso di solidarietà e di unità contro i meccanismi del potere classista sono stati caratteristici della sinistra e dei progressisti, per un secolo e mezzo, ma non ne sono patrimonio esclusivo. Nonostante la marea montante del pensiero unico neo-liberista, quelle prospettive di controllo e di critica democratici appartengono anche al pensiero e alla prassi liberali: anzi, poiché le istituzioni repubblicane sono sempre state di matrice liberale, una riflessione critica sulla democrazia e le sue istituzioni sono parte integrante della politica liberale.
Il fatto che per molto tempo tale riflessione critica sia stata esercitata da posizioni di sinistra non significa in alcun modo che il liberalismo sia esentato da questa necessità, da questo dovere intelelttuale, ma significa semmai - cosa che io sostengo da molto tempo - che la storia delle democraziae occidentali è un intreccio, un'integrazione tra il pensiero liberale e quello socialista.
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Re: Articoli

Messaggioda franz il 01/11/2010, 18:43

pierodm ha scritto:Stefano, ma che ti è venuto in mente, di citare il comunismo?
Non ti sei reso conto che avresti scatenato la reazione di Pavlov da parte di Franz, e che dall'America e dal Tea Party saremmo precipitati d'un colpo al Kremlino e a Baffone?
Comunque sì, va bene, anche i miliardi dell'URSS cicolavano nel mondo: chi ha mai detto il contrario? Questo cambia le cose circa la vulnerabilità e la retorica della "pubblica opinione" nelle democrazie?
Perché - se non si è capito - questo è il problema che abbiamo.

Non cambia ma ristabilisce tutti gli aspetti del problema, visto che dai testi citati appariva, da 30 anni a questa parte, una spinta deformativa a senso unico. Ci sono mille spinte informative pilotate attivamente che influiscono sulla "pubblica opinione", non solo la famiglia Koch. Ci sono per esempio religioni e fedi, movimenti ideologici, dogmi. Anche il petrolio arabo muove miliardi.
La vera vulnerabilità pero' è legata al livello di ignoranza delle famose pance.
Ma visto il problema (vulnerabilità e la retorica della "pubblica opinione" nelle democrazie) dove sta la soluzione?
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Re: Articoli

Messaggioda Stefano'62 il 01/11/2010, 19:03

pierodm ha scritto:Che poi è il senso del comunismo,quello vero,quello originario e spontaneo,non la maschera per le tirannie

Stefano, ma che ti è venuto in mente, di citare il comunismo?
Non ti sei reso conto che avresti scatenato la reazione di Pavlov da parte di Franz, e che dall'America e dal Tea Party saremmo precipitati d'un colpo al Kremlino e a Baffone?

Oooops, :D scusate.
Comunque io mi riferivo alle prime forme di aggregazione (originario e spontaneo),non alla politica contemporanea.

Tornando on topic,sono convinto che OGNI tipo di ingerenza di parte serva solo a distorcere in modo particolaristico quelle che sono le finalità per cui un gruppo di individui si organizza,azzoppando la democrazia
franz ha scritto:..... dai testi citati appariva, da 30 anni a questa parte, una spinta deformativa a senso unico. Ci sono mille spinte informative pilotate attivamente che influiscono sulla "pubblica opinione", non solo la famiglia Koch. Ci sono per esempio religioni e fedi, movimenti ideologici, dogmi. Anche il petrolio arabo muove miliardi......Franz

Appunto,sono d'accordo.
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Re: Articoli

Messaggioda flaviomob il 02/11/2010, 1:24

...4) Fattore Truman
Quanti quotidiani si vendono ogni giorno in Italia, se escludiamo quelli sportivi? Cinque milioni. Quanti italiani entrano regolarmente in libreria? Cinque milioni. Quanti sono i visitatori dei siti d’informazione? Cinque milioni. Quanti seguono Sky Tg24 e Tg La7? Cinque milioni. Quanti guardano i programmi televisivi d’approfondimento in seconda serata? Cinque milioni, di ogni opinione politica. Il sospetto è che siano sempre gli stessi. Chiamiamolo Five Million Club. È importante? Certo, ma non decide le elezioni. La televisione – tutta, non solo i notiziari – resta fondamentale per i personaggi che crea, per i messaggi che lancia, per le suggestioni che lascia, per le cose che dice e soprattutto per quelle che tace. E chi possiede la Tv privata e controlla la Tv pubblica, in Italia? Come nel Truman Show, il capolavoro di Peter Weir, qualcuno ci ha aiutato a pensare...

da
http://www.corriere.it/politica/10_otto ... aabc.shtml

****
Pensierino personale
A me continua a non tornare una cosa. Ogni volta che si tira in ballo il vecchio sistema centrato sulla Russia sovietica e i suoi satelliti, si cerca di denigrare una posizione (in questo argomento, quella di Piero) che sottolinea una patologia involutiva del consesso democratico. E' come se uno scrivesse: "i broccoli che ho nel frigo hanno fatto la muffa" e Franz, in automatico, replicasse descrivendo il processo di putrefazione dell'ammanita falloide, sostenendo che è stato un bene, che era velenosa, mortale, etc. etc.
E' un po' surreale che chi non ha mai pensato realisticamente, in vita sua, di assaggiar boccone del famigerato fungo, si trovi poi nella condizione di dover ribadire il proprio pensiero: "ohibò, ma se l'ammanita falloide s'è ormai putrefatta e chi l'assaggiava o s'è pentito o s'è inguaiato, perché mai io dovrei - di conseguenza - mangiarmi il broccolo ammuffito e star male pure io senza dir nulla?"


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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