Stasera, alla trasmissione Otto e Mezzo sulla 7, c'erano la Mafai, Buttiglione e Fava.
Si parlava del congresso della sinistra di Vendola, alla quale appartiene Fava.
Sia la Mafai, sia Fava erano sostanzialmente d'accordo che il lungo discorso di Vendola al congresso fosse stato un "bel discorso", a tratti perfino poetico, carismatico.
La Mafai, però, non lo condivideva politicamente, in quanto lo giudicava poco concreto e poco in sintonia con i tempi.
Buttiglione, invece, più che poetico e carismatico lo giudicava pieno di buoni propositi tanto condivisibili in teoria quanto ovvii. Ovvii e pricolosi, e qui Buttiglione tornava direttamente a bomba sulla pericolosità delle utopie, della politica intesa come religione civile e tendenzialmente totalitaria, con tutti i soliti riferimenti allusivi al socialismo reale, etc etc.
In sostanza, una serie di chiacchiere, umanamente nostalgiche di un tempo ormai finito e perciò vuote di senso, e per di più pericolose.
Da notare che Fava ha dialogato molto serenamente con la Mafai, pur essendo i due in disaccordo sul piano strettamente politico, mentre il confronto con Buttiglione si è fatto subito più spigoloso, e Fava - abitualmente molto calmo e moderato - ha mostrato chiari segni di insofferenza per la piega oggettivamente assai antipatica che assumeva il discorso di Buttiglione.
Nell'assistere a questi dialoghi non ho potuto fare a meno di pensare - oltre che a qualche discorso vissuto dal vivo in questi mesi - anche alla situazione che si verifica in questo forum.
Alle posizioni ed idee espresse da me e da qualche altro, e a quele non espresse ma presunte più o meno correttamente - che possiamo assimilare al discorso di Vendola - ci sono due tipi di reazioni, esattamente come nella trasmissione di stasera: quelle di chi non è d'accordo, spesso per le stesse ragioni della Mafai, ma ne riconosce i lati positivi e la piena legittimità intellettuale, e quelle simili ai discorsi di Buttiglione.
Ebbene, le differenze di opinione e di punti di vista tra Mafai e Vendola, e Fava, sono perfettamente comprensibili e accettabili, come lo è il tono e come lo sono le ragioni espresse da entrambe le parti: l'apparteneza ad una stessa area culturale e ad una medesima storia politica possono generare diversità di opinioni e di prospettive, ma difficilmente possono portare a disconoscere completamente le idee, i sentimenti, i valori che per un certo tratto di vita sono stati condivisi, sia pure in modo molto generale.
Qualcuno, come la Mafai, può lecitamente e per ragioni rispettabili decidere che alcuni sentimenti, alcune immagini ed idee sono solo bei ricordi, o perfino amari rimpianti, non più adeguati all'attualità: ma non ne parla, non può parlarne come fa Buttiglione, che quelle idee, quel tratto di vita, quei sentimenti non li ha mai avuti, ed è sempre stato il rappresentante di altri stili di pensiero e di "religioni".
Venendo a noi, la ragione del mio disagio, qui, risiede proprio in questa domanda: com'è possibile che ci sia chi usa toni, parole, espressioni e giudizi peggiori di un Buttiglione - più sprezzanti, più volgari - verso discorsi come quelli di Vendola, e verso chi in questo stesso forum li condivide e ne fa di simili?
Una parole, uno sgarbo può anche scappare, così comeè assolutamente lecita una polemica anche dura: ma io parlo di posizioni non occasionali, di una sistematica "diffamazione", di un vero e proprio livore, oltre che di qualche riconversione ideologica a 180 gradi, che ricomprende non solo l'attualità ma anche la rilettura della storia recente e remota, e una interpretazione della vita e dei rapporti sociali che rimane difficile giudicare legata alle contingenze politiche, ma che più credibilmente dovrebbe affondare le proprie radici nella propria stessa formazione culturale e dunque rimaere abbastanza uguale nel tempo.
Con le buone e con le cattive, con discorsi seri e con l'ironia, quello che da qualche tempo cerco di cavare fuori da questo forum è la risposta a questa domanda.