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Triangoli

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Triangoli

Messaggioda pierodm il 23/10/2010, 2:52

Stasera, alla trasmissione Otto e Mezzo sulla 7, c'erano la Mafai, Buttiglione e Fava.
Si parlava del congresso della sinistra di Vendola, alla quale appartiene Fava.
Sia la Mafai, sia Fava erano sostanzialmente d'accordo che il lungo discorso di Vendola al congresso fosse stato un "bel discorso", a tratti perfino poetico, carismatico.
La Mafai, però, non lo condivideva politicamente, in quanto lo giudicava poco concreto e poco in sintonia con i tempi.

Buttiglione, invece, più che poetico e carismatico lo giudicava pieno di buoni propositi tanto condivisibili in teoria quanto ovvii. Ovvii e pricolosi, e qui Buttiglione tornava direttamente a bomba sulla pericolosità delle utopie, della politica intesa come religione civile e tendenzialmente totalitaria, con tutti i soliti riferimenti allusivi al socialismo reale, etc etc.
In sostanza, una serie di chiacchiere, umanamente nostalgiche di un tempo ormai finito e perciò vuote di senso, e per di più pericolose.

Da notare che Fava ha dialogato molto serenamente con la Mafai, pur essendo i due in disaccordo sul piano strettamente politico, mentre il confronto con Buttiglione si è fatto subito più spigoloso, e Fava - abitualmente molto calmo e moderato - ha mostrato chiari segni di insofferenza per la piega oggettivamente assai antipatica che assumeva il discorso di Buttiglione.

Nell'assistere a questi dialoghi non ho potuto fare a meno di pensare - oltre che a qualche discorso vissuto dal vivo in questi mesi - anche alla situazione che si verifica in questo forum.
Alle posizioni ed idee espresse da me e da qualche altro, e a quele non espresse ma presunte più o meno correttamente - che possiamo assimilare al discorso di Vendola - ci sono due tipi di reazioni, esattamente come nella trasmissione di stasera: quelle di chi non è d'accordo, spesso per le stesse ragioni della Mafai, ma ne riconosce i lati positivi e la piena legittimità intellettuale, e quelle simili ai discorsi di Buttiglione.

Ebbene, le differenze di opinione e di punti di vista tra Mafai e Vendola, e Fava, sono perfettamente comprensibili e accettabili, come lo è il tono e come lo sono le ragioni espresse da entrambe le parti: l'apparteneza ad una stessa area culturale e ad una medesima storia politica possono generare diversità di opinioni e di prospettive, ma difficilmente possono portare a disconoscere completamente le idee, i sentimenti, i valori che per un certo tratto di vita sono stati condivisi, sia pure in modo molto generale.
Qualcuno, come la Mafai, può lecitamente e per ragioni rispettabili decidere che alcuni sentimenti, alcune immagini ed idee sono solo bei ricordi, o perfino amari rimpianti, non più adeguati all'attualità: ma non ne parla, non può parlarne come fa Buttiglione, che quelle idee, quel tratto di vita, quei sentimenti non li ha mai avuti, ed è sempre stato il rappresentante di altri stili di pensiero e di "religioni".

Venendo a noi, la ragione del mio disagio, qui, risiede proprio in questa domanda: com'è possibile che ci sia chi usa toni, parole, espressioni e giudizi peggiori di un Buttiglione - più sprezzanti, più volgari - verso discorsi come quelli di Vendola, e verso chi in questo stesso forum li condivide e ne fa di simili?
Una parole, uno sgarbo può anche scappare, così comeè assolutamente lecita una polemica anche dura: ma io parlo di posizioni non occasionali, di una sistematica "diffamazione", di un vero e proprio livore, oltre che di qualche riconversione ideologica a 180 gradi, che ricomprende non solo l'attualità ma anche la rilettura della storia recente e remota, e una interpretazione della vita e dei rapporti sociali che rimane difficile giudicare legata alle contingenze politiche, ma che più credibilmente dovrebbe affondare le proprie radici nella propria stessa formazione culturale e dunque rimaere abbastanza uguale nel tempo.

Con le buone e con le cattive, con discorsi seri e con l'ironia, quello che da qualche tempo cerco di cavare fuori da questo forum è la risposta a questa domanda.
pierodm
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Re: Triangoli

Messaggioda trilogy il 23/10/2010, 23:45

Penso che le vicende dell'ultimo governo di centro sinistra, e la successiva campagna elettorale persa, abbiano lasciato segni piuttosto profondi un po' su tutti. Questo vissuto emerge con forza nelle discussioni e negli scontri sul forum e altrove.
ciao
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Re: Triangoli

Messaggioda pianogrande il 24/10/2010, 0:02

La prima "utopia" che dovrebbe sparire e non solo da questo forum è che, per costituire una coalizione che abbia obiettivi politici comuni, bisogna pensarla tutti allo stesso modo.
La politica è fatta di compromessi, di mediazioni, di "ragionamenti".
Chi non ricerca un obiettivo comune (non il pensiero unico) non lavora nella direzione giusta sulla strada di una azione politica alternativa al potere attuale.
Questo vale anche per me, naturalmente.
le contrapposizioni che si verificano in questo forum, troppo spesso, arrivano alla conclusione che, più o meno testualmente, con questa gente non si può costruire niente.
L'aratro, la zappa, il rastrello, il forcone, non sono uguali ma hanno un obiettivo comune: coltivare il terreno.
Cominciamo a chiederci quale possa essere il nostro obiettivo comune prima di buttare a mare tutti i diversi.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Triangoli

Messaggioda pierodm il 24/10/2010, 2:11

Piano, capisco il senso di quello che dici ma lo condivido solo in parte.
Personalmente non credo di aver mai detto e comunque non penso affatto che con "questa gente" non si costruisca niente: si costruisce sempre qualcosa con chiunque. Rimane da vedere che cosa. E poi non sempre e non tutto "si costruisce", dato che più spesso le cose semplicemente succedono, senza che siano il prodotto di una volontà univoca, comune e consapevole.

La situazione presente, per esempio - limitandoci alla nostra coalizione - è il frutto di tante volontà e tante scelte eterogenee, a loro volta causate da tante storie e tante interpretazioni diverse della stessa storia, che nella gran parte dei casi sono accomunate dalla convinzione di agire tutti per il "bene comune".
Io, anzi, più passa il tempo e più mi convinco che sia più opportuno fare affidamento sul libero gioco delle vocazioni e delle libertà individuali, senza darsi troppo pensiero di perseguire l'unità e la compattezza, che troppo facilmente finisce per scadere nella "ragion di partito".
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Re: Triangoli

Messaggioda franz il 24/10/2010, 8:48

pianogrande ha scritto:Chi non ricerca un obiettivo comune (non il pensiero unico) non lavora nella direzione giusta sulla strada di una azione politica alternativa al potere attuale.
Questo vale anche per me, naturalmente.
le contrapposizioni che si verificano in questo forum, troppo spesso, arrivano alla conclusione che, più o meno testualmente, con questa gente non si può costruire niente.
L'aratro, la zappa, il rastrello, il forcone, non sono uguali ma hanno un obiettivo comune: coltivare il terreno.
Cominciamo a chiederci quale possa essere il nostro obiettivo comune prima di buttare a mare tutti i diversi.

Beh, l'obbiettivo comune a tutti i partiti esiste. Vincere. Il potere. Oppure essere indispensabile per altri. ;)
Nel tuo esempio, sarebbe come se, sullo stesso appezzamento di terreno, alcuni contadini volessero coltivare grano, altri piantare vigna, altri ancora pascolare vacche, chi soia o girasoli. È chiaro che chi vuole piantare grano pensa di chi vuol pascolare vacche che gli obbiettivi sono inconciliabili.
Ritengo che pero' l'ostacolo maggiore a trovare questo obbiettivo comune è legato al fatto che istuzionalmente noi abbiamo un sistema che prevede una maggioranza ed un'opposizione. Dove questo non c'è (ne ho già parlato alcuni giorni fa) si crea un sistema in cui coabitano al governo sia la destra che la sinistra (ricordi quando facevo l'esempio dei socialisti ai ministeri socliali e dei liberali alle finanze?). Ricordo ad esempio la grande coalizione tedesca. Anche se gli obbiettivi delle due coalizioni non erano gli stessi, sono stati in grado di governare insieme in condizioni d'emergenza.
Questo significa che avevano comunque una base comune. Se ricordi bene questo fu possibile perché dai socialdemocratici si stacco' la sinistra (Die Linke, mi pare) e perché la destra non è certo quella berlusconiana che abbiamo noi.

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Re: Triangoli

Messaggioda pianogrande il 24/10/2010, 11:08

pierodm ha scritto:Piano, capisco il senso di quello che dici ma lo condivido solo in parte.
Personalmente non credo di aver mai detto e comunque non penso affatto che con "questa gente" non si costruisca niente: si costruisce sempre qualcosa con chiunque. Rimane da vedere che cosa. E poi non sempre e non tutto "si costruisce", dato che più spesso le cose semplicemente succedono, senza che siano il prodotto di una volontà univoca, comune e consapevole.

La situazione presente, per esempio - limitandoci alla nostra coalizione - è il frutto di tante volontà e tante scelte eterogenee, a loro volta causate da tante storie e tante interpretazioni diverse della stessa storia, che nella gran parte dei casi sono accomunate dalla convinzione di agire tutti per il "bene comune".
Io, anzi, più passa il tempo e più mi convinco che sia più opportuno fare affidamento sul libero gioco delle vocazioni e delle libertà individuali, senza darsi troppo pensiero di perseguire l'unità e la compattezza, che troppo facilmente finisce per scadere nella "ragion di partito".


Certo.
Non possiamo "governare" tutto.
Diciamo tutto il "possibile".
Poi ci può sempre essere il Maradona o il Pelè della situazione (ma se non ci sono?).
E' sempre vero che tutti i risultati sono la sommatoria (o la risultante) di numerosi parametri dei quali moltissimi ci sfuggono.
Noi però, continuiamo a cercare di capire.
A me sembra che la strada della ricerca di obiettivi comuni sia meno disperante e più produttiva di quella di convertire tutti al proprio pensiero.
Questo è, semmai, molto più facile in senso negativo e cioè convertire tutti al non pensiero (ma noi non siamo "quella" gente).
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Re: Triangoli

Messaggioda franz il 24/10/2010, 14:02

pianogrande ha scritto:A me sembra che la strada della ricerca di obiettivi comuni sia meno disperante e più produttiva di quella di convertire tutti al proprio pensiero.

Gli obbiettivi comuni possono essere tattici o strategici.
Per quelli tattici si tratta di decidere di attraversare un ponte, costruendolo tutti insieme. Perché da soli non siamo capaci o ci metteremmo troppo tempo. Poi amici come prima e ognuno per la sua strada.
Quelli strategici implicano che la destinazione finale (non importa se con ponti o gallerie in comune) sia abbastanza simile da accoppagnarci per alcuni decenni.
In entrambi i casi si deve chiarire dove vogliamo arrivare. Poi con quali compagni di viaggio, temoranei o duraturi, lo sapremo solo dopo.

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Re: Triangoli

Messaggioda pianogrande il 25/10/2010, 10:16

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:A me sembra che la strada della ricerca di obiettivi comuni sia meno disperante e più produttiva di quella di convertire tutti al proprio pensiero.

Gli obbiettivi comuni possono essere tattici o strategici.
Per quelli tattici si tratta di decidere di attraversare un ponte, costruendolo tutti insieme. Perché da soli non siamo capaci o ci metteremmo troppo tempo. Poi amici come prima e ognuno per la sua strada.
Quelli strategici implicano che la destinazione finale (non importa se con ponti o gallerie in comune) sia abbastanza simile da accoppagnarci per alcuni decenni.
In entrambi i casi si deve chiarire dove vogliamo arrivare. Poi con quali compagni di viaggio, temoranei o duraturi, lo sapremo solo dopo.

Franz


Il "dove vogliamo arrivare" è l'obiettivo comune.
Poi viene il come, il quando ..... il programma.
Siccome da qualcosa bisogna partire io partirei da qui.
Dedicherei le energie disponibili a costruire qualcosa insieme e non alla ricerca rabbiosa della beata solitudo..... che con la politica non ha molto a che fare.
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Re: Triangoli

Messaggioda flaviomob il 25/10/2010, 19:54

Rabbia, rancore, orgoglio: un metodo semplice e narcisisticamente rassicurante per evitare di confrontarsi coi propri errori ed additare esclusivamente all'altra parte (o al rivale) la responsabilità di avere (sempre) torto.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: Triangoli

Messaggioda pierodm il 27/10/2010, 9:23

Franz - In entrambi i casi si deve chiarire dove vogliamo arrivare. Poi con quali compagni di viaggio, temoranei o duraturi, lo sapremo solo dopo.

Finalmente - si fa per dire, perché in politica deici anni prima o dieci anni dopo non sono irrilevanti.
Da qualche anno, infatti, non intervengo più su questo tema - prima il programma, prima il "dove vogliamo andare" e poi le alleanze e le geometrie, e la leadership, o viceversa - perché ero francamente stanco di ripetere la mia idea, che sostanzialmente è quella citata all'inizio, e di dover ascoltare repliche fantasiose sul fatto che questa idea fosse un residuato ideologico e roba del genere.

E' curioso, però, vedere quanto tempo serve a questa coalizione (e a chi ci si riconosce) per accettare e fare propri concetti che sembrano così evidenti, direi perfino così ovvi.
E' il caso, oltre a questo del prima e dopo, della ricchezza delle diversità, la quale è stata finalmente accantonata dopo anni di ingiustificata celebrità, espressamente indicata alla pubblica esecrazione nel discorso fondativo del PD.

A me sembra che questo fenomeno sia dovuto, almeno in parte, alla difficoltà di un vero dialogo interno al partito, e, per riflesso, interno alle sedi di discussione che ruotano intorno alla coalizione, come questo stesso forum, perché anche i concetti più ovvi sono troppo spesso etichettati precipitosamente e pregiudizialmente.

Per inciso, quando si rimprovera Vendola o chi per lui di non fornire soluzioni, o di essere troppo "astratto", si dimenticano due cose:
Uno - che gli altri sono altrettanto, se non di più, astratti e deficitari di soluzioni, se per soluzioni non intendiamo qualche scatola vuota e generica distribuita qua e là nei discorsi;
Due - che le soluzioni non scaturiscono come Minerva dal mal di testa di un Autore, o da un paio di nottate passate al computer per accozzare un discorso, ma da una elaborazione comune, da una discussione e da un intreccio di studi e di intelligenze - da non confondere con le Fabbriche o le Officine, messe in piedi sotto un tendone in prossimità delle elezioni.
In questi anni si è puntato tutto, o quasi, sul problema della leadership e delle alleanze, e pochissimo sui contenuti, i quali hanno visto spaziare in modo assolutamente superficiale e velleitario dalle ricette del più estremistico liberismo alla riproposizione allusiva e quasi disperata al paradiso perduto del welfare più classico, passando per tutti i gradi intermedi senza mai soffermarsi su uno qualunque di questi.
Con dieci, e più, anni di ritardo fa finalmente capolino il concetto più ovvio.
pierodm
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